martedì, febbraio 25, 2014

Lo sciopero degli avvocati riprenderà dal 17 al 22 marzo. Marino (Oua): risposte concrete o sarà disobbedienza civile.

La protesta degli avvocati non è finita, perché l'organismo unitario dell'avvocatura ha confermato lo stato di agitazione, avviando una 'campagna di disobbedienza civile' e annunciando che "in assenza di riscontri concreti da parte del governo e del parlamento, a partire dal ritiro del ddl delega sul processo civile" torneranno in sciopero dal 17 al 22 marzo prossimi. 
"Non ci fermeremo" dichiara il presidente dell'Oua, Nicola Marino. "Se non ci saranno risposte concrete alle proposte avanzate ieri con il grande corteo di Roma avvieremo una campagna di disobbedienza civile nei tribunali: smetteremo di supplire lo Stato, così da mettere in evidenza le enormi inefficenze della macchina giudiziaria e il ruolo silenzioso e fondamentale degli avvocati. Non eserciteremo la difesa d'ufficio e il gratuito patrocinio".
Insomma, conclude Marino, "senza il ritiro del dll delega sul processo civile e senza un interlocuzione seria con avvocati negli uffici legislativi e nei consigli giudiziari, sarà di nuovo astensione a marzo".

Illegittima l’ordinanza Sindaco circolazione stradale, per vietare prostituzione.

Ordinanza del Sindaco finalizzata alla regolamentazione della circolazione stradale di autoveicoli, per vietare il meretricio sessuale – Opposizione – Eccesso di potere – Sussistenza [Giudice di Pace di Eboli, sentenza 20.12.2013].

“Tale ordinanza deve essere ritenuta illegittima e disapplicata, per evidente eccesso di potere, avendo il Sindaco, sulla base delle facoltà riconosciutegli dalla normativa del Codice della strada, emesso un provvedimento, riguardante, invece, l’ordine pubblico.
In particolare, il Sindaco ha fatto ricorso ad un provvedimento apparentemente finalizzato alla regolamentazione della circolazione stradale di autoveicoli, per vietare il meretricio sessuale.” [Giudice di Pace di Eboli, Avv. Luigi Vingiani, sentenza 20.12.2013]

IL CNF DIFFIDA L'ASSOCIAZIONE A.M.A.M.I., PER LO SPOT CHE VENTILA CAUSE LEGALI PRETESTUOSE CONTRO I MEDICI.

Roma 25-2-2014. Il Consiglio Nazionale Forense annuncia una formale diffida rivolta all’Associazione di medici A.M.A.M.I., volta ad ottenere il ritiro, dal web e da ogni altro canale, dello spot Medici-Pazienti-Avvoltoi, presentato ieri nel corso di un convegno che risulterebbe essere stato patrocinato dal Ministero della Salute.
Allo spot in questione peraltro è stato dedicato un ampio servizio nella edizione delle 20.00 del Tg5, adesivo delle argomentazioni irricevibili nei confronti della categoria forense.
Nel contempo, il CNF chiede al Ministro della Salute di prendere immediatamente le distanze dallo spot presentato in un convegno dallo stesso patrocinato, e dunque sotto la sua responsabilità, e di assumere tutte le iniziative necessarie ad affermare la propria estraneità e inconsapevolezza con riguardo ad una iniziativa pubblicitaria in cui gli avvocati sono rappresentanti alla stregua di avvoltoi, incuranti della salute dei cittadini.
“Di assoluta evidenza la volgarità dell'operazione diffamatoria, genericamente compiuta ai danni di una intera categoria, altamente lesiva della dignità di una professione deputata costituzionalmente alla difesa dei diritti dei cittadini ”, rileva il CNF riservandosi di procedere in tutte le opportune sedi penali e civili.
Il CNF richiama al rispetto del senso etico ogni professione anche nei reciproci rapporti, nella convinzione che i toni e le forme diffamatorie assolutamente generalisti nuocciano alla corretta analisi dei fatti e, in fin dei conti, nuocciano proprio a quei diritti che si dichiara di voler tutelare.

INCREDIBILE: I MEDICI ATTACCANO GLI AVVOCATI, ACCUSANDOLI DI ESSERE "AVVOLTOI".


OUA: BUON LAVORO AL NUOVO GUARDASIGILLI, ANDREA ORLANDO. L’AVVOCATURA ATTENDE UN FORTE CAMBIO DI ROTTA RISPETTO AL PASSATO!

