martedì, gennaio 01, 2008

DIALOGO TRA LA GIUSTIZIA E UN AVVOCATO .


Giustizia: Signor avvocato la vostra toga è troppo consunta e sfilacciata per poter accedere ai miei palazzi.

Avvocato: Ne sono al corrente, madama Giustizia, purtroppo il mio lavoro è usurante e la stoffa della mia toga poco resistente all’ira di chi ha subìto il torto, alla sofferenza degli oppressi, al silenzio dei negati.

Giustizia: Signor avvocato, dovreste scegliere tra i vostri clienti chi non ha problemi di giustizia, sicché la vostra toga sarà intonsa e lucente come appare sui manichini delle botteghe.

Avvocato: Volete significare, madama Giustizia, che dovrei difendere maggiormente chi ha vessato i deboli, rubato ai poveri, seminato sofferenza?

Giustizia: Suppergiù.

Avvocato: Costui ben potrà fornirmi toghe a volontà, toghe di ultimo grido, toghe griffate?

Giustizia: Propriamente così, e in tal modo non avrete problemi d’accesso alle mie aule.

Avvocato: Madama Giustizia, preferisco tenermi la mia vecchia toga, piuttosto che sognare i volti sconvolti dall’ingiustizia, le anime inquiete degli innocenti, gli strazi provocati dai potenti...

Giustizia: Signor avvocato, ma non è scritto che beati sono quelli che piangono perché saranno consolati?

Avvocato: Sì madama Giustizia, è scritto, saranno consolati da Dio - bella consolazione. Intanto credo che il mio ufficio sia quello di riscattarli.

Giustizia: Riscattarli da che cosa?

Avvocato: Da codesto meccanismo per cui chi ha danaro tutto può, anche comprare voi, donna vanitosa, con mazzi di fiori delicati, vesti variopinte e creme rigeneranti.

Giustizia: Signor avvocato, alla vanità non c’è rimedio!

Avvocato: Io il rimedio l’ho trovato, tenermi la mia toga consunta e sfilacciata. Voi impeditemi pure di entrare, aspetterò sull’uscio ad osservare il meretricio che si consuma nel vostro foro.

Giustizia: Bene, fate come preferite. Certamente ciò non gioverà ai vostri clienti.

Avvocato: Ne dubito, loro avranno già vinto nel vedermi tirare fuori da questo lupanare.

Giustizia: Se così è, abbiamo risolto il problema.

Avvocato: Sì il mio problema è risolto. Ma il vostro?

Giustizia: Lo assegnerò a uno dei miei giudici.

Avvocato: Allora sarà una sentenza profumata.

Giustizia: Proprio come me.

Avvocato: Buon lavoro madama Giustizia!

Giustizia: Altrettanto signor avvocato!

di Vincenzo Tiano

tratto dal sito:www.lavocedifiore.org