martedì, aprile 30, 2013

Terzo rapporto sull'Avvocatura italiana (Roma - 10/11 maggio 2013).

Avvocati, esodati con la cravatta.

 
Ci sono colleghi più incazzati di me. Aspettiamo la goccia di sangue che farà traboccare il vaso dei soprusi e i legislatori pensano di essere in un telefilm americano, Il telefim incarna il sogno di ogni avvocato “di base”: vedi la clessidra che segna il limite alla sopportazione delle chiacchiere dei clienti.
Invece, sprofondiamo nell’Italia del massacro dei diritti. Napalm su un esercito attonito. L’armata dei piccoli legali è in rotta.
Una strage silenziosa che entra nella percezione collettiva della “classe” con metodo chirurgico. Il dolore lo senti molto dopo l’affondo del bisturi, e quando la ferita si apre, e ti dissangua, non sembra succeda a te.
Una morte reale che sembra virtuale. Per ora. Morti nella considerazione sociale, inabissati, con la borsa in similpelle, la toga, la prosopopea, le illusioni per cui hanno studiato e penato.
Che anestetico avranno usato? Il disagio e la vergogna di dire “siamo qua, esodati con la cravatta” Non si può, non si fa. Per il babbo, la mamma che ti hanno fatto studiare, tua moglie, i vicini di casa. No, con la cravatta non puoi esodare, non la puoi allentare e dire: non ce la faccio..
Tale e quale all’alienato personaggio di Baccomo, o del Malinconico sfigato alla De Silva. Reclutati per passione e per necessità, con un concorso alla boia d’un Giuda, complessati dalla mitologia di un ruolo sociale elitario dissolto da almeno vent’anni (almeno qua al sud), ci stiamo facendo veramente male.
 Gli allegri chirurghi (i grandi studi che dominano la vita associativa collegati a ben determinati interessi politici) hanno tagliato con la scure: iscrizione obbligatoria alla cassa previdenziale forense, aumento del relativo contributo, assicurazione per i rischi professionali obbligatoria, sanzioni a iosa, in modo da lasciar fuori quanta più gente, a torto o a ragione, bivaccava fuori nella linea d’ombra del sistema: professori a mezzo servizio, gente arrivata tardi alla professione per incapacità o sfiga, e quel che è peggio, giovani appena entrati con l’unica prospettiva di farsi schiavizzare a vita da studi professionali spesso gonfi di medaglie usurpate.
Ai miei tempi c’era una zona magra di pascolo per i giovani: il sinistro stradale, la lite di vicinato, la bega condominiale. Tutto amputato con poche rasoiate della più feroce tipologia classista. Ciliegina, la formazione professionale coatta.. lasciamo perdere, ci vorrebbe una riflessione a parte.
Negli ultimi anni si è verificata una escalation del cosiddetto contributo unificato che è aumentato anche di cinque volte dal 2002 al 2013. Una causa per risarcimento danni da 50 mila euro con chiamata in causa di terzo e domanda riconvenzionale di 100 mila euro, per fare un esempio pratico. Dieci anni fa, i primi due gradi di giudizio potevano avere un costo di 960 euro di contributo unificato.
Adesso, invece, si arriva tranquillamente a 4-5mila euro per il contributo unificato, si comincia da 450 euro a carico di chi inizia la causa; il convenuto dovrà tirarne fuori altri 660 in caso di domanda riconvenzionale; altrettanti dovrà pagarne il terzo se a sua volta formula una domanda di pari valore. In appello chi impugna dovrà pagare altri 675 euro solo per cominciare.
Nel caso disgraziato ci si scordasse di indicare il codice fiscale, il numero di fax o l’indirizzo di posta elettronica, sono “botte” da più di mille euro per volta; naturalmente in questi conteggi non sono ancora previste le parcelle degli avvocati ed eventuali sanzioni.
Il processo del lavoro, e previdenziale, prima organizzato come premessa e garanzia dello stato sociale, ugualmente vampirizzato (copie e iscrizione a ruolo). Chi non ha i soldi?
C’è sempre il gratuito patrocinio, per un nucleo familiare chi sta sotto gli undicimila euro l’anno, circa. Se, putacaso, ne hai ventimila, o mangi o tuteli i tuoi diritti, cercando sempre una compensazione con l’avvocato. Per il legale è una iattura: un fottìo di carte da preparare, tempi biblici per ottenere i soldi, e alla fine ti danno mediamente intorno agli ottocento euro, magari dopo dieci udienze e tre anni di causa.
Lascio mesto la scrivania, stamattina niente udienze. Mi aspettano i gironi infernali delle cancellerie. Sposterò fascicoli impolverati, suderò per luride scale, urterò commessi, sbaraglierò colleghi implumi, badando a non sciupare l’abito impeccabile, le scarpe lucide e la cravatta di seta.
di Mariano Casciano
29 aprile 2013
Il Fatto Quotidiano

martedì, aprile 23, 2013

TAGLI AI TRIBUNALI: L'O.U.A. PROCLAMA 2 GIORNATE DI ASTENSIONE (29 E 30 MAGGIO 2013).