NICOLA MARINO, PRESIDENTE ORGANISMO UNITARIO AVVOCATURA:

“Il nuovo ministro conosce i gravi problemi della giustizia, oggetto anche di un incontro con l'Oua l'anno scorso. Gli oltre 10mila avvocati che sono scesi in piazza il 20 febbraio, e che sono in stato di agitazione, attendono da lui risposte concrete per la tutela dei diritti dei cittadini, ora fortemente compromessi. E un cambio radicale di approccio nei confronti dell’avvocatura: serve dialogo. L’Oua ha già presentato un pacchetto di proposte per modernizzare un sistema in perenne emergenza e avanzato una prima richiesta: il ritiro del ddl delega sul processo civile. Se non ora quando?”

sabato, febbraio 22, 2014

Consiglio di Stato (sent. n. 798/2014): le cancellerie devono essere aperte 5 ore al giorno.

Gli uffici giudiziari dovranno restare aperti al pubblico cinque ore al giorno. Così ha deciso il Consiglio di Stato, annullando l'ordinanza del Tribunale di Roma che il 20 settembre 2012 aveva disposto che le cancellerie civili degli uffici in viale Giulio Cesare e via Lepanto restassero aperte solo tre ore. Una vittoria per gli avvocati.
Infatti, l'organo d'appello della giustizia amministrativa era stato chiamato a decidere su istanza dell'ordine avvocati Roma, dopo che il Tar aveva rigettato l'istanza dei legali di annullare l'ordinanza del Tribunale.
Ma andiamo con ordine. «Con decreto del Presidente Vicario del Tribunale di Roma e del Dirigente amministrativo del 20 settembre 2012 - si legge negli atti - veniva disposto che dal 26 settembre 2012 gi uffici e le cancellerie del settore civile del Tribunale di Roma, ubicati negli edifici di viale Giulio Cesare e via Lepanto rimangono aperti dalle ore 9 alle ore 12, ad eccezione del Ruolo delle esecuzioni mobiliari (dalla 9 alle 13 ) e che dalla medesima data anche gli uffici e le cancellerie del settore penale ubicati in piazzale Clodio rimarranno aperti dalle ore 9 alle ore 12, con eccezione per cancelleria centrale GIP, la cancelleria centrale dibattimentale e per la cancelleria della Sezione Speciale per il Riesame (aperte dalle 9 alle 13)».
Sul punto il Tar era stato intransigente: «Con sentenza n.10016/2012 , resa in forma semplificata, rigettava il ricorso, ritenendolo infondato».
Tuttavia l'ordine degli avvocati ha impugnato il provvedimento, ritenendo evidente la violazione della legge 1196 del 1960, che ha stabilito per gli uffici delle segreterie e cancellerie giudiziarie l'orario inderogabile di apertura al pubblico di cinque ore nei giorni feriali, oltre a profili di eccesso di potere e la violazione delle regole sull'andamento della Giustizia.
Sul punto il Consiglio di Stato ha dato ragione agli avvocati.
In particolare ha affermato che «la questione giuridica posta all attenzione della Sezione dalla instaurata controversia trova, quanto alla sua soluzione, un preciso riferimento normativo nella puntuale diposizione recata dalla della legge 23 ottobre 1962 n.1196 (...) Stante l'inequivoco tenore letterale della predetta norma, ai capi degli uffici giudiziari spetta il potere regolamentare di stabilire l'orario di apertura al pubblico delle cancellerie e segreterie, ma sempre nell'osservanza del limite della durata dell'orario di apertura di cinque ore giornaliere, come previsto dal citato art.162».
Si tratta, dunque, di una «norma tassativa che se da un lato rimette alla discrezionalità del Dirigente il potere di articolare l'orario in questione nel senso di poter variamente fissare l'ora di inizio dell'apertura al pubblico, dall'altro lato vieta di ridurre la durata oraria in cui le cancellerie e segreterie devono essere aperte al pubblico (non meno di cinque ore nei giorni feriali).
In altri termini, la previsione legislativa ha un contenuto assolutamente vincolante, tale da non lasciare alcun margine di discrezionalità in ordine ad una opzione di durata oraria giornaliera di apertura al pubblico degli uffici giudiziari diversa da quella fissata direttamente ed inequivocabilmente dal legislatore nazionale a mezzo di un previsione con una valenza uniforme per tutte le cancellerie e segreterie giudiziarie presenti sull'intero territorio italiano».
Ivan Cimmarusti
www.iltempo.it

venerdì, febbraio 21, 2014

Gli avvocati scuotono il Palazzo.

