giovedì, dicembre 28, 2006

RICHIESTA AL PRESIDENTE DELL’ORDINE, DEL CONSIGLIERE BENIAMINO SPIRITO.



Il Consigliere dell’Ordine degli Avvocati Beniamino Spirito ci ha trasmesso copia della richiesta oggi inoltrata al Presidente (prot. 4082), per l’inserimento all’ordine del giorno del prossimo Consiglio di alcuni argomenti, oggetto di dibattito vivace a livello locale.
La pubblichiamo volentieri, nel convincimento che il dibattito aperto e la chiarezza non possano che giovare all’Avvocatura salernitana.

consiglioaperto


Salerno, 27 dicembre 2006.

Egregio Signor
Avv. Americo Montera
Presidente dell’Ordine degli Avvocati
Salerno

Egregio Presidente,
come da Tuo invito, Ti chiedo, gentilmente, d’inserire nell’Ordine del Giorno del prossimo Consiglio:
1) relazione dell’avv. Luigi Majello del 26/10 u.s.;
2) investimento di €. 500.000,00, come da relazione del Signor Consigliere Tesoriere del 19/10 u.s.;
3) criteri per l’affidamento degli incarichi legali del Comune di Salerno.
Data l’importanza degli argomenti, Ti chiedo di fissare una data con congruo anticipo, al fine di consentire la presenza di tutti i Signori Consiglieri.
Cordiali saluti.
Beniamino Spirito

domenica, dicembre 24, 2006

VIGILIA DI NATALE.


ALLA VIGILIA DI NATALE
di Bertold Brecht
(1898-1956)


Oggi siamo seduti,
alla vigilia di Natale,
noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre fuori,
il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi,
volgi lo sguardo:
perché tu ci sei davvero necessario.

sabato, dicembre 23, 2006

ARRIVA LA NUOVA PUBBLICITA' PER GLI AVVOCATI: "SE NON VINCI, NON PAGHI"!!



Arrivano i primi frutti della riforma Bersani.
Riportiamo qui di seguito la pubblicità di uno studio legale napoletano, che il sito www.salernonotizie.it sta lanciando a Salerno.
Lo slogan di questa "ineffabile" professionista è: "se non vinci, non paghi"!
Alla faccia di tutte le regole deontologiche.

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venerdì, dicembre 22, 2006

ABBIAMO "DIRITTO" ALLA MORTE??




Verrà la morte e avrà i tuoi occhi

Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla

Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.


Cesare Pavese

mercoledì, dicembre 13, 2006

...MA QUANDO ARRIVA IL "POLISWEB" ??


Ieri, all'Ordine degli Avvocati di Milano, si è brindato per l'avvio ufficiale del processo civile telematico.
L'onore è toccato al Presidente dell'Ordine Giuggioli che ha potuto presentare, direttamente dalla postazione telematica del proprio studio, un ricorso per decreto ingiuntivo al Presidente del Tribunale di Milano.
Sempre in via telematica gli sarà comunicato il provvedimento, senza alcun passaggio fisico dell'Avvocato per le cancellerie (..niente file, niente "amanuensi" maleducati). Sembra un sogno!
Ma Salerno a che punto è?
Purtroppo all'età della pietra, perchè ancora nemmeno è stato attivato il c.d. "polisweb" (verifica dalla studio dei registri delle cancellerie).
Ricordiamo bene di aver partecipato, già nel marzo del 2005, ad incontri con la Società fiduciaria del CNF, per l'introduzione della firma digitale e - conseguenzialmente - per la possibilità per i colleghi di Salerno di fruire del servizio.
Bastava stipulare la convenzione d'acquisto dei "kit" telematici, che i singoli Avvocati avrebbero poi acquistato a loro volta presso l'Ordine: invece più nulla sino ad oggi!
Qualche mese fa fu dato, da parte dell'attuale delegato alla vicenda "polisweb", l'annuncio pomposo della conclusione della convenzione, ma di concreto non si è visto nè saputo più nulla.
Attendiamo fiduciosi.

martedì, dicembre 12, 2006

DEFINIZIONE DELL'AVVOCATO (...NON SECONDO BERSANI).




"IL PRIMO UOMO, IL QUALE DIFESE IL SUO SIMILE CONTRO L'INGIUSTIZIA, LA VIOLENZA O LA FRODE, CON L'INFLUENZA DELLA RAGIONE E DELLA PAROLA, QUEGLI FU IL PRIMO AVVOCATO".
ZANARDELLI "L'AVVOCATURA".

domenica, dicembre 10, 2006

L'Esecutivo annuncia che a gennaio sarà pronto un ddl sulle coppie di fatto.







Quindici giorni a Natale. E c'è chi fa altri conti, pensa ad altre scadenze. Si parla del primo mese del prossimo anno come il traguardo per una battaglia senza senso. Una battaglia combattuta purtroppo anche da chi farebbe meglio a meditare, magari di fronte alla rappresentazione della Natività. Dunque a gennaio, almeno con il buon gusto, a questo punto fortuito, di aspettare che passino serenamente le festività natalizie, si affronterà, ha detto il Governo, la questione delle unioni di fatto.
Con l'annuncio dell'impegno del Governo a produrre un disegno di legge sulle unioni civili si è ribadito nuovamente il carattere ipocrita di queste iniziative che mirano esclusivamente ad accreditare una forma alternativa di famiglia.
Si continua a dire che a gennaio si parlerà di "diritti individuali" e che la famiglia rimarrà una sola, quella tradizionale, che nessuno vuole mettere in pericolo. Si tratta di menzogne.
Non ha senso parlare di diritti individuali di persone alle quali è riconosciuto uno stato di "coppia" e ancora di più di diritti che hanno uno spiccato carattere pubblico, come quelli relativi ai temi previdenziali ed assistenziali.
La constatazione è talmente immediata da far pensare che chi esprime certe giustificazioni abbia oltre ad assai poco rispetto per la famiglia, anche un certo disprezzo per l'intelligenza degli uditori.
Quali che siano le norme da inserire in quel disegno di legge è chiaro che il tutto andrà fatalmente a costituire una legislazione parallela a quella del diritto di famiglia, il quale diventerebbe, come lo stesso matrimonio, un istituto relativo.
Chi difende le coppie di fatto, eterosessuali od omosessuali, spesso afferma anche che riconoscere queste unioni non arreca alcun danno alla famiglia. Anche questa è una, non sappiamo quanto inconsapevole, menzogna. La famiglia eterosessuale, fondata sul matrimonio, diventa inesorabilmente un fenomeno relativo: uno dei diversi fenomeni sociali, una delle diverse forme di accoppiamento. Il passo verso la completa equiparazioni dei diritti tra coppie di fatto e coppie sposate è brevissimo. Avrebbe fra l'altro qualche chance di essere resa obbligatoria dalla stessa Costituzione.
Di doveri all'interno delle coppie di fatto, poi, si parla ben poco. Si vuole dare un riconoscimento pubblico ad uno stato del tutto temporaneo e immediatamente revocabile in forma privata.
Insomma, le ipocrisie e le contraddizioni sono evidenti. Al momento, passando agli schieramenti politici, il centrosinistra mostra soddisfazione per l'impegno assunto dall'Esecutivo.
Nel centrodestra, qualcuno dice "no" ai pacs, parola quest'ultima temporaneamente bandita dalle espressioni dei politici, ma altri spiegano come "le coppie omosessuali debbano essere messe nelle condizioni di scegliere la natura giuridica del loro rapporto". Intanto si sta già lavorando sul disegno di legge: il ministro per le Pari opportunità Barbara Pollastrini ha fatto sapere che "nei prossimi giorni ultimerà il lavoro per presentare una prima bozza della legge".
È già al lavoro anche il ministro per la Famiglia Rosy Bindi che, vista la materia, è convinta della necessità di "raccogliere consensi e convergenze più ampi".
Il ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero ha spiegato quali devono essere i riferimenti del provvedimento: "L'equiparazione dei diritti delle persone che compongono la coppia di fatto con quelli di una coppia regolare" è per l'esponente di Rifondazione comunista, il punto essenziale. Ecco, appunto. L'ennesima conferma che certe dichiarazioni rassicuranti sono solo un paravento.

