mercoledì, luglio 21, 2010

Scioglimento di comunione: la stima dei beni va riferita ai valori correnti all'epoca della divisione.


In tema di scioglimento della comunione ereditaria la stima dei beni, ai fini della formazione delle quote, va riferita ai valori correnti all’epoca della divisione. È quanto emerge dalla sentenza n. 15123/10, emessa dalla seconda sezione civile della Cassazione.
Innanzi ai Giudici di legittimità è stato confermato il verdetto di merito: i valori di riferimento dei beni oggetto della comunione da sciogliere, ai fini della formazione delle quote, devono essere riferiti ai valori correnti.
Escluso quindi che i valori – come invece sosteneva la difesa – debbano essere quelli dell’epoca dell’apertura della successione.
L’erede che abbia apportato miglioramenti ai beni ha diritto al solo rimborso delle spese affrontate e non del valore delle trasformazioni che vanno a incrementare la massa da dividere, non trovando applicazioni le regole di cui all’articolo 1150 cc.
Il successore, infatti, in questo caso, deve essere considerato come un mandatario o un utile gestore dei coeredi.

martedì, luglio 20, 2010

La legge finanziaria all'attacco dell'autonomia della Cassa Previdenza forense.


COMUNICATO STAMPA OUA
MANOVRA ECONOMICA, OUA: ELIMINATA L’AUTONOMIA DELLE CASSE PROFESSIONALI, LE MANI DELLA POLITICA SUI PATRIMONI DEI PROFESSIONISTI!

Dopo l’approvazione al Senato, con il voto di fiducia, della manovra economica, Maurizio de Tilla, presidente dell’Organismo Unitario dell’avvocatura (Oua), raccogliendo le osservazioni dell’assemblea dei delegati dell’Oua, tenutasi a Roma lo scorso fine settimana, attacca la norma che elimina l’autonomia della Casse previdenziali dei professionisti.
«Tanto tuonò che piovve – ha sottolineato de Tilla - la politica è riuscita finalmente con la manovra economica a mettere le mani sui patrimoni delle Casse private. La previsione di autorizzazione ministeriale alle vendite e agli acquisti immobiliari e l’ingerenza pubblica nel reinvestimento del ricavato dalle vendite costituisce una evidente violazione dell’integrità di patrimoni che sono privati in quanto costituiti dai contributi dei professionisti italiani».
A margine dell'assemblea, anche il presidente della Cassa forense, Marco Ubertini, ha commentato: «La norma appare poco comprensibile e, paradossalmente, danneggia le Casse che hanno gestioni prudenti e controllate. Confidiamo in un intervento correttivo in sede parlamentare».
«Peraltro – ha continuato a spiegare il presidente dell’Oua - tale autorizzazione ministeriale non era prevista nemmeno quando le Casse erano enti pubblici. Questa è una palese violazione dell’autonomia gestionale, con intenti espropriativi, che non potrà che essere sanzionata in sede di verifica costituzionale. Gli avvocati italiani – ha concluso de Tilla - sono indignati e temono che questa sia l’anticamera di altri interventi più invasivi diretti all’incameramento degli attivi delle Casse».
Roma, 20 luglio 2010

lunedì, luglio 19, 2010

Assemblea per l'elezione dei delegati al XXX Congresso Naz. Forense.


CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI SALERNO
Il Consiglio, nella seduta del 19 luglio 2010 , ha indetto l’Assemblea degli iscritti, in prima convocazione per il giorno 09 settembre 2010, ore 8,00 e in seconda convocazione, per lo stesso giorno 09 settembre 2010, ore 10,00, presso l’Aula Mario Parrilli del Palazzo di Giustizia per deliberare sul seguente
ORDINE DEL GIORNO
Elezione n.19 delegati al XXX Congresso Nazionale Forense che si terrà in Genova dal 25 al 27 novembre 2010.
I Colleghi che intendono far parte della delegazione sono invitati, per motivi organizzativi, ad avanzare la propria candidatura dandone comunicazione scritta alla segreteria dell’Ordine entro le ore 12 del 27 agosto 2010 ,fermo restando che sono eleggibili tutti gli iscritti all’Albo alla data del 31.12.2009.
Poiché il regolamento congressuale prevede che i delegati devono essere eletti a scrutinio segreto, dagli iscritti, le operazioni di voto si svolgeranno il giorno 09 settembre 2010 dalle ore 10 alle ore 17.
L’elettore potrà esprimere 12 preferenze, ai sensi dell’art.2/2 della mozione n.27 approvata al Congresso Straordinario di Verona.
Risulteranno eletti i primi diciannove candidati che avranno riportato il maggior numero di preferenze e risulteranno supplenti i primi diciannove candidati non eletti.
Si raccomanda ai Colleghi che risulteranno eletti di garantire la propria partecipazione ai lavori congressuali ed alla votazione finale.
Ulteriori eventuali chiarimenti potranno essere richiesti presso la Segreteria.
Dal Palazzo di Giustizia,19 luglio 2010

Il Presidente
Avv.Americo Montera
Il Consigliere Segretario
Avv.Gaetano Paolino

La prossima riunione del COA di Salerno.


CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI SALERNO
ORDINE DEL GIORNO
Tornata del 27 luglio 2010 (ore 9,00)
1. Lettura ed approvazione verbale precedente
2. Comunicazioni del Presidente
3. Iscrizioni e cancellazioni
4. Pareri
5. Istanza al CdO del Presidente III sez.civ.-Rel.Cons.Avv.Cassandra-*
6. Ammissioni gratuito patrocinio
7. Settore civile Tribunale sede centrale-Organizzazione-determinazioni-Rel.Cons.Avv.Spirito
8. Ricorso a carico Avv.G.P.-determinazioni-Rel.Cons.Avv.Majello
9. Vertenza Equitalia-Polis-Rel.Cons.Tesoriere
10. Stato recupero morosità-Attivazione procedimento sospensione:nomina relatori-Rel.Cons.Tesoriere-
11. Regolamentazione giorni ed orari servizio biblioteca
12. Assunzione delibera per media conciliazione ed altre iniziative governative interessanti l’Avvocatura
13. Pianta organica-determinazioni-Rel.Cons.Avv.Visconti-
14. Fondo accessorio dipendenti-determinazioni-Rel.Cons.Avv.Visconti-
15. Variazione bilancio preventivo 2010-Rel.Cons.Tesoriere-
16. Esposto Avv.ti S.D.L. e D.S.-Rel.Cons.Avv.Cacciatore-
17. Convenzione tra CdO e Corte di Appello penale per la formazione e l’orientamento dei praticanti Avvocati.Rel.Cons.Avv.Cacciatore
18. Sussidi e contributi
19. Varie ed eventuali

Il Presidente
Avv.Americo Montera

Il Consigliere Segretario
Avv.Gaetano Paolino

domenica, luglio 18, 2010

Esenti da tasse le targhe degli avvocati, se non contengono messaggi pubblicitari.


