venerdì, luglio 28, 2006

Una sconfitta della forca.



Editoriale di Ferrara sul Foglio

Un'ampia maggioranza trasversale è riuscita questa volta a trovare un compromesso su una misura di clemenza e a farle superare alla Camera le forche caudine della norma costituzionale, introdotta nel clima terroristico di tangentopoli, che impone una maggioranza dei due terzi per l'approvazione. L'iter non è finito, non è certo che l'indulto possa essere definitivamente approvato dal Senato prima dell'estate.

I nemici di questo provvedimento puntano a farlo slittare a dopo le ferie, con poca considerazione per le condizioni dei carcerati, nella speranza che la campagna moralistica che hanno messo in piedi possa crescere con il tempo e incrinare la fermezza della maggioranza che si è realizzata alla Camera. Le incertezze sul futuro, però, non possono cancellare il rilievo del fatto politico che si è realizzato già in questa prima fase. L'atto di clemenza, per quanto limitato perché non si è potuto varare un'amnistia, ha un preciso significato politico.


Dopo tangentopoli, per anni e anni, di clemenza non si poteva neppure parlare. C'è voluto l'appello di una personalità come quella di Giovanni Paolo II per rimettere l'argomento all'ordine del giorno, ma neppure questo è bastato, nella scorsa legislatura, per partorire un provvedimento concreto. Il fatto è che alla preoccupazione comprensibile per gli effetti che l'uscita dalle carceri di migliaia di condannati, agitata un po' demagogicamente ma comprensibilmente dalla destra, si è aggiunta la sorda campagna moralistica dei giustizialisti.

Una stravagante graduatoria della pericolosità dei reati, che mette l'evasione fiscale davanti all'omicidio e alla rapina a mano armata, è stata il cavallo di battaglia di questa insinuante azione propagandistica, che ha trovato l'appoggio, anche in questi ultimi giorni, di grandi organi di stampa. Il voto della Camera è stato anche una risposta, per una volta dignitosa e non subalterna, a chi ostenta una superiorità morale ingiustificata e offensiva, magari per bassi intenti propagandistici.

Questo non significa che il morbo giustizialista sia debellato. L'idea che esista una casta alla quale sia attribuita una funzione superiore a quella delle istituzioni democratiche, che debbono invece essere tenute sotto tutela, è dura a morire. L'indulto, di per sé, è un atto umanitario che non ha uno specifico senso politico, ma l'ha assunto per il carattere dell'opposizione giustizialista che ha dovuto sormoritare. In questa battaglia senza vincitori ci sono però degli sconfitti.

martedì, luglio 25, 2006

INTERVENTO TENUTO AL SENATO IL 25/07/2006, DAL SEN. BUCCICO (GIA' PRESIDENTE DEL CNF).


