venerdì, luglio 31, 2009

Presentazione dell'Associazione "Unione degli Avvocati d'Italia" (UDAI).

Il 21 marzo 2009 è stata costituita la Sezione distrettuale UDAI di Salerno - Nocera - Vallo Della Lucania, aderente alla Unione degli Avvocati d'Italia, associazione nazionale riconosciuta dal CNF, OUA, Cassa Forense e Consulta per la Giustizia Europea dei Diritto dell'Uomo.
L'associazione si propone: Partecipazione degli Avvocati e degli Operatori di Giustizia alle attività di amministrazione e gestione dell'attività forense. Partecipazione attiva e consapevole, in relazione con gli enti istituzionali locali e nazionali, nel percorso di riforma dell'Ordinamento professionale e di riforma della Giustizia. Recupero delle radici storiche del diritto italiano, in rapporto alla dimensione della comunità europea. Formazione e aggiornamento professionale. Approfondimento del progetto di riforma proposto dal Consiglio Nazionale Forense. Studio e approfondimento delle tematiche locali inerenti il buon funzionamento degli Uffici Giudiziari. Esame e proposte per una riforma assistenziale e previdenziale adeguata alle esigenze dell'Avvocatura. Studio ed eventuale realizzazione di strumenti ed attività stragiudiziali per la risoluzione delle controversie.
La sede legale è presso lo studio dell'avv. prof. Alessandro Pasca -Presidente della sezione distrettuale - in Salerno al C.so Garibaldi n. 215.
Referente per il Tribunale di Nocera è l'avv. Errico Santonicola. Referente per il Tribunale di Vallo della Lucania è l'avv. prof. Giuseppe Tambasco.
Il sito nazionale è: www.udai.it. Il sito della sezione distrettuale è in allestimento: blog http: www.udai-avvocati-salerno.ilcannocchiale.it - email udaisa@libero.it
La sezione distrettuale UDAI di Salerno - Nocera - Vallo Della Lucania è già stata riconosciuta dal Consiglio dell'Ordine di Nocera e da quello di Vallo della Lucania.
Si confida che presto provveda all'inserimento nell'elenco associazioni territoriali anche il Consiglio dell'Ordine di Salerno al quale già da tempo è stata inoltrata la richiesta.
Il Segretario della Sezione distrettuale
UDAI di Salerno - Nocera – Vallo della Lucania
Avv. Antonio Amatucci

Invio Mod. 5: comunicato della Cassa Previdenza Avvocati.



COMUNICATO AGLI ISCRITTI

Mod. 5/2009:versamenti in autoliquidazione per scadenza 31/07/2009.

In considerazione delle segnalazioni pervenute in ordine alle difficoltà, da parte di alcuni iscritti, nel reperire, entro il 31/07/2009, i dati fiscali di riferimento per il calcolo dei contributi dovuti, in conseguenza della proroga al 5 agosto dei termini per il pagamento delle imposte, disposta con DPCM 4/06/2009, la Cassa Forense si riserva di effettuare un monitoraggio sull’effettiva incidenza del fenomeno, al fine di valutare la possibilità di non applicare sanzioni per i versamenti effettuati entro la predetta data del 5 agosto 2009, fermo restando gli interessi di mora.
Con l’occasione si ringraziano gli oltre 85.000 avvocati che si sono già avvalsi del nuovo sistema di invio telematico del mod. 5/2009 che resterà attivo fino al 30/11/2009, termine ultimo entro il quale non verranno applicate le specifiche sanzioni previste per il ritardo nell’invio della comunicazione obbligatoria.
Si ricorda, infine, che il termine per l’invio del mod. 5/2009 per chi intendesse avvalersi delle vecchie modalità cartacee resta fissato al 30/09/2009.

Il Presidente
Avv. Marco Ubertini

Clementina Forleo ha lasciato un arretrato di 4.752 procedimenti pendenti. Scatta l’azione disciplinare.


Si profilano nuovi guai per il gip Clementina Forleo. Il magistrato milanese, dopo esser stata trasferita d’uffico dal Csm per incompatibilità ambientale, dovrà difendersi da una nuova azione disciplinare della Procura generale della Cassazione.
Secondo la Pg della cassazione il giudice avrebbe violato “i doveri di diligenza e laboriosità perché avrebbe ritardato in modo reiterato, grave e ingiustificato il compimento di atti e l’adozione di provvedimenti relativi all’esercizio delle proprie funzioni di giudice per le indagini preliminari”.
Nel suo vecchio ufficio di Milano, la Forleo ha lasciato, infatti, un’eredità pesante: un arretrato di 4.753 procedimenti pendenti.
La giudice si è difesa sottolineando la complessità dei procedimenti di cui, in quel periodo, si è occupata, come quelli sul terrorismo internazionale e sulle scalate bancarie, ai quali “si è dovuta dedicare - sono parole del suo legale - con un impegno fuori dalla norma”.

giovedì, luglio 30, 2009

OUA: da oltre un anno lo Stato non paga il “gratuito patrocinio”.


Roma, (Adnkronos) - L'Organismo unitario dell'avvocatura (Oua), in una nota, "si fa portavoce dell'enorme disagio degli avvocati italiani per l'inaccettabile comportamento dello Stato che ormai da oltre un anno ha bloccato, del tutto, i pagamenti delle parcelle per il cosiddetto 'gratuito patrocinio', in realtà si tratta di patrocinio a spese dello Stato".
"Si tratta di un atteggiamento gravissimo -commenta il presidente Maurizio de Tilla- comprendiamo le difficoltà dei conti pubblici ma queste non possono essere scaricate sugli avvocati, soprattutto in una fase di grave crisi economica come l'attuale".
"Solo il grande senso di responsabilità del mondo forense fa sì -sottolinea de Tilla- che venga garantito un servizio non solo costituzionalmente dovuto ma anche metro della civiltà' di un Paese".
Secondo l'Oua il problema "si aggraverà ulteriormente con l'estensione, recentemente prevista, del Patrocinio a spese dello Stato anche alle vittime dei 'reati sessuali'. Un diritto destinato a restare sulla carta o a pesare esclusivamente sulle spalle degli avvocati".
"Chiediamo che lo Stato saldi immediatamente i suoi debiti - conclude de Tilla - o, in subordine, consenta agli avvocati come previsto per le imprese di cedere i propri crediti alle banche. La situazione e' ormai insostenibile, in tutta Italia cresce la protesta e l'Oua, in attesa di verificare gli interventi del governo, si riserva ogni possibile iniziativa".

mercoledì, luglio 29, 2009

L'ex Procuratore Capo di Salerno si dimette dalla magistratura.

Al via Commissione riassetto disciplina processo amministrativo.


ROMA -Si e' insediata oggi la Commissione per il riassetto della disciplina del processo amministrativo, composta da magistrati del Consiglio di Stato, dei Tribunali amministrativi regionali, e da rappresentanti del libero Foro e dell'Avvocatura generale dello Stato.
A coordinare i lavori della Commissione, si legge in un comunicato, sara' il presidente aggiunto del Consiglio di Stato, Pasquale de Lise.
Sulla base dell'incarico affidato dal Governo al Consiglio di Stato, la Commissione dovra' provvedere alla stesura dell'articolato normativo che costituira' la base del decreto legislativo per il riordino del processo amministrativo.

martedì, luglio 28, 2009

Elezioni Delegati Cassa Previdenza Forense: decisione adottata il 21/07/2009 dalla Commissione Elettorale Centrale.