Gli avvocati non sono tenuti a pagare l'imposta sulla pubblicità, per le targhe che riportano soltanto i nomi dei professionisti, l'attività svolta e il luogo dello studio, senza nessun altro messaggio pubblicitario.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 16722 del 16 luglio 2010, ha messo sullo stesso piano delle aziende, ai fini dell'imposta sulle pubblicità, i professionisti.
In particolare la Sezione Tributaria, richiamando anche la giurisprudenza della Corte di giustizia, ha accolto il ricorso di due avvocati che avevano esposto una targa contente solo i nomi il tipo di attività e il luogo di ubicazione dello studio.
L'interpretazione data s’allinea ad una circolare del Ministero dell'economia e delle finanze del maggio del 2002, secondo cui "devono essere ricomprese tra le fattispecie che godono del beneficio in questione i mezzi pubblicitari esposti dai professionisti (medici, avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri, ecc.), che possono rientrare nella definizione di cui al citato art. 47 del d.P.R. n. 495 del 1992, in quanto assolvono al compito di individuare la sede dove si svolge un'attività economica".
Insomma, ha precisato il Supremo Collegio "è pur vero che la norma di esenzione in esame, richiamando le attività commerciali e quelle di produzione di beni o servizi, sembra riferibile, in senso letterale, alle attività esercitate dall'imprenditore e non anche a quelle svolte dal libero professionista".
Tuttavia secondo la consolidata giurisprudenza della Corte di giustizia, "nell'ambito del diritto della concorrenza, la nozione di impresa abbraccia qualsiasi entità che eserciti un'attività economica, a prescindere dallo status giuridico della detta entità e dalle sue modalità di finanziamento e costituisce un'attività economica qualsiasi attività consistente nell'offrire beni o servizi su un mercato determinato".
Si è, pertanto, in particolare, ritenuto che, "gli avvocati offrono, dietro corrispettivo, servizi di assistenza legale consistenti nella predisposizione di pareri, di contratti o di altri atti, nonché nella rappresentanza e nella difesa in giudizio. Inoltre, essi assumono i rischi finanziari relativi all'esercizio di tali attività poiché, in caso di squilibrio tra le spese e le entrate, l'avvocato deve sopportare direttamente l'onere dei disavanzi."
Dunque anche gli avvocati "svolgono un'attività economica e, pertanto, costituiscono imprese ai sensi degli artt. 85, 86 e 90 del Trattato, senza che la natura complessa e tecnica dei servizi da loro forniti e la circostanza che l'esercizio della loro professione è regolamentato siano tali da modificare questa conclusione".
In poche parole, ha concluso la Corte, "in ossequio ai richiamati principi del diritto comunitario, non è ammissibile che l'avvocato (e il libero professionista in genere) possa essere soggetto, nella materia de qua, ad un regime fiscale differenziato - e più gravoso - rispetto a quello riservato a coloro che svolgono una qualsiasi altra attività economica (in regime concorrenziale)".

sabato, luglio 17, 2010

Cnf: “Il governo cambi metodo. La riforma del processo civile non serve solo alla tutela del credito, ma anche a quella dei diritti dei cittadini”.


Roma. 16/07/2010 - “Una grande delusione”. E’ tranchant il giudizio che il Consiglio nazionale forense, nelle parole del presidente Guido Alpa, esprime nei confronti delle iniziative del governo in materia di giustizia di cui si contesta la logica, tutto protesa “al mercato”.
Brucia ancora la recente iniziativa del Governo nell’ambito della Manovra finanziaria, vale a dire la presentazione dell’emendamento sull’ausiliario del giudice, poi ritirato anche per l’intervento deciso dello stesso Cnf. Brucia perché se questo è il metodo, temono gli avvocati, potrebbe essere riapplicato nuovamente.
Non solo. Se la norma sull’ausiliario del giudice è stata bloccata, nella Manovra finanziaria approvata ieri con la fiducia al Senato è stato introdotto l’aumento del contributo unificato, che riguarderà anche per la prima volta i ricorsi in Cassazione. “Rendere più difficile e costoso l’accesso alla giustizia è una misura anti-sociale”, ha detto Alpa durante la conferenza stampa tenutasi oggi presso la sede del Cnf, presenti anche il vicepresidente Carlo Vermiglio e i consiglieri Carlo Allorio e Aldo Morlino.
“Siamo consapevoli delle difficoltà in cui versa la giustizia, ed è nostro interesse collaborare attivamente per superarle. Ma non con questo metodo così estemporaneo”, sottolinea il presidente. Per Alpa, i problemi si stanno affrontando dalla coda anziché dalla testa. L’approccio corretto sarebbe quello di iniziare a investire risorse, a potenziare il processo telematico, a organizzare meglio strutture e personale. “Gli interventi sulle disposizioni processuali vengono solo dopo e devono essere ben ponderati”. Alpa ricorda che il Cnf ha tra i suoi compiti istituzionali quello di esprimere pareri sui disegni di legge che il governo vara in materia di giustizia, un compito che “il ministero ci impedisce di svolgere assumendo iniziative che noi apprendiamo dai giornali”.
Il ministro Angelino Alfano andrà giovedì in Confindustria a parlare di processo civile. “Ci aspettiamo che il ministro della giustizia parli di processo innanzitutto con avvocati e magistrati, che ne sono il cuore. Confindustria ha le sue ragioni di interesse, visto che ritiene che la tutela del credito sia fondamentale per lo sviluppo economico. Ma vogliamo ricordare al ministro che oltre alla tutela del credito vi sono i diritti delle persone, degli interessi familiari, dei consumatori. Un sistema di diritti che va oltre il mero sviluppo del mercato. I cittadini hanno diritto ad ottenere giustizia da giudici togati. La giustizia è una funzione essenziale dello Stato di diritto e non può essere appaltata all’esterno”.
Gli avvocati già collaborano per cercare di migliorare un sistema che ormai è in stato comatoso: “nei tribunali, gli avvocati sono costretti a portarsi dietro la carta per le fotocopie; a verbalizzare al posto dei cancellieri, che non ci sono; i Consigli dell’Ordine si offrono di battere a macchina le sentenze che altrimenti verrebbero depositate in minuta”. Questo è un sistema che invoca interventi organici.
Inoltre anche le ultime leggi, come quella sulla mediazione e sul processo amministrativo, mostrano delle gravi mancanze.
“ Gli obiettivi sono condivisibili, ma la mediazione così come è stata congegnata rischia di implodere: e sul processo amministrativo si poteva osare di più visto che il consiglio dei ministri ha approvato un testo di riforma che rende meno facile l’accesso alla giustizia dei cittadini nei confronti della pubblica amministrazione”. Tutto mentre l’avvocatura attende la riforma dell’ordinamento professionale, bloccata al Senato. “E’ vero che ci sono state alcune emergenze che hanno fatto passare in secondo piano la riforma. Ma ora ci aspettiamo che il parlamento approvi celermente la proposta di legge. La riforma professionale è centrale per il rilancio dell’efficienza della giustizia. La delibera approvata. Ieri il Cnf ha approvato una delibera dura per stigmatizzare le modalità sporadiche con cui il governo tratta i temi della giustizia. “Quella del’ausiliario del giudice è stata una iniziativa inaccettabile nel metodo e nella sostanza”, si legge. Quanto al metodo, il Cnf rileva di “non essere stato coinvolto nel processo di elaborazione dell’emendamento; con riguardo alla sostanza, la delibera boccia i contenuti di quell’emendamento, che il ministro Alfano ha dichiarato di voler trasferire in un disegno di legge, “perché esso esprime l’ennesimo intervento settoriale, sporadico e gravemente sospetto di incostituzionalità”.
“L’Avvocatura, che il Cnf rappresenta”, si legge nella delibera, “ è consapevole dei problemi della giustizia ed è la prima interessata a risolverli ma con progetti organici che richiedono, tra l’altro, l’allestimento di un affidabile e realmente efficiente sistema di conciliazione, la riduzione dell’arretrato, la promozione del processo telematico, la ripartizione ottimale del carico di lavoro nelle diverse sedi giudiziarie”. L’avvocatura ha già compiuto un passo importante, raccordandosi in tutte le sue componenti per varare una proposta di riforma di ordinamento professionale unitaria, ma il progetto di legge langue al senato.
“L’approvazione in tempi rapidissimi della proposta di modifica dell’ordinamento professionale forense-che rappresenta l’ennesima promessa inadempiuta- è elemento centrale ed indispensabile di questo quadro organico di riforma”, ribadisce il Cnf che sottolinea ancora come “il presidio delle garanzie di libertà, dei diritti fondamentali, della stessa legalità, è connaturale al ruolo che l’Avvocatura assolve in ogni Stato di diritto e il Cnf ritiene di confermare il proprio impegno nel perseguire questi obiettivi nonostante gli sforzi effettuati per la qualificare la professione forense e la delusione delle promesse inspiegabilmente disattese relative alla rapidità di approvazione della legge professionale e alla assunzione di rimedi contro la elefantiasi del numero degli iscritti agli albi”.