BUCCICO (AN). Signor Presidente, colleghi senatori, le norme che vengono introdotte con la cosiddetta legge Bersani costituiscono un attacco e uno svilimento delle libere professioni e sintomaticamente è stato scelto il ceto forense, che è considerato il ventre molle delle libere professioni, perché, nei confronti degli avvocati si addensano e si aggrumano ormai da secoli antichi pregiudizi. È stato facile per il Governo attaccare le libere professioni ed in particolare gli avvocati, ma gli avvocati sanno e sapranno difendersi e sanno distinguere fra chi vuol difendere la loro libertà e la libertà cittadini, la loro indipendenza e l'indipendenza dei cittadini.
Risibile è stato il tentativo di alcuni colleghi del Gruppo della Margherita di far pervenire a tutti gli ordini forensi un effimero, transitorio, inutile successo nella Commissione giustizia, laddove, a pochi giorni di distanza vi è stato il fuggi fuggi nella Commissione bilancio, quando si è cercato, con il nostro contributo fattivo, di migliorare comunque un testo di legge punitivo nei confronti di ceti tradizionalmente insediati a difesa e a presidio della libertà nel nostro Paese. Soltanto chi ha studiato Adamo Smith sulle dispense di scuola serale in carattere cirillico poteva pensare di liberalizzare un ceto come quello degli avvocati, che ormai assomma 180.000 professionisti ed è altamente liberalizzato e intriso di libertà e di concorrenza.
Invece di intervenire sulle tariffe minime e far cadere il patto di quota lite, che era addirittura vietato come reato, a tutela della indipendenza dell'avvocato, che non poteva condividere la sorte del cliente, occorreva intervenire sulla formazione obbligatoria e sulla qualità. Si è cercata la strada più semplice, non si è cercato il dialogo con la classe forense, anzi è stato evitato e in questa maniera si stanno svilendo, svalutando, snaturando le caratteristiche identitarie non soltanto degli avvocati, ma di tutti i professionisti italiani.
Inoltre, colleghi senatori, con questo sistema non si consegue neppure quella che è la finalità confessata nel decreto Bersani, cioè l'effettiva facoltà di scelta e di comparazione di quelli che vengono eufemisticamente chiamati consumatori, ma che noi vogliamo chiamare cittadini, al pari di tutti gli altri soggetti del nostro Paese. L'Europa viaggia in una direzione opposta a quella che è intrapresa oggi dal decreto Bersani, come dimostra - è stato già ricordato da altri - quello che è scritto nella risoluzione del Parlamento europeo del 23 marzo 2006 sulle professioni legali.
Abbiamo scelto la strada della mercificazione più superficiale, sull'onda mimetica di Paesi che non hanno a cuore la tradizione della cultura del diritto del cittadino, che è la finalità con cui si esercita la professione legale e si esercitano tutte le altre, soprattutto quelle riservate.
Desidero dire al Governo ed ai colleghi della maggioranza che gli effetti che si determineranno da questa mercificazione senza limiti saranno deleteri non tanto per gli avvocati, quanto per i cittadini, anzi soprattutto per i cittadini, nel momento in cui le tariffe minime vengono approvate e viene introdotto il patto di quota lite, che significa assunzione di corresponsabilità della causa da parte dell'avvocato, che diventa titolare della causa, che non difende esclusivamente gli interessi del cliente, ma soprattutto i suoi, nel momento in cui diventa socio del cliente.
Con il patto di quota lite si determinerà inevitabilmente una corsa verso il basso e, mancando in molti il senso etico della responsabilità, questa corsa verso il basso farà crescere la litigiosità, il Governo otterrà l'effetto contrario e non si tuteleranno i diritti dei cittadini.
Voglio ricordare un principio santo nelle democrazie liberali quand'è in gioco il diritto di difesa. Il diritto di difesa può essere soddisfatto soltanto dall'effettività dell'esercizio di tutela di tale diritto, ma quando a parametro comparativo si adotta esclusivamente o anche solo prevalentemente il prezzo della prestazione, il diritto di difesa non può essere né garantito né soddisfatto. Quando in un Paese civile e democratico, ispirato alla tradizione della tripartizione dei poteri, il diritto di difesa viene così svilito ed emarginato, colleghi senatori, è il fondamento stesso della democrazia e della libertà che viene conculcato e accantonato.