(© tratto da: L'Osservatore Romano - 9-10 Dicembre 2006)

venerdì, dicembre 08, 2006

LAVORI DEL CONSIGLIO DELL'ORDINE DI SALERNO-


TORNATA CONSILIARE DEL GIORNO
14/12/2006 (ore 9,30)

ORDINE DEL GIORNO


  1. Lettura ed approvazione verbale precedente;
  2. Comunicazioni del Presidente;
  3. Iscrizioni e cancellazioni;
  4. Pareri;
  5. Relazione dei singoli consiglieri in ordine all’attività svolta, giusta deleghe 11.05.2006;
  6. Valutazione apertura procedimento disciplinare a carico Avv. A. D.;
  7. Valutazione apertura procedimento disciplinare a carico Avv. V. M.;
  8. Ricorsi a carico di iscritti;
  9. Esecuzione deliberato CNF per Avv. A.L. (disciplinare)-Comunicazione CNF 5.12.2006;
  10. Vertenza ETR (morosi);
  11. Variazione bilancio preventivo 2006;
  12. Varie ed eventuali.

lunedì, dicembre 04, 2006

L'O.U.A. RISPETTI IL DELIBERATO CONGRESSUALE!




Una volta tanto siamo pienamente d'accordo con le iniziative adottate dal Consiglio dell'Ordine.
Infatti l'OUA, con atto assurdamente autocratico, ha indetto le astensioni già approvate dal recentissimo Congresso di Roma, decurtando il periodo (in pratitica due sole giornate, se si tien conto che il giorno 16 cade di sabato).
Questo proprio quando la protesta dovrebbe farsi più vivace, per l'arroganza manifestata da Prodi e dai suoi compagni di "merende" (rectius: ministri).
Nella tornata del giorno 1/12 il Consiglio Forense di Salerno ha approvato il seguente deliberato, prontamente inviato alla Presidente Grillo ed ai Delegati Distrettuali persso l'OUA.
Risposte sino ad oggi prevenute: nessuna!

ESTRATTO DAL SUO ORIGINALE ESISTENTE NEL REGISTRO DEI VERBALI DELLE DELIBERAZIONI
-Tornata del 1 dicembre 2006-

=Omissis=

Premesso


1- che già in occasione della materiale redazione della mozione politica approvata dal XXVIII Congresso Nazionale Giuridico Forense (Roma 21/24.9.2006),gli estensori avevano omesso di riportare che l'Assemblea Congressuale aveva proclamato l'astensione dalla trattazione delle udienze penali,civili,amministrative e tributarie,per le settimane dal 13 al 18 novembre 2006 e dall'11 al 16 dicembre 2006;
2- che in particolare la Delegazione Salernitana segnalò tale omissione e,quindi,se ne ottenne l'integrazione nei sensi sopra indicati;
3- che sin dall'inizio delle azioni di protesta,l'OUA ha costantemente informato l'Avvocatura Italiana che non vi erano segnali di apertura,da parte dei Ministeri competenti,neppure al più informale dei colloqui;
4- che, anzi, l'Avvocatura Italiana veniva derisa e mortificata dalle dichiarazioni del Presidente del Consiglio e del Ministro Bersani;
5- che nella delibera assunta dalla Giunta dell'OUA,in Bruxelles,il 29.11.06 ed in Roma il 30.11.06, pur parlando solo di vaghi, generici e nebulosi segnali di apertura "da ultimo manifestati dal Ministro della Giustizia", si è, sorpendentemente, deciso di ridurre ad un week-end la già proclamata astensione per la settimana dall'11 al 16 dicembre 2006;
rilevato
  1. che l'OUA non ha specificato in cosa consistano, concretamente, i segnali di apertura;
  2. che, anzi, è di queste ore la notizia del via libera del Governo al " progetto Mastella", interessante la riforma delle professioni, che non solo conferma le linee portate dalla legge Bersani ma svilisce ulteriormente la professione di Avvocato;
  3. che la riduzione del periodo d'astensione vanifica i sacrifici sopportazioni questi mesi,dall'Avvocatura Italiana,che corre, così, il rischio di dimostrarsi anche interlocutore debole, inaffidabile e, quindi, non credibile;
invita
vibratamente l'OUA a rispettare il deliberato assunto dall'Assemblea del XXVIII Congresso Nazionale Giuridico Forense e,quindi,a confermare l'astensione per i giorni 11,12,13,14,15 e 16 dicembre 2006.

Il Presidente
Avv. Americo Montera

Il Consigliere Segretario
Avv. Silverio Sica.

martedì, novembre 28, 2006

LE NOVITA' SULLA COMMISSIONE INCARICHI LEGALI DEL COMUNE DI SALERNO.




Salerno, lì 21 novembre 2006.

Alle

ASSOCIAZIONI FORENSI

Loro Sedi

Il 21 luglio u.s. la Giunta del Comune di Salerno aveva nominato i vertici (Presidente, Segretario e Tesoriere) dell'Ordine Forense quali componenti di una Commissione per la definizione dei criteri per incarichi legali esterni.

Tale Commissione doveva, quali suoi precisi compiti :

a) redigere un regolamento che disciplini la nomina dei legali del libero Foro da parte dell'Ente e la verifica dell'efficacia dell'espletamento dell'incarico;

b) predisporre conseguentemente un bando pubblico per la selezione dei legali di fiducia dell'Ente;

c) fornire ogni utile indicazione all'Amministrazione per consentire di migliorare al massimo l'operatività e l'efficienza delle professionalità interne.

Dopo un lungo approfondimento, il Consiglio ha ritenuto - per molteplici cause - che i propri vertici non potevano essere coinvolti in una Commissione di tal genere.

Nella seduta del 10 novembre u.s., il Consiglio ha deliberato:

"l’apporto del Consiglio si limita alla redazione di un parere sui criteri da adottare per un bando, teso alla formazione di un Albo/Elenco, SENZA FAR PARTE DELLA COMMISSIONE”.

Il Consiglio, pertanto, dovrà indicare alla Giunta comunale i criteri per l'affidamento degli incarichi legali esterni.

Sarebbe opportuno ed interessante ascoltare i Vs, suggerimenti prima di deliberare.

A tal fine Vi aspetto presso la Sala del Consiglio lunedì 27 p.v. alle ore 12,00.

Attendo un Vs. cortese cenno di riscontro.

Cordiali saluti.

Il Consigliere Delegato

Avv. B. S.

venerdì, novembre 24, 2006

TRE SEDUTE DEL CONSIGLIO ..IN RAPIDA SUCCESSIONE.



TORNATA CONSILIARE DEL GIORNO
28/11/2006 (ore 16)

ORDINE DEL GIORNO


1. Lettura ed approvazione verbali precedenti;
2. Comunicazioni del Presidente;
3. Iscrizioni e cancellazioni;
4. Pareri;
5. Morosità Avvocati cancellati. Determinazioni;
6. Pianta organica dipendenti Consiglio dell’Ordine. Incontro con l’Avv. Ioele;
7. Situazione settore civile. Incontri con il Presidente del Tribunale;
8. Ipotesi riforma ordinamento professionale;
9. Ammissioni gratuito patrocinio;
10. Sussidi e contributi;
11.Varie ed eventuali.





TORNATA CONSILIARE DEL GIORNO
01/12/2006 (ore 16)

ORDINE DEL GIORNO


1. Lettura ed approvazione verbali precedenti;
2. Comunicazioni del Presidente;
3. Ricorsi a carico degli iscritti. Determinazioni;
4. Fissazione date delle udienze di celebrazione dei procedimenti disciplinari.
5. Varie ed eventuali.







TORNATA CONSILIARE DEL GIORNO
05/12/2006 (ore 16)

ORDINE DEL GIORNO


1. Lettura ed approvazione verbali precedenti;
2. Comunicazioni del Presidente;
3. Relazione dei singoli consiglieri in ordine all’attività svolta, giusta deleghe 11.05.2006;
4. Valutazione apertura procedimento disciplinare a carico Avv. A. D.;
5. Valutazione apertura procedimento disciplinare a carico Avv. V. M.;
6. Varie ed eventuali.

venerdì, novembre 17, 2006

NORMATIVA STUPEFACENTI: INGANNI SPACCIATI PER LIBERTA'.