Decisione n. 7/2009 CEC
LA COMMISSIONE ELETTORALE CENTRALE COSTITUITA PRESSO LA
CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA E ASSISTENZA FORENSE
composta dai Signori:
Danovi avv. Remo Presidente
Stincardini avv. Ruggero Segretario
Cipriani Marinelli avv. Giuseppe Componente
D'Innella avv. Giovanni Componente
Martuccelli avv. Carlo Componente
ha emesso la seguente
Decisione
sul reclamo rubricato al n. 10/R.G. - CEC proposto dall’
avv. LUCIA RAGONE, del Foro di Salerno, per la declaratoria di illegittimità del provvedimento assunto dalla Commissione elettorale d'appello, con conseguente rinnovazione delle operazioni elettorali per il distretto di Salerno dell'elezione dei componenti del Comitato dei delegati della Cassa Forense per il quadriennio 2009/2013, previa riammissione della lista Ragone-Carbotta o anche solo della candidata Ragone.
Fatto
L'avv. Lucia Ragone, unitamente al collega Vito Carabotta, presentava la propria candidatura, nel collegio elettorale di Salerno, per partecipare all'elezione dei membri del Comitato dei delegati della Cassa Forense (quadriennio 2009-2013)per quel distretto ed il Consiglio dell'Ordine le comunicava l'ammissione della lista, disposta dalla competente Commissione circondariale.
Sennonché, in accoglimento del ricorso proposto dagli avvocati Gabriele Capuano e Rosario Manzo, fondato sulla mancanza di autenticazione della firma di presentazione e della formalità sussidiaria del deposito di copia di valido documento di riconoscimento, la Commissione di appello dichiarava non valida la candidatura degli avvocati Ragone e Carabotta, con la conseguente esclusione dalla competizione elettorale della lista contenente i loro nomi.
Disattesa dal Giudice ordinario, immediatamente adito, un'istanza di sospensione dell'efficacia del suddetto provvedimento di esclusione, con motivazione fondata sul rilevato difetto di giurisdizione e sulla dichiarata mancanza di fumus boni juris, l'istante propone reclamo a questa Commissione denunziando illegittimità della composizione della Commissione di appello ed irregolarità nella presentazione della lista di appartenenza dei candidati Capuano e Manzo che avevano provocato, con il loro ricorso, la decisione di esclusione sopra riferita.
In particolare la reclamante deduce che di quella Commissione di appello aveva fatto parte, in sostituzione dell'avv. Rosa Pepe, l'avv. Antonio Rienzo, quale delegato del Consiglio dell'Ordine di Sala Consilina, trovandosi in posizione di conflitto di interessi, avendo votato in proprio favore ai fini della sostituzione dell'avv. Pepe ed inoltre l'avv. Mario de Liguori, anch'egli componente di quella Commissione di appello, aveva sottoscritto, quale sostenitore, la lista alla quale appartenevano i nomi degli avvocati Capuano e Manzo.
L'istante soggiunge che gli avvocati Andrea Baratta e Americo Montera, risultati eletti e proclamati quali componenti del Comitato dei delegati della Cassa, avrebbero conseguito, secondo notizie di stampa, un numero di voti inferiore alla metà più uno di quelli validamente espressi.
In data 6 giugno 2009 hanno depositato controdeduzioni gli avvocati Americo Montera e Andrea Baratta rilevando quanto appresso:
a) l'avv. de Liguori era stato nominato componente della Commissione di appello sin dal 24.9.2008, mentre la lista contenente i nomi degli avvocati Capuano e Manzo era stata depositata il 26.11.2008, sicché il dedotto conflitto di interesse, collegato alla sottoscrizione di quest'ultima lista, si sarebbe verificato in epoca successiva alla nomina, configurando un'ipotesi non prevista dalla normativa di riferimento quale causa di decadenza o di incompatibilità;
b) il voto espresso dall'avv. de Liguori in seno alla Commissione di appello non sarebbe stato influente, dal momento che la decisione di esclusione della lista dell'avv. Ragone era stata presa all'unanimità e, quindi, con un numero di voti sufficiente, indipendentemente dal voto dell'avv. de Liguori;
c) in mancanza di un espresso divieto normativo al riguardo, l'avv. Rienzo aveva legittimamente sostituito l'avv. Pepe, che trovavasi in situazione d’impedimento dovuto ad impegni all'estero ed il termine per la decisione della Commissione di appello era assai breve, in ossequio a quanto previsto al riguardo dalle norme regolamentari applicabili;
d) la decisione della Commissione di appello non solo è stata validamente assunta ma è anche esatta nel merito, perché la mancanza di sottoscrizione della candidatura, non surrogata dal deposito di copia di valido documento, rende insuperabile l'illegittimità della presentazione della lista degli avv.ti Ragone e Carabotta, posto che la norma applicabile (art. 4 del regolamento per la elezione dei delegati) richiede che "tutte" le sottoscrizioni siano autenticate dal Presidente o dal Consigliere segretario del Consiglio dell'Ordine di appartenenza, circostanza non verificatasi nel caso di specie;
e) la legittimazione degli avv.ti Capuano e Manzo a proporre reclamo alla Commissione di appello deriva dall'art. 11 del Regolamento per le elezioni che facoltizza a quella iniziativa "chiunque vi abbia interesse" ed i due professionisti ora detti, nella loro qualità di presentatori di altra lista, erano sicuramente portatori di interesse alla presenza di un numero minore possibile di liste concorrenti.
Con successiva memoria autorizzata in data 11 luglio 2009 la reclamante ribadiva le pregresse argomentazioni richiamando le conclusioni già assunte
Diritto
Preliminarmente la Commissione rileva che le doglianze sollevate dalla reclamante toccano per lo più vizi riguardanti la fase anteriore al voto.
Sicché è preliminare il rilievo che, a mente dell'art. 4 commi 12 e 13 e dell'art. 5 del Regolamento per l'Elezione del Comitato dei Delegati, questa Commissione elettorale centrale può esprimere le sue determinazioni solo sui reclami avverso "tutte le operazioni elettorali, effettuate a norma dell'art. 4 commi 12 e 13" e non già per le fasi precedenti.
E' di tutta evidenza, quindi, che le osservazioni proposte dalla reclamante avrebbero dovuto formare oggetto di esame da parte della Commissione Elettorale d'Appello, istituita presso il Consiglio dell'Ordine del capoluogo del distretto (ex art. 4 comma 8 del Regolamento) e preposta a vagliare i reclami "contro i provvedimenti delle commissioni elettorali istituite presso i Consigli emessi precedentemente all'inizio delle operazioni di voto" (ex art. 4 comma 11 del Regolamento).
Fermo restando, quindi, l’inammissibilità del reclamo, questa Commissione lo ritiene comunque infondato nel merito.
Va rilevato, infatti, con riferimento alla censura relativa alla dedotta illegittima composizione della Commissione di appello per la partecipazione ad essa dell'avv. de Liguori, che quest'ultimo, al momento della sua nomina, avvenuta in data 24.9.2008, non si trovava in situazione di conflitto di interessi, non avendo a quell'epoca assunto alcuna posizione tra quelle previste dall'art. 5, comma 3, del Regolamento per le elezioni del Comitato dei delegati della Cassa Forense.
Del resto, come correttamente osservato dai controinteressati, il voto dell'avv. de Liguori in seno a quella Commissione non era, e non fu, determinante, poiché la decisione fu assunta alla unanimità e, quindi, una sua astensione (od anche voto contrario) non avrebbe avuto conseguenze di sorta.
Quanto alla posizione dell'avv. Rienzo è sufficiente rilevare che questi sostitui in seno alla Commissione di appello l'avv. Rosa Pepe, la cui assenza era giustificata da soggiorno all'estero e la sostituzione fu resa inevitabile in conseguenza dell’esiguità del termine previsto dalla norma regolamentare per l'emissione della decisione.
L'avere concorso, con il proprio voto, alla sua designazione a sostituto della collega Pepe, assente, non assurge a motivo di invalidità della sostituzione, perché egli, in quella occasione, era solo un nuncius del Presidente del Consiglio dell'Ordine cui apparteneva.
Inoltre, egli non era portatore di alcun interesse elettorale.
La decisione di esclusione della lista dell'avv. Ragone, sufficientemente motivata, trova fondamento nella normativa regolamentare che richiede la certificazione di autenticità delle sottoscrizioni dei candidati, dei presentatori e dei sostenitori delle liste a garanzia della regolarità e della serietà delle operazioni elettorali.
La norma offre anche un'alternativa per l'ipotesi di impossibilità dell'interessato a presentarsi personalmente per l'autentica, consistente nel deposito di copia del documento valido di identità. Quando, come nella specie, mancano entrambe le alternative, non è contestabile la carenza di regolarità e, conseguentemente, la necessità di esclusione dalla partecipazione alla competizione elettorale.
La doglianza riguardante un asserito difetto di legittimazione dei due avvocati che proposero reclamo alla Commissione di appello non può trovare accoglimento perché la norma contenuta all'art. 11 del Regolamento per le elezioni del Comitato dei delegati della Cassa consente a "chiunque vi abbia interesse" di proporre reclamo ai fini della regolarità della competizione elettorale e, nel caso di specie, l'interesse dei due reclamanti era costituito dall'eliminazione di una lista concorrente.
Sulla richiesta subordinata formulata dalla reclamante circa l'ammissione alla votazione del solo suo nome, in quanto la carenza di autenticità riguardava solo il collega Carabotta, è inutile soffermarsi, tenuto conto della dirimente circostanza che il sistema di votazione per l'elezione del Comitato dei delegati della Cassa Forense è "per lista" e non nominativo.
P.Q.M.
La Commissione Elettorale Centrale rigetta il reclamo.
La Commissione dispone che ne sia data comunicazione a cura degli Uffici della Cassa.
Cosi deciso, all'unanimità dei componenti, in data 21 luglio 2009.