 
Soddisfazione è stata espressa dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura che aveva chiesto con forza che si anticipasse la data di trattazione del ricorso della Regione Friuli Venezia Giulia sulla geografia giudiziaria (prevista per l’8 ottobre), in vista dell’entrata a regime del provvedimento il prossimo settembre, e che in questi mesi ha messo in campo diverse iniziative contro quella viene definita una «irrazionale e incostituzionale chiusura di circa 1000 uffici, sedi distaccate e tribunali».
Per Nicola Marino, presidente Oua quella di oggi è «una buona notizia per la giustizia italiana. Accolte, finalmente, le richieste dell’avvocatura sia per l’anticipo dell’udienza dell’8 ottobre, sia per la celere fissazione di quelle sui rinvii del tribunale di Pinerolo (una il 2 e l’altra il 3 luglio). È bene che la Consulta esamini rapidamente questo provvedimento dai chiari profili di illegittimità. Non ha senso continuare, invece, ad accelerare questo processo di smantellamento del sistema con gravi danni per i cittadini, come sta facendo il Ministero di via Arenula e diversi presidenti di Tribunale». «
Al futuro Governo e al nuovo Parlamento – continua - chiediamo di intervenire con urgenza per evitare di distruggere la “giustizia di prossimità” e di mortificare interi territori del nostro Paese, sia dal punto di vista dei diritti sia sotto quello della competitività economica per le imprese».
«L’Oua – conclude Marino - ha inoltre fissato due giornate di astensione (29 e 30 maggio) con una grande manifestazione a Roma il 30 maggio insieme al Coordinamento dei Fori Minori, gli Ordini e le Associazioni forensi, i sindacati dei lavoratori e dirigenti dei Tribunali, i Sindaci e i cittadini interessati dal provvedimento». Roma, 23 aprile 2013

Tagli dei Tribunali: approvate le nuove piante organiche.

 
Con decreto del 18 aprile 2013, il Ministero della Giustizia, ricevuto parere favorevole da parte del CSM, ha rideterminato la composizione degli uffici oggetto della revisione delle circoscrizioni, rinviando ad un momento successivo la proposta generale di riformulazione delle piante organiche a livello nazionale così come previsto dall'art. 5, comma 4, d.lgs. n. 155/2012.
Due le finalità: consentire l'operatività della nuova geografia giudiziaria e realizzare una più omogenea ripartizione delle risorse disponibili.

lunedì, aprile 22, 2013

Oua: presidente ordine avvocati Nuoro vittima di un vile attentato.

 
Nuoro, 21 apr. - (Adnkronos) - L'Organismo Unitario dell'Avvocatura Italiana (Oua) e' al fianco del presidente dell'Ordine degli avvocati di Nuoro, Priamo Siotto, vittima di un vile attentato dinamitardo durante la notte in pieno centro del capoluogo barbaricino.
Per il presidente dell'Oua, Nicola Marino, "la violenza non potra' intimidire l'attivita' di tutela dei diritti dei cittadini di un avvocato, perche' l'avvocatura e' in questo Paese un baluardo a difesa dei valori Costituzionali: nessun attentato puo' spaventare la classe forense".
La massima rappresentanza politica dell'avvocatura e' solidale con il presidente dell'Ordine di Nuoro, Priamo Siotto: "Non abbiamo paura - conclude Marino - la nostra professione e' una testimonianza costante di legalita', nessuna bomba ci fara' arretrare".

venerdì, aprile 19, 2013

CONCORRENZA SLEALE A MEZZO INTERNET............

Il Csm si divide sul nuovo presidente della Cassazione.