In tal modo, non riusciremo a soddisfare in maniera effettiva e seria il diritto dei cittadini. Quando dico noi, intendo i professionisti italiani, che sono un ceto grande e libero, costituito da 2 milioni di persone. Certamente, anche i professionisti italiani hanno le loro responsabilità, perché nel sistema ordinistico forse non sono riusciti a sintonizzarsi con i tempi. Ma qui le responsabilità si sfuggono. Se gli avvocati non riescono a darsi uno statuto normativo dal 1933, i Governi succedutisi dal 1945 ad oggi dovranno pur avere qualche responsabilità.
Intravedo il pericolo maggiore di questa operazione: è soltanto l'inizio dell'erosione, ma non solo dei diritti dei liberi professionisti, perché i liberi professionisti sapranno tutelarsi e difendersi.
Voglio dirlo con molta chiarezza e lo ha accennato ieri anche il senatore Biondi: noi manterremo i nostri codici deontologici. Quella norma assurda e ridicola secondo cui, con questo decreto-legge, si cancellano i codici deontologici, noi non la osserveremo, perché i codici deontologici sono l'abito morale delle libere professioni, provengono dalla nostra indipendenza e sono il fondamento delle nostra libertà! (Applausi dai Gruppi FI e AN).
Lo ha ricordato la Corte costituzionale - insediatasi nel nostro Paese nel 1955, con il ritardo storico di molti anni - in una celebre sentenza del 1956. Lo hanno ricordato, anche recentemente, le Sezioni unite: fonderemo associazioni in cui si sosterrà apertamente che ci atterremo alle tariffe e che non andremo sotto il minimo tariffario, perché soltanto tale soglia minima può garantire la qualità della prestazione professionale.
In effetti, l'essenzialità e l'esigenza delle tariffe sono riconosciute anche dal Governo, nel momento in cui si sostiene che per talune categorie, come gli arbitrati, occorre far riferimento alle tariffe, nel momento in cui, con l'emendamento del Governo e della maggioranza - votato anche da noi in Commissione - si sostiene che per gli appalti bisogna attenersi alle tariffe, e ancora, nel momento in cui si dice che, in giudizio, occorre far riferimento alle tariffe. Le tariffe costituiscono un orientamento e un parametro. Se non manteniamo il limite minimo di garanzia di effettività della prestazione, entreremo nella giungla della tutela dei diritti. Forse è questo che si vuole, perché l'obiettivo politico non è la semplice scalfittura dei diritti di taluni professionisti proveniente dal decreto-legge Bersani.
L'obiettivo politico è un altro: la rivisitazione degli ordini professionali. E poiché dietro Bersani vi è l'ombra di Banquo, cioè l'ombra di Visco, non dimenticatelo, colleghi senatori, perché c'è già stato un tentativo di rapina negli anni passati: l'obiettivo sono le casse professionali, che sono il frutto dei vostri sacrifici e di tutti i professionisti italiani.
In questo modo, si vuole trasformare e snaturare la collocazione dei ceti sociali. Oggi si sostituiscono i professionisti legali con i CAF dei sindacati, perché questa è la verità. I servizi legali sono affidati ai CAF dei sindacati. Domani cercheranno di marginalizzare tali ceti professionali con una diversa collocazione sociale nel nostro Paese. Queste che riaffiorano, purtroppo, soprattutto nella sinistra, sono le vecchie diffidenze marxiane e antiborghesi, cui si affianca il servilismo degli amici della Margherita che si attestano sulle medesime posizioni.
Ebbene, di fronte a questo attacco frontale nei confronti del mondo della libertà e dell'indipendenza, cioè del mondo dei professionisti, penso che sia giusto, utile e necessario che i professionisti oppongano, questa volta positivamente, una strenua resistenza; certo, ossequiosi della legge, perché noi lo siamo sempre, ma riportando nell'effettività delle prestazioni, qualità, competenza, professionalità, autonomia e indipendenza.
Guardate, la libertà e l'indipendenza sono caratteristiche ereditarie e non possono essere sottratte agli uomini, ai cittadini. Le difenderemo votando contro il cosiddetto decreto Bersani e mobilitando il Paese contro questo tentativo liberticida di uccidere, con le libertà dei professionisti italiani, le libertà dei cittadini italiani. (Applausi dai Gruppi AN e FI. Congratulazioni).

