mercoledì, novembre 30, 2011

Garante Privacy: no al telemarketing a professionisti con dati dall'albo.


(Garante per la protezione dei dati personali, Provvedimento 29 settembre 2011, n.357: Vietate le telefonate promozionali a fini di marketing verso numeri tratti da albi professionali senza il consenso preventivo dell'interessato)
E' frequente l'utilizzo dei dati contenuti negli albi professionali (reperibili anche on line) da parte di operatori per finalità promozionali.
Il Garante si è pronunciato ribadendo che detta condotta deve ritenersi legittima solo se il promotore ha già acquisito il consenso dell'interessato o se presenta offerte strettamente attinenti l'attività svolta dal professionista contattato.
Il Garante ha evidenziato il principio cardine del sistema privacy e cioè il vincolo di finalità in base al quale i dati possono essere raccolti e registrati per scopi determinati, espliciti e legittimi e possono essere utilizzati in altri trattamenti in termini compatibili con tali scopi, tenuto conto del dettato dell'art. 11, comma 1, lett. b) del Codice.
In particolare, il trattamento dei dati personali è consentito solo ove la specifica disciplina di riferimento abbia espressamente previsto l'attività di comunicazione telefonica per le finalità di marketing sopra delineate, ovvero laddove le comunicazioni, effettuate per tali finalità, risultino "direttamente funzionali" all'attività svolta dall'interessato che è posta alla base dell'inserimento del dato telefonico nei pubblici registri, elenchi, atti o documenti conoscibili da chiunque richiamati dall'art. 24 comma 1, lett. c) del Codice e sempreché non vi sia stata o sia manifestata opposizione al trattamento.
Non solo: il vincolo di finalità con la professione esercitata dall'interessato, nel caso in esame quella forense, deve essere interpretato in termini rigorosi nel senso che tale vincolo implica la stretta attinenza del trattamento per finalità di marketing all'esercizio di tale specifica professione, come potrebbe ad esempio ritenersi l'invio di pubblicazioni scientifiche per finalità di aggiornamento ed approfondimento di tematiche giuridiche.
Viceversa "pur in presenza dei possibili vantaggi economici che l'offerta di servizi di telefonia business può offrire al professionista, il trattamento dei dati personali per finalità promozionali non può ritenersi "direttamente funzionale" all'esercizio della specifica attività forense svolta dall'interessato e giustificare l'esonero dall'acquisizione del consenso, limitandosi, tale offerta, ad offrire soluzioni astrattamente idonee a soddisfare le esigenze di un'indifferenziata tipologia di soggetti".

GIUSTIZIA: SEVERINO, SU CONCILIAZIONE TROVARE GIUSTO EQUILIBRIO. MAI PARLATO ABOLIZIONE ORDINI.


Roma, 29 nov. - “Sulla conciliazione c’e’ una direttiva comunitaria. Si tratta di trovare il giusto equilibrio, ovvero attuarla senza andare oltre cio’ che nella tradizione italiana puo’ essere condiviso”.
E’ quanto ha detto il ministro della Giustizia, Paola Severino, nel corso della sua audizione davanti alla commissione Giustizia del Senato, in merito alla media conciliazione obbligatoria.
“La direttiva - ha precisato il ministro Severino - c’e’ ed e’ condivisa dai paesi europei. Spesso i provvedimenti dei quale si discute hanno una cornice europea e all’interno di essa devono trovare un proprio equilibrio”.
"Nessuno ha mai parlato di abolizione degli ordini. Liberalizzare non vuole dire consentire a chiunque di fare l'avvocato. Ma eliminare gli ostacoli eccessivi all'esercizio delle professioni".
Cosi' il ministro della Giustizia Paola Severino ha tranquillizzato sui timori che si erano diffusi soprattutto nell'avvocatura.

martedì, novembre 29, 2011

Evento formativo oganizzato dal NESOS.

Giustizia/ Lupo: In Cassazione troppi ricorsi e troppi giudici.


E' una profonda revisione del sistema dei tre gradi di giudizio nel processo civile, quella che il primo presidente della Cassazione Ernesto Lupo ha proposto al nuovo ministro della Giustizia Paola Severino.
Parlando nell'aula Magna della Suprema Corte in occasione della presentazione del libro 'La fatica dei giusti', scritto dal vicepresidente del Csm Michele Vietti, Lupo ha lanciato l'allarme carichi pendenti: "In Cassazione si lavora tantissimo, è aumentata la produttività ma c'è un arretrato di centomila ricorsi. Sembra di vuotare con un secchiello il mare", ma, ha ammonito, "la soluzione non è abolire l'appello".
Per questo, visto che non sarebbe realistico immaginare oggi una modifica alla norma costituzionale che prevede (articolo 111) che "contro le sentenze e contro i provvedimenti sulla libertà personale (...) è sempre ammesso ricorso in Cassazione per violazione di legge", Lupo ha proposto una modifica del regime dell'appello: "Se il controllo di legalità" sulle motivazioni delle sentenze "viene fatto in appello, in Cassazione si va solo per violazione di legge o interpretazione".
L'obiettivo è "limitare il numero di ricorsi in Cassazione e limitare il numero dei giudici", anche per recuperare una unitarietà di giudizio che spesso è messa in discussione dalle pronunce successive di collegi diversi.

Società di capitali tra avvocati: “Pericolose e inutili”- Intervista a Dario Donella, avvocato in Verona.


“Pericolose ed anche inutili”. Per Dario Donella, avvocato in Verona e già presidente della Cassa di previdenza forense, la legge di stabilità che ha introdotto le società di capitali anche per lo svolgimento di attività professionale prevede “norme pessime”, con tante “anomalie”. Ma quel che più sollecita perplessità è la sostanziale inutilità di una forma societaria del genere per lo svolgimento di attività forense.
Domanda. Avvocato Donella, perché le spa per gli avvocati sono inutili?
Risposta. Basti pensare al regime della responsabilità. La limitazione della responsabilità, prpria delle spa, è illusoria. Gli avvocati avranno sempre una responsabilità illimitata per gli eventuali danni cagionati al cliente, che per effetto del codice civile (articolo 1228) si estenderà alla società. In secondo luogo, uno studio legale per partire non ha bisogno di grandi investimenti.
Domanda. Potrebbe essere una buona opportunità per i giovani?
Risposta. Assolutamente no. Un giovane avvocato farebbe fatica ad entrare senza capitale. E’ ammissibile un socio d’opera in una società di capitali? Francamente non credo.
Domanda. La legge di stabilità ha abrogato anche le legge che disciplina le associazioni tra professionisti. Cosa accadrà a quelle già costituite?
Risposta. Si applicherà il codice civile, che però non ha disposizioni specifiche per le associazioni tra avvocati.
Domanda. L’avvocatura è sostanzialmente contraria alla società di capitali perché mina l’autonomia del professionista.
Risposta. E’ così. E’ ingannevole la indicazione di società tra professionisti se prevale il socio di capitale, che potrà essere una società commerciale. E poi le perplessità sono numerosissime.
Domanda. Per esempio?
Risposta. Al socio avvocato si applicherà il codice deontologico; e la cancellazione dell’albo è causa di esclusione. Cosa accade per i soci non professionisti? Nessuna regole è prevista e la esclusione non è disciplinata. La legge di stabilità non prevede nessuna eccezione alle regole del codice civile per le società di capitali formate da professionisti.
Domanda. In suo articolo ha segnalato l’esistenza di tante anomalie. Quali?
Risposta. Sull’attività degli amministratori della società, per esempio, vigila il giudice. Sugli avvocati, la competenza disciplinare spetta agli Ordini. Vi sarà una doppia competenza? e poi i problemi che porrà la redazione del bilancio e le conseguenze sul piano fiscale: è impensabile applicare alle società tra avvocati il principio di competenza. Sul piano previdenziale, al di là delle tante questioni aperte per quanto riguarda la cassa forense, il dubbio principale è la determinazione dell’imponibile del contributo integrativo. La questione mi parrebbe già risolta dall’articolo 11 della legge 506/80, secondo la quale il contributo integrativo si paga su una quota del volume d’affari proporzionale alla partecipazione societaria dei soci avvocati.
Domanda. Quali saranno le regole di gestione di una società di capitali formata da avvocati e non?
Risposta. Il punto è anche questo: il voto in assemblea sarà proporzionale ai conferimenti? Anche gli utili? La partecipazione potrà essere ceduta dietro compenso. Le norme sono laconiche.
Domanda. Come corrispondere, allora, all’esigenza di mettere a disposizioni modelli di organizzazione del lavoro professionale legale più articolati?
Risposta. Si può puntare a un rafforzamento delle società tra professionisti, prevista dal decreto legislativo 96/2011. E’ vero che finora queste non sono state appetibili, per problemi fiscali e previdenziali. Si può partire dalla risoluzione di questi ultimi. La stp garantisce una organizzazione del lavoro collettiva ma garantisce la conservazione dei principi di indipendenza e autonomia del’avvocato, ai quali non si può rinunciare.