Oltre 10 mila avvocati capitanati dall’Oua scuotono il Palazzo e la politica (dalla rinata Forza Italia al Partito Democratico) che accorre a Piazza Montecitorio per offrire sostegno alle istanze delle toghe contro i costi della giustizia e il taglio di mille tribunali alla base di quella che definiscono la «rottamazione della giustizia».
È la prima buona notizia incassata dalla categoria nella sua lunga giornata di mobilitazione: prima davanti alla Camera dei deputati con tanto di stand e striscioni e poi tutti a piazza della Repubblica in corteo fino a piazza Santi Apostoli pronti a sfilare a suon di fischi e cori.
L’Organismo unitario dell’avvocatura italiana dice così «no alla giustizia a pagamento, no all’aumento del contributo unificato e persino delle marche da bollo per iscrivere una causa a ruolo, no all’aumento dei costi per i ricorsi in Appello e Cassazione, no alla motivazione a pagamento e alle multe per lite temeraria introdotti dal ddl delega sul processo civile di cui si chiede il ritiro».
I cappi al collo degli avvocati campani con le maschere di Anonimous – il giustiziere buono contro il Governo fantoccio del film V per vendetta – insieme ai cartelli del tipo «Sono avvocato e ho fame», si sono guadagnati la scena di una marcia iniziata con la lista delle proteste e delle proposte al Governo e che si concluderà con l’adesione di decine di ordini e sigle.
Presenti l’Associazione nazionale forense, i giovani dell’Aiga, i magistrati onorari della Federmot e loro, gli ordini professionali, in gran parte del sud Italia, determinati a denunciare da Napoli a Sulmona tutte le conseguenze del taglio di mille uffici giudiziari.

Marzia Paolucci
Tratto dal quotidiano “Italia Oggi”

giovedì, febbraio 20, 2014

IMMAGINI DALLA MANIFESTAZIONE DI ROMA.

Avvocati, migliaia in piazza a Roma dicono no alla «giustizia umiliata».

Sono almeno diecimila secondo gli organizzatori gli avvocati partiti in corteo da piazza della Repubblica a Roma per protestare contro «una giustizia sempre più solo per ricchi».
Alla manifestazione, indetta dall'Organismo unitario dell'avvocatura, partecipano professionisti provenienti da tutta Italia e appartenenti a tutti gli ordini provinciali.
Apre il corteo, che sfila per le strade di Roma, puntando su piazza Santi Apostoli dopo essere passato da Montecitorio, lo striscione dell'Oua seguito da quelli degli Ordini degli avvocati di Roma e Napoli.
Tra le richieste degli avvocati, la revoca della legge che ha introdotto la motivazione delle sentenze a pagamento, l'aumento dei diritti di notifica e la diminuzione dei rimborsi per il gratuito patrocinio. In testa al corteo uno striscione con su scritto: «Giustizia umiliata».
Diversi gli avvocati in toga e che indossano una fascia tricolore con la scritto «A difesa della democrazia».
Altri avvocati al collo un cartellone dove si legge: «Ultimo avviso, liberate la giustizia».

mercoledì, febbraio 19, 2014

Avvocati in sciopero fino a giovedi', adesioni al 90%.

(AGI) – E’ cominciata ieri la prima delle tre giornate di astensione dalle udienze, indetta dall'Organismo Unitario dell'Avvocatura assieme agli Ordini e alle associazioni forensi. "L'astensione ha adesioni del 90% - ha dichiarato Nicola Marino, presidente dell'Oua - e' quindi massiccia in quasi tutti i tribunali la partecipazione degli avvocati. Un successo!".
Lo sciopero, durante il quale sono comunque garantiti i servizi minimi essenziali, proseguira' fino a giovedi'.
La protesta culminera' con due manifestazioni a Roma: il 20 febbraio, alle 11, sara' organizzato un gazebo informativo di fronte a Montecitorio, mentre dalle 13 gli avvocati sfileranno in corteo da Piazza della Repubblica.
"Il messaggio al nuovo Governo Renzi e' chiaro - continua il presidente Oua - e' giunto il momento delle riforme, finita l'epoca degli interventi spot che danneggiano i cittadini. Vogliamo una giustizia moderna, efficiente ed efficace, non un sistema farraginoso che tutela solo pochi privilegiati". Giovedi' mattina presso il gazebo informativo a Montecitorio gli avvocati presenteranno un 'pacchetto' di proposte.
 "Cambiare si puo' - conclude Marino - gli avvocati sono disponibili a dare il loro contributo. Noi non entriamo nello sterile gioco del totonomine, ma al futuro Guardasigilli, sin da ora, chiediamo di avviare una nuova stagione riformatrice con il concorso di idee di tutti, avvocati e magistrati. Basta con i provvedimenti scritti da chi non ha mai operato in tribunale".

martedì, febbraio 18, 2014

Sciopero avvocati dal 18 al 20 febbraio: le richieste al nuovo Governo.