Bisognerà, prima o dopo, che il ministro Livia Turco racconti agli italiani perché ha deciso di concedere il raddoppio di cannabis per uso personale.
Dai 500 milligrammi di prima, al grammo di adesso espresso in principio attivo, che equivale al contenuto medio di quaranta spinelli.
S'è detto che il provvedimento ha lo scopo di non mettere nello stesso calderone spacciatori e consumatori, anche se la nuova quantità consentita è più da logica di mensa della Caritas che da razione kappa ad uso individuale.
Dicevo che è importante conoscere lo scopo di una simile scelta.
Se l'intenzione era quella di non affollare le carceri, perché già piene da scoppiare, bisognava precisarlo, magari cercando soluzioni alternative.
Era un modo intelligente per dire: la droga fa male, ma non potendo gestirla con il sistema carcerario, provvediamo diversamente.
Ma era importante ribadire che la droga è un male, dare un segnale culturale e politico forti. Il fatto è che essa si sta rivelando sempre più come un fatto consumistico.
Dopo gli anni '60, in cui si impose come segnale di ribellione verso le regole sociali, si è passati all'assunzione come fenomeno di disadattamento.
Il tossico appariva sempre più come l'icona dell'emarginazione e del disagio.
Oggi non è più così. Essa continua a lasciare i segni della devastazione, ma è come esorcizzata nella logica del fatto di costume.
Farsi una canna o tirar di coca appare sempre più come una sorta di iniziazione, di passaggio obbligato. Un fenomeno di banale ritualità, entrato nell'uso comune, come mandare sms o navigare su internet.
In questo scenario, appare evidente il conflitto crescente tra il progetto di una normale famiglia, intenta a dare il meglio per i propri figli, e gli indirizzi della politica che vanno a smentire l'intenzionalità della famiglia stessa.
Un genitore che saluta un figlio quando esce di casa per andare a scuola o al lavoro, sogna non solo che ritorni a casa integro in salute, ma anche che non incappi dentro orizzonti di vita, capaci di rubargli libertà e lucidità.
La politica per le famiglie non può esaurirsi sul versante economico, con qualche sussidio rimediato nelle pieghe di già munte finanziarie, ma prima ancora su quello culturale, andando ad intercettare la fatica dei genitori e nel ripristinare le condizioni perché il loro progetto educativo possa davvero trovare compimento, in sinergia di prospettive.
L'impressione è che dietro a tanto «largheggiare» di vedute si celi in realtà quel vietato vietare cresciuto con la generazione di chi governa e che ha prodotto la coscienza di una libertà tanto anarchica quanto favoleggiata.
Un ripristino del vecchio mito illuminista, che non si decide né per il bene né per il male, perché nessun principio oggettivo, neppure quello che potrebbe venire dalla natura, può diventare limite all'esperienza dell'uomo.
Un caos esistenziale, dove l'idea di bene non si accompagna più a dei fini o a degli ideali da perseguire, quanto al rifornimento di mezzi per vivere alla giornata.
Il grande racconto sapienziale di Pinocchio ci tramanda una gioventù in perenne balìa tra le lusinghe di Lucignolo,
destinato a consegnare il proprio destino ad esiti animaleschi, e la voce del Grillo, che ricorda al burattino la sua presenza nella stanza da oltre cent'anni.
Metafora finissima per dire che ci sono verità indomabili, che vengono prima dell'uomo e delle culture che esso riesce ad esprimere.
«Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro» (Isaia 5, 20).
Sono le parole severe del profeta, dette tanti secoli fa. Ai giovani la politica dovrebbe tornare a dire parole capaci di diventare obiettivi nobili, proposte ideali. Restituire loro la coscienza delle proprie possibilità e il fascino non rinunciabile della loro responsabilità.
Garantirli che si possono fare tutte le canne che vogliono è soltanto giocare sul loro destino, in nome di una libertà parente dell'inganno.

Bruno Fasani

mercoledì, novembre 15, 2006

I LAVORI DEL CONSIGLIO FORENSE.




TORNATA CONSILIARE DEL GIORNO
16/11/2006 (ore16)

ORDINE DEL GIORNO


1. Lettura ed approvazione verbali precedenti;
2. Comunicazioni del Presidente;
3. Attuazione PolisWeb - Urgenti iniziative e determinazioni;
4. Valutazione apertura procedimento disciplinare nei confronti dell'Avv. V. A. M.;
5. Varie ed eventuali.

lunedì, novembre 13, 2006

LA SECESSIONE PAGA SEMPRE!


LA RECENTE VICENDA DELLE TABELLE, CHISSA' PERCHE',CI HA FATTO VENIRE IN MENTE BOSSI.

A ROMA PRENDEVA I MINISTRI ED AL NORD FACEVA IL SECESSIONISTA.
SONO FACILI LE SIMILITUDINI DA RAVVISARE.
......MEDITATE GENTE, MEDITATE.

Cassazione penale: non è reato portare jella !




Non e' reato portare jella a qualcuno.
Lo ha sottolineato la Corte di Cassazione in una sentenza di oggi della V Sezione penale con la quale afferma che non e' passibile di condanna penale l''auspicio' o la 'previsione' che qualcosa non andra' a buon fine.
In questo modo la V Sezione penale ha cancellato la condanna per minaccia inflitta ad un 30enne, Alex R., per aver inviato sms attraverso il telefono cellulare ad un'amica nei quali diceva appunto che la sua attivita' di barista non sarebbe andata bene.
Per avere appunto 'messaggiato' l'amica con il testo di un sms che recitava ''Ignorante farai la fine di tuo padre, tanto non vai avanti con il tuo baretto, perderai tutto illusa'', Alex R. era stato condannato dal giudice di pace di Genzano, marzo 2005, a 350 euro di multa per il reato di ingiurie e minacce continuate all'amica Luana C..
Il giovane ha presentato ricorso in Cassazione e piazza Cavour, almeno in parte, ha cancellato la condanna sottolineando che il portare jella non costituisce reato.

domenica, novembre 12, 2006

GLI ITALIANI SONO IMPAZZITI?



Sì, noi italiani siamo impazziti. Impazzita è Rita Levi Montalcini, premio Nobel, che si aspettava dal suo governo un investimento sulla ricerca.
Impazzito è il ministro degli Esteri D'Alema che ha chiesto maggiori fondi per la Farnesina. Impazzito è Giuliano Amato che si è preoccupato per le risorse del ministero dell'Interno. Impazzito era Carlo Azeglio Ciampi quando ha parlato di una Finanziaria senza anima. Impazzito era il governatore Draghi quando ha chiesto riforme strutturali. Impazzito è il senatore Pallaro, alla voce finanziamenti per gli italiani all'estero. Impazziti sono i sindaci, i professionisti, i commercialisti, i negozianti, i medici, i dipendenti del pubblico impiego. Cinquantasei milioni di pazzi. Con una sola eccezione: Romano Prodi.
È lui l'unico a preoccuparsi del futuro, in un Paese di spendaccioni, lobbisti, scialacquatori, evasori fiscali, di gente che parcheggia in seconda fila, che preferisce il piccolo uovo di oggi alla grassa gallina di domani. Insomma siamo un popolo che non vuole capire che sta iniziando quell'era di felicità che il numero uno dell'Unione aveva promesso in campagna elettorale.
Siamo alle porte del Paradiso in terra e non vogliamo riconoscerlo.
Il presidente del Consiglio è in preda ad una sindrome che, se è brutta per le persone comuni, appare pericolosa per chi ha in mano un potere di governo. C'è una vasta letteratura sull'argomento. Senza scomodare i classici e senza neppure ricordare cosa venne scaricato su Berlusconi quando si lasciò sfuggire la famosa battuta sui «coglioni», ora c'è essenzialmente da dire che quando un esponente politico se la prende con tutti gli altri, anche con coloro che l'hanno votato, questo vuol dire che è solo, che non capisce il Paese in cui vive e che è fuori della realtà. Non c'è un'altra spiegazione.
Gli esperti di dietrologia ci diranno oggi che questo sfogo è dovuto a tante piccole ragioni. Un senatore a vita, finora militante del centrosinistra, che minaccia di non dare il suo assenso alla Finanziaria e che, con l'autorevolezza del premio Nobel ricevuto, pone un problema più generale di credibilità. Ministri della sinistra antagonista che lanciano l'avvertimento di un disimpegno.
Il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, già autore del ribaltone del '98, che viene riconosciuto dai giornali come il grande statista capace di andare a Kabul per dimostrare di essere lui il vero punto di equilibrio della coalizione. E così via. Gli esperti di dietrologia ci diranno cioè che quell'«impazziti» era riferito a persone con un nome e con un cognome, considerate decisive all'interno della maggioranza.
Ma questo non basta. Nell'esternazione di Prodi c'è qualcosa di più profondo: c'è un senso di insopportazione nei confronti non solo dei contrasti politici più o meno espliciti interni all'Unione, non solo delle critiche al suo operato venute da ambienti considerati vicini, ma soprattutto verso la legittima opposizione ad una politica economica che una maggioranza di italiani considera pericolosa per i propri interessi, per il proprio lavoro e per l'insieme del Paese.
Allora c'è solo da ammettere che è vero, che siamo impazziti, che non vogliamo il futuro che ci sta preparando il presidente del Consiglio.
Che la nostra pazzia nasce dal rifiuto della felicità imposta per legge, la legge finanziaria, e dal rifiuto parallelo di riconoscere la saggezza e la preveggenza di un uomo solo al comando. Tutti alla scuola di Erasmo, tutti pazzi non per Prodi ma contro di lui.
RENZO FOA