mercoledì, luglio 19, 2006

UNA FAVOLA DI OGGI: IL RE E' NUDO!


"Due sarti imbroglioni si presentarono a corte offrendo stoffe stupende e magiche che potevano essere viste soltanto dalle persone intelligenti: in realtà, come è ovvio, non esistevano.

Basta, però, che il Ciambellano, per primo, dichiari di non aver mai visto niente di simile ed il gioco è fatto! Tutti i cortigiani incominciano a lodare le stoffe, e lo stesso re ordina per un'importante cerimonia pubblica un abito tessuto con quelle meraviglie.

La parata inizia, il re naturalmente è in mutande, ma nessuno della folla osa vedere la verità, solo un piccolo bambino, privo di pregiudizi e di conformismo, urla con tutto il suo stupore di fronte all'abbigliamento del sovrano: il re è nudo!".



DECIDETE DI NON SERVIRE PIU': SARETE LIBERI!


Decidete una volta per tutte di non servire più, e sarete liberi. Non vi chiedo di scacciare il tiranno, di buttarlo giù dal trono, ma soltanto di smettere di sostenerlo; allora lo vedreste crollare a terra e andare in frantumi per il suo stesso peso, come un colosso a cui sia stata tolta la base.

Etienne de La Boétie
(1530-1563)

Discorso sulla servitù volontaria

sabato, luglio 15, 2006

MICHELINA GRILLO: LETTERA AGLI ORDINI ED ALLE ASSOCIAZIONI FORENSI


Il Presidente

Prot. n. 604/06

Ill.mi Signori

Presidenti dei Consigli dell’Ordine Forense

Consiglieri dell’Ordine Forense

Presidenti delle Unioni Regionali

Presidenti delle Associazioni Forensi

E p.c.

Signori Delegati XXVIII° Congresso

LORO SEDI

Illustri colleghi,

invio la presente comunicazione allo scopo di fornirVi una opportuna informativa sullo stato della situazione relativa alla protesta dell’avvocatura - in atto - contro le norme concernenti le professioni, e la professione forense in particolare, nonché i tagli alle spese di giustizia, contenute nel c.d. Decreto Bersani, più correttamente DL. 223 del 4.7.2006. Le notizie puntualmente inviate a mezzo comunicati stampa, e i documenti pure trasmessi, necessitano infatti di un riepilogo di insieme, che meglio dia conto di quanto accaduto sino a questo momento.

Il tutto, auspico, può risultare di utilità sia per le Assemblee in sede locale, nuovamente in programma anche per la prossima settimana, sia in previsione della Manifestazione Nazionale di Protesta del giorno 21 luglio in Roma, per la quale già Vi ho inviato il manifesto predisposto a mezzo posta elettronica. Detto manifesto è scaricabile dal sito Oua e sarà inviato ai Consigli dell’Ordine anche a stampa in formato cartaceo 70x100 all’inizio della prossima settimana, per l’affissione. Ulteriori manifesti sono stati prodotti da Ordini e Associazioni, e ne abbiamo data opportuna diffusione.

Schematicamente:

Ø successivamente all’Assemblea svoltasi il 5 luglio scorso, la Giunta Oua ha proceduto alla formale deliberazione e proclamazione dell’astensione dal 10 al 21 luglio, disposta in via di urgenza, per i motivi e alla stregua delle norme citati nella deliberazione richiamata. La deliberazione veniva formalmente inviata, nelle forme e modi di legge, ai destinatari previsti, e tra essi anche alla Commissione di vigilanza sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali;

Ø in data 6 luglio, poco dopo l’avvenuto inoltro della comunicazione di proclamazione dell’astensione, la commissione stessa inviava informale comunicazione via telefax all’organismo proclamante, OUA, e a svariati altri soggetti dell’Avvocatura (CNF, Ordini e Associazioni), assumendo prima facie l’illegittimità dell’astensione, non ritenendosi sussistenti – sia pure senza motivazione sul punto – i requisiti di urgenza addotti a sostegno del mancato rispetto dei termini di preavviso e di raffreddamento;