L'OUA AL FUTURO GOVERNO: I DIRITTI NON SONO PRIVILEGI, BASTA CON I PROVVEDIMENTI PARZIALI CHE UMILIANO LA GIUSTIZIA. SERVE UNA GRANDE RIFORMA CONDIVISA PER RILANCIARE IL PAESE.
IL 20 A ROMA PRESIDIO ALLE 11 DAVANTI A MONTECITORIO CON CONFERENZA STAMPA E DALLE 13 CORTEO DA PIAZZA REPUBBLICA FINO A PIAZZA SANTI APOSTOLI.
Alla vigilia delle tre giornate di astensione (18-20 febbraio) dalle udienze proclamate dall'Organismo Unitario Avvocatura, con il sostegno delle Istituzioni, Ordini e Associazioni forensi, Nicola Marino, presidente OUA si rivolge al futuro Governo guidato da Matteo Renzi: "Protestiamo forti di un pacchetto di proposte per la tutela dei diritti dei cittadini, per il rispetto della Costituzione e affinche' si renda efficiente e moderna una giurisdizione in perenne emergenza. Ma ci asteniamo anche per la salute stessa della nostra malandata democrazia parlamentare, vittima dell'abuso di decreti leggi e di un mediocre e insufficiente dialogo con la società".
"Le riforme sono necessarie, urgenti - continua - ma devono rispondere a problemi reali, partendo, appunto, dal confronto con chi opera in prima linea nei tribunali, avvocatura in testa. Finiamola, invece, con i provvedimenti parziali partoriti dai dirigenti di qualche ministero".
"Da domani - conclude Marino - incrociamo le braccia fino a giovedì. Il 20 a Roma manifesteremo la mattina nel piazzale davanti a Montecitorio, lì terremo un presidio informativo per i cittadini e una conferenza stampa per presentare, appunto, le proposte dell'avvocatura. Quindi dalle 13, corteo da Piazza della Repubblica, fino a Piazza Santi Apostoli, con comizio finale".

(Organismo Unitario dell'Avvocatura, comunicato stampa 17 febbraio 2014)

giovedì, febbraio 13, 2014

L’Aiga aderisce all’astensione degli avvocati del 18-20 febbraio.

(ASCA) - Roma, 12 feb 2014 - Da mercoledi' 18 febbraio a giovedi' 20 gli avvocati italiani si asterranno da tutte le udienze per protestare contro il deterioramento del sistema giudiziario in Italia e l'introduzione di ulteriori ostacoli per l'accesso alla giustizia per il cittadino. Aiga, associazione italiana dei giovani avvocati, sara' in prima linea nella manifestazione indetta a Roma per il 20 febbraio dall'Organismo Unitario dell'Avvocatura (Oua) e annuncia una simbolica azione davanti alla Cassazione.
''Quando si assiste all'assunzione di scelte che vengono qualificate come operazioni volte al miglioramento dell'efficienza del sistema giustizia ed invece sono completamente avulse dalle reali necessita' e creano ulteriori ostacoli al cittadino si deve reagire'' afferma la presidente di Aiga, Nicoletta Giorgi.
''Il ministro della giustizia Annamaria Cancellieri - spiega Nicoletta Giorgi - nonostante le numerose riforme promulgate ha dovuto prendere atto che il contenzioso pendente e l'arretrato non e' diminuito. Se, quindi, in uscita non aumentano i numeri, il ministro cerca di ridurre quelli in entrata con una serie di strumenti che poco apportano al miglioramento del sistema giustizia: l'aumento di costi per le spese di iscrizione a ruolo delle cause, la previsione di un ulteriore pagamento per avere la motivazione della sentenza, la previsione di una responsabilita' solidale del legale per le cause che venissero qualificate come temerarie, interventi sul processo esecutivo poco incisivi. Quella dell'Avvocatura e' una protesta per il cittadino, perche' non subisca l'ennesima vessazione in nome di un principio di efficienza che elida il diritto di difesa''.

sabato, febbraio 08, 2014

Il Tribunale di Milano dichiara inammissibili le cd. note d’udienza scritte.