OUA CHIEDE AL GOVERNO MONTI UN INCONTRO PER CHIARIRE SU INTERVENTI PROFESSIONI.


(AGENPARL) - Roma - All’indomani della VII Conferenza Nazionale dell’Avvocatura, con circa duemila partecipanti provenienti da tutta Italia e la presenza delle rappresentanze istituzionali, politiche, ordinistiche e associative degli avvocati, Maurizio de Tilla, riprende i contenuti del documento finale approvato dall’assemblea e ribadisce la richiesta di incontro con il Governo, con il presidente del Consiglio Mario Monti e con il Guardasigilli, Paola Severino.

Allo stesso tempo si mostra profondamente preoccupato tanto per il clima di incertezza e pregiudizio nei confronti dell’avvocatura, quanto per i provvedimenti già approvati in questi mesi che precarizzano la professione forense e consentono l’ingresso dei Poteri forti negli studi professionali (grande imprese, banche, assicurazioni…) nonché i rischi di ingerenza della criminalità organizzata: "È veramente allucinante - attacca de Tilla - invece che combattere la delinquenza organizzata e la corruzione si vuole recuperare credibilità verso l’Europa vessando i professionisti, azzerando le tariffe professionali e attentando all’indipendenza degli avvocati con la previsione di soci di capitale nelle società professionali".

"Spazio, quindi, ai poteri forti e alle società che sbiancano il denaro sporco: ma in che paese viviamo? – sottolinea il presidente dell’Oua - la notizia diffusa con insistenza che si vogliono abolire alcuni ordini, ridurre le riserve ed attenuare la serietà dell’esame di stato, eliminando regole rigorose e formazione di qualità, ci fa tornare agli anni bui del medioevo. Si intende confondere le libertà fondamentali, collegate al sistema dei diritti conquistati con la democrazia, con regole mercantili e parassitarie".

"Ma forse sono i professionisti i responsabili della recessione – conclude de Tilla - ma di cosa stiamo parlando? Il Primo Ministro – persona di alto spessore morale – dovrà chiarire subito qual è il pensiero del Governo sulle professioni. Per questa ragione l’Avvocatura, nella Conferenza Nazionale, ha chiesto un incontro con il Presidente del Consiglio".

lunedì, novembre 28, 2011

Zoppini e Mazzamuto i sottosegretari alla Giustizia.


Il Consiglio dei Ministri di oggi, terminato alle ore 21,47, ha completato la squadra del Governo, procedendo alla nomina dei sottosegretari.
Andrea Zoppini, professore ordinario Diritto di privato comparato nell’Università di Roma Tre e Salvatore Mazzamuto, sempre professore ordinario della stessa università, sono i nuovi sottosegretari alla Giustizia.

sabato, novembre 26, 2011

DE TILLA (OUA): LA MEDIA CONCILIAZIONE OBBLIGATORIA E' UNA VERGOGNA!


(AGI) - Roma - “La media conciliazione obbligatoria e’ una cosa vergognosa di questo Paese. Gli avvocati vogliono che si elimini questo sconcio, immediatamente con decreto”.
E’ la richiesta avanzata da Maurizio de Tilla, presidente dell’Organismo unitario dell’avvocatura italiana (Oua) nel corso della VII conferenza nazionale dell’avvocatura che e’ in corso a Roma.
Tre sono i punti che l’avvocatura rappresentata da de Tilla chiede che siano presi in considerazione dal nuovo governo Monti: “cancellare subito la media conciliazione obbligatoria, mai piu’ proposte su sentenza a pagamento, via le societa’ di capitali”.
“Oltre a queste tre proposte - ha spiegato de Tilla - ci sarebbe una quarta richiesta ovvero assicurare i minimi tariffari garantiti almeno per la difesa nel processo”.
Duro attacco di Maurizio de Tilla anche nei confronti delle liberalizzazioni.
“Che la crisi si risolve con le liberalizzazioni delle professioni - ha detto de Tilla nel corso del suo intervento - e’ una grande bugia, perche’ le cause del dissesto sono le regole in cui il presidente del Consiglio Monti crede e sono state violate. Le cause del dissesto non sono gli avvocati che difendono i cittadini ma sono quelle regole che sono state sistematicamente violate”. (AGI)

GIUSTIZIA: DE TILLA, AVVOCATURA FARA' MOVIMENTO POLITICO.


(ASCA) - Roma- ''L'avvocatura fara' un grande movimento politico per contrastare le ingiustizie e le violenze che sta subendo''.
Lo ha dichiarato il presidente dell'Oua, Maurizio de Tilla, a margine del suo intervento alla VII conferenza nazionale dell'avvocatura in corso a Roma.
''Noi vogliamo impegni precisi da parte di chi va in Parlamento - ha spiegato de Tilla - che non voti provvedimenti contro l'avvocatura''.
''In Italia c'e' un capitalismo parassitario'' ha aggiunto il presidente dell'Oua che ha detto di ''non voler essere governato da Morgan Stanley''.

Documento sottoscritto da tutte le componenti dell'Avvocatura nell'Assemblea del 26 novembre 2011.