La Commissione:

Danovi avv. Remo (Presidente)
Stincardini avv. Ruggero (Segretario)
Cipriani Marinelli avv. Giuseppe
D'Innella avv. Giovanni
Martuccelli avv. Carlo

Conferenza Nazionale Avvocatura (Roma-20/21 novembre 209).

lunedì, luglio 27, 2009

OUA CHIEDE MISURE ANTICRISI ANCHE PER GLI AVVOCATI.



STOP AGLI STUDI SETTORE, DETASSAZIONE DEGLI UTILI REINVESTITI, LIBERALIZZAZIONE DELL’AUTENTICA DELLE FIRME, DELLA NEGOZIABILITÀ DEI MUTUI, DELLA CESSIONE DI QUOTE DELLE SRL.
Queste sono solo alcune delle proposte presentate dalla Commissione Fisco dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, coordinata da Luigi Zenoni, per chiedere la modifica della cosiddetta manovra “Anticrisi” varata dal Governo e in discussione in Parlamento (il Dl 78/09, che dovrà essere convertito entro il prossimo 1° settembre).
Gli avvocati denunciano l’inadeguatezza del provvedimento legislativo in discussione per un settore in grande sofferenza come quello delle professioni e nello specifico degli avvocati.
Per Maurizio de Tilla, presidente dell’organismo politico di rappresentanza dell’avvocatura, «la crisi economica sta mettendo a dura prova il mondo delle libere professioni. Il ceto medio italiano subisce da anni una pressione fiscale e inflattiva elevata e in assenza di interventi precisi e concreti si rischia di paralizzare un pezzo importante della mondo produttivo del nostro paese e, così, far perdere molti posti di lavoro».
«La Commissione Fisco dell’Oua – ha aggiunto de Tilla- ha preparato un pacchetto di proposte che invieremo a governo e parlamento per chiedere la modifica del decreto legge “anticrisi”.
La cosiddetta “manovra d’estate” deve dare risposte complessive alla crisi internazionale che sta colpendo l’Italia, evitando interventi parziali e corporativi, per questa ragione crediamo che un maggiore coinvolgimento degli avvocati, e dei professionisti in generale, potrebbe essere utile a comprendere i problemi specifici di questo settore.
L’Oua propone che si detassino gli utili reinvestiti e che si sospendano gli studi settore.
Si concorda, inoltre, con la proposta della Commissione bicamerale di vigilanza sull’Anagrafe tributaria, per un concordato preventivo di massa per l’emersione dei redditi occultati al fisco.
È, altresì, importante che si preveda per gli avvocati che svolgono le difese penali a spese dello Stato, le cui parcelle non vengono saldate da parecchio tempo, che possano cedere i crediti pro soluto alle Banche, così come avviene con le imprese nell’ambito delle forniture e degli appalti della pubblica amministrazione.
Infine, è opportuno nell’ottica di una liberalizzazione, che si possa ampliare la sfera di operatività professionale così da consentire anche agli avvocati l’autentica delle scritture private, la rinegoziazione dei mutui, la stesura dei protesti cambiari, la predisposizione delle pratiche di vendita auto, la gestione delle cessioni di quote delle s.r.l. e la predisposizione delle pratiche afferenti il cosiddetto scudo fiscale».
Roma, 27 luglio 2009

UNIVERSITÀ DEL MERITO: ERA ORA!

Può piacere o non piacere, ma per l`Università comincia un`epoca nuova.
Mariastella Gelmini è riuscita laddove i suoi predecessori hanno fallito: tentare la valutazione della virtuosìtà degli atenei sulla cui base destinare le risorse.
Si possono discutere, certo, i parametri e le modalità con le quali sono stati formulati i giudizi.
Tuttavia siamo di fronte a un primo passo, un passo davvero importante, lungo il cammino della razionalizzazione dell`intero sistema universitario.
E tutto questo, grazie alla tenacia e all`intelligenza di un ministro giovane e determinato cui deve andare il plauso di tutti coloro che hanno a cuore le sorti, non solo scolastiche ed educative, del paese.
Com`era prevedibile, le critiche, sia alla "graduatoria" degli atenei sia all`impianto generale dei provvedimenti di riforma, non sono mancate.
E può anche darsi che alcune di esse non abbiano tutti i torti. Ma è bene che il ministro, almeno per ora, non se ne curi e vada avanti per la sua strada. Per migliorare, o anche eventualmente per correggere, qualche stortura c`è sempre tempo.
Mentre non è più il tempo di lasciare che il sistema universitario prosegua, con forza d`inerzia, a scivolare lungo la linea di un piano inclinato che poggia la sua base superiore sulla disastrosa eredità del Sessantotto e della contestazione.
In Italia non abbiamo avuto purtroppo un De Gaulle. A questi, com`è noto, bastò una sola battuta - "Signori, la ricreazione è finita" - per porre fine alla stagione di una rivoluzione strisciante che trasformava gli atenei in postriboli e campi di battaglia ideologici.
Da noi prevalsero la demagogia e il pressappochismo con la moltiplicazione dei docenti universitari a tutti i livelli (altro che blocco dei concorsi!), con la moltiplicazione delle sedi universitarie per motivi clientelari, con la parcellizzazione degli insegnamenti per esigenze "baronali", con la proliferazione incontrollata dei corsi universitari.
Un disastro, un disastro totale che ha inciso sulla qualità dell`insegnamento, sul livello della docenza, sui risultati della ricerca.
Oggi abbiamo cattedre, mezze cattedre, quarti di cattedre affidate a professori e professorini - troppo spesso figli e nipoti della sbornia contestatrice del Sessantotto e dintorni - che, in altri tempi, non avrebbero insegnato neppure nei licei di provincia.
E abbiamo, inoltre, una marea di insegnamenti affidati a persone esterne al mondo dell`università in nome della "professionalità" acquisita nella vita professionale o dello status sociale, come se l`università dovesse ridursi a una scuola aziendale.
Quanti sono, insomma, i docenti che trasmettono veramente sapere e non si limitano, per usare l`immagine del poeta W. H. Auden, a "parlare nel sonno altrui"? Quanti sono i professori che fanno davvero ricerca e non già spreco di risorse o, nella migliore delle ipotesi, "turismo culturale"?
Non si tratta di domande oziose e retoriche. La selezione e la qualità della docenza sono un problema prioritario anche rispetto a quello dei finanziamenti alla ricerca, tanto è vero che, almeno in qualche campo, risultati positivi sono venuti dal di fuori dei canali universitari.
E per questo - sia detto per incidèns - non hanno trovato probabilmente il giusto riconoscimento nei parametri stilati per la definizione della "virtuosità" degli atenei e hanno potuto determinare qualche sorpresa o "declassamento", cui si potrà ovviare in seguito.
Quel che conta è che, finalmente, qualcuno, l`attuale ministro, abbia cominciato ad affrontare davvero il problema dell`università in maniera seria e "globale" rifiutandosi di obbedire al demagogismo imperante, alle pressioni hobbistiche, agli interessi organizzati.
Coraggio, ministro Gelmini. Non è sola. Parola di professore!
Francesco Perfetti
Dal quotidiano "IL TEMPO" di lunedì 27 luglio 2009

Gli ambiziosi producono grande danno!


"Perniciosi sono quelli che appetiscono per fine suo la grandezza. Perché chi la piglia per idolo non ha senso alcuno, né di giustizia, né di onestà, e farebbe uno piano di ogni cosa per condurvisi."
Francesco Guicciardini (1483-1540)
"Ricordi politici e civili".