Trib. Milano, sez. IX civ., 14 marzo 2013 (Pres. Dell’Arciprete, rel. Buffone)  
NOTE SCRITTE DELLA PARTE — PRODUZIONE ALL’UDIENZA PERCHÉ SIANO ALLEGATE AL VERBALE — INAMMISSIBILITÀ
Le parti e i loro difensori non possono dettare le loro deduzioni nel processo verbale se non ne sono autorizzati dal giudice.
In particolare, non sono ammissibile le cd. “note d’udienza scritte” che costituiscono invero memorie non autorizzate (artt. 84 disp. att. c.p.c., 128 c.p.c.).

venerdì, febbraio 07, 2014

RC AUTO: OUA, IL GOVERNO “PIAZZISTA” DI PSEUDO-SCONTI.

(AGENPARL) - Roma, 06 feb - L’Organismo Unitario dell’Avvocatura attacca la decisione del Governo di presentare, oggi, in Consiglio dei Ministri un ddl che, secondo le prime indiscrezioni, di fatto, recepisce tutte le norme più controverse del contestato articolo 8 del Decreto Destinazione Italia, poi stralciato nell’iter di conversione.
Ieri, la giornata politica si era conclusa in maniera positiva per i diritti dei cittadini, vittime di incidenti, oggi si ricomincia su un altro fronte.
L’Oua, pur non conoscendo ancora il testo del ddl, ma sulla base della nota resa pubblica dall’Esecutivo, non può che denunciare come si riproponga l’impianto normativo dell’articolo 8 e di tutti gli aspetti già fortemente contrastati in questi mesi.
Di fatto assistiamo alla contrattualizzazione del risarcimento del danno, portando a paradossali risultati.
Il danneggiato: • perderebbe il diritto di ottenere i danni all’auto in denaro, peraltro limitandolo al valore commerciale del veicolo (con esclusione di tutte le ulteriori voci di danno) e sarebbe costretto a farla riparare secondo standard tecnici e da riparatori scelti dall’assicuratore debitore. • non avrebbe diritto al rimborso di spese mediche e di cura, essendo obbligato contrattualmente a espletarle in centri convenzionati con le assicurazioni. • non potrà anticipare le spese di riparazione, essendo facoltà della compagnia inibirgli contrattualmente la cessione di credito relativa al danno patito al riparatore.
Non solo: stravaganti misure processuali influirebbero sui criteri di formazione e valutazione della prova in presenza di scatole nere i cui responsi, con valenza oracolare, avrebbero avuto un non meglio precisato valore di “piena prova”.
L’Oua fa, sin da ora, appello a tutti i parlamentari affinché si rimandi al mittente questo ennesimo tentativo di barattare diritti dei danneggiati per presunti sconti sulle polizze.

Incontro formativo organizzato dal COA di Roma (....incredibile ma vero!).

lunedì, febbraio 03, 2014

Manifesto dell'OUA per l'astensione.

PREVIDENZA AVVOCATI, APPROVATO IL NUOVO REGOLAMENTO DEI CONTRIBUTI DI CASSA FORENSE: MAGGIORE FLESSIBILITÀ IN ENTRATA PER TUTELARE I PROFESSIONISTI IN DIFFICOLTÀ E GARANTIRE LA SOSTENIBILITÀ DEL SISTEMA.