Ø in data 7 luglio, a seguito di personale intervento del Presidente della Commissione, dott. Martone – che incidentalmente ringrazio per l’immediata attenzione e sensibilità – l’Oua, nella mia persona, si recava ad una informale audizione presso la Commissione, alla quale invitava a partecipare il Cnf e le Associazioni Forensi, avendo la presenza dei rappresentanti di AIGA, ANF, Unione Camere Civili e UIF. Nel corso dell’audizione – anch’essa informale – venivano dettagliatamente motivate le ragioni della protesta e si ribadivano i presupposti per la invocata urgenza, concludendo per la legittimità dell’astensione come proclamata. L’audizione si concludeva con i comunicati – della Commissione e dell’Oua – che già conoscete. Merita di essere sottolineato, anche per i successivi sviluppi, il Comunicato del Presidente Martone, il quale, pur invitando ad un differimento ed una minore durata dell’astensione, auspicava che al più presto venisse trovata una sede politica adeguata al dialogo, per tenere conto delle posizioni espresse dall’avvocatura;

Ø in data di lunedì 10 luglio prendeva avvio la proclamata astensione, con un riconosciuto successo, attestato anche dalle delibere di Ordini e Associazioni che si sono via via susseguiti e sono – per quanto note – pubblicate sul sito dell’Oua. Una costante attività di intervento con la stampa, anche nelle sedi locali, ha consentito sino ad oggi di dare voce, per quanto possibile (vedasi mancata pubblicazione della replica odierna sul Corriere della sera), alla protesta dell’Avvocatura, incentrata anche sul taglio di non poco conto degli stanziamenti per la Giustizia, già di per sé al collasso;

Ø sempre in data di lunedì 10 luglio aveva luogo l’audizione congiunta dell’Oua, del Cnf e delle Associazioni Forensi dinanzi la Commissione Giustizia del Senato. Detta audizione si protraeva per oltre un’ora e mezza, con la diffusa trattazione di tutti i motivi di contrarietà sollevati dall’Avvocatura nei confronti del provvedimento, sia nel metodo che nel merito, primi fra tutti i numerosi motivi di incostituzionalità;

Ø nella giornata di martedì 11 luglio si registravano le prime dichiarazioni di apertura al dialogo da parte del Ministro di Giustizia. In pari data aveva luogo l’audizione del Cup dinanzi la Commissione Bilancio del Senato;

Ø sin dal 10 luglio, data di avvio della proclamata astensione, l’Organismo Unitario ha avviato contatti ed ha dato corso a quotidiani incontri con le forze politiche, massimamente con i gruppi del Senato, protrattisi fattivamente sino ad oggi;

Ø il termine per la presentazione di emendamenti dinanzi le Commissioni va a scadere il giorno di lunedì 17 luglio prossimo, alle ore 10;

Ø la trattazione del provvedimento Bersani è calendarizzata in aula al Senato per i giorni 24 e 25 luglio prossimi, ed alcuni esponenti della maggioranza hanno espressamente richiesto, anche con interventi sulla stampa, che sul decreto Bersani venga posta la fiducia, al fine di consentirne l’approvazione in tempo utile, e prima della pausa feriale;

Ø parallelamente alla ferma protesta dell’Avvocatura attuata con l’astensione, si sono svolte – e tuttora sono i corso di svolgimento - in numerosi Fori partecipate ed animate Assemblee degli iscritti, ad alcune delle quali hanno partecipato parlamentari locali;

Ø in taluni Fori si sono registrate reazioni da parte di magistrati, che hanno ritenuto di doversi pronunciare sulla legittimità o meno dell’astensione forense in corso, con l’adozione di provvedimenti in molti casi del tutto ingiustificati e gravatori per i Colleghi che hanno ritenuto di esercitare il loro diritto di astensione. A fronte di ciò l’Organismo Unitario è intervenuto sulla stampa ed ha altresì diffuso una scheda riepilogativa al fine di motivare la contrarietà a simili condotte, cui peraltro hanno fatto riscontro posizioni assai più rispettose e consapevoli da parte della maggioranza dei Magistrati. Numerose delibere in tal senso si sono avute anche da Ordini Forensi e Associazioni. L’Organismo Unitario, mio tramite, fin da ora esprime viva solidarietà ai Colleghi coinvolti dai provvedimenti richiamati, ed apprezzamento ai Consigli di appartenenza, che sono prontamente intervenuti;