ALFANO, DA CSM SOLO UN PARERE NON UNA BOCCIATURA.


Roma, (Adnkronos) - "La notizia della scorsa settimana. E' un parere, non c'è nessuna bocciatura: e' il Parlamento che promuove o boccia i ddl".
Il ministro della Giustizia Angelino Alfano commenta cosi' la pronuncia del plenum del Consiglio superiore della magistratura sul ddl di riforma del processo penale.
"Noi -rileva il Guardasigilli a margine di una cerimonia nel carcere romano di Regina Coeli- riteniamo che con il nostro progetto di riforma del processo penale assicureremo piena parita' tra accusa e difesa, renderemo piu' efficienti le difese in giudizio dei cittadini sottoposti a processo penale, faremo si' che i pm possano svolgere pienamente il loro lavoro e che l'accertamento della verita' dibattimentale possa essere piu' efficace e certo".

domenica, luglio 26, 2009

Barbone in carcere a Roma, per il furto di un filone di pane in un supermercato.



ROMA (25 luglio) - «È stato arrestato all'inizio di giugno all'Ospedale "Santo Spirito" di Roma perché aveva un carico penale di poco meno di tre mesi di carcere per il furto (commesso 3 anni fa) di un filone di pane e un altro genere alimentare in un supermercato di Monte Mario.
Ora l'uomo - un italiano senza fissa dimora condannato anche ad una ammenda pecuniaria di 4 centesimi - si trova nell'infermeria del braccio G 14 del carcere di Rebibbia con un fine pena fissato al 3 settembre prossimo.
A render nota la vicenda è il garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni.

venerdì, luglio 24, 2009

La Camera Civile di Salerno si spacca, nasce l'associazione “La Camera Civile Salernitana” dell'Avv. Agata Bisogno.


Non si è fatta attendere la risposta dell’avvocato Agata Bisogno, Presidente pro tempore della neo costituita associazione Forense “La Camera Civile Salernitana” , che risponde all’attacco della collega Lucia Ragone che, su un quotidiano locale, invitava la categoria forense a diffidare dalle imitazioni e a non confondere la Camera civile di Salerno con la nuova associazione.
«Nella mia qualità di Presidente della neo costituita “Camera Civile Salernitana” - afferma l’avvocato Bisogno - dissolvo i dubbi dell’avvocato Lucia Ragone, informandola che effettivamente in data 14 luglio 2009 è stata costituita la “Camera Civile Salernitana” della quale mi onoro di essere il Presidente. Tale costituzione è in pena sintonia con l’art. 18 della Costituzione italiana che tutela il diritto di libera associazione in ogni sua forma. Per cui mi corre l’obbligo dichiarare per l’onorabilità dell’associazione che mi pregio di rappresentare e per quella dei suoi referenti ed iscritti che davvero non si comprende l’affannoso proposito di indagare in merito, come se un Presidente di un’associazione non riconosciuta , quali sono le Camere Civile, avesse il potere di indagine al pari di un Pubblico Ministero».
Polemiche a parte, l’avvocato Agata Bisogno, nella sua qualità di Presidente della Neo costituita “Camera Civile Salernitana” intende ringraziare l’avvocato Ragone per averle offerto, con il suo accanito interessamento, l’occasione per informare ufficialmente l’avvocatura salernitana e la cittadinanza tutta della presenza sul territorio dal 14 luglio 2009 della Camera Civile Salernitana, associazione forense, non riconosciuta, senza scopo di lucro, che si propone tra i suoi scopi di promuovere e incrementare ogni iniziativa diretta a conseguire un miglior funzionamento della Giustizia, con particolare riguardo a quella civile, segnalando eventuali carenze e disfunzioni, di dar voce alle istanze di giustizia dei cittadini nel settore del diritto e del processo, soprattutto di quello civile, di creare servizi ed infrastrutture riservate agli iscritti; di propugnare e rafforzare i legami di solidarietà e lealtà tra gli Avvocati, di promuovere ed attivarsi per il rafforzamento del ruolo dell’Avvocatura nel suo complesso, in particolare di quella civile, quale garante dell’attuazione dei diritti fondamentali e quale primo ed insostituibile attore della conoscenza della legge e della diffusione della cultura della legalità; di cooperare con le altre Camere Civili nell’interesse del miglior funzionamento della Giustizia civile.
«La Neo associazione - prosegue l’avvocato Bisogno - è nata con l’impegno di molti giovani e di diversi vecchi iscritti della Camera Civile di Salerno, che con rinnovati entusiasmi hanno ritenuto di aderire all’iniziativa. Con l’occasione intendo precisare che di Camera Civile non ce n’è una sola e che sul territorio nazionale se ne annoverano circa un centinaio di cui circa 70 aderenti all’Unione Nazionale e chi parla lo sa bene, essendo da circa tre anni Componente del Direttivo dell’Unione Nazionale Camere Civili, per essere stata eletta dal Congresso delle Camere Civili di Napoli dell’Ottobre 2006 . Va rilevato tra l’atro che la stessa avvocato Ragone di recente ha ritenuto di andare a fondare altre associazioni forensi sul territorio, quali il Sindacato Forense, la UIF e l’UDAI Unione degli avvocati d'Italia -sezione distrettuale UDAI di Salerno- Nocera - Vallo della Lucania, associazione distrettuale, formatasi il 21 marzo 2009. Per il resto non mi pare ci siano motivi di incompatibilità circa la coesistenza sul territorio di più Camere Civili, né vi siano motivi ostativi , secondo il vigente Statuto, di adesione all’Unione Nazionale Camere Civili , tanto che già a Genova vi sono due Camere Civili aderenti all’Unione Nazionale. Su di una cosa concorda pienamente l’avv. Bisogno che è giusto informare i colleghi che da oggi vi è una nuova associazione di civilisti sul territorio di Salerno, per cui gli avvocati prima di iscriversi sapranno discernere a quale Camera intendano associarsi» .
I referenti della Camera Civile Salernitana, ai quali ci si può rivolgere per iscriversi sono l’avv. Agata Bisogno- Presidente, l’avv. Luigi Amato- Vice Presidente, l’avv. Giovanna Scarpa – Segretario, l’avv. Attilio Carlone – Tesoriere, l’avv. Franco Vicedomini - Consigliere l’avv. L’avv. Maurizio Salvo -Componente dei Probiviri, L’avv. Paola Pierina Iuliano Componente dei Probiviri, L’avv. Maddalena Cuccurullo Componente dei Probiviri, L’avv. Cinzia D’Aiutolo Componente dei Probiviri, L’avv. Maria Cristina Pinto Componente dei Probiviri, tutti iscritti all’albo del Foro di Salerno.

Tratto dal quotidiano “Cronache del Mezzogiorno”

giovedì, luglio 23, 2009

La "rettifica" di Silvio.

Procure: CSM recepisce direttive del Capo dello Stato.


Il vicepresidente del Consiglio Superiore dalla Magistratura, Nicola mancino, illustrando in una conferenza stampa i risultati della delibera approvata da Palazzo dei Marescialli sull'organizzazione delle procure, in applicazione del nuovo ordinamento giudiziario ha dichiarato: "Questa risoluzione non ha fatto del procuratore della Repubblica un monarca assoluto, ma non potevamo nemmeno accettare che fosse un re travicello o che negli uffici requirenti valesse il semplice assemblearismo. Diciamo che il procuratore e' un monarca costituzionale".
La risoluzione è stata approvata sostanzialmente all'unanimità e sono state recepite tutte le direttive dettate dal presidente della Repubblica.
Quello che cambia con questa risoluzione è la figura del magistrato requirente. Sarà più diretto il potere di controllo del procuratore sul lavoro dei singoli pm; resterà in ogni caso il controllo del CSM.
In sostanza il lavoro del procuratore dovrà puntare sugli aspetti organizzativi pur nel rispetto dell'autonomia del sostituto procuratore.
Sarà fondamentale per il Procuratore perseguire tre obiettivi ossia quello della ragionevole durata del processo, quello del corretto puntuale ed uniforme esercizio dell'azione penale, quello dell'efficienza nell'impiego della polizia giudiziaria e nell'uso delle risorse.
Resta in ogni caso il controllo ex post: ''Il Csm verifica che il programma organizzativo sia rispondente alle norme dell'ordinamento giudiziario nonche' alle indicazioni consiliari relative alla loro applicazione; in caso negativo, formula i suoi rilievi e li trasmette sia al procuratore, sia al procuratore generale della Cassazione e al procuratore generale presso la Corte d'appello cui competono i poteri di vigilanza''.
Secondo quanto dichiara Mancino la risoluzione eliminerà le ''difficolta' di rapporti interni alle procure e tra i diversi uffici e consentira' agli uffici requirenti di lavorare piu' speditamente'', prevedendo ''nei casi di revoca delle indagini o di rinuncia da parte del sostituto l'intervento del Csm''.
Viene segnalata come fondamentale anche la norma che consente al sostituto di sollevarsi dall'incarico nel caso in cui si trova in dissenso con il Procuratore.

mercoledì, luglio 22, 2009

Il Tar Lazio stabilisce la legittimità del regolamento Cnf sulla formazione obbligatoria.