sabato, novembre 11, 2006

MASTROMINICO NON SI E’ FERMATO AD EBOLI!


In questi giorni, dopo la lettura del decreto organizzativo per il prossimo biennio del Presidente del Tribunale (le c.d. Tabelle), circolava l'amara battuta: "Mastrominico si è fermato ad Eboli"!
Infatti le Tabelle si pongono in chiara controtendenza con gli stessi orientamenti recentemente espressi dal Ministero della Giustizia, volti ad ottimizzare le poche forze ed a privilegiare le realtà giudiziarie più “centrali”, con la soppressione per accorpamento delle sedi secondarie e/o minori.
Il Presidente, in breve, pur dando atto che la pianta organica del personale di magistratura è a Salerno al 50 % (rispetto a parametri vecchi di decenni), invece di reclamare l’arrivo di nuove forze – come fa da anni l’Avvocatura di Salerno – ha risolto il problema facendo uso della classica “coperta troppo corta”.
E' stata così lasciata ulteriormente sguarnita una realtà centrale e nevralgica, per l’economia e l’ordine pubblico, come la città di Salerno.
La "tecnica organizzativa" è sin troppo banale: soppressione di una sezione civile e di una penale a Salerno ed invio (..almeno sulla carta!) dei sette magistrati - “ricavati” con l’operazione chirurgica - alla realtà ebolitana.
Va da sé che la soppressione delle due sezioni a Salerno comporterà ulteriore riduzione anche del personale di cancelleria, già ridotto all’osso, con il pericolo di veder ricomparire le penose file di avvocati dinazi alle porte chiuse delle cancellerie stesse.
Resta poi da vedere se i magistrati “sacrificati” ad andare in provincia avranno veramente voglia di farlo (..ci sono sempre le malattie e, perchè no, le maternità).
Però dopo queste ennesime brutte notizie, alle quali abbiamo fatto il callo, finalmente una buona: il Presidente Mastrominico (smentendo i maligni) non vuole "fermarsi ad Eboli" ed ha presentato domanda per concorrere al posto di Direttore del Dipartimento Affari Penitenziari (DAP), per occupare la poltrona lasciata libera dal dott. Tinebra.
Cosa dire se non: tanti auguri Presidente, smentisca davvero quelli che la volevano "fermo ad Eboli" e vada a Roma.
Ad maiora....e senza alcun nostro rimpianto.

mercoledì, novembre 08, 2006

........DOVE SONO FINITI I SOLDI!!!!


I SIGNORI PRODI E BERSANI ADDITANO GLI AVVOCATI COME CONCLAMATI EVASORI, CAUSA DEL DISSESTO DEL PUBBLICO BILANCIO.
EPPURE LA DOMANDA DI TUTTI E' SEMPRE LA STESSA: DOVE VANNO A FINIRE I SOLDI?
IL GRAFICO CHE PRECEDE E' UNA PICCOLA RISPOSTA, SEPPURE A LIVELLO LOCALE, ALLA FATIDICA DOMANDA.

martedì, novembre 07, 2006

I LAVORI DEL CONSIGLIO FORENSE.





Continuiamo nella pubblicazione degli Ordini del giorno dei lavori del Consiglio forense, nella convinzione che questo servizio possa giovare alla più attenta partecipazione alle problematiche locali della nostra Professione, nonchè alla crescita di un serio e costruttivo dibattito politico interno.



CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI
SALERNO


TORNATA CONSILIARE DEL GIORNO
07/11/2006 (ore16)

ORDINE DEL GIORNO


1. Lettura ed approvazione verbali precedenti;
2. Comunicazioni del Presidente;
3. Iscrizioni e cancellazioni;
4. Pareri;
5. Ammissioni Gratuito patrocinio;
6. Legge cd."Bersani". Iniziative e determinazioni;
7. Costituzione Ufficio patrocinio a spese dello Stato;
8. Codice delle Assicurazioni. Iniziative e determinazioni;
9. Nuova normativa in diritto fallimentare ed espropriazione;
10. Ipotesi di riforma della professione forense. Iniziative;
11. Organizzazione corsi di preparazione ed aggiornamento, anche in relazione alla bozza di regolamento del CNF sulla formazione permanente necessaria.
12. Attuazione Decreto 24.06.2006 del dipartimento generale della Giustizia civile;
13. Varie ed eventuali.

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CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI
SALERNO


TORNATA CONSILIARE DEL GIORNO
10/11/2006 (ore16)

ORDINE DEL GIORNO


1. Lettura ed approvazione verbali precedenti;
2. Comunicazioni del Presidente;
3. Iscrizioni e cancellazioni;
4. Compiuta pratica forense;
5. Tabelle del Tribunale di Salerno 2006/2007. Decreto n. 403/06 del Presidente del
Tribunale. Osservazioni ed iniziative;
6. Aggiornamento elenco Avvocati TU 115/02;
7. Commissione Comune di Salerno;
8. Sussidi e contributi
9. Varie ed eventuali.

sabato, novembre 04, 2006

Se i prossimi scioperi non serviranno, possiamo sempre ricorrere alle...preghiere!




Dal prossimo 13 novembre inizierà un nuovo periodo di astensione contro la legge Bersani e le sciagurate politiche per la giustizia del Governo Prodi.
Laddove anche questo sciopero non servisse a nulla, proponiamo di iniziare una "novena", facendo uso della seguente giaculatoria:

Preghierina dell’avvocato

O Gesù dagli occhi tristi
Fai sparire i comunisti
Se risolvi 'sto problema
Fai sparire anche D'Alema
Ma se poi non te ne fotti
Fai squagliare Bertinotti
Ti preghiam, se non ti rodi,
Manda al diavolo pure Prodi
Tu col cuore sempre aperto
Fai schiattare Diliberto
E con gli angeli tuoi belli
Porta in cielo anche Rutelli
Te ne prego, o buon Gesù,
Non rimandarceli mai più.

giovedì, ottobre 26, 2006

LA GIUSTIZIA CIVILE CERCA CASA!