 
La Commissione per gli incarichi direttivi del Consiglio superiore della magistratura ieri si è spaccata in due: non è riuscita a trovare l'accordo su un unico nome da proporre al plenum come successore dell'attuale primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, che andrà in pensione il 13 maggio.
Tre consiglieri hanno votato per il presidente della Corte d'appello di Roma, Giorgio Santacroce, e gli altri tre per Luigi Rovelli, presidente della Seconda sezione civile della Cassazione.
È rimasta così esclusa dalla rosa dei candidati Gabriella Luccioli, presidente di sezione in Cassazione. Santacroce è stato proposto e sostenuto dai consiglieri delle correnti della magistratura più moderate (Riccardo Fuzio di Unicost e Antonello Racanelli di Magistratura Indipendente) e dal laico del Pdl Filiberto Palumbo. Rovelli invece dai togati di Area (il gruppo delle correnti di sinistra), Paolo Carfì e Francesco Cassano, e dal laico del Pd Guido Calvi.
Ora la scelta passa all'assemblea plenaria, che si riunirà probabilmente l'8 maggio prossimo alla presenza del suo presidente, cioè del nuovo capo dello Stato. Se in plenum si riproducessero gli stessi schieramenti che ci sono stati in Commissione, alla fine la dovrebbe spuntare Santacroce, che sulla carta potrebbe contare su 14 voti (se lo votasse anche il consigliere della Lega Ettore Albertoni), contro gli otto di Rovelli, visto che questi dovrebbe avere anche l'appoggio dell'attuale primo presidente Lupo, che con lui ha lavorato fianco a fianco quando erano entrambi al ministero della Giustizia.
Ma c'è pure chi prefigura i due candidati in parità anche in plenum. Uno scenario che farebbe diventare decisivo il voto del vice presidente del Csm, Michele Vietti, che, secondo il regolamento, in queste circostanze vale doppio.

martedì, aprile 16, 2013

Italia-Inghilterra: confronto sulle riforme nazionali della professione a Salerno.

 
Dibattito aperto tra la nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense, entrata in vigore il 2 febbraio scorso, e il Legal Services Act, la normativa del 2007 che ha riformato in Inghilterra alcuni aspetti della professione legale e che è entrata in vigore sostanzialmente nel 2012.
Si terrà a Salerno, il 20 aprile prossimo (presso il Tribunale di Salerno - aula Parrilli-9.30 - 12.30) un importante convegno dal titolo“La riforma della professione forense in Italia ed in Inghilterra”-The new rules for legal profession in Italy and England, promosso dal Consiglio nazionale forense, dalla British italian law association e dall’Ordine degli avvocati della città campana.
Non c’è dubbio infatti che tra le due normative alcune differenze siano sostanziali, e i relatori indagheranno il rapporto tra regole di disciplina di una professione a cui è affidata la tutela dei diritti dei cittadini e regole del mercato.
La partecipazione al convegno permette di conseguire n. 6 crediti formativi di deontologia.

Convegno Camere Penali (Napoli - 19 aprile 2013).

lunedì, aprile 15, 2013

C.O.A. SALERNO: GEOGRAFIA GIUDIZIARIA ED ACCORPAMENTO SEZIONI DISTACCATE (CONFERENZA STAMPA IL 19 APRILE 2013).

 
Il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Salerno ha convocato una conferenza stampa per il giorno venerdì 19 aprile 2013, alle ore 11,00, che si terrà presso l'Aula Parrilli del Tribunale di Salerno, per trattare argomenti concernenti gli spazi giudiziari, e la corretta e tempestiva applicazione della normativa vigente, che prevede l'accorpamento, alla sede centrale, delle sezioni distaccate del Tribunale di Salerno (Amalfi, Eboli e Montecorvino Rovella), nonchè lo stato di realizzazione della Cittadella Giudiziaria.

venerdì, aprile 12, 2013

La relazione dei Saggi sulla giustizia: rispunta la mediaconciliazione obbligatoria!