La VII Conferenza Nazionale dell’Avvocatura Italiana,

PREMESSO

a) Che l’Avvocatura è impegnata con costanza e lealtà nella difesa dei diritti dei cittadini e, particolarmente, della Giustizia, quale fondamento della pace sociale, valore previsto e garantito dalla Carta Costituzionale;
b) Che in tale ottica tutte le componenti dell’avvocatura si sono costantemente impegnate a collaborare con il legislatore e l’esecutivo con lo scopo di individuare le iniziative atte a modernizzare il sistema ordinistico e adeguare l’agibilità della macchina giudiziaria nella direzione del recupero dell’efficienza, dell’economicità e dell’agibilità;
c) Che, in funzione di tale obiettivo e della individuazione delle proposte da formularsi ai poteri esecutivo e legislativo, è stata indetta la conferenza nazionale;
d) Che l’Avvocatura italiana, nel corso dei lavori del 25 e 26 novembre, ha preso atto dei reiterati attacchi alla centralità della giustizia nell’ organizzazione sociale, concretizzatisi anche mediante la limitazione della libertà e indipendenza dell’esercizio della professione legale;
e) Che, tuttavia, ha espresso nuovamente la ferma volontà di confronto con l’ esecutivo e le forze politiche, nonché di leale collaborazione ai fini dell’ adozione delle misure, anche legislative, atte allo scopo;

PRESO ATTO

1) Della mancata convocazione da parte del nuovo esecutivo dei vertici dell’ Avvocatura per procedere all’esame dello stato attuale della Giustizia e l’ analisi dei provvedimenti da adottarsi;
2) Della necessità che tale confronto sia immediato al fine di adottare i provvedimenti più urgenti;
3) Della dichiarata condivisione delle posizioni dell’avvocatura, qui espressa dai rappresentanti di tutte le forze politiche;

CHIEDE

A) Al Capo dello Stato, quale supremo garante della Costituzione, il quale in occasione del XXX Congresso Nazionale forense di Genova ha scritto che: ” L’ Avvocatura costituisce una componente peculiare dello Stato di diritto perché a essa spetta l’insostituibile funzione di assicurare un a efficace tutela dei diritti fondamentali della persona”, per impedire l’adozione di provvedimenti che si pongano in contrasto con i principi della Carta costituzionale, del Trattato di Lisbona e della Carta dei Diritti dell’Uomo a tutela della libertà dei cittadini e dell’indipendenza dell’Avvocatura, che esercita una attività che costituisce professione intellettuale e non attività di impresa o mercantile;
B) Al Presidente del Consiglio, al Ministro della Giustizia e ai Presidenti di Camera e Senato di convocare ad horas l’Avvocatura italiana, rappresentata dalle componenti nazionali istituzionali, politiche e associative;
C) All’Oua, al CNF e alla Cassa di Previdenza di insistere perché si instauri con il nuovo Governo un immediato e serrato confronto sui temi di cui innanzi e di assumere, in mancanza di riscontro alle sollecitazioni di cui sopra, legittime iniziative di protesta, con invito a tutti gli iscritti agli Ordini, esercenti funzioni di VPO, giudici di pace, GOT, giudici tributari, componenti dei Consigli giudiziari a rinunciare all’esercizio delle funzioni;
D) Di attuare su tutto il territorio nazionale uno stato di agitazione a tempo indeterminato con manifestazioni pubbliche, locali e nazionali, e mediante la indizione di tutte le legittime forme di protesta, anche le più dure e radicali, per la mancata considerazione della Giustizia e della difesa come un diritto dei cittadini;
E) Di convocare un Congresso straordinario dell’Avvocatura all’esito delle suindicate istanze.
Roma 26.11.2011

AIGA: NON ELIMINARE GARANZIE COSTITUZIONALI. PRONTI A LOTTARE PER DIRITTO A DIFESA, GIUSTO PROCESSO E CONTRADDITORIO ALLA PRESENZA D'UN AVVOCATO.


«Nessuno si sogni di eliminare le garanzie costituzionali del diritto alla difesa, del giusto processo e del contraddittorio fra le parti, garantito dalla presenza di un avvocato, spacciandole come interventi in favore della giovane avvocatura. Contro questi provvedimenti siamo pronti a lottare unitariamente con tutti gli organismi di rappresentanza della categoria».
È quanto dichiara Dario Greco, presidente dell'Aiga, Associazione italiana dei giovani avvocati, nel corso della VII conferenza nazionale dell'avvocatura, a Roma, in merito alle indiscrezioni su probabili misure che il governo si appresterebbe ad adottare sul fronte della giustizia, nell'ambito del progetto di liberalizzazioni.
Il leader dei legali under45 annuncia di aver «chiesto una convocazione urgente insieme alle altre componenti dell'avvocatura sia all'esecutivo, sia ai presidenti di Camera e Senato per affrontare immediatamente la questione, perché – conclude Greco – le liberalizzazioni non possono essere punitive, né devono diventare l'altare sul quale sacrificare, per favorire gli interessi dell'impresa, la qualità delle prestazioni professionali a tutela dei cittadini».

Conferenza Avvocatura: gli avvocati minacciano sciopero ad oltranza e dimissioni di massa.


Stato di agitazione a tempo indeterminato e invito a rinunciare alle funzioni a tutti gli avvocati "prestati" alla magistratura dai giudici di pace ai giudici onorari di tribunale (Got).
La VII conferenza dell'avvocatura nella giornata di chiusura si trasforma in un Consiglio di guerra sulla scia di una voce che darebbe in via di approvazione, già da martedì, un decreto destinato a liberalizzare le professioni.
Il timore di un "attacco", percepito come la fine per la categoria, si traduce in un documento nel quale si chiede un incontro urgente con il presidente della Repubblica, con il presidente del Consiglio, il ministro della Giustizia e i presidenti di Camera e Senato.
Se la risposta sarà un no l'impegno, assunto davanti all'assemblea ma non trasferito sulla carta, è quello di dimettersi in massa a cominciare dai vertici di Organismo unitario avvocatura italiana (Oua) e Consiglio nazionale forense (Cnf) fino ai presidenti degli ordini come comunicato da Antonio Conte dell'Ordine di Roma.
Con il documento si dà poi via libera a tutte le forme di protesta, anche le più dure e radicali. Tra queste anche l'invito a tutti gli iscritti agli ordini a rinunciare alle funzioni di vice procuratori onorario, giudici di pace, got, giudici tributari e componenti dei consiglio giudiziari.
La minaccia del decreto fa tornare sul palco dell'Hilton il presidente del Cnf Guido Alpa che lascia la sede di via Arenula per arrivare a via Cadlolo.
Alpa, sostenuto anche dal presidente della cassa Alberto Bagnoli, chiede di inserire nel documento le rassicuranti parole, contenute nei telegrammi inviati da Giorgio Napolitano, con cui il capo dello Stato, sia in occasione del XXX Congresso di Genova, ha definito fondamentale il ruolo affidato dalla Costituzione all'avvocatura per la difesa dei cittadini. Ruolo che impone una rapida approvazione di una riforma forense condivisa.
«Se il presidente della Repubblica dice che il ruolo dell'avvocatura è fondamentale – afferma Guido Alpa– allora vuol dire che la nostra categoria non può scomparire. Il nostro interlocutore è Napolitano non possono essercene altri. Un governo tecnico non può travolgere l'avvocatura – afferma il presidente del Cnf – e non può, come hanno sottolineato alcuni giornali, mettere mano a riforme importanti come quella che ci riguarda ma che riguarda anche i diritti fondamentali dei cittadini».
Il presidente Alpa, sottoscrive quanto previsto dal documento, salvo per motivi istituzionali, quanto riguarda un possibile sciopero a oltranza.
Alpa - pur ritenendo necessario agire per evitare che venga travolto anche l'ultimo baluardo della difesa tecnica, pena il dissolvimento della categoria – informa la platea di aver avuto rassicurazioni dal ministro della giustizia Paola Severino sul coinvolgimento dei diretti interessati quando arriverà il momento di parlare di liberalizzazioni. Non si fida Maurizio de Tilla che si dichiara "incavolato" a prescindere dall'arrivo del IV decreto. Aderisce al documento anche il presidente dell'Aiga Dario Greco, che invita a firmare la carta solo come avvocatura italiana superando ogni divisione interna.


di Patrizia Maciocchi

tratto dal sito: www.ilsole24ore.com del 26.11.2011

L'AFORISMA DEL SABATO.