Il regolamento del Consiglio nazionale forense sulla formazione obbligatoria degli avvocati è legittimo e non contrasta né con il principio di legalità, né con quelli di proporzionalità e ragionevolezza né è viziato da eccesso di potere.
Lo ha stabilito il Tar Lazio (III sezione) con la sentenza n. 7081 depositata il 17 luglio 2009, con la quale sono stati respinti i ricorsi avanzati da diversi avvocati che avevano impugnato il regolamento per la formazione continua dell’Ordine degli avvocati di Trieste e il presupposto regolamento della formazione permanente del Cnf, approvato in via definita nel luglio 2007.
“Non possiamo che esprimere soddisfazione per l’esito del giudizio e per la decisione con cui il TAR Lazio ha riconosciuto, ancora una volta, in capo al Consiglio Nazionale Forense, l’esistenza del potere normativo volto a disciplinare le modalità di corretto esercizio della professione ed ha affermato che, con riferimento ai doveri di formazione continua, l’esercizio di tale potere è avvenuto secondo canoni di trasparenza, nel rispetto delle norme di legge e dei principi di proporzionalità dell’azione amministrativa”, dichiara il segretario del Cnf, Pierluigi Tirale.
“Del resto, sarebbe singolare che, unico fra gli i Consigli nazionali delle diverse professioni, al Consiglio nazionale forense fosse precluso il potere di curare, favorire e controllare la cultura professionale, nell’interesse non solo degli appartenenti alla categoria professionale, ma anche e soprattutto nell’interesse della collettività e dei soggetti che richiedono assistenza e tutela dei propri diritti.”

martedì, luglio 21, 2009

Nuovo processo civile: dagli avvocati allarme sui tanti dubbi interpretativi.


Roma, luglio 2009. “Le troppe incertezze normative della legge che revisiona il processo civile, emerse nei diversi interventi dei relatori, rischiano di minare l’efficacia della riforma”.
E’ una considerazione preoccupata quella formulata dal presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa, al termine della prima parte dei lavori del seminario organizzato oggi a Roma, presso il complesso monumentale di Santo Spirito in Sassia (circa 2000 gli avvocati iscritti), e interamente dedicato alle Modifiche al codice di procedura civile introdotte dalla legge 69/2009, in vigore dal 4 luglio scorso.
“Occorrerebbe una riscrittura formale della legge perché le incertezze sono tanto più gravi quanto più riguardano il processo civile e dunque il diritto di accesso alla giustizia dei cittadini”.
Non c’è capitolo della riforma che sia esente da dubbi: a partire da quelli più controversi come il filtro per i ricorsi in Cassazione, ma anche dalle novità che avrebbero dovuto risolvere questioni annose, come la sorte del processo in caso di difetto di giurisdizione.
Alpa non sottrae la categoria forense all’impegno a far “girare” la riforma, anzi sottolinea l’impegno degli avvocati a collaborare, insieme agli altri operatori della giustizia, per la migliore applicazione delle nuove norme.
Ma sottolinea come l’impianto riformatore sia incompleto, in attesa che il governo metta mano alle deleghe sulla riduzione dei riti e sulla conciliazione ed evidenzia l’opportunità di coordinare il testo della legge con quello che ha introdotto la class action.
“La fedeltà alla legge è un atto dovuto per gli avvocati, ma spesso noi siamo chiamati a veri e propri sacrifici. Vorremmo che il Parlamento li apprezzasse varando la riforma dell’ordinamento forense (attualmente in discussione in commissione giustizia al senato, ndr)”.
Gli avvocati saranno insomma “attendisti ma vigili”, come ha avvertito il consigliere Aldo Bulgarelli, coordinatore della commissione cpc del Cnf e moderatore dei lavori seminariali della mattina.
Il compito di introdurre i capisaldi della riforma è spettato a Carmine Punzi che tra l’altro ha evidenziato come tra le novità positive vi sia quella di garantire alle parti il diritto al contraddittorio anche rispetto alle questioni sollevate d’ufficio dal giudice.
Argomento controverso è il passaggio del processo dal giudice ordinario a quello amministrativo/ tributario/ contabile in caso di difetto di giurisdizione.
“L’articolo 59 della legge meriterebbe la riscrittura”, ha sottolineato Claudio Consolo “visto che è ambiguo sul punto se il passaggio sia una vera traslazione o raffiguri una riproposizione della domanda davanti al giudice competente, dunque dia inizio a un nuovo processo. Se è traslazione, come alcuni elementi interpretativi propendono, allora ci sarà sopravvivenza delle prove e delle tutele cautelari già erogate dal giudice in difetto di giurisdizione”.
Il controverso tema dell’introduzione del filtro per i ricorsi in Cassazione è stato trattato nella dialettica tra avvocati e magistrati, divisi sull’opportunità del filtro (che i legali non riconoscono) ma concordi nel sottolineare i dubbi interpretativi.
Molto critico Giorgio Costantino, che ha adombrato profili d’illegittimità costituzionale della norma sul filtro contenuta in un testo “velleitario e contraddittorio”.
Preoccupa soprattutto il secondo motivo d’inammissibilità del ricorso (articolo 360 bis, n.2) previsto nel caso in cui sia manifestamente infondata la censura relativa alla violazione dei principi del giusto processo.
“Ogni interpretazione letterale della disposizione conduce a risultati aberranti”, ha sottolineato Costantino. “Essa si presta a essere intesa vuoi nel senso che sono ammissibili soltanto i ricorsi che denuncino una violazione dei principi regolatori del giusto processo, prescindendo dai motivi di cui all’articolo 360, vuoi nel senso che il ricorso, fondato sui motivi di cui all’articolo 360, è inammissibile qualora censuri il provvedimento invocando a sproposito i principi regolatori del giusto processo”.
Il consigliere di Cassazione Luciano Panzani ha difeso il filtro, ma ha sottolineato il rischio di arbitrarietà in una lettura ampia del secondo motivo di inammissibilità e ha inoltre avvertito: “che l’istituzione della sezione filtro non è da sola sufficiente a porre rimedio alla situazione di crisi della Corte, visto che le sezioni ordinarie dovranno comunque smaltire circa 100mila ricorsi arretrati pendenti”.
Tutto da sperimentare il procedimento sommario di cognizione, di nuovo conio, anche se gli avvocati si chiedono quanta presa avrà sui giudici (Antonio Carratta), mentre appare problematica la delega sulla semplificazione dei riti, come ha sottolineato Bruno Sassani: “Bisognerà vedere come sarà esercitata dal legislatore delegato ma appare di difficile declinazione, per fare un esempio, l’estensione del procedimento sommario di cognizione anche al giudice collegiale”.
Chiusura dei lavori molto critica da parte di Romano Vaccarella: “temo che questa legge servirà a poco in relazione a una effettiva efficienza del processo. Mi sembra più orientata a parare la responsabilità dello Stato per i ritardi processuali in violazione della Convezione europea sui diritti umani”.

Avvocato sospeso dall’Ordine per procedimento penale? No al risarcimento del danno, anche se viene poi assolto.