 
Instaurazione effettiva di sistemi alternativi (non giudiziari) di risoluzione delle controversie, specie di minore entità, anche attraverso la previsione di forme obbligatorie di mediazione.
E' questa una delle misure suggerite dai Saggi, in materia di Amministrazione della Giustizia, nel Capitolo V della Relazione finale sulle riforme istituzionali, punto che non mancherà di suscitare polemiche con le rappresentanze forensi.
La relazione propone inoltre il rispetto effettivo di tempi ragionevoli di durata dei processi, il contenimento della durata della fase delle indagini preliminari, la revisione delle norme sulla contumacia, l'inappellabilità delle sentenze di assoluzione per imputazioni molto lievi.
Altre indicazioni dei Saggi riguardano: depenalizzazioni e pene alternative alla detenzione per ridurre il sovraffollamento carcerario; potenziamento delle strutture giudiziarie; istituzione del c.d. ufficio del processo; potenziamento delle banche dati e dell’informatizzazione degli uffici; divieto per il magistrato di candidarsi nei luoghi ove ha esercitato le sue funzioni e di tornare a esercitare le funzioni nei luoghi ove si è candidato o è stato eletto, nonchè di assumere responsabilità di governo regionale o locale nei luoghi ove ha esercitato le sue funzioni; limiti alla divulgazione delle intercettazioni delle conversazioni affinché il diritto dei cittadini a essere informati non costituisca il pretesto per la lesione di diritti fondamentali della persona.

.......NUOVI SBOCCHI DELLA PROFESSIONE FORENSE.

lunedì, aprile 08, 2013

Danno biologico: congelato decreto ammazza risarcimenti.

 
(Comunicato stampa Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada) 
PROPOSTA DA AIFVS UNA REVISIONE INTEGRALE DELLE TABELLE DI RISARCIMENTO PER LE LESIONI GRAVI. DENUNCIATA DALLA AIFVS LA MANCATA RIDUZIONE DEI PREMI RC AUTO IN DIECI ANNI PER EFFETTO DELLA DIMINUZIONE DEL 40% DEGLI INCIDENTI STRADALI.
 Il Ministero della Salute ha incontrato la Presidente della AIFVS (Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada) Giuseppa Cassaniti con una delegazione di giuristi ed economisti. Dopo una esposizione tecnica giuridica ed economica sugli effetti impopolari e nefandi per le Vittime della Strada e della Malasanità dello schema di decreto “taglia risarcimenti” per i danni gravi alla persona è stata presa in considerazione la possibilità di congelarne l’approvazione ed apportare una integrale revisione del schema di decreto
In particolare è stato proposto da AIFVS di ancorare i valori risarcitori alle tabelle del Tribunale di Milano aggiornate nel marzo 2013 e di introdurre una nuova formulazione delle tabelle medico legali in linea con gli ultimi aggiornamenti evolutivi scientifici e metodologici. Durante l’incontro è stata inoltre denunciata la posizione di ANIA per il tentativo di trasformare il risarcimento in indennizzo.
La AIFVS ha chiesto al Ministro di rispettare la volontà del legislatore dato che la Camera dei Deputati con la Mozione Pisicchio ha impegnato il Governo a ritirare il provvedimento ed a definire un nuovo regolamento utilizzando come valido criterio di riferimento i valori previsti nelle tabelle del tribunale di Milano.
La AIFVS ha denunciato al Ministro la falsa prospettazione da parte dell’ANIA di incertezze applicative delle tabelle del Tribunale di Milano che nel 2013 sono applicate in modo omogeneo secondo le indicazioni della Cassazione da tutti i Tribunali italiani.
La Aifvs a conferma della ingiustizia e della inutilità del decreto ammazza risarcimenti ha denunciato al Ministro anche la falsa prospettata previsione di riduzione dei premi rc auto del 4/5% se i risarcimenti verranno dimezzati per legge che non rivela e non considera la diminuzione degli incidenti stradali negli ultimi dieci anni che invece ha già enormemente e complessivamente ridotto i risarcimenti da parte delle imprese di assicurazioni che contemporaneamente hanno alzato i premi rc auto aumentando i profitti come ha confermato l’indagine IC 42 di AGCM dell’antitrust sul settore assicurativo.

Iniziative di protesta dell’Oua contro il taglio dei tribunali: a maggio due giorni di sciopero.

 
In esito all’incontro nazionale organizzato a Roma il 6 aprile dall’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua) contro la revisione della geografia giudiziaria, sono state annunciate, per maggio, due giornate di astensione degli avvocati, accompagnati da una manifestazione nazionale sempre nella Capitale. L’iniziativa di protesta è stata condivisa in un documento redatto a conclusione dell’incontro in cui si chiede, espressamente, la sospensione immediata della revisione della geografia giudiziaria che entrerà a regime il 13 settembre 2013. 
 Nicola Marino, presidente dell’Oua, definisce quella intrapresa come una “battaglia di civiltà e di buonsenso per tutelare la giustizia di prossimità ed evitare di far precipitare nel caos la nostra già malandata macchina giudiziaria”. 
Ed infatti – prosegue Marino – la revisione della geografia giudiziaria costituisce una “riforma spot, con i piedi di argilla, destinata a franare e, quindi, a ingolfare il sistema, a fronte di risparmi risibili nel breve periodo e perdite nel medio-lungo”.

venerdì, aprile 05, 2013

L'ULTIMA SPERANZA.............