La Giustizia.....bendata!


LA GIUSTIZZIA

Tra le quattro vertù ch'er monno (1) spera
C'averìano d'avè li cardinali (2)
Ce' sta dipinta la Giustizzia vera
Come l'hanno da fà li tribbunali.
Tie (4) in mano uno spadone e una stadera:
Carca (5) un aggnello sotto a li stivali:
E sta bennata(6) co una benna nera,
Quann'io, pe me, je metterìa (7) l'occhiali.
Ma come, cristo!, ha da trovà Ia strada,
Cusì orba la povera Giustizzia,
De contà l'once (8) e de calà la spada?
Come pò vede (9) mai si la malizzia
De li curiali' (10) je dà grano o biada,
E ss'è zucchero-d'orzo o regolizzia? (11)

Giuseppe Gioacchino Belli

(1)Il mondo; (2) Che dovrebbero avere le virtù cardinali; (3) Ci; (4) Tiene; (5) Calca (6) Bendata (7) Metterei; (8) Lett.: contare le once, cioè la dodicesima parte della libbra. Vuol dire: mantenere il massimo scrupolo nel suo giudizio; (9) Vedere; (10) Gli uomini che amministrano la legge; (11) Liquirizia.

mercoledì, luglio 14, 2010

Appalti: Anm chiede dimissioni magistrati coinvolti.


ROMA (Reuters) - L'Associazione nazionale magistrati ha chiesto oggi che i magistrati i cui nomi risultano coinvolti nelle inchieste su presunti appalti pilotati lascino i rispettivi incarichi negli uffici giudiziari cui appartengono.
Lo ha reso noto con un comunnicato il Comitato direttivo centrale (Cdc) del "sindacato" delle toghe.
"Il Cdc dell'Associazione nazionale magistrati auspica che i magistrati coinvolti, indipendentemente dall'accertamento di eventuali responsabilità, abbiano la sensibilità istituzionale di fare un passo indietro e liberare l'istituzione da ogni ombra di sospetto", dice la nota.
Il comitato ha ribadito la richiesta avanzata dai giorni scorsi dal presidente dell'Anm Luca Palamara e da Cascini di "un intervento immediato delle istituzioni competenti per il completo accertamento delle responsabilità e per sanzionare eventuali comportamenti illeciti".

Mobilitazione dell'Avvocatura: assemblea generale dell'OUA (16/07/2010).

CRISI DELLA GIUSTIZIA, OUA: L’AVVOCATURA NON ABBASSA LA GUARDIA E SI MOBILITA.
I NODI CRITICI: ROTTAMAZIONE DEL PROCESSO CIVILE, MEDIACONCILIAZIONE, RIORGANIZZAZIONE DELLA MACCHINA GIUDIZIARIA, RIFORMA FORENSE
VENERDÌ 16 luglio 2010 ASSEMBLEA NAZIONALE DELL’OUA A ROMA
Dalle ore 11, presso la Cassa Forense.

(Via Ennio Quirino Visconti, 8 - Sala Seminari 1° piano)
Nei giorni scorsi il Governo ha presentato un emendamento alla manovra economica per la rottamazione dei processi pendenti nel civile, poi, dopo una forte e unitaria protesta della categoria forense, la proposta è stata ritirata. Per l’Organismo Unitario dell’Avvocatura tuttavia la partita non si è ancora chiusa e con tutta probabilità assisteremo ad ulteriori colpi di scena, oltretutto in un momento storico che vede gli avvocati sotto attacco su più fronti: la nuova media-conciliazione, i tentativi di eliminare l’autonomia delle casse previdenziali dei professionisti, sempre nella manovra economica e con il consueto balletto di emendamenti correttivi, la mancata riforma della professione forense e del giudice laico, e, infine, l’assenza di risposte alle proposte di riorganizzazione della macchina giudiziaria a suo tempo avanzate, insieme a tutti gli operatori del settore (inclusa l’Anm), con il “Patto per la giustizia”. Per tutte queste ragioni, venerdì 16 luglio si terrà a Roma, un’Assemblea dell’OUA aperta a tutte le componenti dell’avvocatura. Dalle ore 11, presso la Cassa Forense (Via Ennio Quirino Visconti, 8 - Sala Seminari 1° piano).
Le ragioni dell’iniziativa le spiega Maurizio de Tilla, presidente Oua: «Abbiamo tutti assieme sventato un ulteriore attacco alla credibilità della giustizia anche se bisogna rimanere vigili. Probabilmente è in arrivo il solito maxi-emendamento – con la fiducia – del quale non conosciamo i contenuti. Intanto sulla media-conciliazione il Ministro della Giustizia tace nonostante l’impegno espresso a Baveno di aprire un confronto con le rappresentanze forensi sui punti proposti dall’Avvocatura (presenza necessaria dell’avvocato, eliminazione dell’obbligatorietà della conciliazione, modifica del meccanismo dell’informativa e dell’annullabilità del mandato, proposta di conciliazione solo su richiesta delle parti, criteri chiari sulla competenza territoriale)».
«Ritarda anche la riforma dell’ordinamento forense –conclude de Tilla - e si preannunciano prospettive fosche sul giudice laico e sull’assetto dell’apparato della giustizia. Per tutte queste ragioni, venerdì 16 luglio si terrà a Roma, un’Assemblea dell’OUA aperta a tutte le componenti dell’avvocatura: è tempo di mobilitazione generale e di forti iniziative».
Roma, 13 luglio 2010

Nel processo l’avvocato può diventare anche testimone (Cass. Civ. sent. n. 16151 dell’8 luglio 2010).