venerdì, novembre 25, 2011

GIUSTIZIA: OGGI A ROMA VII CONFERENZA NAZIONALE AVVOCATURA


(AGI) – Roma - Maurizio de Tilla, presidente Oua, alla vigilia dell’assise dice “Si possono superare le contrapposizioni sterili di questi anni e correggere politiche sbagliate, inadeguate e, spesso, viziate da eccessivi ideologismi che interessano la giustizia le libere professioni. Il nuovo Governo e il Guardasigilli, Paola Severino, ascoltando le nostre proposte, si renderanno conto che siamo in condizione di avviare immediatamente alcune iniziative per smaltire, l’arretrato pendente, oltre cinque milioni di cause, senza rottamare i diritti dei cittadini, nonche’ di rendere i tribunali piu’ efficienti e, quindi, ridurre i tempi dei processi, puntando sulla managerializzazione, il processo telematico, l’innovazione tecnologica, la riorganizzazione degli uffici e la forte collaborazione degli avvocati italiani. Da mettere in soffitta progetti fallimentari e incostituzionali come la media-conciliazione obbligatoria: 3mila cause con conciliazione in sei mesi, uno spreco di denaro enorme”.
“Allo stesso tempo siamo pronti a modernizzare la professione forense, senza pero’ svendere la qualita’ e senza avviare esperimenti pericolosi, come l’introduzione con la legge di stabilita’ dei soci di capitale negli studi legali. Cosi’ comandera’ solo la logica del profitto, non il legittimo desiderio di giustizia del cittadino o di un’impresa che ha subito un danno. Prima con la media-conciliazione obbligatoria, affidata soprattutto a imprese private, ora con i soci di capitale negli studi si aprono due porte per che possono consentire l’ingresso di soggetti non trasparenti e di capitali sporchi nell’amministrazione della giustizia. Una strada sbagliata e domani indicheremo i prossimi appuntamenti e la road map di proposte che avvieremo con la politica, con il Governo e anche con il mondo dell’impresa. A Roma ci sara’ l’avvocatura che vuole crescere e cambiare la societa’ e che raccoglie le sfide della modernita’”.
Le relazioni introduttive saranno tenute dallo stesso Maurizio de Tilla, quindi dal prof. Guido Alpa, presidente del Consiglio Nazionale Forense, e dall’avv. Alberto Bagnoli, presidente della Cassa Forense.

giovedì, novembre 24, 2011

VII Conferenza Nazionale Avvocatura.

Evento formativo in materia di RCA (26 nov. 2011 - n. 8 crediti).

Ecco come Monti risanerà il bilancio.........

Alpa (CNF) ha oggi incontrato il nuovo Ministro della Giustizia.

ESAMI AVVOCATO 2011: Salerno, la composizione della 1a Commissione.


MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
DECRETO 8 novembre 2011



CORTE D'APPELLO DI SALERNO
Iª COMMISSIONE


DI LIETO avv. Andrea
Ordine di Salerno
PRESIDENTE

GIGLIO COBUZIO dott.ssa Paola
Magistrato ordinario che ha conseguito la II valutazione di professionalità
Tribunale di Salerno

MARRONE dott. Nicola
Magistrato ordinario che ha conseguito la II valutazione di professionalità
Tribunale di Vallo della Lucania

FEOLA avv. Marcello
Ordine di Salerno

D'ANTONIO prof. Virgilio
Nato a Salerno il 13.3.1980
Professore associato
Università degli Studi di Salerno
Facoltà di Lettere e Filosofia

STRIANESE avv. Giuseppe
Nato a Salerno il 23.3.1959
Ordine di Nocera Inferiore
VICE PRESIDENTE

MAINENTI dott.ssa Marina
Magistrato ordinario che ha conseguito la III valutazione di professionalità
Tribunale di Salerno

PERROTTA dott. Ubaldo
Magistrato ordinario che conseguito la III valutazione di professionalità
Tribunale di Salerno

BASCO avv. Lucio
Ordine di Salerno

ZAMBRANO prof.ssa Virginia
Professore ordinario
Università degli Studi di Salerno
Facoltà di Giurisprudenza

Liberi di difendere le libertà!

mercoledì, novembre 23, 2011

L'indipendenza dell'Avvocatura non ha prezzo!


La cosiddetta legge di stabilità, all'articolo 10, prevede che nelle società professionali, ad esempio fra avvocati, possano entrare senza limiti di partecipazione anche «soci di capitale».
In tal modo potremmo avere – e probabilmente avremo – cosiddetti "investitori" con la maggioranza del capitale societario e con l'unico, ovvio, limite dell'attività professionale tipica che potrà essere svolta soltanto dal professionista che abbia i requisiti necessari (praticantato, esami, iscrizione all'albo, eccetera).
Con ogni probabilità vedremo così i grandi clienti (banche, assicurazioni, gruppi industriali e commerciali) organizzare grandi studi di avvocati che li considerino clienti privilegiati e che seguono i loro problemi legali.
Questi "soci di capitale" non avranno bisogno così di altri avvocati e, ove fosse indispensabile, affiancherebbero loro quelli del "proprio" studio e, viceversa, gli avvocati dello studio "di capitale" non avranno bisogno di altri clienti e, meno che mai, avranno clienti dello stesso ramo di attività (banche, assicurazioni eccetera).
In tal modo l'indipendenza, qualità fondamentale di un avvocato, sarebbe compromessa.
E più ancora sarebbe la "riservatezza" che è essenziale per l'attività di un avvocato e per il cliente che deve contarvi.
Il "socio di capitale" infatti (specie se di maggioranza) avrebbe il diritto di conoscere tutti gli affari dello studio, le spese, le parcelle eccetera, magari anche relativi a clienti suoi concorrenti o, a loro volta, propri clienti (della banca o dell'assicurazione).
Ma è noto che, per legge, tutti i rapporti di un avvocato con un cliente sono coperti da segreto professionale e una sua violazione è considerata un reato (si vedano gli aricoli 622 del Codice penale e 200 del Codice di procedura penale). L'avvocato ha il diritto di opporre il segreto a un giudice o a un pubblico funzionario (ad esempio dell'agenzia delle Entrate o della Guardia di finanza) ma non lo sarebbe per un "socio di capitale".
Più d'una volta la Corte europea per i diritti dell'uomo ha riconosciuto che una persona ha diritto all'assistenza di un avvocato e che l'avvocato deve essere indipendente e riservato.
In un caso ha espressamente detto che «an encroachment on professional secrecy may have repercussions on the proper administration of justice and hence on the rights guaranteed by article 6 of the Convention», cioè «un'invadenza nel segreto professionale può avere ripercussioni sull'amministrazione della Giustizia e di quei diritti garantiti dall'articolo 6 della Convenzione».
E, com'è noto, la Convenzione europea dei diritti dell'uomo per l'articolo 117 della nostra Costituzione ha rango "costituzionale".
Perché allora questa apertura ai "soci di capitale"?
Per apportare mezzi finanziari – si dice – che consentano espansione degli studi d'avvocati e loro migliore organizzazione.
Ma si può comprare l'indipendenza e la riservatezza di un avvocato?

di Franzo Grande Stevens

Danno biologico, Palazzo Spada: sì a tabella unica ma con coefficienti corretti.


Consiglio di Stato , parere 17.11.2011 n° 4209

La tabella unica nazionale sul danno biologico risponde all'esigenza ordinamentale di parità di trattamento in situazioni analoghe, ma su di essa grava un rischio assai probabile: la disapplicazione da parte del giudice civile.