Con sentenza n. 16456 del 15 luglio 2009, la Corte di Cassazione Civile ha stabilito che non ha diritto al risarcimento del danno l’avvocato che, sospeso dall’albo per un procedimento penale, viene poi assolto.
Secondo quando s’apprende dalla vicenda, l’avvocato su cui gravava l’azione penale, aveva citato in giudizio il Consiglio dell’ordine degli avvocati e i singoli avvocati che avevano partecipato alle deliberazioni concernenti la sua sospensione cautelare dall’esercizio della professione, conseguente ad un procedimento penale che lo aveva visto coinvolto.
Vedendosi respingere la domanda di risarcimento del danno sia in primo che in secondo grado (“per inesistenza dell’elemento psicologico colposo a sostegno della dedotta responsabilità”), l’avvocato aveva proposto ricorso per la cassazione della sentenza.
La Corte di legittimità, rigettando la domanda sulla pretesa di risarcimento del danno, ha accolto la ricostruzione della vicenda fatta dal giudice d’Appello, secondo cui il nucleo della sentenza di merito poggia su un “difetto di colpa, a sostegno della pretesa responsabilità del consiglio dell’ordine e dei suoi componenti, nell’emissione di un provvedimento che non aveva natura disciplinare, bensì cautelare e che, dunque, era diretto ad accertare la mera compatibilità tra l’assoggettamento del professionista al procedimento penale e l’esercizio della professione. A tal riguardo ha escluso nel comportamento del Consiglio e dei suoi componenti fossero desumibili estremi di imperizia, negligenza o superficialità”.
La Corte ha poi concluso precisando che “la dolorosa e lunga vicenda in cui quest’ultimo è stato travolto e la riconosciuta ingiustizia dell’iniziativa penale a suo carico non sono, dunque, ragioni valide per fondare il giudizio di responsabilità risarcitoria a carico del Consiglio e dei suoi componenti”.

Intervento Napolitano sulle intercettazioni.

GIUSTIZIA: BRUNETTA, SOTTUFFICIALI ESERCITO LAVORERANNO IN MAGISTRATURA.


Venezia, 20 lug. - (Adnkronos) - "Il mio provvedimento prevede una mobilita' non solo spontanea ma anche 'spintanea' nella pubblica amministrazione con incentivi e disincentivi. Cosi' dal prossimo autunno si potranno realizzare flussi tra uffici e amministrazioni. Anche perche', ad esempio, vi sono 30mila unita' di personale dell'Esercito poco utilizzate: si tratta dei sottufficiali che gestivano gli uffici di leva. Noi vogliamo metterli in mobilita' e riutilizzarli in altre amministrazioni trasportandone parte di questi in magistratura".
Lo ha annunciato il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta oggi in occasione della conferenza stampa a Venezia per la firma dei protocolli di intesa per il via di nuovi programmi di innovaizone digitale nel settore della giustizia.

domenica, luglio 19, 2009

Da dove vengono i "fannulloni"?

COA Salerno: odg della tornata del 28/07/2009 e lettera del Presidente ai Consiglieri.


CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVOCATI DI SALERNO
ORDINE DEL GIORNO
Tornata del 28 luglio 2009 (ore 10,00)
I. Lettura ed approvazione verbale precedente
II. Comunicazioni del Presidente
III. Iscrizioni e cancellazioni
IV. Pareri
V. Ammissioni Gratuito Patrocinio - Rel. Cons. Avv.Visconti
VI. Pareri Magistratura Onoraria- Rel. Cons. Avv. Altieri
VII. Riforma ordinamento professionale (fax 15/07/09 del Presidente ai Sigg.i Consiglieri)
VIII. Organizzazione mini-corso riforma procedura civile
IX. Sussidi e contributi
X. Varie ed eventuali

Il Presidente
Avv.Americo Montera

Il Consigliere Segretario
Avv. Gaetano Paolino


FAX INVIATO IN DATA 15/07/2009 AI CONSIGLIERI

Salerno, 15 luglio 2009.

Ai
Sigg.i Consiglieri
Loro sedi


Come sicuramente è a Vs. conoscenza il cd." comitato ristretto"ha riformato e stravolto il testo di riforma dell'ordinamento professionale predisposto dal C.N.F..
Prima che la Commissione Giustizia del Senato approvi tale testo, è opportuno che anche l'Ordine di Salerno faccia pervenire alle rappresentanze Nazionali dell'Avvocatura le proprie osservazioni.
V’invito, pertanto, a depositare presso la Segreteria entro giovedì 23/07 p.v. i Vs. rilievi.
Il personale di Segreteria provvederà alla fotocopiatura di ciascun lavoro da consegnare agli altri Consiglieri.
Le osservazioni saranno discusse alla fissata seduta Consiliare del 28/07/09, anche nella denegata ipotesi di assenza dell'autore.
Sono convinto che non farete mancare il Vs. contributo, in un momento epocale per la Ns. professione, e per la responsabilità che Vi deriva dallo status di Consiglieri dell'Ordine, e per l'impegno assunto nei confronti dei Colleghi, attesa la fiducia Loro chiesta.
Vi ringrazio per la collaborazione, i miei migliori saluti
Avv. Americo Montera

sabato, luglio 18, 2009

AIGA: la professione forense penalizza donne e giovani.


Roma, 17 lug (Velino) - “Quella degli avvocati è una categoria che rincorre spazi di mercato sempre più esigui, i giovani si laureano in media a 28 anni, iniziano a guadagnare mediamente dopo 5 anni. Le donne risultano ulteriormente penalizzate, basti pensare che anche al culmine della carriera guadagnano la metà dei colleghi maschi”.
Dati emersi dall’indagine Aiga sulla composizione delle istituzioni forensi, presentata ieri a via del Governo Vecchio.
Guido Alpa, presidente del Cnf, ha sottolineato l’utilità del lavoro come punto di riferimento per il legislatore proprio in occasione della discussione di un testo di legge così importante.
Il sottosegretario alla Giustizia, Maria Elisabetta Alberti Casellati ha evidenziato le criticità che emergono dall’indagine, ed in particolare le difficoltà di giovani e donne, problema diffuso nel nostro paese e non limitato solo all’avvocatura.
I giovani avvocati hanno rilanciato la necessità di un dibattito più ampio sul tema della riforma dell’ordinamento forense.
“Si vorrebbero emendare – osserva Sileci - alcuni articoli fondamentali, in primis la possibilità di reintrodurre minimi e massimi tariffari, aboliti dal decreto Bersani. L’allungamento a quattro anni della durata dei mandati nelle istituzioni forensi non garantirebbero un’effettiva rotazione degli incarichi ed un maggiore tasso di ricambio della classe dirigente”.
L’avvocato Maurizio De Tilla, Presidente Oua, è d’accordo con la giovane avvocatura nel contestare la scelta di sopprimere l’equa remunerazione dei praticanti “che conferma – sottolinea Sileci - la gravità di una crisi che è generazionale, prima ancora che economica, perché colpisce più duramente proprio coloro i quali, per ragioni di età, dovrebbero confidare in un futuro migliore del presente”.
Michele Vietti, componente della commissione Giustizia, ha evidenziato l’ambiguità della maggioranza di governo, pronta ad ignorare quanto enunciato in campagna elettorale sulla riforma della professione e ritiene sia meglio puntare su una riforma endocategoriale, sulle specializzazioni.
L’onorevole Cinzia Capano in quota Pd ha messo in risalto i magri guadagni degli avvocati donna (dati della Cassa Forense del 2006 parlano di una media di 63mila euro l’anno per gli uomini contro 26mila per le donne), principalmente destinati a finanziare l’enorme quota di costi riservata al welfare (assistenza dei figli, badanti ecc.), proponendo la deducibilità e detraibilità di tali costi come forma di incentivo fiscale.
L’avvocatura è un ceto al quale si accede in età non più giovane, con una governance di cinquantenni in maggioranza uomini, che attendono molti anni prima di raggiungere i vertici professionali, economici e istituzionali.
La professione forense è specchio fedele della società italiana, anche per l’incontrollata crescita degli albi.
In realtà il ceto forense ha subito profonde trasformazioni negli ultimi decenni. Gli iscritti agli albi sono in prevalenza under 45 e le donne sono prossime alla soglia del 50 per cento.
E’ prevedibile che questo processo di svecchiamento e ‘femminilizzazione’ degli albi determinerà a breve un mutamento nella governance dell’avvocatura.
Alla luce di questi dati la riforma non potrà trascurare i due colori prevalenti nella ‘tavolozza’ dell’avvocatura: il rosa e il verde.