L'avvocato può assumere nello stesso processo (civile e penale), anche se non contestualmente, la veste di testimone e difensore.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione che, con la sentenza n. 16151 dell’8 luglio 2010, ha respinto il ricorso di una donna che contestava la testimonianza del difensore della controparte, prima che questo assumesse l’incarico, in un procedimento di sfratto per morosità.
La terza sezione civile ha motivato sostenendo che la posizione del legale non può essere equiparata a quella dei magistrati sulle incompatibilità processuali.
Qui si tratta prevalentemente di un problema di "deontologia professionale" o comunque di una questione da risolvere con una legge.
In motivazione è stato ritenuto che “dipende dalle regole deontologiche se dovrà essere data la prevalenza all'ufficio di testimone o al ruolo di difensore, ovvero se la scelta dovrà essere lasciata al difensore”.
Rimane comunque fermo che, a differenza del carattere assoluto dell'incapacità del giudice o del pubblico ministero ad assumere la funzione di testimone, le funzioni di testimone e di difensore si pongono in un rapporto d’ incompatibilità alternativa.
Insomma, “non sussiste un'incompatibilità tra l'esercizio delle funzioni di difensore e quelle di teste nell'ambito del medesimo giudizio, se non nei termini della contestualità, per cui contemporaneamente il difensore non può anche essere testimone”.

Corte Appello Salerno: orari ridotti di apertura cancellerie, nel periodo feriale.

martedì, luglio 13, 2010

....I sette nani!

Avvocati: le prossime scadenze previdenziali.

Schifani: Ambrosoli vero 'eroe borghese', credeva in giustizia e verita'.


Roma, (Adnkronos) - "La sera dell'11 luglio 1979 l'avvocato Giorgio Ambrosoli veniva ucciso poco prima di portare a termine il suo mandato di commissario liquidatore della Banca Privata Italiana. Nella ricorrenza del trentunesimo anniversario del barbaro assassinio per mano mafiosa, desidero ricordare con rinnovata commozione il sacrificio estremo di un uomo che ha pagato con la vita un costante impegno professionale caratterizzato da assoluta onesta' e integrita' morale. A lui la coscienza civile dell'Italia deve molto: Ambrosoli e' stato un vero 'eroe borghese', un cittadino esemplare la cui unica colpa e' stata di aver creduto nei valori di liberta', legalita', giustizia e verita'. Il suo sacrificio, come quello di tutte le vittime della mafia, ci ricorda sempre l'importanza di vigilare al fine di tutelare gli alti valori per i quali costoro hanno lottato".
Cosi' il messaggio del presidente del Senato, Renato Schifani, in occasione del 31° anniversario dell'assassinio di Giorgio Ambrosoli.

lunedì, luglio 12, 2010

Mancata attribuzione spese processuali: va emendata con la correzione d’errore materiale.


PROCEDIMENTO CIVILE – OMESSA PRONUNZIA SULL’ISTANZA DI DISTRAZIONE DELLE SPESE – AMMISSIBILITA’ DEL PROCEDIMENTO DI CORREZIONE – SUSSISTENZA- FONDAMENTO
In caso di omessa pronuncia sull’istanza di distrazione delle spese proposta dal difensore è ammissibile – anche valorizzando il disposto del secondo comma dell’art. 93 c.p.c. - il procedimento di correzione degli errori materiali, poiché la suddetta omissione si configura, ordinariamente, come il frutto di una mera svista o dimenticanza in relazione all’adozione di un provvedimento sul quale il giudice non può, di norma, esercitare alcun sindacato, con l’applicabilità, in sede di legittimità, dello stesso procedimento come richiamato dall’art. 391 bis dello stesso codice di rito.
(Sezioni Unite Civili, Presidente V. Carbone, Relatore S. Salvago- Sentenza n. 16037 del 7 luglio 2010)

Tribunale di Salerno: ritiro produzioni di parte.


CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI di SALERNO
I Colleghi sono invitati a ritirare, entro il 30.10.2010, i propri fascicoli di parte relativi alle liti definite da oltre un triennio.
Trascorso tale termine, ai sensi dell’art.2916 C.C. nonchè dell’art. 14 delle disposizioni regolamentari del servizio civile della Corte Suprema di Cassazione,si procederà all’eliminazione di detto materiale.
Gli interessati potranno rivolgersi alla cancelleria del Ruolo Generale Civile tutti i giorni lavorativi dalle ore 12,00 alle ore 15,00.
Per eventuali chiarimenti potranno contattare i numeri telefonici 089-5645510, e-mail: eleonora.gambardella@giustizia.it ( 1^ sezione civile ); 089-5645572, e-mail: carla.autuori@giustizia.it (2^ sezione civile ); 089-5645541, e-mail: vincenzo.taiani@giustizia.it ( ruolo generale civile )
Dal Palazzo di Giustizia,12 luglio 2010

sabato, luglio 10, 2010

Ecco chi sono i 16 togati eletti per il nuovo Csm.


Per la Cassazione, sono Aniello Nappi di Md (2.665 voti) e Riccardo Fuzio di Unicost (1.999).
Tra i pm eletti il più votato è stato Angeloantonio Racanelli (pm romano) di Mi con 1.465 preferenze, seguito da Paolo Auriemma (pm romano) di Unicost con 1.308, Vittorio Borraccetti di Movimento-Md con 1.272, e l'indipendente Roberto Rossi con 1.219.
Anche per i togati eletti in quota "giudicanti", è il trionfo di Mi con Tommaso Virga con 669 preferenze.
Gli altri eletti nella quota riservata ai giudici: Mariano Sciacca, giudice al tribunale di Catania, (Unicost) con 641 voti; Pina Casella, giudice a Napoli (Unicost) con 610 voti; Alberto Liguori, presidente del tribunale di sorveglianza di Catanzaro (Unicost) con 577; Francesco Cassano, consigliere presso la Corte d'appello di Bari (Magistratura democratica) con 567 voti; Paolo Carfì, consigliere presso la Corte d'appello di Milano (Movimento per la giustizia) con 549 voti; Alessandro Pepe, giudice al tribunale di Napoli, (Magistratura Indipendente) con 541 voti; Giovanna Di Rosa, giudice all'ufficio di sorveglianza di Milano (Unicost) con 541 voti ; Francesco Vigorito, presidente di sezione al tribunale di Roma,(Magistratura democratica) con 523 voti e Paolo Corder, giudice al tribunale di Venezia con 504 voti.