Anf, da cestinare il decreto “ammazza risarcimenti”.

 
“Il decreto proposto dal governo Monti, in circolazione in queste ore, che abbatte del 50% i risarcimenti per i danni alle persone, vittime della strada e della malasanità, è semplicemente da cestinare, un sopruso perpetrato a danno dei cittadini e a favore dei gruppi assicurativi. Il Governo Monti, in stato di incerta prorogatio, non è legittimato ad incidere così pesantemente sulla vita e la salute dei cittadini. L’auspicio è che il provvedimento non venga riproposto nel prossimo Consiglio dei Ministri.”
Lo dichiara Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense. "Il Dpr - continua Perifano - minimizza i valori del risarcimento delle vittime della strada e della malasanità che hanno subito lesioni gravi o gravissime, sulla base di una tabella che è una vera e propria 'ammazza risarcimenti'. Se il decreto fosse approvato gli importi risarcitori si ridurrebbero drammaticamente, con conseguenze non accettabili. Oggi un giovane di 35 anni che subisce la perdita totale dell’avambraccio o totale di una mano è risarcito, come previsto dalle tabelle applicate dal Tribunale di Milano e nella gran parte delle corti italiane, con un ammontare, che include anche il danno morale, da un minimo di 63.659 euro fino a 454.000 euro.”
“Domani l'ipotesi predisposta dal governo Monti - sottolinea Perifano - dimezzerebbe questo indennizzo. I valori attuali non sono assolutamente incerti aleatori o indefiniti, essendo stilati dal Tribunale di Milano che ha aggiornato le proprie tabelle recentemente e che sono considerate complessivamente adeguate. Al Governo, infine - conclude Perifano - vogliamo ricordare che è necessario difendere il diritto delle vittime al giusto risarcimento e non gli interessi particolari delle compagnie assicurative.”

TABELLE PER IL RISARCIMENTO DANNI: PER AIGA UNO SCEMPIO A CARICO DEI CITTADINI.

 
“Lo schema del Decreto del Presidente della Repubblica, contenente gli importi da riconoscere ai danneggiati in caso di sinistro stradale o responsabilità medica, costituisce una grave violazione dei diritti fondamentali delle persone ed un evidente regalo alle Compagnie Assicuratrici”.
A dichiararlo è Dario Greco, leader dei Giovani Avvocati. “Lo schema – prosegue Greco – è l’ennesima misura che dietro l’intento di calmierare i prezzi, nasconde un maggior guadagno per le Compagnie Assicuratrici.
Del resto, già in passato altri interventi (indennizzo diretto e liberalizzazione delle tariffe per i servizi professionali, ad esempio) si sono rilevati inidonei ad abbassare i costi delle polizze e quindi di esclusivo vantaggio per i poteri forti del nostro Paese “.
“L’AIGA – conclude il Presidente Greco – chiede che immediatamente si torni indietro e che l’emanando Decreto contenga esclusivamente gli orientamenti già elaborati dai Giudici”.

giovedì, aprile 04, 2013

Appello civile: l’iscrizione a ruolo con velina è una mera irregolarità.