La sezione Civile della Corte d'Appello andrà a via Rafastia?
Domani, 27 ottobre 2006 (ore 10,30), è stata convocata la Commissione di Manutenzione della Corte d'Appello di Salerno.
Al primo punto dell'ordine del giorno vi è il seguente argomento:
"Progetto di trasferimento della Sezione Civile della Corte d'appello, nella ristrutturata palazzina B di via Rafastia".
Già nella Commissione di Manutenzione del giorno 19 luglio 2006, il Presidente f.f. della Corte d'Appello dott. Casale aveva avanzato tale richiesta, sicchè nel relativo verbale si legge:
" (omissis) il Presidente Casale, su delega del Presidente Nastro, propone che la Palazzina B venga assegnata definitivamente alla Corte d'Appello (già assegnataria dell'edificio di Piazza Matteotti ex Tipografia Volpe, poi messa a disposizione dell'UNEP di Salerno), per le urgenze pressanti della Corte medesima, ove sarà possibile allocare, ad esempio, la Sezione Civile, cosicchè i locali lasciati liberi potranno essere utilizzati dalla Sezione Penale e dalla Sezione Lavoro".
La decisione, sicuramente foriera di ulteriori disagi per l'Avvocatura salernitana, venne rinviata a richiesta del Consigliere dell'ordine forense Avv. Valerio Iorio.
Dunque domani dovrebbe esservi la decisione sulla delicata questione, ma una cosa è certa: la derelitta giustiza civile "cerca casa"!

martedì, ottobre 17, 2006

TAGLI AL BILANCIO DELLA GIUSTIZIA E PROCESSO.....


DOPO I TAGLI CHE IL "TRIO" PRODI-BERSANI-VISCO HA RISERVATO AL BILANCIO DELLA GIUSTIZIA, PER AFFRONTARE I PROBLEMI DELLA GIUSTIZIA E DELLA LUNGHEZZA DEI PROCESSI, NON CI RESTA CHE AFFIDARCI....ALLA FILOSOFIA!

martedì, ottobre 10, 2006

IL PROSSIMO 12 OTTOBRE TUTTI A ROMA: MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO IL GOVERNO PRODI!

ORDINE DEL GIORNO Consiglio del 10 ottobre 2006


1. Lettura e approvazione verbale precedente
2. Comunicazioni del Presidente
3. Iscrizioni e cancellazioni
4. Pareri
5. Commissione incarichi legali - Comune di Salerno
6. Situazione Giustizia Civile: determinazioni
7. Recupero morosità - comunicazione E.TR.: determinazioni
8. Modalità aggiornamento elenco ex art. 81 D.P.R. 115/02
9. Ammissione Gratuito Patrocinio
10. Fissazione data celebrazione procedimento disciplinare a carico Avv. G. E.
11. Designazione terna di professionisti - Commissione Tributaria Regionale della Campania -
12. Designazione Commissario concorso Scuole di Specializzazione per le professioni legali Università di Salerno
13. Sussidi e contributi
14. Varie ed eventuali

martedì, ottobre 03, 2006

CONGRESSO DI ROMA: IMPRESSIONI DI SETTEMBRE.



Avevamo auspicato, per la sessione romana del Congresso, l’unità tra le troppe anime dell’Avvocatura e - almeno formalmente – l’unità c’è stata.
Isolata voce discorde è stata quella dei “fratelli separati” dell’Unione Camere Penali che, con Randazzo, si sono appollaiate sul loro piedistallo in “similoro”, così dimostrando che c’è ancora qualcuno che vive di sogni e di ricordi.
Quello che è mancato, paradossalmente, è stato proprio….il Congresso!
L’affermazione non deve stupire: basti considerare che su 4 giornate di lavori, ben 3 sono state blindate al dibattito, onde consentire ai soliti notabili incartapecoriti le insopportabili passerelle, fatte di triti ed altisonanti paroloni.
Solo durante la giornata gestita dall’OUA si è potuto discutere concretamente (vedremo poi come) dei problemi assillanti che funestano il mondo della Giustizia e, finalmente, votare.
Purtroppo il dibattito politico vero non si è svolto in aula, ma nelle solite “secrete stanze”, e sul palco la discussione ha girato a vuoto, stanca e ripetitiva, nell’assoluta assenza della controparte politica e nel silenzio assordante dei mass-media.
Infine le corpose mozioni ( a causa di un deplorevole guasto alle fotocopiatrici, significativamente già verificatosi a Milano!), sono state messe a disposizione dei congressisti solo verso le ore 18,30, quando le votazioni avrebbero avuto inizio alle ore 19.
A questa evidente e sgradevole forzatura, si sono accompagnate: 1) l’abolizione dell’agile e sicuro voto elettronico, sostituito da quello per alzata di mano; 2) la soppressione degli interventi di sintesi (a favore e contro le mozioni da votare).
Dunque voto “al buio”, per usare il Congresso come comodo “pallio” per coprire e ratificare le solite decisioni prese dall’alto.
Ma, anche così, qualche mozione imposta dai vertici è stata clamorosamente bocciata dai congressisti.
I delegati salernitani non sono stati, però, a guardare: la protesta vivace, anche con uno specifico intervento dalla tribuna, si è fatta sentire, con la minaccia di abbandono dei lavori.
Quel che è sicuro, in conclusione, che è proprio il meccanismo congressuale a dover essere radicalmente riformato, per consentire all’Avvocatura di riappropriarsi della propria massima assise decisionale, oggi mortificata e svilita dalle strumentalizzazioni.
La democrazia, la rappresentanza, sono fatte di partecipazione e di voto consapevole: non tutti coloro che occupano gli attuali vertici dell’Avvocatura sembrano consapevoli di queste elementari acquisizioni, patrimonio comune della nostra cultura
giuridica.

martedì, settembre 26, 2006

VINCENZO LO SCERIFFO.


Vincenzo lo sceriffo nasce, politicamente, come funzionario (stipendiato) di un glorioso partito, ormai defunto tra le secche della storia del secolo passato.
Dopo aver fatto il sindacalista del bracciantato, cresce e prospera all’ombra della segreteria di via Manzo, frattanto da lui conquistata, senza che – a quanto se ne sappia – abbia mai svolto alcuna attività lavorativa e/o professionale.
Pur essendo uomo di partito, sorprendentemente, si afferma proprio grazie alla crisi dei partiti della prima repubblica e, facendo uso di una lista civica, risorge come “sindaco della gente” (sic!).
Da sempre ama l’applauso della folla (specialmente di quella raccolta per le processioni patronali) e, coerentemente, si circonda – di giorno e di notte – di ossequiosi palafrenieri e reggicoda.
Il suo strumento preferito, per attirare l’applauso della folla e il commento rapito di qualche giornalista che non vale una “lira”, è la demagogia a tutto tondo.
Ne produce sfusa ed a pacchetti.
Da ultimo, avendo finito i soldi per le fontane, preferisce cavalcare demagogicamente i temi dell’ordine pubblico (anche per assecondare il palato grossolano dei moderati, del cui voto da sempre si pasce), armando i pingui vigili urbani di manganello (pardon: “mazzetta rifrangente”) e sparando a zero contro malfattori di ogni risma, mendicanti ed extracomunitari.
L’eccessiva foga di “uomo d’ordine” dell’ultima ora, però, lo sta inducendo a più di un passo falso.
Il più recente è la crociata contro gli avvocati salernitani, da annoverare – secondo lo sceriffo – trai malfattori ed i truffatori.
Certo è stata una brutta azione, anche perché venuta subito dopo l’attacco sferrato dai suoi colleghi di partito Bersani/Visco: un po’ come sparare sul pianista.
Eppure Vincenzo aveva, nel pur recente periodo elettorale, vezzeggiato e blandito la numeroso schiera di avvocati salernitani (giovani e vecchi), promettendo a tutti lavoro (da sempre assegnato ai “soliti noti” amici dei politici) ed una sollecita ultimazione dei lavori alla cittadella giudiziaria.
Per attirarsi gli applausi alla processione di San Matteo, dopo aver plebiscitariamente avuto il sospirato scranno sindacale, ci ha dato “il faro della giustizia”, conscio forse del cono d’ombra nel quale da tempo giace l’avvocatura salernitana.
Poi, di punto in bianco, ha scaricato la folta schiera dei legali, forse perché convintosi di averne imbrigliato i vertici locali.
Per questo, emulo di Tex, ha cominciato a sparare all’impazzata e - convocata apposita conferenza stampa – ha comunicato “urbi et orbi” che la città era infestata da quasi 4.000 ladri in giacca e cravatta, intenti ad intessere lucrose truffe ai danni dell’ente comune.
Il giustizialismo, però, è notoriamente arma a doppio taglio, perché in molti si sono chiesti perché Vincenzo il “castigamatti” abbia taciuto quando, durante la consiliatura appena chiusasi, non poche polemiche hanno investito proprio lo specifico assessorato del Comune.
Son questi, si sa, i misteri della vita e della politica.
Vorremmo, finalmente, offrire a Vincenzo qualche motivo di riflessione: la gran parte dell’avvocatura salernitana ha la “schiena dritta” ed ha fatto della rettitudine e della laboriosità il proprio vangelo di vita.
Pur nelle attuali difficoltà il Foro salernitano ha conservato integro l’antico orgoglio e la sua proverbiale indipendenza da tutti i poteri esterni.
Infatti se Vincenzo potrà trovare qualcuno per il quale “Parigi val bene una messa”, sappia che per lo “zoccolo duro” dell’Avvocatura salernitana, geloso della propria autonomia, varrà sempre il principio opposto: “una messa vale ben più di Parigi, perché è affare di coscienza!”

giovedì, settembre 14, 2006

SARA' IL CONGRESSO DELL'UNITA' ?