Il Governo prepara la rottamazione della Giustizia Civile!


COMUNICATO STAMPA

MANOVRA ECONOMICA, OUA: IL GOVERNO PREPARA LA
ROTTAMAZIONE DELLA GIUSTIZIA CIVILE. INSUFFICIENTE LA RIFORMULAZIONE DELL'EMENDAMENTO

L’OUA INVIA UNA LETTERA A TUTTI I CONSIGLI DEGLI ORDINI DEGLI AVVOCATI E ALLE ASSOCIAZIONI CONTRO LA PROPOSTA DEL GOVERNO SUI PROCESSI CIVILI PENDENTI

Maurizio de Tilla, presidente Oua: “La riformulazione dell'emendamento è insufficiente. Si vuole costruire un processo kafkiano in cui non si conosce chi sia il giudice e quali siano i diritti controversi”
L’Oua, con una lettera inviata a tutti i consigli degli ordini degli avvocati, ribadisce il totale dissenso all’emendamento, e alla sua successiva riformulazione, alla manovra economica presentato dal Governo al Senato per lo smaltimento delle cause pendenti nel processo civile.
«La giustizia civile va a scomparire triturata da un ulteriore inceneritore giudiziario. Così si può qualificare l'ultimo maldestro intervento governativo».
Questo il duro incipit della lettera scritta dal presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla, che così spiega le conseguenze di questa proposta dell’Esecutivo: «Dopo la stesura di un programma di priorità nella trattazione delle cause pendenti da parte del Presidente del Tribunale o della Corte d’Appello, il giudice senza ascoltare le parti e i difensori nomina un “ausiliario” previa consultazione di un albo formato senza alcun criterio selettivo (qualità, professionalità, competenza specifica) dal capo dell'ufficio giudiziario.
A questo imprecisato soggetto viene affidato il compito di studiare celermente l'incartamento e di preparare una decisione che viene comunicata alle parti costituite. Ai difensori è consentito di dichiarare entro 30 giorni dalla comunicazione se intendono accettare la proposta di decisione.
In realtà non più il giudice, ma un suo "ausiliario" - di improbabile terzietà e competenza - diventa il "factotum" del processo e le parti e i difensori non hanno più scampo. Il processo assume così i connotati di un famoso libro di Kafka in cui non si conosce chi sia il giudice e quali siano i diritti controversi».
Questa la dura conclusione di de Tilla: «Dopo la mediazione obbligatoria e senza avvocato (tesa a far trascorrere un anno senza poter notificare l’atto di citazione), dopo l’annuncio che le separazioni e i divorzi vengano affidati ai notai, ecco l'emendamento del governo sulla manovra economica con cui il giudice può nominare un ausiliario per la definizione celere delle cause pendenti, fissate a più di sei mesi per le conclusioni o la discussione. Siamo alla rottamazione del processo civile e dei diritti dei cittadini.
L’OUA chiede l’eliminazione di questo emendamento altrimenti la protesta dell’Avvocatura sarà durissima.
Solo dopo il ritiro si potrà aprire un tavolo di lavoro del Ministro con l’OUA, il CNF e le componenti associative dell’Avvocatura per trovare soluzioni efficaci e pertinenti per lo smaltimento dell’arretrato civile».
Roma, 9 luglio 2010

L'aforisma del sabato.

venerdì, luglio 09, 2010

Casa coniugale: va restituita ai suoceri, anche se assegnata in sede di separazione.


Non è infrequente il caso che i coniugi vivano nella casa “prestatagli” dai genitori.
In caso di separazione la medesima abitazione, già adibita a residenza familiare, potrebbe essere assegnata ad uno dei coniugi affinché possa continuare a viverci con la prole.
Ciò nonostante i suoceri possono richiedere la restituzione dell’immobile quando si tratti di “comodato precario” o “comodato senza determinazione di durata” (art.1810 c.c.) in cui non è stato stabilito un termine per la restituzione dell’immobile né tale termine è desumibile dall’uso a cui la cosa doveva essere destinata.
In tal caso, infatti, il termine finale del rapporto è rimesso alla sola volontà del comodante (genitore) e non assume alcun rilievo il fatto che “… l’immobile sia stato adibito a uso familiare e sia stato assegnato, in sede di separazione tra coniugi, all’affidatario dei figli”.(Cass. Civ. n.15986/2010)

Cnf: con l’ausiliario del giudice in atto la parodia della giustizia.


Roma. Il Consiglio nazionale forense esprime ferma protesta e tutta la sua contrarietà all’emendamento del governo (n. 48.0.1000) che introduce la figura dell’ausiliario del giudice, presentato ieri in commissione bilancio al senato nell’ambito della discussione sulla manovra finanziaria, destinata ad essere approvata con il voto di fiducia, e ne chiede fermamente lo stralcio.
“Le regole introdotte surrettiziamente nel testo della manovra finanziaria per risolvere i problemi della giustizia sono presentate come volte al rilancio della competitività, ma riguardano solo in minima percentuale il contenzioso delle imprese, estendendosi invece alla totalità dei giudizi, avendo ad oggetto i diritti della persona, i rapporti familiari, la proprietà, il credito, di responsabilità civile”, interviene duramente il presidente Guido Alpa.
“Le regole incidono sull’accesso alla giustizia, garantito costituzionalmente, ed espressione di una funzione inalienabile dello Stato. Provocano anche una crisi di identità, perché il cittadino paga il suo contributo per adire un giudice (togato) e si ritrova un notaio, il quale, anziché rogare atti pubblici, predispone progetti di sentenza; confidando nel ruolo del giudice, si ritrova al suo posto un funzionario che aderisce ad un progetto predisposto da un soggetto estraneo al processo; quest’ultimo viene qualificato come ausiliare, ma non svolge una funzione di assistenza bensì assolve la funzione pubblica attribuita dalla Costituzione solo al giudice ; il cittadino vuol provare in giudizio il suo diritto, e si ritrova davanti al cancelliere a cui è delegata l’assunzione della prova, la cui valutazione non sarà fatta dunque dal giudice ma da un funzionario dell’apparato amministrativo, a spese delle parti; si aspetta alla fine del processo di leggere la sentenza, e si ritroverà una motivazione breve; se la vorrà intera dovrà farsene carico, e sarà penalizzato se non ha accettato la proposta. Troverà poi un ulteriore aumento del costo dell’accesso e penalità per istanze respinte! La fiducia dei cittadini nella giustizia di Stato sarà ulteriormente minata, e si dovrà provvedere ad un sistema alternativo, fondato sull’arbitrato”.
Alpa accoglie positivamente le osservazioni critiche espresse nel parere all’emendamento reso ieri dalla Commissione Giustizia del Senato, ma sottolinea che “anche se fossero accolte, esse non risolverebbero il problema in radice, e cioè ridurre il contenzioso mediante modalità democraticamente discusse e (soprattutto) conformi al dettato costituzionale. Le innovazioni sono capitali, meritano di essere analizzate dalle istituzioni, dagli esponenti della categoria forense e dagli esponenti della comunità scientifica. Questo testo, anziché migliorare la macchina del processo, mette in atto una triste rappresentazione teatrale, la parodia della giustizia, contro la quale protesta vivamente il Consiglio nazionale forense. E’ una manovra che nulla ha a che fare con la stabilizzazione finanziaria e con la competitività economica quindi il Consiglio chiede che il Parlamento stralci queste regole dal testo, destinato ad essere approvato con il voto di fiducia. Altrimenti l’avvocatura ricorrerà ad ogni mezzo (compreso il ricorso alla giustizia in sede europea oltre che alla Corte Costituzionale) per far dichiarare illegittime norme che violano i diritti fondamentali del cittadino, non risolvono i problemi della giustizia e contraddicono i principi che informano la cultura giuridica europea allontanandoci ancora di più dall’Europa".