La "fede di credito":..chi era costei?


La fede di credito o polizzino del Banco di Napoli e del Banco di Sicilia è un titolo di credito all'ordine, pagabile a vista presso qualunque filiale del Banco, emesso a madre e figlia.
Si tratta, quindi, di un titolo emesso dal Banco che ha la struttura del vaglia cambiario ordinario, pagabile a vista presso qualsiasi filiale dell'istituto.
La particolarità di questo titolo risiede nel fatto che il girante può anche indicare la causale del pagamento (ad es. una fornitura di merci) e le condizioni alle quali il pagamento è subordinato. In tal caso, la condizione sospende il pagamento da parte del Banco, finché non sia dimostrato il suo adempimento.
Vediamone, ora, il contenuto:
  1. la denominazione di "fede di credito" inserita nel contesto del titolo
  2. la promessa di pagare una somma determinata
  3. indicazione del prenditore
  4. indicazione della data e del luogo di emissione
  5. sottoscrizione del Banco come emittente.
Se è apposta la girata con l'indicazione della causale o delle condizioni di pagamento, è necessaria l'autentica della firma del girante da parte di un notaio

..Marinetti non amava gli avvocati!

Omaggio ad un grande salernitano: Alfonso Gatto.


giovedì, luglio 16, 2009

Perchè Mastella di dimise da Guardasigilli......

Salerno sei bella.

...Gli uomini passano, ma le idee restano.

Csm contro il ddl Alfano di riforma del cpp: il provvedimento minerebbe l'efficacia delle indagini.


Il Csm ha approvato un documento che boccia il ddl Alfano sulla riforma del processo penale che si sta discutendo al Senato.
I magistrati quasi all'unanimità hanno denotato alcuni punti che ssarebbero in contrasto con la Costituzione.
Preoccupazione viene espressa per la modifica all'obbligatorietà dell'azione penale che viene considerata foriera di effetti «devastanti» per l'efficacia delle indagini.
Viene anche contestata la maggiore dipendenza «della polizia giudiziaria dal potere esecutivo» e la estromissione del pm dalle indagini che porterebbe un controllo sull'azione penale da parte dell'esecutivo.
Frena il vicepresidente del Csm Nicola Mancino: «quando il plenum sarà chiamato a formulare il parere, alcune forzature andranno, a mio avviso, eliminate, come sarà giusto apprezzare molti suggerimenti contenuti nello schema di parere, perchè sono rivolti a razionalizzare, a semplificare e a ridurre i tempi lunghi del processo penale. Dialogare con il governo è necessario, ed è anche utile se i suggerimenti del Csm sono valutati positivamente per la oggettività dei rilievi: le forzature mai aiutano a rendere proficuo un dialogo fra chi propone e chi istituzionalmente è deputato a dare un parere di merito».
Il Ministro della Giustizia Alfano ha risposto che quello del Csm è un parere, non una bocciatura.
«Del resto, - dice Alfano - il Csm è ben consapevole dell'importanza dell'invito rivoltogli dal Capo dello Stato a non dilatare i propri spazi di intervento».

E' in arrivo la "carica dei pannoloni".

La Santa patrona dei contribuenti italiani......

mercoledì, luglio 15, 2009

Omicidio Sandri: omicidio colposo, ecco perche'.



ROMA (ANSA) - Si muove sul filo sottile della teoria giuridica "dell'accettazione del rischio" la sentenza con la quale la corte d'assise di Arezzo ha condannato a sei anni di reclusione, per omicidio colposo aggravato, il poliziotto Luigi Spaccarotella che l' 11 novembre 2007, nell'area di servizio Badia al Pino, vicino ad Arezzo, uccise con un colpo di pistola il tifoso laziale Gabriele Sandri.
I giudici hanno dichiarato il poliziotto colpevole di omicidio colposo aggravato da colpa cosciente, cambiando l'imputazione che era quella di omicidio volontario per dolo eventuale.
Proprio la differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente, applicata al caso specifico e con scelta finale per la seconda, avrebbe catalizzato la lunga discussione della corte d'assise in camera di consiglio.
I giudici sono partiti dalla considerazione che l'agente Spaccarotella, nel momento in cui ha impugnato l'arma ed ha deciso di sparare, aveva messo in conto la concreta possibilità del verificarsi di un evento lesivo.
Muovendo da questa premessa, comune sia al dolo specifico sia alla colpa cosciente, i giudici hanno distinto tra le due fattispecie.
Per dichiarare il dolo eventuale, avrebbero dovuto ritenere che il poliziotto avesse fatto seriamente i conti con la possibilità di colpire il gruppo di tifosi laziale che era dall'altra parte dell'autostrada e, nonostante ciò, avesse deciso comunque di sparare.
Per ritenere la colpa cosciente, i giudici avrebbero dovuto, invece, ritenere che Spaccarotella, pur avendo deciso di sparare, in realtà confidasse nel fatto che comunque non avrebbe colpito i tifosi.
Due esempi scolastici spiegano la differenza tra dolo eventuale e colpa cosciente: - dolo eventuale: Tizio, disturbato da ragazzi che schiamazzano in strada, lancia contro di loro dal balcone della propria abitazione una bottiglia di vetro, pur prevedendo possibili ferimenti e colpendo di fatto un ragazzo; - colpa cosciente: Caio, effettuando un sorpasso automobilistico in una curva pericolosa, ha ben presente la possibilità di provocare uno scontro; facendo leva, però, sulla conoscenza della strada e sulla sua abilità di guidatore, egli si convince di poter in ogni caso evitare l'incidente che, tuttavia, si verifica.
Nel caso di Spaccarotella, la scelta della corte d'assise è stata per la colpa cosciente, con affermazione del reato di omicidio colposo e non di omicidio volontario, e pena conseguentemente più bassa rispetto a quella chiesta dal pubblico ministero, che aveva invece ritenuto sussistente il dolo eventuale.

di Enzo Quaratino

Il parcheggiatore abusivo e la "livella".

La poesia della Toga.

Riforma professione forense: primo “sì” per la fine di luglio.


Disponibilità ad ascoltare le ragioni dell’Avvocatura da parte dei deputati della commissione Giustizia: questa l’impressione dei rappresentanti dell’Avvocatura che sono stati auditi ieri, in vista della riforma dell’ordinamento forense, prima della pausa estiva.
A guidare la delegazione, il presidente del Consiglio nazionale forense, Guido Alpa: erano rappresentati, tra gli altri, l’Oua, l’Anf, l’Aiga e le Camere penali.
Finché non sarà disponibile il nuovo testo del comitato ristretto, le sigle dell’avvocatura si mantengono prudenti, anche se la richiesta generale è più severità nel percorso professionale, coniugata con il ritorno ai minimi inderogabili e l’abrogazione del patto di quota lite.
Posizione un po’ distinta per l’Anf, che chiede una svolta a partire dai percorsi universitari.

martedì, luglio 14, 2009

C'è anche una giustizia che funziona.

Danni di lieve entità conseguenti a sinistri stradali: aggiornamento degli importi di risarcimento ad aprile 2009.


Con Decreto ministeriale Ministero dello sviluppo economico 19 giugno 2009, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 157 del 9 luglio 2009, Serie Generale, si è provveduto all’aggiornamento annuale degli importi per il risarcimento dei danni di lieve entità alla persona, derivanti da sinistri conseguenti alla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti.
Il Decreto 19 giugno 2009 ha così disposto:
«A decorrere dal mese di aprile 2009, gli importi indicati nel comma 1 dell’art. 139 del Codice delle assicurazioni private e rideterminati, da ultimo, con il decreto ministeriale 24 giugno 2008, sono aggiornati nelle seguenti misure:
settecentoventotto euro e sedici centesimi per quanto riguarda l’importo relativo al valore del primo punto di invalidità, di cui alla lettera a);
quarantadue euro e quarantotto centesimi per quanto riguarda l’importo relativo ad ogni giorno di inabilità assoluta, di cui alla lettera b)».
In sintesi il valore del risarcimento del primo punto di invalidità è ora fissato in € 728,16 mentre l’indennità per ogni giorno di inabilità assoluta è fissata in € 42,48.

Il CNF commemora l'Avv. Ambrosoli (Roma -17 luglio 2009).