 
COMUNICATO STAMPA 
Nunzio Luciano, presidente della Cassa forense: “Il nuovo regolamento è frutto di un lavoro di concertazione tra le varie componenti dell’Avvocatura e offre a tutti i professionisti, indipendentemente dal reddito, la speranza di un presente lavorativo e di un degno futuro previdenziale”.
Contribuzione minima dimezzata con possibilità di integrare i propri versamenti nell’arco dei primi otto anni di iscrizione alla Cassa, retrodatazione sino a tre anni per chi si iscrive oggi all’Ente di previdenza, nessun limite di età per beneficiare di quanto previsto dalle nuove norme.
Sono questi i punti salienti del Regolamento dei Contributi che disciplinerà l'ingresso di 50 mila legali nella Cassa forense così come previsto dalla legge professionale, un testo deliberato venerdì sera dal Comitato dei Delegati dell'Ente di previdenza e che ora sarà trasmesso ai Ministeri Vigilanti per la necessaria approvazione.
“Siamo soddisfatti di aver approvato il regolamento entro i termini previsti dalla legge e rispettando le aspettative di migliaia di avvocati che ci chiedevano con urgenza risposte concrete - commenta il presidente dell’Ente previdenziale degli avvocati, Nunzio Luciano - il testo votato la settimana scorsa dal Comitato non è frutto esclusivamente del lavoro dei delegati della Cassa, ma nasce da mesi di confronto con le istituzioni e le associazioni forensi”.
Nel dettaglio, il nuovo regolamento prevede la possibilità di contributi minimi dimezzati, circa 700 euro all’anno nei primi 8 anni, per gli avvocati che da oggi la legge obbliga all'iscrizione alla Cassa. A fronte del dimezzamento della contribuzione annuale, verranno riconosciuti solo sei mesi di anzianità contributiva ai fini previdenziali, ciò per garantire la sostenibilità finanziaria del sistema.
Al contrario di quanto avviene per l’Inps, però, la Cassa offre al professionista la possibilità di integrare quanto versato sino agli otto anni successivi all’iscrizione.
Cosa ancora più importante, le nuove norme si applicano a tutti gli avvocati senza limiti d’età, perché “è ormai evidente che la crisi dell’Avvocatura è intergenerazionale e colpisce i giovani come gli ultra-quarantenni”, precisa Luciano.
“Non potevamo permettere che il nuovo regolamento fosse una scure per espellere dalla professione migliaia di avvocati - prosegue il Presidente della Cassa forense - grazie alla flessibilità che lo contraddistingue, il regolamento offre ai professionisti in difficoltà una speranza per il presente e per il futuro. Ciò vale sia per i 50 mila che la nuova legge forense obbliga all’iscrizione alla Cassa sia per i 37 mila legali già iscritti ma che oggi non hanno redditi sufficienti per assolvere agli obblighi previdenziali”.
“Ci siamo impegnati affinché quanto richiesto dalla nuova legge professionale - conclude Luciano - diventasse realtà: aspettando il parere dei Ministeri competenti, possiamo dire che gli avvocati godono oggi di un’unica cittadinanza previdenziale, il che garantisce stessi diritti e doveri a tutti i professionisti, senza alcuna discriminazione legata al reddito”.
Roma, 3 febbraio 2014

domenica, febbraio 02, 2014

CASSA FORENSE: NUOVE MODALITÀ DI RISCOSSIONE DEI CONTRIBUTI MINIMI 2014.

Dall'anno 2014, nell'ottica di un ampliamento dei servizi web verso gli iscritti e del perseguimento di obiettivi di riduzione dei costi per l'Ente, i bollettini M.Av. per il pagamento della contribuzione minima, da utilizzare alle scadenze previste del 28 febbraio (prima rata o unica soluzione), 30 aprile, 30 giugno e 30 settembre 2014, non saranno più spediti direttamente dalla Banca Cassiera per conto della Cassa Forense, ma dovranno essere generati e stampati direttamente dall'iscritto da questo sito internet mediante accesso diretto alla sezione "Accessi Riservati - Posizione Personale - Servizi On-Line - M.Av. - M.Av. Contributi Minimi".
La nuova funzionalità sarà disponibile sul sito web della Cassa a partire da lunedì 3 febbraio 2014.
Per i pensionati di vecchiaia è prevista anche l'opzione alternativa, a richiesta, per pagare il contributo dovuto (€ 151,00 per contributo di maternità) mediante trattenuta sui ratei di pensione, presentando domanda di trattenuta, utilizzando l'apposito modulo. .

sabato, febbraio 01, 2014

Ordine professionale definito “Inutile carrozzone”: Avvocato sanzionato disciplinarmente!

Ordini professionali? No grazie. Ma se sei un avvocato e ripeti questa frase, rischi grosso. A quanto pare la libertà di espressione non vale, infatti, per i legali.
Fa molto discutere la recente sentenza del Consiglio Nazionale Forense, che ha condannato alla sospensione dall’attività per ben sei mesi un avvocato per aver definito gli ordini professionali degli “inutili carrozzoni”.
La motivazione di tale decisione non risolve certo la disputa. A detta del CNF, infatti, l’avvocato in questione avrebbe fatto “ affermazioni gratuitamente offensive e dileggianti, estranee quindi al diritto di critica”.
 Insomma, a prescindere dall’utilità o da ciò che fanno gli ordini professionali, chi presta giuramento è tenuto alla “fedeltà” incondizionata e cieca.
Pena la sospensione o addirittura l’esclusione dallo stesso.

A cura di Maria Romano
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