E' quanto scrive il Consiglio di Stato, nel Parere n. 4209 del 17 novembre scorso, in merito allo schema di DPR recante "Nuova tabella delle menomazioni all’integrità psicofisica comprese fra dieci e cento punti di invalidità", approvato dal Consiglio dei Ministri il 3 agosto 2011.

I coefficienti non rispettano i criteri normativi. Secondo Palazzo Spada, infatti, i moltiplicatori della tabella dovrebbero crescere in maniera più che proporzionale rispetto all’aumento dei punti di invalidità, come stabilito dall’art. 138, comma 2, lett. c) del Codice delle assicurazioni (D.lgs. n. 209/2005). Da qui la possibile disapplicazione della tabella da parte dei giudici.

L'applicazione della tabella ai soli sinistri stradali, inoltre, determina un'altra conseguenza distorsiva: analoghe lesioni verrebbero ad ottenere differenti trattamenti risarcitori, a seconda del solo fatto che l'evento sia avvenuta nell’ambito della circolazione stradale o meno.

La tabella unica ha un futuro più che mai incerto: da una parte, la Camera, lo scorso 24 ottobre, ha approvato una mozione che impegna il Governo a ritirare il provvedimento; dall'altra, nel frattempo a Palazzo Chigi si è insediato un nuovo esecutivo.

(Altalex, 22 novembre 2011)

martedì, novembre 22, 2011

Convegno AIGA sulle discriminazioni di genere nel diritto italiano (25 novembre -ore 15,30).



“Le discriminazioni di genere nel diritto italiano: uguaglianza imperfetta o disegueglianza sostanziale?”: questo il tema del convegno di studi organizzato dall’AIGA - Associazione Italiana Giovani Avvocati sezione di Salerno in collaborazione con l'Ufficio della Consigliera provinciale di Parità che si terrà il prossimo 25 novembre alle ore 15.30 nell’Aula Parrilli del Tribunale di Salerno.

Dopo i saluti dell’Avv.Pasquale Visconti, consigliere dell’ordine forense di Salerno, i lavori saranno introdotti dall’avv.Lucia Senese, Consigliera di Parità della Provincia di Salerno e dagli avvocati Giulia Maiello e Tommaso Amato dell’AIGA Salerno.
Sono previsti gli interventi della professoressa Alfonsina De Felice, docente di diritto della previdenza sociale e della sicurezza sociale presso l’Università Federico II di Napoli, che illustrerà l’impianto normativo dalla legge n.903/77 al decreto legislativo n.05/10, e della dott.ssa Ippolita Laudati, magistrato della sezione lavoro del Tribunale di Salerno, che illustrerà i profili processuali e la casistica giurisprudenziale in materia di discriminazioni di genere.

Nel corso dei lavori è prevista la proiezione di un cortometraggio realizzato dall’ufficio della consigliera di parità della Provincia di Salerno e di tre spot sulle discriminazioni di genere sui luoghi di lavoro.

Ai partecipanti al convegno, che dà diritto al conseguimento di quattro crediti formativi, verrà consegnato un attestato di partecipazione da allegare al proprio curriculum professionale che costituirà titolo preferenziale per l’iscrizione all’apposito Albo istituito dall’Ufficio della Consigliera di Parità della Provincia di Salerno.

PAGA CON UN ASSEGNO E POI NE DENUNCIA LO SMARRIMENTO: È CALUNNIA!


Cassazione Penale, sez. VI, 28 ottobre 2011, n. 39237

"La falsa dichiarazione di aver smarrito un assegno consegnato invece in pagamento ad un altro soggetto integra il reato di calunnia poiché simula ai danni del prenditore del titolo il reato di furto o di ricettazione e non eventualmente quello di appropriazione indebita di cosa smarrita.
È perciò irrilevante il fatto che alla denuncia di smarrimento non abbia fatto seguito la proposizione della querela per i reati di appropriazione indebita di cosa smarrita e di falso in assegno.
Perché possa configurarsi il delitto di appropriazione indebita di cosa smarrita infatti è necessario che la cosa sia uscita definitivamente dalla sfera di disponibilità del legittimo possessore e che questi non sia in grado di ripristinare su di essa il primitivo potere e poiché è sicuramente e agevolmente possibile risalire, sulla base delle annotazioni contenute nell'assegno, al titolare del conto, chi se ne impossessa illegittimamente commette o il reato di furto o quello di ricettazione."

lunedì, novembre 21, 2011

L'avvocato Antonio Conte, presidente dell'Ordine degli avvocati di Roma, escluso dal Comitato dei Delegati della Cassa per ineleggibilità.


È stato escluso dal Comitato dei Delegati della Cassa per ineleggibilità, a motivo di morosità contributiva inerente l'anno 2002, per una cifra pari a 999,66 euro. Un'omissione relativa al contributo soggettivo e integrativo «ritualmente contestata all'interessato, ai sensi dell'articolo 10 del Regolamento delle sanzioni».
Parla chiaro l'ordinanza del Tribunale civile del 14 ottobre, che mette nero su bianco la vicenda legata al numero uno dell'Ordine degli avvocati, bocciando il ricorso presentato dall'avvocato sulla questione.
«La Commissione, all'unanimità - si legge nell'ordinanza - rileva che, dalle attestazioni pervenute dalla Cassa per gli avvocati, per Antonio Conte risulta un debito contributivo che la Cassa ha ritualmente contestato e che non risulta regolarizzato alla data del 29 novembre 2008 e, per l'effetto, dichiara la non eleggibilità del candidato».
Secondo una norma interna, infatti, non è candidabile, e quindi non eleggibile, l'iscritto cui sia stato già contestato il debito contributivo e che non abbia provveduto alla tempestiva regolarizzazione entro il termine ultimo per la presentazione delle candidature. Non è, quindi, eleggibile il candidato la cui morosità sia stata per così dire formalizzata e ufficializzata attraverso l'attivazione della procedura ex articolo l0 del Regolamento per la Disciplina delle Sanzioni.
Per la verità, non è la prima volta che il nome dell'avvocato Antonio Conte, legale anche della As Roma, si lega a casi del genere. Anche uno dei componenti della lista a suo nome, eletto al Consiglio dell'Ordine, l'avvocato Alessandro Graziani, è stato escluso perché ritenuto ineleggibile.
Inserito in lista, dunque, pur sapendo che non poteva essere candidato. Il Consiglio Nazionale Forense, infatti, con il provvedimento del 26 luglio scorso, accertata l'ineleggibilità di Graziani, per il suo ruolo ricoperto di componente della Commissione d'esame nei due anni prima delle elezioni, ha dichiarato l'illegittimità della sua proclamazione nell'ambito delle elezioni per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Roma nel biennio 2010-12.
Dopo un anno e mezzo, l'avvocato Graziani è stato escluso dal Consiglio dell'Ordine e la decisione del Consiglio specifica espressamente che la sua illegittima partecipazione alle elezioni ha influenzato l'esito delle elezioni, ovviamente in favore della lista Conte. E ora si replica, con il presidente Antonio Conte dichiarato ineleggibile alla Cassa forense.

TRATTO DAL SITO: http://www.iltempo.it.

Convegno sulla colpa professionale medica (02/12/2011 - n. 4 crediti).

Evento formativo di procedura penale (24/11/2011 - n. 4 crediti).

venerdì, novembre 18, 2011

Vietti: impensabili 1.500 uffici giudiziari con risorse limitate.