A grandi passi si avvicinano le giornate del Congresso Nazionale Forense di Roma.
Le attese dei Colleghi sono grandi, come grande è il senso di ansietà per l’emergenza improvvisa determinatasi con l’approvazione della legge Bersani/Visco.
Purtroppo i segnali che ci giungono dai vertici nazionali dell’Avvocatura, sino ad oggi, non sono confortanti.
Il male antico delle divisioni esasperate, forse per difendere “orticelli personali” oramai inesistenti, è davvero duro ad essere sconfitto.
Infatti, dopo la forzatura della divisione della sede tra Roma e Milano, ora si è giunti (..davvero come i “separati in casa”!) alla spartizione persino della gestione delle giornate dei lavori congressuali.
Il primo giorno è appannaggio del CNF, il secondo spetta all’OUA e – dulcis in fundo – l’ultimo si appartiene alla Cassa Previdenza Forense.
In questo modo si rischia di non fare molto cammino!
I temi congressuali, poi, ci sembrano generici e persino avulsi dalla realtà: probabilmente qualcuno li ha studiati apposta per togliere al Congresso la sovranità decisionale.
Comunque confidiamo nella ragionevolezza di tutti e nella possibile unità dell’Avvocatura italiana, senza “posti al sole” per nessuno e nel necessario rispetto dei ruoli istituzionali.
Nella deprecata ipotesi di fallimento del Congresso, i tempi che ci aspettano saranno – se possibile – ancora più bui e, senza più spazi per le “autoreferenzialità”, noi tutti (dai vertici alla base) dovremo reinventarci un ruolo nella società.

domenica, settembre 10, 2006

E' PROPRIO VERO: L'ERBA DEL VICINO E' SEMPRE PIU' VERDE!


Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Nocera Inferiore

Il Consiglio dell'Ordine, nella adunanza del 26.07.2006, ha deliberato, ex art. 2, Legge 3 agosto 1949, l'apertura del procedimento disciplinare a carico dei Colleghi non in regola con il pagamento dei contributi annuali relativi ad anni antecedenti il 2006.
Il mancato pagamento dei contributi annuali, entro il termine del 27 novembre 2006, comporterà, ai sensi della citata norma, la sanzione della sospensione dall'esercizio professionale a tempo indeterminato.
Il procedimento disciplinare, così come la sanzione eventualmente applicata, sono immediatamente revocati al momento del pagamento delle somme dovute.

mercoledì, settembre 06, 2006

CITTADELLA GIUDIZIARIA: CON SAN MATTEO ARRIVA LA LUCE.


Il nostro recente appello, inerente le problematiche circa l'ultimazione dei lavori alla cittadella giudiziaria (..eterna incompiuta), non è rimasto senza ascolto.
Infatti, secondo l’ormai il consueto rituale settembrino delle “inaugurazioni ad ogni costo”, tra qualche giorno sarà consegnato alla cittadinanza - nel cantiere aperto - il “faro della giustizia”!
L’immagine di questo singolare “monumento”, che dovrebbe illuminare la giustizia salernitana, è quella che vedete qui a fianco (sic!).
Con tutto il rispetto per la sensibilità estetica degli intellettuali “a la page”, che hanno voluto siffatto obbrobrio e che, ora, certamente gongoleranno per questo inutile “fumaiolo”, ci sia consentito di osservare (come avvocato, ma anche come semplice cittadino) – vista la situazione comatosa della giustizia salernitana – che spesso le tragedie, al loro acme, assumono aspetti singolarmente farseschi.
Gesù, fate luce.

mercoledì, agosto 30, 2006

IL SOGNO DELLA CITTADELLA GIUDIZIARIA.


E’ di questi giorni la notizia del blocco dei lavori, più volte sospesi, della Cittadella Giudiziaria, sogno proibito di tutti gli avvocati del nostro foro.

Dopo la travagliata vicenda,che ha riguardato i lavori nel settore civile del nostro Tribunale, il neosindaco ebbe a cavalcare il tema “cittadella giudiziaria” per assicurarsi consensi anche tra gli avvocati, giungendo ad ottenere dichiarazioni televisive esplicite di voto, da parte dei vertici dell’Ordine Forense.

La parola ordine era: “se non votate me la Cittadella non sarà terminata, nemmeno tra tremila anni” (sic!).

Sta di fatto che i Sindacati, ad oggi, lamentano proprio difetto di ascolto da parte del capo, espresso dalle recenti elezioni, dell’amministrazione comunale e – per questo – annunciano guerra aperta.

E gli avvocati?

Gli avvocati, ossia la parte che più di ogni altra ha a cuore l’ultimazione dei lavori, stanno inspiegabilmente a guardare.

Tutto questo, si badi bene, ad onta di una delibera adottata dalla assemblea generale dei colleghi, tenutasi sin dal luglio 2005, che – su proposta di chi scrive – aveva deliberato all’unanimità di costituire una commissione di vigilanza, costituita da avvocati, che potesse sorvegliare l’andamento dei lavori e spingere per la loro sollecita ultimazione.

Non siamo in grado di confermare se questa commissione sia stata costituita o meno dalla maggioranza che, attualmente, regge le sorti dell’Ordine Forense, però è sicuro che nulla è stato fatto per intervenire nella situazione, che sta diventando stagnante.

Potranno i nostri figli lavorare nella nuova cittadella giudiziaria?

venerdì, agosto 18, 2006

IN RICORDO DELL'AVVOCATO GIORGIO AMBROSOLI.



Il ricordo (e l’esempio) di Giorgio Ambrosoli - Avvocato onesto, morto per non aver accettato compromessi - sono una componente essenziale della nostra riflessione, perciò inseriamo nel sito questa lettera, indirizzata da Ambrosoli alla moglie, che contiene il suo testamento spirituale.

"Anna carissima,
è il 25.2.1975 e sono pronto per il deposito dello stato passivo della B.P.I. (Banca Privata Italiana n.d. r.) atto che ovviamente non soddisfarà molti e che è costato una bella fatica.
Non ho timori per me perché non vedo possibili altro che pressioni per farmi sostituire, ma è certo che faccende alla Verzotto e il fatto stesso di dover trattare con gente dì ogni colore e risma non tranquillizza affatto. E’ indubbio che, in ogni caso, pagherò a molto caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il paese.
Ricordi i giorni dell'Umi (Unione Monarchica Italiana n.d.r.) , le speranze mai realizzate di far politica per il paese e non per i partiti: ebbene, a quarant'anni, di colpo, ho fatto politica e in nome dello Stato e non per un partito. Con l'incarico, ho avuto in mano un potere enorme e discrezionale al massimo ed ho sempre operato - ne ho la piena coscienza - solo nell'interesse del paese, creandomi ovviamente solo nemici perché tutti quelli che hanno per mio merito avuto quanto loro spettava non sono certo riconoscenti perché credono di aver avuto solo quello che a loro spettava: ed hanno ragione, anche se, non fossi stato io, avrebbero recuperato i loro averi parecchi mesi dopo.
I nemici comunque non aiutano, e cercheranno in ogni modo di farmi scivolare su qualche fesseria, e purtroppo, quando devi firmare centinaia di lettere al giorno, puoi anche firmare fesserie. Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai che cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo. Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto [... ] Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il paese, si chiami Italia o si chiami Europa.
Riuscirai benissimo, ne sono certo, perché sei molto brava e perché i ragazzi sono uno meglio dell'altro [... ]
Sarà per te una vita dura, ma sei una ragazza talmente brava che te la caverai sempre e farai come sempre il tuo dovere costi quello che costi.
Hai degli amici, Franco Marcellino, Giorgio Balzaretti, Ferdinando Tesi, Francesco Rosica, che ti potranno aiutare: sul piano economico non sarà facile.
Giorgio "

mercoledì, agosto 09, 2006

MEMENTO!