giovedì, luglio 08, 2010

Manovra Governo vuole distruggere la giustizia civile.


COMUNICATO STAMPA

MANOVRA ECONOMICA, EMENDAMENTO DEL GOVERNO PER RIDURRE IL CONTENZIOSO PENDENTE NELLA GIUSTIZIA CIVILE.

MAURIZIO DE TILLA, OUA: INACCETTABILE, CON QUESTA PROPOSTA IL GOVERNO DEMOLISCE LA GIUSTIZIA ITALIANA

Oggi al Senato è stato presentato dal Governo un emendamento (48 bis) dal titolo: “Interventi urgenti per il rilancio della competitività attraverso la riduzione del contenzioso civile pendente”.
Una proposta che prevede una contingentazione dei tempi da parte dei presidenti dei Tribunali e delle Corti di Appello attraverso un programma di riduzione del contenzioso civile pendente e per l’attuazione nel settore civile del principio di ragionevole durata del processo.
Si conferisce al capo dell’ufficio giudiziario l’attuazione di un albo di ausiliari di cui si potrà avvalere il giudice per una più rapida definizione della controversia.
Gli ausiliari potranno essere: avvocati con almeno cinque anni di iscrizione all’albo, giudici onorari (anche se cessati dal servizio, ma da non più di cinque anni) notai, anche collocati a riposo; avvocati dello stato, magistrati ordinari, contabili e amministrativi a riposo. Docenti e ricercatori universitari di materie giuridiche, anche a riposo. Immediate e dure le reazioni dell’avvocatura.

Per il presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, Maurizio de Tilla, stiamo assistendo ad una vera e propria “demolizione della giustizia italiana”: «Con questo emendamento – spiega - si colpisce ulteriormente il nostro sistema giudiziario sottraendo ai magistrati parte del contenzioso civile pendente e affidandolo a diverse figure professionali. Questi ausiliari potranno essere: avvocati con almeno cinque anni di iscrizione all’albo, giudici onorari (anche se cessati dal servizio, ma da non più di cinque anni) notai, anche collocati a riposo; avvocati dello stato, magistrati ordinari, contabili e amministrativi a riposo. Professori e ricercatori universitari di materie giuridiche, anche a riposo. L’ennesima scelta basata sulla filosofia dell’emergenza e della compressione dei diritti dei cittadini.
Il progetto è ormai chiaro e si basa su tre motori di demolizione del sistema-giustizia, il primo è stata l’approvazione della media-conciliazione con le modalità che abbiamo lungamente contestato in questi mesi, il secondo è la proposta avanzata dal ministro Alfano la settimana scorsa di affidare ai notai la materia delle separazioni coniugali; il terzo è l’emendamento alla manovra economica presentato oggi alla commissione attività produttive del Senato».

«L’avvocatura italiana –conclude de Tilla - già in stato di agitazione, ha indetto una settimana di protesta dal 10 al 16 di ottobre. Ma già nei prossimi giorni avvieremo ulteriori iniziative per contrastare l’approvazione di questo emendamento che danneggia in modo inequivocabile il funzionamento della nostra giustizia»

Roma, 7 luglio 2010

Notaio risponde per mancate visure, anche in caso di disorganizzazione della conservatoria.


La Suprema Corte, con la sentenza n.15726 del 2 luglio 2010, respingendo il ricorso presentato da un notaio di Palermo, che aveva stipulato un atto senza effettuare le necessarie visure a causa della arretratezza del sistema di registrazione delle iscrizioni ipotecaria, ha riconosciuto la sua responsabilità.
La Cassazione Civile ha stabilito che il notaio, che non abbia effettuato le visure, anche se ciò sia da ascriversi a grave disorganizzazione e arretratezza negli aggiornamenti della conservatoria dei registri immobiliari, è comunque responsabile.
Per i giudici di legittimità il cliente deve poter fare affidamento sullo scrupoloso adempimento, da parte del notaio, di tutte le incombenze necessarie per assicurare il conseguimento della proprietà del bene libero da pesi trascrizioni e iscrizioni potenzialmente pregiudizievoli.
Viene così escluso che debba essere la parte stessa a suggerire al professionista le attività da compiere a tal fine e che invece costituiscono oggetto dell’obbligazione contrattuale.
Il Supremo Collegio ha così confermato quanto riconosciuto dai giudici di merito, secondo i quali il professionista avrebbe sempre potuto consultare il registro generale dell'ordine condannando, nel caso di specie, il notaio a cancellare l’iscrizione ipotecaria e a risarcire il cliente.

Emendamento del Governo alla finanziaria: prova testimoniale civile assunta dai cancellieri!

Emendamenti alla legge finanziaria: possibilità per le parti di rinunciare ad appello, più caro ricorso in Cassazione.


È una delle modifiche più importanti al processo civile contenute nell'emendamento alla manovra presentato dal governo.
In base alla norma proposta, il giudice, in primo grado, potrà fissare un'udienza per pronunciare la sua sentenza «con motivazione breve», dando lettura del dispositivo e della sommaria elencazione dei fatti rilevanti. Le parti avranno 15 giorni per chiedere la motivazione estesa.
Se invece accetteranno quanto deciso dal magistrato la sentenza dovrà considerarsi passata in giudicato.
La rinuncia all'appello non è l'unica novità contenuta nell'emendamento. È previsto anche l'innalzamento a 500 euro del contributo fisso per i ricorsi in Cassazione e il raddoppio del contributo unificato per le impugnazioni davanti al tribunale e alla corte d'appello.

mercoledì, luglio 07, 2010

Tariffe massime, Cnf: Bene la conclusioni dell’Avvocato generale.