Napoli, 18 nov. - (Adnkronos) - "Sulla riforma della geografia giudiziaria si giochera' gran parte dello sforzo di razionalizzazione del sistema".
Lo ha dichiarato il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, intervenuto all'incontro 'I cambiamenti nella giustizia civile' organizzato dall'Universita' Federico II di Napoli.
"Le risorse - ha aggiunto Vietti - sono limitate ed e' impensabile usarle cosi', allo stesso modo e' impossibile mantenere 1.500 uffici giudiziari".
I tribunali, ha ribadito, "sono sotto il minimo della sopravvivenza, con numeri risibili che contribuiscono all'inefficienza complessiva del sistema". Su questo, ha spiegato il vicepresidente del Csm, "il Governo e' chiamato a una prima prova".
Ai fini dell'elaborazione delle riforme necessarie al sistema giudiziario, ha spiegato Vietti, "il Csm puo' contribuire al fianco del Parlamento, del Governo e del ministro della Giustizia. Non e' stravagante che il Consiglio si occupi dell'efficacia del sistema ed e' tempo di finirla con le sterili polemiche secondo le quali deve parlare solo se interpellato".
Il Csm, ha concluso Vietti, "non pretende di essere ascoltato quando parla, ma pretende di parlare nello spirito di collaborazione con gli altri poteri, in ragione delle proprie cognizioni".

Finalmente torna la moralità!

giovedì, novembre 17, 2011

ORDINE DEGLI AVVOCATI DI SALERNO: DAL 18/11 COMUNICAZIONI A MEZZO PEC.


Il D.M. 21.2.2011 n. 44 pubblicato in G.U. 18.4.2011 n. 89, in esecuzione dell’articolo 4 comma 1 del DL 29 dicembre 2009 n. 193 (convertito nella legge 22 febbraio 2010 n. 24) ha reso obbligatoria l'utilizzazione della P.E.C. - posta elettronica certificata, per l’attuazione del processo civile telematico (P.C.T.).
Dal 18 novembre 2011 le comunicazioni processuali agli avvocati costituiti - biglietti di cancelleria ed in futuro notificazioni - saranno effettuate esclusivamente a mezzo P.E.C. (Posta Elettronica Certificata).
Qualunque P.E.C. adottata (es.: @pec.ordineforense.salerno.it - @cnfpec.it - @puntopec.it – Giuffrè - Lextel o altre ) è idonea al servizio, purchè comunicata all'Ordine di appartenenza.
Si invitano pertanto gli iscritti,che non avessero ancora provveduto, ad attivare una casella P.E.C..
Tutti i titolari della casella P.E.C. devono comunicarne gli estremi alla Segreteria dell'Ordine, per la compilazione del Registro Generale degli Indirizzi Elettronici, entro e non oltre il 15 novembre 2011.
La comunicazione, in carta libera e corredata da copia di documento di riconoscimento, potrà essere consegnata allo sportello della segreteria, nei consueti orari di ufficio, oppure trasmessa a mezzo telefax al n. 0892574357.
IN MANCANZA, LA COMUNICAZIONE DEI BIGLIETTI DI CANCELLERIA AVVERRA’ MEDIANTE DEPOSITO IN CANCELLERIA AI SENSI DELL’ART. 51 D.L. 112/2008 del 25.6.2008 (MODIF. dal D.L. 193/2009, CONV. IN L. 24/2010)
INOLTRE, PER LA MANCATA INDICAZIONE DELL’INDIRIZZO P.E.C. NEGLI ATTI INTRODUTTIVI E’ PREVISTA LA MAGGIORAZIONE DEL 50% DEL CONTRIBUTO UNIFICATO.

mercoledì, novembre 16, 2011

OUA: PRONTI A COLLABORARE CON IL GOVERNO MONTI.

Paola Severino è il Ministro della Giustizia del Governo Monti.


Avv. Prof. Paola Severino Di Benedetto

· Laureata in giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, con la votazione di 110/110 e lode;

· Ha frequentato la scuola di specializzazione in Diritto penale e criminologia, presso la stessa Università;

· Vincitrice di un concorso bandito dal C.N.R. per l’assegnazione di borse di studio (bando del 25.5.1971), di cui ha usufruito per il triennio 1972-1975;

· Vincitrice del concorso ad 1 posto di assistente ordinario presso la II Cattedra di Diritto penale dell’Università di Roma (decr. nomina del 22.12.1975), dove ha prestato servizio, nella qualità, dal giugno 1975 al febbraio 1987;

· Vincitrice di una borsa di studio C.N.R. per soggiorni all’estero, per l’anno 1983, di cui ha usufruito presso il Max Planck Institut di Freiburg (bando n. 203.9.11 del 2.2.1982);

· Idonea alla Iª tornata del giudizio di idoneità a professore associato, ha preso servizio, nella qualità, il 21.2.1987, presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Perugia, Cattedra di Diritto penale commerciale;

· Ha fatto parte della redazione dell’Enciclopedia giuridica Treccani;

· Fa parte della redazione della rivista Banca, borsa e titolo di credito;

· E’ stata titolare di un contratto integrativo di insegnamento presso la Cattedra di Diritto penale della Facoltà di Giurisprudenza della L.U.I.S.S. per gli anni accademici 1987/88, 1988/89, nonché di contratto di insegnamento di Diritto penale commerciale, presso la stessa Facoltà, per l’anno accademico 1989/90;

· E’ titolare dell’insegnamento di Diritto penale, II, presso la Scuola Ufficiali Carabinieri di Roma;

· Dal 1° novembre 1990 è divenuta titolare, in qualità di professore di ruolo di II fascia, della Cattedra di Diritto penale, presso la Facoltà di Giurisprudenza della L.U.I.S.S. “Guido Carli” di Roma e dalla stessa data è stata supplente di Diritto penale commerciale presso la Facoltà di Economia e Commercio dell’Università di Perugia;

· Ha mantenuto tali ultime qualifiche fino al 1° novembre 1995, data nella quale ha preso servizio, in qualità di professore di ruolo di I fascia, essendo risultata vincitrice del relativo concorso (D.M. 16.4.1992), presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Perugia, Cattedra di Diritto penale;

· Dal 1° novembre 1998 è titolare, in qualità di professore di ruolo di I fascia, della Cattedra di Diritto penale, presso la Facoltà di Giurisprudenza della L.U.I.S.S. “Guido Carli” di Roma;

· Dal 30 luglio 1997 al 30 luglio 2001 ha rivestito la carica di Vice Presidente del Consiglio della Magistratura Militare;

· Dal 1° maggio 2003 al 29 maggio 2006 è stata Preside della Facoltà di Giurisprudenza della L.U.I.S.S. “Guido Carli” di Roma;

· Dal 29 maggio 2006 è Vice Rettore della LUISS “Guido Carli” di Roma;

· E’ stata coordinatrice per le discipline penalistiche nella Scuola di Specializzazione per le professioni legali presso la Facoltà di Giurisprudenza della L.U.I.S.S. “Guido Carli” di Roma fino al 2005;

· E’ Direttore del Master in Diritto penale d’Impresa presso la LUISS “Guido Carli”;

· E’ avvocato penalista, iscritta all’albo degli Avvocati di Roma dal 1975 e consulente di numerose società, banche ed associazioni di categoria;

· E’ stata relatrice in numerosi convegni ed incontri scientifici sui temi del Diritto penale e del Diritto penale commerciale, nonché membro di varie Commissioni ministeriali per la riforma della legislazione penale e processuale penale.

AVVOCATI IN SALDO.

lunedì, novembre 14, 2011

Manifesto dell'Unione Camere Penali.

Prima riunione dell' "OFFICINA DELL'AVVOCATURA" (venerdì 18 novembre 2011).