Il "Grillo di Troia".....

Antiriciclaggio, protesta del Cnf .



Il Consiglio nazionale forense chiede al governo e al parlamento alcune modifiche al decreto legislativo in materia di antiriciclaggio, approvato dal governo nel consiglio dei ministri del 26 giugno e correttivo del dlgs 231/2007, per garantire il rispetto della Costituzione e una normativa efficace e ragionevole che contemperi tutti i valori costituzionali coinvolti.
Innanzitutto il Cnf denuncia un “vero e proprio travisamento della direttiva comunitaria” laddove il dlgs 231, punto su cui il correttivo non interviene, estende l’obbligo di segnalazione anche in capo all’Ordine, ritenendo che sarebbe opportuno specificare che tale obbligo emerge nel caso di ipotesi di omissione di segnalazione di operazioni sospette rilevate nell’esercizio della funzione disciplinare, dove alle volte può emergere una maggiore conoscenza del rapporto sostanziale tra cliente e avvocato.
“Grave preoccupazione” suscita inoltre la commistione tra finalità antiriciclaggio e finalità di lotta all’evasione fiscale perpetrata dalla norma che prevede la facoltà di avvalersi dei dati dell’anagrafe tributaria (finora utilizzabili per finalità di lotta all’evasione) per i controlli di competenza nei confronti dei soggetti sottoposti agli obblighi antiriciclaggio.
Norma che crea, ad avviso del Cnf, “uno scenario di indiscriminato accesso e usi impropri di dati estremamente sensibili, in un contesto che finisce per risultare di dubbia compatibilità istituzionale”. Per questo il Cnf propone le adeguate modifiche per escludere tale commistione.
Altri due argomenti sensibili per il Cnf sono la tutela dell’anonimato del segnalante e quella del segreto professionale.
La prima risulterebbe ammorbidita da una normativa nebulosa che sancisce che non solo l’Uif ma anche la Guardia di Finanza e la Dia possono chiedere ulteriori informazioni al segnalante, facendo supporre così che tutti gli organi investigativi possano disporre fin da subito del nome del segnalante.
Il Cnf propone di riformulare la norma per stabilire nuovamente che l’identità del segnalante possa essere svelata dall’Uif ad altri organi investigativi solo se autorizzato da un decreto dell’autorità giudiziaria.
Anche la tutela del segreto professionale subisce, ad avviso del Cnf, un sacrificio nella norma che estende ai professionisti gli obblighi di segnalazione al ministero dell’economia delle eventuali violazioni della normativa sui trasferimenti di liquidità, per di più senza le esimenti della difesa in giudizio e della consulenza legale.
La formulazione della norma, avverte il documento “integra una manifesta violazione del segreto professionale, con conseguenti rischi d’illegittimità costituzionale”e andrebbe riscritta escludendo i professionisti dalla sfera di applicazione soggettiva della disposizione.
Altre osservazioni riguardano il mancato svolgimento del principio dell’approccio basato sul rischio a fronte dei ristretti presupposti per l’utilizzo dei cosiddetti obblighi semplificati e la richiesta di specificare che il momento a partire dal quale scattano gli obblighi di adeguata verifica della clientela è quello successivo all’accettazione dell’incarico.
“Improprio” ancora appare, ad avviso del Cnf, imporre ai professionisti l’onere di provare alle autorità competenti che la portata delle misure adottate è adeguata all’entità del rischio.
Il Cnf chiede anche che gli Ordini siano consultati dal ministero dell’economia in relazione alle norme di semplificazione degli obblighi di adeguata verifica. E infine propone di semplificare gli obblighi di tenere copia degli atti e di registrazione dei dati dei clienti.

Il diritto ecclesiastico...secondo Gioacchino Belli.

sabato, luglio 11, 2009

ALFANO: SU CSM ANCORA NESSUNA DECISIONE PRESA.



Pantelleria, 11 lug. (Adnkronos) - "Il mio ministero conduce un'attivita' di studio e valutera' anche le proposte che sono state fatte dai collaboratori. Penso che queste proposte saranno tenute in considerazione, ma non abbiamo svolto nessuna riunione ne' preso nessuna decisione in questa materia che pure fa parte di un dibattito pubblico e che ha forti e autorevoli sostenitori".
Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano commentando la notizia apparsa oggi su un quotidiano secondo cui sarebbero pronte nuove regole per il Consiglio superiore della magistratura.
Il ministro e' appena atterrato a Pantelleria dove partecipa alla posa della prima pietra per il nuovo aeroporto dell'isola.

In ricordo dell'Avv. Giorgio Ambrosoli (11 luglio 1979/11luglio 2009)


Approderà nelle scuole milanesi 'Qualsiasi cosa succeda. Storia di un uomo libero', il libro su Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, scritto dal figlio dell'avvocato ucciso l'11 luglio del 1979, Umberto, anch'egli avvocato.
Lo ha detto il sindaco di Milano, Letizia Moratti, partecipando alla commemorazione del trentesimo anniversario dell'uccisione di Ambrosoli che si è tenuta stamani nell'Aula magna del Palazzo di Giustizia di Milano.
La figura umana e professionale di Ambrosoli è stata ricordata tra gli altri, dal presidente dell'ordine degli avvocati di Milano, Paolo Giuggioli, dal presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro, e dall'avvocato generale dello Stato, Laura Bertolé Viale.
Letizia Moratti ha anche spiegato che un modo di continuare l'opera di Giorgio Ambrosoli è quella, per esempio, del Patto d'integrità che il Comune ha introdotto e in base al quale sono escluse dagli appalti le imprese che violano la concorrenza o le norme di sicurezza. Il patto è di recente valso un premio da parte del Ministro per la Funzione pubblica, Renato Brunetta.
Il sindaco di Milano ha anche spiegato che l'attività di Ambrosoli ha spianato la strada per le attuali modalità d'indagini che non possono prescindere dalla collaborazione internazionale.

ESAMI DI ABILITAZIONE AVVOCATO 2008: I RISULTATI DEGLI SCRITTI DI SALERNO.


La Commissione di Salerno ha pubblicato ieri sera, intorno alle 21,45, i risultati delle prove scritte della sessione 2008 in corso.
Hanno superato lo scritto 595 candidati su 1351 aspiranti, dunque con una percentuale di ammessi pari al 44%.
Nei prossimi giorni sarà pubblicato il calendario degli appelli per le prove orali.


venerdì, luglio 10, 2009

Il nuovo organigramma della Cassa Previdenza Avvocati.

.......Il candidato "D'Addario" Franceschini.

Cittadella Giudiziaria: il riappalto sarà senza ribassi.



La riassegnazione dell'appalto per il completamento della cittadella giudiziaria sarà effettuata con il sistema dell'offerta economicamente più vantaggiosa.
A comunicarlo è stato il sindaco Vincenzo De Luca, che ieri pomeriggio ha partecipato all'assemblea indetta da Vincenzo Pellegrino, presidente della Giunta distrettuale dell'Anm.
«È una scelta che pone problemi di responsabilità e impegna gran parte dell'apparato amministrativo, ma è in grado di offrire maggiori garanzie di affidabilità ed efficienza organizzativa», ha spiegato De Luca, che è apparso ottimista anche in relazione alla consegna almeno di alcuni lotti entro un anno, attraverso un meccanismo di premialità se l'impresa aggiudicataria consegnerà prima.
Una importante indicazione sulla strada da seguire per contrastare le ingerenze della criminalità organizzata è stata fornita dal procuratore generale Lucio Di Pietro, con una eperienza di 15 anni nella Direzione Nazionale Antimafia.
Di Pietro ha suggerito al sindaco la realizzazione di un protocollo in passato studiato in DNA tra committente, aggiudicatario e Prefettura in grado di impedire qualsiasi tipo d'infiltrazione malavitosa, evitando interdittive antimafia, che spesso intervengono a lavori ultimati.
I presidenti della Corte d'Appello e del Tribunale, Matteo Casale e Luigi Mastrominico hanno affrontato la questione dell'esiguità dei fondi necessari per gli arredi.
«Il Ministero ha dimostrato ottusità mentale. Una soluzione potrebbe essere quella di attingere ai fondi europei sulla sicurezza», ha detto De Luca.


ANTONELLA BARONE
Tratto da sito: www.ilmattino.it