Roma. Il Consiglio nazionale forense accoglie con soddisfazione le conclusioni dell’Avvocato generale della Corte di Giustizia delle Comunità europee nella causa 565/08, intentata dalla Commissione europea contro l’Italia per la vigenza di tariffe massime forensi.
Le conclusioni confermano quanto dall’avvocatura sempre sostenuto, ritenendo il sistema tariffario pienamente compatibile con le regole comunitarie della concorrenza. In particolare, con riguardo alla questione dell’ammissibilità delle tariffe massime, le stesse sono sempre state considerate a favore del cliente contro eventuali pretese esorbitanti dei professionisti, ferma restando la loro piena negoziabilità. Ci auguriamo che la Corte di Giustizia si pronunci in senso confermativo, confidando nella precedente giurisprudenza Arduino (2001) e Macrino-Cipolla (2006).
Peraltro, le conclusioni di oggi confermano l’attenzione dell’Unione europea nei confronti del ruolo dell’avvocatura nel processo e nella società. Circostanza da ultimo rafforzata dall’ingresso del Cnf nella Rete giudiziaria europea, sistema nato per promuovere la cooperazione in tema di processo civile e commerciale e l’utilizzo degli strumenti processuali comunitari da parte degli operatori nazionali. L’ingresso del Cnf costituirà una occasione per una loro maggiore diffusione presso il ceto forense.

martedì, luglio 06, 2010

OUA: no ai notai "pigliatutto"!


COMUNICATO STAMPA O.U.A.


SEPARAZIONI FAMILIARI, INACCETTABILE LA PROPOSTA DEL MINISTRO ALFANO CHE ASSEGNA NUOVE COMPETENZE AI NOTAI

MAURIZIO DE TILLA, OUA: “AUSPICHIAMO DAGLI STESSI NOTAI UN DISSENSO SU QUESTA PROPOSTA. È TEMPO DI UNITÀ TRA I PROFESSIONISTI, NON DI DIVISIONI”.

Nei giorni scorsi, secondo quanto riportato dai giornali, nel corso di una riunione del Consiglio Nazionale del Notariato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha lanciato la proposta di assegnare nuove competenze ai notai in materia di separazioni coniugali.

Per Maurizio de Tilla, presidente dell’Organismo Unitario dell’avvocatura (Oua) è grave che in una situazione di grave disagio per gli avvocati, il Ministro della Giustizia avanzi questo tipo di proposte: «È inaccettabile che il guardasigilli, partecipando alla prima seduta del Consiglio Nazionale del Notariato, annunci di aver individuato nuove competenze da assegnare ai notai per alleggerire il lavoro dei magistrati civili, e segnatamente la composizione patrimoniale nel caso delle separazioni senza figli, cioè l’attribuzione dei beni fra marito e moglie.
E con un intervento legislativo più complesso anche l’eventualità dell’intera separazione dal notaio».
«L’affermazione del Ministro – continua il presidente dell’Oua - va contestata perchè sconfessa il lavoro che svolgono molto bene gli avvocati nei giudizi di separazione, e, in particolare, quelli esperti in diritto di famiglia».

«Auspico – conclude de Tilla - che emerga su questa proposta, un netto dissenso da parte del Consiglio Nazionale del Notariato. È tempo di unità, non di divisioni: le professioni non devono incrementare le proprie competenze in danno di altre professioni».

Roma, 5 luglio 2010

lunedì, luglio 05, 2010

Servizio invio telematico Modello 5 Cassa Forense.


CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI SALERNO

In considerazione delle modifiche introdotte dalla Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza Forense, dal lunedì al giovedì, dalle ore 9 alle ore 13, a far tempo dal giorno 12 luglio e sino al 02/08/2010, in biblioteca saranno operative due postazioni PC per la compilazione e l'invio del modello 5/2010 e dei relativi adempimenti e pagamenti, curate dal dott. Sergio Giuliano, consulente fiscale del Consiglio,coadiuvato dai delegati alla Cassa Avv.ti Americo Montera ed Andrea Baratta.
I Colleghi che vorranno avvalersi di tale servizio, ovviamente gratuito, dovranno fornire:
1) Il codice meccanografico ed il PIN, già in loro possesso, per accedere alla posizione previdenziale via internet;
2) Copia del modello Unico 2010 (redditi 2009) oppure (per coloro che non ne sono ancora in possesso) reddito netto professionale ossia REDDITO NETTO DA MODELLO UNICO 2010: RE21 - COLONNA 2; CM6 (in caso di contribuenti minimi) RH15 (in caso di studi associati) VOLUME D'AFFARI DA MODELLO UNICO 2010: VE40 (al netto del contrbuto del 2%); CM2 (in caso di contribuenti minimi).
Dal Palazzo di Giustizia, due luglio 2010.
Il Presidente
Avv. Americo Montera

Il Consigliere Segretario
Avv. Gaetano Paolino

Avvocatura e Governo ai ferri corti!

Il veicolo abbandonato su un’area privata è un rifiuto speciale.