Ill.mi Signori Avvocati

PRESIDENTI DEI CONSIGLI DELL’ORDINE DISTRETTUALI DEGLI AVVOCATI
PRESIDENTI DELLE UNIONI REGIONALI FORENSI
PRESIDENTE DELLA CASSA FORENSE
PRESIDENTE DELL’OUA
PRESIDENTI DELLE ASSOCIAZIONI FORENSI MAGGIORMENTE RAPPRESENTATIVE
COMPONENTI IL CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE
LORO SEDI



Illustri Presidenti e Cari Amici,
attesa l’importanza del momento e la necessità di dare inizio con urgenza ai lavori per lo sviluppo delle proposte decise insieme, in occasione dell’incontro di sabato 12 u.s. (tenutosi presso la Camera dei Deputati - Aula del Palazzo dei Gruppi parlamentari in Roma), ci incontriamo
venerdì 18 NOVEMBRE 2011, alle ore 15,
presso la sede amministrativa del Consiglio Nazionale Forense
in Roma, via del Governo Vecchio, 3.
L’incontro verterà sui seguenti, prioritari argomenti:
  1. CONTRIBUTO DELL’AVVOCATURA AL CONTENIMENTO DELL’ARRETRATO CIVILE
  2. SOCIETA’ TRA PROFESSIONISTI
  3. RAZIONALIZZAZIONE DELLE CIRCOSCRIZIONI GIUDIZIARIE
  4. INIZIATIVE A FAVORE DEI GIOVANI AVVOCATI
All’incontro, e a quelli che ne seguiranno, è prevista la partecipazione di un solo rappresentante per ogni distretto di Corte di Appello.
Pertanto, sarei grato ai Presidenti dei Consigli dell’Ordine distrettuali se volessero curare personalmente l’indicazione di tale unico rappresentante per il proprio distretto, d’intesa con tutti i Presidenti dei rispettivi Ordini circondariali.
Nel corso della riunione di venerdì 18 prossimo, inoltre, valuteremo insieme se inserire, sin da subito, altri temi da esaminare e approfondire negli incontri futuri.
Infine, e per ragioni organizzative, Vi sarei grato se voleste confermare la Vostra partecipazione utilizzando la seguente casella di posta elettronica :
segreteria.presidenza@consiglionazionaleforense.it .
Con i più cordiali saluti,
Il Presidente
Prof. Avv. Guido Alpa

domenica, novembre 13, 2011

Legge di stabilità: giustizia e professioni, come orientarsi tra le nuove norme. Dossier dell’Ufficio studi del CNF.


Impiego della posta elettronica certificata nel processo civile; aumento del contributo unificato per i processi d’appello e per quelli in Cassazione; dichiarazione di persistenza di interesse all’impugnazione nei processi in appello e in cassazione che siano pendenti da almeno due anni; multe fino a un massimo di 10.000 euro in caso di rigetto della istanza di sospensione dell’esecutività della sentenza di primo grado; nuove regole per i controlli societari; società tra professioni aperte al socio di capitale.
Sono le principali norme che interessano la professione forense, inserite nella legge di stabilità ieri approvata e che il Cnf ha commentato criticamente, pur prendendo atto di alcuni opportuni passi indietro del governo sul fronte della motivazione lunga a pagamento e dell’anticipo dell’entrata in vigore della mediazione anche per le materie di condominio e risarcimento danni da circolazione stradale.
L'Ufficio Studi del Consiglio nazionale forense ha realizzato un dossier con tutti i testi di riferimento dell'attuale momento legislativo, con l'obiettivo di fornire ai colleghi un quadro di riferimento sintetico e completo in un momento molto convulso per la politica che, però, coinvolge direttamente anche la professione.
Il Dossier di analisi e documentazione si compone di tre parti.
Una prima destinata ad offrire il quadro preciso e una lettura ragionata degli oltre cinquecento emendamenti presentati al disegno di legge sull'ordinamento professionale.
Una seconda in cui si analizzano nel dettaglio i contenuti di interesse per la professione del maxiemendamento governativo alla legge di stabilità presentato al Senato lo scorso 9 novembre.
Il lavoro è corredato dai testi normativi modificati in conseguenza delle previsioni del maxiemendamento (c.p.c;c.c; testo unico sulle spese di giustizia ecc.) Un'appendice documentale infine, che riassume, attraverso i documenti ufficiali, la cronaca del momento di crisi nazionale e i rapporti con l'Europa.
PER SCARICARE IL DOSSIER CLICCA QUI.

sabato, novembre 12, 2011

Oggi a Roma mobilitazione generale dell’Avvocatura, contro la svendita dei diritti.


Roma 12/11/2011. Avvocati in pista per aggredire il carico pendente nel processo civile; accordi consensuali davanti ai legali alternativi alla mediazione obbligatoria; detraibilità delle spese legali dalla denuncia dei redditi per tutti i cittadini e non solo per le imprese; difesa dei giovani e misure adeguate per proteggerli dalle società di mero capitale, che ne faranno dei dipendenti senza tutele; revisione delle circoscrizioni giudiziarie rispettosa della giustizia di prossimità; una riforma della professione forense per un avvocatura moderna che conservi i principi irrinunciabili dell’autonomia e indipendenza e della dignità e decoro degli avvocati.
Il presidente del Cnf Guido Alpa snocciola la ricetta alternativa per scrollarsi di dosso “misure odiose, che accrediscono gli avvocati anche nell’esercizio della loro attività professionale” in una gremitissima riunione di rappresentanti di oltre 130 Ordini forensi, Unioni e Associazioni, riuniti a Roma per fare il punto della situazione nell’aula dei gruppi parlamentari di Montecitorio, proprio ad un passo dall’Aula dove si sta approvando il ddl stabilità, che gli avvocati criticano nel merito.
“Siamo pronti dare il nostro contributo per restituire ai cittadini una giustizia giusta”, dichiara Guido Alpa, presidente del Cnf.
Si tratta di misure semplici, che impegnano direttamente la classe forense e sulle quali tutte le componenti dell’avvocatura si sono ritrovare oggi:a fronte di una pendenza di 3milioni di procedimenti civili, migliaia di avvocati sono pronti a intervenire prendendosi in carico il pendente per riportare a normalità una situazione drammatica e non più sostenibile; la convenzione partecipata davanti ai legali consentirà ai cittadini di risparmiare il costo della mediazione; e per sollevarli dai costi elevati della giustizia, conseguenti ai successivi e continui aumenti del contributo unificato, prevedere la detraibilità delle spese legali.
“Sui principi della manovra che andranno disciplinati diremo la nostra e non ci faremo intimidire. Solleveremo anche eccezioni di incostituzionalità sul decreto di agosto, che in materia di professioni è contrario a Costituzione; così come eccepiremo la illegittimità dei regolamenti ministeriali che secondo la legge di stabilità dovrebbero disciplinare gli ordinamenti professionali”.

Esempio di pubblicità forense "liberalizzata".........

L'AFORISMA DEL SABATO.

venerdì, novembre 11, 2011

GDP Salerno: calendario udienze civili (elaborato dall'AIGA Salerno).

Proclamazione dello sciopero nazionale dei Giudici di Pace dal 21 novembre al 2 dicembre 2011.