""(...)Non credo che si commettano oggi crimini più grandi che nelle altre epoche...Ma quel che appartiene esclusivamente alla nostra è la trasmutazione del bene in male e del male in bene, è questo rovesciamento di valori che chiude la porta al pentimento e che uccide così la speranza in tanti cuori"
Francois Mauriac 1885-1970

giovedì, agosto 03, 2006

IL DECRETO BERSANI/VISCO, CON LE MODIFICHE DELLA CONVERSIONE.


Ddl di conversione in legge del decreto legge 4 luglio 2006, n. 223 recante «Disposizioni urgenti per il rilancio economico e sociale, per il contenimento e la razionalizzazione della spesa pubblica, nonché interventi in materia di entrate e di contrasto all’evasione»
[Omissis]
Articolo 2
(Disposizioni urgenti per la tutela della concorrenza nel settore dei servizi professionali)
1. In conformità al principio comunitario di libera concorrenza ed a quello di libertà di circolazione delle persone e dei servizi, nonché al fine di assicurare agli utenti un’effettiva facoltà di scelta nell’esercizio dei propri diritti e di comparazione delle prestazioni offerte sul mercato, dalla data di entrata in vigore del presente decreto sono abrogate le disposizioni legislative e regolamentari che prevedono con riferimento alle attività libero professionali e intellettuali:
a) L’obbligatorietà di tariffe fisse o minime ovvero il divieto di pattuire compensi parametrati al raggiungimento degli obiettivi perseguiti;
b) il divieto, anche parziale, di svolgere pubblicità informativa circa i titoli e le specializzazioni professionali, le caratteristiche del servizio offerto, nonché il prezzo e i costi complessivi delle prestazioni secondo criteri di trasparenza e veridicità del messaggio il cui rispetto è verificato dall’Ordine;
c) il divieto di fornire all'utenza servizi professionali di tipo interdisciplinare da parte di società di persone o associazioni tra professionisti, fermo restando che l'oggetto sociale deve essere esclusivo, che il medesimo professionista non può partecipare a più di una società e che la specifica prestazione deve essere resa da uno o più soci professionisti previamente indicati, sotto la propria personale responsabilità.
2. Sono fatte salve le disposizioni riguardanti l’esercizio delle professioni reso nell’ambito del Servizio sanitario nazionale o in rapporto convenzionale con lo stesso, nonché le eventuali tariffe massime prefissate in via generale a tutela degli utenti. Il giudice provvede alla liquidazione delle spese di giudizio e dei compensi professionali, in caso di liquidazione giudiziale e di gratuito patrocinio, sulla base della tariffa professionale. Nelle procedure ad evidenza pubblica, le stazioni appaltanti possono utilizzare le tariffe, ove motivatamente ritenute adeguate, qualche criterio o base di riferimento per la determinazione dei compensi per attività professionali.
2bis. Sono nulli, se non redatti in forma scritta, i patti conclusi tra gli avvocati ed i praticanti abilitati ed i loro clienti che stabiliscono i compensi professionali.

martedì, agosto 01, 2006

INCARICHI LEGALI AL COMUNE DI SALERNO: LA RICREAZIONE E' FINITA?


Giovedì scorso, 27 luglio 2006, si è insediata al Comune di Salerno la Commissione Paritaria - nominata dal neoSindaco - per il conferimento degli incarichi legali di difesa dell'ente.
Apprendiamo, solo da un comunicato stampa del Sindaco, che: "L'organismo nominato dal Sindaco venerdì scorso, d’intesa con l'Ordine degli Avvocati, è composto dai vertici dell'Ordine Forense: Amerigo Montera, Silverio Sica e Giuseppe Corona e dai dirigenti municipali Felice Marotta, Antonio Piscitelli e Luigi Della Greca.
La Commissione paritetica avrà lo scopo di assegnare gli incarichi per il contenzioso legale della Civica Amministrazione adottando una serie di precisi criteri indicati dal Sindaco Vincenzo De Luca: assoluta trasparenza nel conferimento degli incarichi, valorizzazione delle professionalità dei giovani avvocati salernitani, verifica dell'efficacia dell’espletamento dell’incarico, riduzione ed ottimizzazione della spesa legale sostenuta dall'ente".
Dopo l'insediamento, però, non è stato reso noto quali saranno i criteri per il conferimento - da parte della Commissione - dei "sospirati" incarichi, attesi "febbrilmente" da una platea di oltre 3.400 avvocati (giovani ed anziani).
Attediamo fiduciosi di verificare se la "ricreazione" è veramente finita, ma chi sorveglierà i sorveglianti?

venerdì, luglio 28, 2006

Una sconfitta della forca.



Editoriale di Ferrara sul Foglio

Un'ampia maggioranza trasversale è riuscita questa volta a trovare un compromesso su una misura di clemenza e a farle superare alla Camera le forche caudine della norma costituzionale, introdotta nel clima terroristico di tangentopoli, che impone una maggioranza dei due terzi per l'approvazione. L'iter non è finito, non è certo che l'indulto possa essere definitivamente approvato dal Senato prima dell'estate.

I nemici di questo provvedimento puntano a farlo slittare a dopo le ferie, con poca considerazione per le condizioni dei carcerati, nella speranza che la campagna moralistica che hanno messo in piedi possa crescere con il tempo e incrinare la fermezza della maggioranza che si è realizzata alla Camera. Le incertezze sul futuro, però, non possono cancellare il rilievo del fatto politico che si è realizzato già in questa prima fase. L'atto di clemenza, per quanto limitato perché non si è potuto varare un'amnistia, ha un preciso significato politico.


Dopo tangentopoli, per anni e anni, di clemenza non si poteva neppure parlare. C'è voluto l'appello di una personalità come quella di Giovanni Paolo II per rimettere l'argomento all'ordine del giorno, ma neppure questo è bastato, nella scorsa legislatura, per partorire un provvedimento concreto. Il fatto è che alla preoccupazione comprensibile per gli effetti che l'uscita dalle carceri di migliaia di condannati, agitata un po' demagogicamente ma comprensibilmente dalla destra, si è aggiunta la sorda campagna moralistica dei giustizialisti.

Una stravagante graduatoria della pericolosità dei reati, che mette l'evasione fiscale davanti all'omicidio e alla rapina a mano armata, è stata il cavallo di battaglia di questa insinuante azione propagandistica, che ha trovato l'appoggio, anche in questi ultimi giorni, di grandi organi di stampa. Il voto della Camera è stato anche una risposta, per una volta dignitosa e non subalterna, a chi ostenta una superiorità morale ingiustificata e offensiva, magari per bassi intenti propagandistici.

Questo non significa che il morbo giustizialista sia debellato. L'idea che esista una casta alla quale sia attribuita una funzione superiore a quella delle istituzioni democratiche, che debbono invece essere tenute sotto tutela, è dura a morire. L'indulto, di per sé, è un atto umanitario che non ha uno specifico senso politico, ma l'ha assunto per il carattere dell'opposizione giustizialista che ha dovuto sormoritare. In questa battaglia senza vincitori ci sono però degli sconfitti.

martedì, luglio 25, 2006

INTERVENTO TENUTO AL SENATO IL 25/07/2006, DAL SEN. BUCCICO (GIA' PRESIDENTE DEL CNF).