Il veicolo che versa in stato di degrado e non è più idoneo alla circolazione deve essere considerato un rifiuto speciale, anche se risulta ancora iscritto al PRA.
Lo ha affermato la Corte Suprema di Cassazione con la sentenza n. 22035/2010 che ha così confermato quanto deciso nei due precedenti gradi di giudizio, richiamandosi all’orientamento già espresso dalla stessa Cassazione.
Il rappresentante legale di una società aveva impugnato la sentenza della Corte di Appello di Firenze che, a sua volta, aveva confermato la condanna inflitta dal Tribunale di Arezzo, Sezione distaccata di Sansepolcro, per il reato di cui agli artt. 81 c.p., 192 comma 1 e 256 comma 1 e 2 D.Lgs. n. 152/06 contestato per avere in più occasioni, abbandonato e depositato incontrollatamente rifiuti pericolosi - camion completo di serbatoio carburante, batteria condensatore olii, camion incidentato completo con rimorchio ferraglia, camion con motrice incendiata con motore, completi di liquidi con fuoriuscita di olii, camion incidentato con impianto di aria condizionata completa di filtri liquidi, e non pericolosi - quattro autovetture con targa in evidente stato di abbandono e sei cabine di camion, su suolo dell’area di pertinenza della società.
In sintesi il ricorrente aveva eccepito che:
1)gli automezzi rinvenuti nel piazzale dell’autocarrozzeria non potessero essere considerati rifiuti poiché sarebbero tali solo gli oggetti di cui il detentore si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi mentre, nella specie, i mezzi, targati e con proprietari, erano destinati ad un prossimo futuro riutilizzo dopo le riparazioni necessarie;
2)non sarebbe stata a lui imputabile la violazione dell’art. 256, D.Lgs. n. 152/06 in relazione all’art. 192, commi 1 e 2, all’art. 1 c.p. ed all’art. 255 poiché - a suo dire – tale disposizione sanziona l’attività di gestione dei rifiuti non autorizzata e si riferirebbe pertanto solo a quei soggetti che effettuano le attività di gestione in modo professionale e non anche all’attività della carrozzeria;
3)in ogni caso, i rifiuti in questione non sarebbero rifiuti pericolosi.Come anticipato, la Cassazione ha rigettato il ricorso avendone riconosciuto l’infondatezza e, con riferimento ad ognuno dei tre motivi sollevati dal ricorrente, ha precisato che:
1)in tema di rifiuti, la Sezione Terza ha affermato, anche di recente, che la circostanza che un veicolo risulti ancora iscritto negli elenchi del P.R.A. (Pubblico Registro Automobilistico) non ne esclude la natura di rifiuto speciale, nel caso in cui il suo stato di degrado lo renda inidoneo alla circolazione (Sez. 3, n. 20424 del 27/01/2009 Rv. 243504). In particolare, tenuto conto di quanto stabilito dall’art. 3 comma 1 lett. b) del D.Lgs. 24 giugno 2003, n. 209, richiamato dall’art. 231 del DLgs n. 152/06 (“veicolo fuori uso” è un veicolo ... a fine vita che costituisce un rifiuto ai sensi dell’art. 6 del “decreto Ronchi”) e dall’art. 3 comma 2, lett. a), D.Lgs. n. 209/2003 (è rifiuto il veicolo ufficialmente privato delle targhe per il quale sia stata effettuata la cancellazione al PRA), la S.C. afferma che “deve essere considerato “fuori uso” sia il veicolo di cui il proprietario si disfi o abbia deciso o abbia l’obbligo di disfarsi, sia quello destinato alla demolizione, ufficialmente privato delle targhe di immatricolazione, anche prima della materiale consegna a un centro di raccolta, sia quello che - come nella specie - risulti in evidente stato di abbandono, anche se giacente in area privata” (sul punto, Cassazione, Sez. 3, n. 33789 del 23/06/2005).
2)il reato di deposito incontrollato di rifiuti - di cui all’art. 51, comma 2, del “decreto Ronchi” e sostanzialmente riprodotto dall’art. 256 del D.Lgs. n. 152/06 - è ipotizzabile non soltanto in capo alle imprese o a gli enti che effettuano una delle attività indicate al comma primo del citato art. 51 (raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti), ma a qualsiasi impresa, avente le caratteristiche di cui all’art. 2082 cod. civ., o ente, con personalità giuridica o operante di fatto, atteso che il precedente riferimento alla attività di gestione dei rifiuti originariamente previsto dal comma in questione risulta soppresso con legge 9 dicembre 1998 n. 426 (Sez. 3, n. 9544 del 11/02/2004 Rv. 227570).
3)è stato corretto il riferimento operato da parte dei giudici di appello alle componenti pericolose dei veicoli che, infatti, hanno evidenziato come i veicoli fuori uso abbiano come codice di riferimento CER 16 01 06* (art. 184 comma 5).
(Sentenza Cassazione civile 10/06/2010, n. 22035)

domenica, luglio 04, 2010

Oggi e domani magistrati alle urne per eleggere i 16 togati del Csm.


Roma, 4 lug. (Apcom) - Oggi e domani i magistrati sono chiamati alle urne per il rinnovo del Consiglio superiore della magistratura.
Per eleggere i loro 16 rappresentanti a Palazzo dei Marescialli le quasi novemila toghe voteranno nei tribunali di appartenenza, oggi dalle 8 alle 20, domani dalle 8 alle 14.
I posti da assegnare sono divisi per categoria di appartenenza: 10 per i giudici di merito, 4 per i pubblici ministeri, 2 per i magistrati della Cassazione.
I risultati, che arriveranno non prima di metà della prossima settimana, peseranno non poco sulla scelta dei nomi che le Camere designeranno per l'organo di autogoverno della magistratura e tra i quali sarà scelto il nuovo vicepresidente.
Partita, anche questa, tutta aperta in attesa proprio dei risultati delle elezioni dei togati. In pole per ora c'è ancora l'Udc Michele Vietti: sul suo nome potrebbero convergere le correnti più moderate e (al momento) maggioritarie assieme ai rappresentanti di Md.
Ma la fase decisiva si giocherà più in là. Sicuramente dopo che saranno chiari i risultati della consultazione tra i magistrati. Il che rende anche possibile una nuova fumata nera in Parlamento per la seconda votazione, prevista giovedì 8 luglio. I magistrati candidati sono in tutto 25, un quarto (cioè 6) sono i nomi scesi in campo fuori dalle liste delle correnti.
E sono proprio questi 'outsider' a rendere incerto il risultato, con previsioni che rischiano di mutare gli attuali equilibri tra le 'anime' della magistratura al Csm.
Attualmente, Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe, conta su 4 consiglieri, ai quali si aggiungono i 3 rappresenti del Movimento per la giustizia.
La maggioranza è nelle mani dei 'centristi' di Unicost, 6 consiglieri, mentre i più moderati di Magistratura indipendente ne hanno 3.

Napoli: Avvocati in corteo contro la "mediaconciliazione" (video).


sabato, luglio 03, 2010

CNF: Servizio di interrogazione ricorsi presso la Corte di Cassazione.


Cari Colleghi e cari Amici,
il Consiglio Nazionale Forense, rilevata l’importanza del servizio di consultazione dei ricorsi presso la Suprema Corte, in data 2 novembre 2009 ha rinnovato il Protocollo di intesa che porta la firma del Primo Presidente Vincenzo Carbone.
Installate presso il Sistema Informatico Cassazione (SIC) nuove macchine server, sono stati sviluppati e messi a disposizione applicativi software di semplificazione operativa ed esteso il servizio alla consultazione delle banche dati che ora comprendono anche i ricorsi penali.
Tra i più rilevanti nuovi servizi, che il CNF offre gratuitamente all'Avvocatura italiana:
1) L'accesso, la ricerca e l’interrogazione comprendono, oggi, anche il Sic dei ricorsi penali;
2) Le logiche di accesso sono state ampliate per consentire un regolare accesso a figure particolari come, tra gli altri, l'Avvocatura dello Stato e gli avvocati Inps.
Per l’interrogazione delle banche dati sarà sufficiente disporre di certificato digitale collegato e recarsi al web link dedicato dal sito istituzionale del CNF ( www.cnf.it) seguendo il percorso: “Area Avvocati” –> “Corte di Cassazione” -> “Accesso al servizio di interrogazione dati di ricorso in Cassazione”.
Oppure dal link diretto: https://cassazione.consiglionazionaleforense.it/
Vi invito a dare massima diffusione al servizio.
Con viva cordialità.
Roma, 02/07/2010.

Avv. Prof. Guido Alpa

L'aforisma del sabato.