Lo denuncia in una nota lo stesso presidente, l'avvocato Alessandro Cassiani, che in una lettera aperta inviata agli iscritti dell'Ordine, spiega: "Ero in attesa di ricevere l'invito a partecipare all'evento con le massime autorità dello Stato, i capi degli uffici giudiziari, i rappresentanti del Consiglio nazionale forense e dell'avvocatura dello Stato".
Però Cassiani "non ha ricevuto nessun invito e nessuna spiegazione". Anzi. "Ho appreso che quest'anno le cose sono cambiate: il presidente dell'ordine romano, per la prima volta, è stato eliminato dall'elenco delle personalità meritevoli di assistere a cotanta manifestazione. Lascio a voi ogni valutazione. Da parte mia - continua il penalista - non posso nascondere un senso di indignato sconcerto e ricollegare il fatto a tutte le iniziative con le quali si tenta di colpire al cuore l'Avvocatura. Il 25 gennaio celebrerò a modo mio l'inizio dell'anno giudiziario, difendendo i miei clienti".
Il lavoro in aula non farà avvertire "la mancanza dei fasti e degli orpelli che caratterizzano la cerimonia inaugurale dalla quale sono stato escluso. Ciò non toglie che proverò una profonda nostalgia per i tempi lontani in cui gli avvocati e i magistrati manifestavano in ogni occasione reciproco rispetto".
Il 26 gennaio Cassiani parteciperà comunque all'inaugurazione indetta dalla Corte d'appello. E così come per la cerimonia di oggi della Camera penale, Cassiani, "farà sentire alto e forte il dissenso dell'avvocatura romana colpita senza alcuna ragione da quello che considero un vero e proprio schiaffo in faccia".
La conclusione del legale è chiara. "Sono certo che proverete gli stessi sentimenti e che insorgerete contro un fatto che si inserisce in un più vasto quanto illusorio disegno volto ad incidere sulla dignità e indipendenza dell'avvocatura".