BUCCICO (AN). Signor Presidente, colleghi senatori, le norme che vengono introdotte con la cosiddetta legge Bersani costituiscono un attacco e uno svilimento delle libere professioni e sintomaticamente è stato scelto il ceto forense, che è considerato il ventre molle delle libere professioni, perché, nei confronti degli avvocati si addensano e si aggrumano ormai da secoli antichi pregiudizi. È stato facile per il Governo attaccare le libere professioni ed in particolare gli avvocati, ma gli avvocati sanno e sapranno difendersi e sanno distinguere fra chi vuol difendere la loro libertà e la libertà cittadini, la loro indipendenza e l'indipendenza dei cittadini.
Risibile è stato il tentativo di alcuni colleghi del Gruppo della Margherita di far pervenire a tutti gli ordini forensi un effimero, transitorio, inutile successo nella Commissione giustizia, laddove, a pochi giorni di distanza vi è stato il fuggi fuggi nella Commissione bilancio, quando si è cercato, con il nostro contributo fattivo, di migliorare comunque un testo di legge punitivo nei confronti di ceti tradizionalmente insediati a difesa e a presidio della libertà nel nostro Paese. Soltanto chi ha studiato Adamo Smith sulle dispense di scuola serale in carattere cirillico poteva pensare di liberalizzare un ceto come quello degli avvocati, che ormai assomma 180.000 professionisti ed è altamente liberalizzato e intriso di libertà e di concorrenza.
Invece di intervenire sulle tariffe minime e far cadere il patto di quota lite, che era addirittura vietato come reato, a tutela della indipendenza dell'avvocato, che non poteva condividere la sorte del cliente, occorreva intervenire sulla formazione obbligatoria e sulla qualità. Si è cercata la strada più semplice, non si è cercato il dialogo con la classe forense, anzi è stato evitato e in questa maniera si stanno svilendo, svalutando, snaturando le caratteristiche identitarie non soltanto degli avvocati, ma di tutti i professionisti italiani.
Inoltre, colleghi senatori, con questo sistema non si consegue neppure quella che è la finalità confessata nel decreto Bersani, cioè l'effettiva facoltà di scelta e di comparazione di quelli che vengono eufemisticamente chiamati consumatori, ma che noi vogliamo chiamare cittadini, al pari di tutti gli altri soggetti del nostro Paese. L'Europa viaggia in una direzione opposta a quella che è intrapresa oggi dal decreto Bersani, come dimostra - è stato già ricordato da altri - quello che è scritto nella risoluzione del Parlamento europeo del 23 marzo 2006 sulle professioni legali.
Abbiamo scelto la strada della mercificazione più superficiale, sull'onda mimetica di Paesi che non hanno a cuore la tradizione della cultura del diritto del cittadino, che è la finalità con cui si esercita la professione legale e si esercitano tutte le altre, soprattutto quelle riservate.
Desidero dire al Governo ed ai colleghi della maggioranza che gli effetti che si determineranno da questa mercificazione senza limiti saranno deleteri non tanto per gli avvocati, quanto per i cittadini, anzi soprattutto per i cittadini, nel momento in cui le tariffe minime vengono approvate e viene introdotto il patto di quota lite, che significa assunzione di corresponsabilità della causa da parte dell'avvocato, che diventa titolare della causa, che non difende esclusivamente gli interessi del cliente, ma soprattutto i suoi, nel momento in cui diventa socio del cliente.
Con il patto di quota lite si determinerà inevitabilmente una corsa verso il basso e, mancando in molti il senso etico della responsabilità, questa corsa verso il basso farà crescere la litigiosità, il Governo otterrà l'effetto contrario e non si tuteleranno i diritti dei cittadini.
Voglio ricordare un principio santo nelle democrazie liberali quand'è in gioco il diritto di difesa. Il diritto di difesa può essere soddisfatto soltanto dall'effettività dell'esercizio di tutela di tale diritto, ma quando a parametro comparativo si adotta esclusivamente o anche solo prevalentemente il prezzo della prestazione, il diritto di difesa non può essere né garantito né soddisfatto. Quando in un Paese civile e democratico, ispirato alla tradizione della tripartizione dei poteri, il diritto di difesa viene così svilito ed emarginato, colleghi senatori, è il fondamento stesso della democrazia e della libertà che viene conculcato e accantonato.
In tal modo, non riusciremo a soddisfare in maniera effettiva e seria il diritto dei cittadini. Quando dico noi, intendo i professionisti italiani, che sono un ceto grande e libero, costituito da 2 milioni di persone. Certamente, anche i professionisti italiani hanno le loro responsabilità, perché nel sistema ordinistico forse non sono riusciti a sintonizzarsi con i tempi. Ma qui le responsabilità si sfuggono. Se gli avvocati non riescono a darsi uno statuto normativo dal 1933, i Governi succedutisi dal 1945 ad oggi dovranno pur avere qualche responsabilità.
Intravedo il pericolo maggiore di questa operazione: è soltanto l'inizio dell'erosione, ma non solo dei diritti dei liberi professionisti, perché i liberi professionisti sapranno tutelarsi e difendersi.
Voglio dirlo con molta chiarezza e lo ha accennato ieri anche il senatore Biondi: noi manterremo i nostri codici deontologici. Quella norma assurda e ridicola secondo cui, con questo decreto-legge, si cancellano i codici deontologici, noi non la osserveremo, perché i codici deontologici sono l'abito morale delle libere professioni, provengono dalla nostra indipendenza e sono il fondamento delle nostra libertà! (Applausi dai Gruppi FI e AN).
Lo ha ricordato la Corte costituzionale - insediatasi nel nostro Paese nel 1955, con il ritardo storico di molti anni - in una celebre sentenza del 1956. Lo hanno ricordato, anche recentemente, le Sezioni unite: fonderemo associazioni in cui si sosterrà apertamente che ci atterremo alle tariffe e che non andremo sotto il minimo tariffario, perché soltanto tale soglia minima può garantire la qualità della prestazione professionale.
In effetti, l'essenzialità e l'esigenza delle tariffe sono riconosciute anche dal Governo, nel momento in cui si sostiene che per talune categorie, come gli arbitrati, occorre far riferimento alle tariffe, nel momento in cui, con l'emendamento del Governo e della maggioranza - votato anche da noi in Commissione - si sostiene che per gli appalti bisogna attenersi alle tariffe, e ancora, nel momento in cui si dice che, in giudizio, occorre far riferimento alle tariffe. Le tariffe costituiscono un orientamento e un parametro. Se non manteniamo il limite minimo di garanzia di effettività della prestazione, entreremo nella giungla della tutela dei diritti. Forse è questo che si vuole, perché l'obiettivo politico non è la semplice scalfittura dei diritti di taluni professionisti proveniente dal decreto-legge Bersani.
L'obiettivo politico è un altro: la rivisitazione degli ordini professionali. E poiché dietro Bersani vi è l'ombra di Banquo, cioè l'ombra di Visco, non dimenticatelo, colleghi senatori, perché c'è già stato un tentativo di rapina negli anni passati: l'obiettivo sono le casse professionali, che sono il frutto dei vostri sacrifici e di tutti i professionisti italiani.
In questo modo, si vuole trasformare e snaturare la collocazione dei ceti sociali. Oggi si sostituiscono i professionisti legali con i CAF dei sindacati, perché questa è la verità. I servizi legali sono affidati ai CAF dei sindacati. Domani cercheranno di marginalizzare tali ceti professionali con una diversa collocazione sociale nel nostro Paese. Queste che riaffiorano, purtroppo, soprattutto nella sinistra, sono le vecchie diffidenze marxiane e antiborghesi, cui si affianca il servilismo degli amici della Margherita che si attestano sulle medesime posizioni.
Ebbene, di fronte a questo attacco frontale nei confronti del mondo della libertà e dell'indipendenza, cioè del mondo dei professionisti, penso che sia giusto, utile e necessario che i professionisti oppongano, questa volta positivamente, una strenua resistenza; certo, ossequiosi della legge, perché noi lo siamo sempre, ma riportando nell'effettività delle prestazioni, qualità, competenza, professionalità, autonomia e indipendenza.
Guardate, la libertà e l'indipendenza sono caratteristiche ereditarie e non possono essere sottratte agli uomini, ai cittadini. Le difenderemo votando contro il cosiddetto decreto Bersani e mobilitando il Paese contro questo tentativo liberticida di uccidere, con le libertà dei professionisti italiani, le libertà dei cittadini italiani. (Applausi dai Gruppi AN e FI. Congratulazioni).