Roma 10 novembre 2011


Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Ministro della Giustizia
A tutti i Presidenti di Corte di Appello
e p.c.
Al Consiglio Superiore della Magistratura

Alla Commissione di Garanzia per l’attuazione della
egge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali


Oggetto: Proclamazione dello sciopero nazionale dei Giudici di Pace dal 21 novembre al 2 dicembre 2011



Avendo esperito infruttuosamente le procedure di raffreddamento previste dall’articolo 7 del Codice di autoregolamentazione per l’esercizio dello sciopero, predisposto dall’Unione Nazionale dei Giudici di Pace, per le astensioni dalle attività giudiziarie nel comparto degli uffici del giudice di pace, e di cui alle note del 3.11.2011 e precedenti, l’Unione Nazionale Giudici di Pace, d’intesa con altra organizzazione rappresentativa della categoria, proclama con la presente lo sciopero nazionale dei giudici di pace dal 21 novembre al 2 dicembre 2011.
Le associazioni di categoria hanno da tempo denunciato:
1) La situazione di precarietà e di grave illegalità del trattamento della categoria, che richiede la rinnovabilità dei mandati fino a 75 anni e le tutele previdenziali, retributive e ordinamentali previste dalla Costituzione.
2) Le gravissime disfunzioni degli Uffici del Giudice di Pace determinate dalla: a) assoluta insufficienza del personale amministrativo in servizio, carente del 50% rispetto alle necessità, che nella sede di Roma, ad titolo puramente esemplificativo, ha provocato, tra l’altro, ritardi di 2 anni nella pubblicazione delle sentenze; b) irrazionale distribuzione dei giudici sul territorio, con enormi differenze dei carichi di lavoro da ufficio a ufficio (fino a 500 volte) non sanate dalla recente revisione delle dotazioni organiche.
3) La pubblicazione nella G.U. n. 255 del 2.11.2011, su richiesta del Ministro Nitto Palma, del d.p.r. del 24.08.2011, per la “Rideterminazione delle piante organiche del personale della magistratura onoraria addetto agli uffici del giudice di pace”, per la copertura dei posti vacanti in tutte le 846 sedi attuali del Giudice di Pace, che si pone in aperta violazione, da parte del Ministro Nitto Palma, della delega ricevuta dal Parlamento, con l’articolo 1, comma 2, lettere b) e l), della legge n. 148 del 14 settembre 2011 che prevede “la riduzione degli uffici del giudice di pace dislocati in sede diversa da quella circondariale, da operare tenendo in specifico conto, in coerenza con i criteri di cui alla lettera b), dell'analisi dei costi rispetto ai carichi di lavoro”; pertanto, per buona parte delle sedi destinate dal Parlamento alla soppressione, il Ministro Nitto Palma sta tentando di riaprire incostituzionali procedure concorsuali di nomina di nuovi giudici in un numero doppio rispetto a quello dei giudici in servizio e con un consistente e ingiustificato aumento dei costi che graveranno sull’Erario dello Stato.

Senza la normalizzazione e la legalizzazione della condizione della magistratura di pace, con 700 giudici di pace già in scadenza definitiva del mandato il 31 dicembre prossimo, ed i restanti 1600 giudici di pace in scadenza nei successivi 2 anni, si arriverà nei prossimi mesi alla completa paralisi degli uffici ed all’impossibilità di garantire l’assolvimento dei loro compiti istituzionali, con particolare riferimento alla inesigibilità delle espulsioni ed alla improcedibilità dei reati di immigrazione clandestina con gravissime ripercussioni sull’ordine pubblico per l’intero Paese e sulla sicurezza dei cittadini.
Stante la gravità della situazione e l’incomprensibile e reiterato atteggiamento negativo ed illegale del Ministro Nitto Palma, che contrasta addirittura, con la volontà manifestata dal Parlamento in numerosi ordini del giorno (sulla stabilizzazione dei giudici di pace) e nella richiamata legge delega, lo sciopero viene indetto per la durata massima consentita dal codice di autoregolamentazione e con riferimento a tutte le attività dei giudici di pace (udienze civili e penali, decreti ingiuntivi, fissazioni udienze per sanzioni amministrative e tutti i provvedimenti riguardanti gli immigrati clandestini)

LO SCIOPERO VIENE INDETTO IN PRESENZA DI UNA CRISI POLITICA IN QUANTO LA MAGISTRATURA DI PACE CHIEDE UN INTERVENTO DI NECESSITA’ ED URGENZA, COSTITUZIONALMENTE COMPATIBILE CON L’ATTIVITA’ DI QUALSIASI GOVERNO, COME ANCHE PRECISATO DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NAPOLITANO.


Il Presidente Nazionale
Gabriele Longo

Il Segretario Generale
Alberto Rossi

giovedì, novembre 10, 2011

Maxi-emendamento del governo: accolte alcune importanti obiezioni del CNF, ma il Parlamento deve fare di più.


Con la crisi che incombe, il governo ha presentato ieri (mercoledì 9 novembre) il maxi-emendamento al ddl di legge stabilità, che il Parlamento dovrà licenziare tra oggi e sabato.
Il Cnf rileva che vi è stato qualche opportuno ripensamento dell’ultima ora su norme contro le quali il Consiglio è insorto con immediatezza.
In particolare, il governo ha espunto dal testo definitivo l’anticipo dell’entrata in vigore della mediazione anche per le materia finora escluse (condominio e risarcimento danni da circolazione autoveicoli); e non ha inserito quella disposizione, contraria a ogni principio di civiltà giuridica, della motivazione lunga “a pagamento”.
Se questo è il massimo che il Governo poteva fare, per i cittadini non può essere ancora sufficiente. Sono mantenute infatti altre gravi previsioni che ostacolano l’accesso alla giustizia da parte dei cittadini, trasformandolo in un percorso minato.
Come, infatti, non considerare alla stregua di mine anti civiltà le norme che dispongono l’aumento del contributo unificato per i processi di appello e Cassazione o che introducono la multa fino a 10.000 euro in caso di rigetto della istanza di sospensione dell’esecutività della sentenza di primo grado.
In materia di ordini professionali, il governo ha peggiorato ulteriormente la previsione in materia di società tra professionist: sono infatti confermati i soci di capitale che possono anche essere di maggioranza. Il libero professionista perderà così autonomia e indipendenza dalla forza del grande capitale, e il cittadino non avrà più tutela nei confronti dei detentori di tale capitale. Così un altro passo teso ad assecondare i poteri economici forti verrebbe compiuto.
Il Cnf non può che confermare la propria serrata critica al testo del maxi emendamento, che mortifica le professioni nel poco decoroso tentativo di scaricare sulle stesse le straordinarie e gravissime responsabilità della politica, della grande impresa, cresciuta ad assistenzialismo pubblico, della finanza senza regole.
E invece i professionisti italiani sono forse le prime vittime di tutto quanto sopra come lavoratori che subiscono tutti i danni della crisi economica in corso, ma che non pesano sullo Stato dal punto di vista previdenziale, che creano occupazione presso i propri studi professionali, che gestiscono attraverso gli Ordini attività d’interesse pubblico a proprie spese, che mai hanno avuto protezioni di welfare.
Il testo definitivo del maxi emendamento ha accolto qualcuna delle critiche del Cnf, ma è troppo poco.
Spetta ora al Parlamento tutto, e in particolare agli avvocati parlamentari, operare uno scatto di dignità che porti a ripensare quelle norme ancora presenti contrarie ad ogni principio di civiltà giuridica e non solo, si dimostrino, soprattutto i colleghi, autonomi da quei poteri forti che vogliono piegare alla ricerca del profitto la tutela dei diritti inviolabili dei cittadini e devono per questo privare di dignità e decoro le libere professioni, prima di tutte quella di avvocato. Basta si ricordino d’essere avvocati.

Tranquilli: arriva "l'uomo del colle".

....LE PROSPETTIVE PER I NEO-AVVOCATI.

Quanto costa e quanto dura una causa civile ?