 
Cassazione Civile Sezione Sesta 
Ordinanza n. 7451 del 25 marzo 2013. 
“Le conseguenze della scelta del legislatore di applicare la sanzione della improcedibilità, che significano sottrazione dell'inosservanza delle forme al regime delle nullità e, quindi, esclusione dell'operatività del principio della sanatoria per l'eventuale configurabilità di una fattispecie di raggiungimento dello scopo, si giustificano soltanto per il caso di costituzione mancata entro il termine, cioè che non sia mai avvenuta, o sia avvenuta successivamente ad esso.
Le conseguenze di una costituzione avvenuta nel termine ma senza l'osservanza delle forme evocate nel primo comma dell'art.347, essendo il regime della improcedibilità, in quanto di maggior rigore rispetto al sistema generale delle nullità, di stretta interpretazione, soggiacciono, viceversa, al regime delle nullità di cui all'art.156 cpc e ss., e, quindi, vanno disciplinate applicando il principio della idoneità dell'atto al raggiungimento dello scopo e ciò anche attraverso l'esame di atti distinti o di comportamenti successivi rispetto a quello entro il quale la costituzione doveva avvenire. In questa prospettiva, premesso il rilievo che, essendo il controllo sulla procedibilità demandato alla prima udienza di trattazione - siccome previsto dall'art.350 cpc, comma 2, - non risulta conferente l'osservazione della decisione sopra ricordata che la costituzione con la copia non notificata mette il giudice nell'impossibilità di controllare la procedibilità sotto il profilo della effettiva proposizione dell'impugnazione: invero, atteso che il controllo dev'essere fatto alla detta udienza, si comprende come la constatazione solo in essa, della conformità della copia (la velina), con cui l'appellante si è costituito, all'originale che egli produca in quella udienza, consente di ritenere che lo scopo della costituzione quo ad deposito dell'originale della citazione notificata, mancante al momento della costituzione, ma non prescritta a pena di improcedibilità, risulti raggiunto attraverso la constatazione che la copia è conforme all'originale.
Solo in caso di difformità dall'originale oppure in caso di mancato deposito della copia notificata senza alcuna richiesta o allegazione di ragioni giustificative di una richiesta di rinvio per produrla, emerge che la costituzione mediante il deposito della copia è priva di rispondenza con la vocatio in ius siccome espressa nella citazione notificata e risulta, quindi, che riguardo a quest'ultima nessuna costituzione tempestiva vi è stata.
L'appello, per come incardinato presso il giudice d'appello risulta, pertanto, in questo caso improcedibile. Il fatto che l'improcedibilità emerga solo alla prima udienza di trattazione, essendo questo il momento in cui il relativo controllo dev'essere fatto, non contraddice del resto l'indisponibilità della sanzione da parte del giudice in essa espressa, perché il giudice ne rileva le condizioni alla prima udienza di trattazione, ma con riferimento al momento entro il quale l'adempimento previsto a pena di improcedibilità - cioè la costituzione e non le sue forme - doveva compiersi.
D'altro canto, alla prima udienza di cui all'art.350 cpc, comma 2, (e, comunque, alla prima udienza del giudizio davanti al tribunale in composizione monocratica, giudice dell'appello sulle sentenze dei giudici di pace), poiché la legge prevede che il controllo della regolarità della costituzione e, quindi, delle ritualità delle sue forme, debba essere compiuto in essa, il giudice, di fronte alla mancata produzione in cancelleria nelle more fra l'iscrizione tempestiva con la velina e l'udienza oppure alla mancata produzione direttamente in udienza, potrà a questo punto, nell'esercizio dei suoi poteri di direzione del procedimento ai sensi dell'art.175 cpc, comma 1, e, particolarmente del sollecito svolgimento del processo, assegnare un termine alla parte appellante a norma dell'art.152 cpc, sì da scongiurare manovre dilatorie, nel quale caso al termine - in quanto ordinatorio e fissato dal giudice - sarà applicabile il regime di cui all'art.154 cpc.
Questa gestione della vicenda esclude la preoccupazione che traspare tra le righe dall'orientamento degli uffici di merito che insistentemente mostra di essere contrario alla ricostruzione qui prospettata, dovendo fare i conti con il probabile fisiologico ritardo nella restituzione degli atti introduttivi notificato al foro, specie nei grandi centri urbani."

Gli Ordini e la riforma forense. Un’opinione critica: Sergio Paparo, Presidente del COA di Firenze.

martedì, aprile 02, 2013

TAGLIARISARCIMENTI: LA COMMISSIONE RESPONSABILITA' CIVILE DELL'OUA SCRIVE A NAPOLITANO.

 
Ecc.mo Sig. Presidente Giorgio Napolitano,
le Vittime della strada e le Vittime della Malasanità ripongono in Lei la massima fiducia e sono certi che, quale ultimo baluardo degli Italiani, si opporrà con energia all'iniquo e scellerato decreto predisposto, invero illegittimamente, dal Governo Monti.
Ci riferiamo alla tabella taglia risarcimenti dei danni alla persona, una tabella che riduce del 50 % e anche più i risarcimenti spettanti ai macrolesi, una tabella vergognosa che umilia la dignità dei danneggiati e di tutti gli Italiani che dovessero subire un grave danno alla propria salute.
Non chiuda, Signor Presidente, il suo settennato avallando un simile provvedimento volto solo a favorire gli interessi economici della assicurazioni e delle banche, calpestando i diritti garantiti dalla Costituzione che Ella ha sempre strenuamente difeso.
Non firmi il decreto Signor Presidente.
Commissione R.C OUA