Ø nella giornata di mercoledì 12 luglio, la Commissione di Garanzia sull’attuazione dello sciopero nei servizi pubblici essenziali, all’unanimità, ha ritenuto di non pronunciarsi circa l’avvio di procedimento, ed ha deliberato di richiedere maggiori informative e approfondimenti sull’astensione degli avvocati in corso, rinviando ogni eventuale decisione, anche quanto alla apertura formale di procedimento, alla successiva riunione del 19 luglio prossimo. Parallelamente si è registrata l’espressa presa di posizione del dott. Nello Rossi, Vice Presidente dell’ANM, che ha testualmente dichiarato che - allo stato delle cose – i magistrati non solo non possono, ma non devono, entrare nel merito della legittimità o meno dell’astensione (fonte Adnkronos);

Ø negli ultimi due giorni, quasi improvvisamente, l’esplodere delle conseguenze del divieto di anticipazione delle spese di giustizia da parte degli uffici postali, non solo con riferimento alle parcelle delle difese di ufficio e del patrocinio a spese dello Stato, ma anche agli stipendi dei magistrati onorari ed ai compensi di periti e consulenti, ha fatto sì che alcune delle ragioni della nostra protesta, rimaste sin qui del tutto occultate dai mass media, venissero prepotentemente alla luce in tutta la loro gravità: unitamente alla già menzionata disposizione si è iniziato a parlare anche della riduzione degli stanziamenti per la giustizia, e di tutto ciò che purtroppo ne conseguirà in tempi anche brevissimi. Posto che lo stanziamento per la giustizia nell’ultimo anno della scorsa legislatura ammontava a circa 600 milioni di euro, e di fatto le uscite erano di ben 200 milioni eccedenti, non v’è chi non veda che la riduzione progressiva, prima di 50, poi di 100 e poi di 200 milioni di euro al 2006 al 2008 è riduzione tutt’altro che indifferente;

Ø nella giornata di oggi 13 luglio, si è appreso che l’Ufficio di Presidenza della F.B.E., presieduta dall’avv. De Tilla, ha deliberato la presentazione di ricorso alla Corte di Giustizia, avverso il decreto Bersani. Contemporaneamente il Presidente De Tilla ha diffuso ed ha messo a disposizione dell’Oua il testo di un autorevole parere, richiesto all’avv. Prof. Massimo Luciani, esimio costituzionalista, in merito alla illegittimità costituzionale del contestato provvedimento, con particolare riferimento alle norme concernenti le professioni, ed in particolare la professione forense;

Ø l’Oua nella giornata di oggi ha trasmesso detto parere, con propria nota, al Presidente del Consiglio On. Prodi, al Ministro On.Mastella, al Ministro On. Bersani, ai Presidenti delle Commissioni Affari Costituzionali della Camera e del Senato, confermando le richieste di audizione già formalmente inoltrate nei giorni precedenti l’astensione;

Ø il parere del prof. Luciani è stato rimesso dall’Oua anche alla attenzione del dott. Martone, Presidente la Commissione di Garanzia, affinché ne prenda visione ed atto, anche in relazione alla trattazione del tema dell’astensione in corso nella prossima sessione della Commissione, fissata come detto per il giorno 19 luglio;

Ø sempre in data di oggi, 13 luglio, la Commissione Giustizia del Senato si è riunita ed ha approvato il proprio parere in merito al DL Bersani, già tempestivamente inviatoVi, nel quale sono stati accolti gran parte dei rilievi formulati dall’avvocatura. Anche i pareri resi dalle Commissioni Industria e Finanze del Senato, sempre in data odierna, parrebbero rendere ragione della fondatezza delle questioni che gli Avvocati italiani hanno sollevato. Si tratta di un primo passo, sicuramente significativo, ma non certo decisivo, di talchè l’attenzione deve rimanere forte, così come la protesta;

Ø l’Organismo Unitario, grazie alla preziosa collaborazione del Collega Avv. Maurizio Di Stefano, che ne è autore, pubblicherà domani 14 luglio sul proprio sito, ed invierà all’indirizzario tutto, il testo di un ricorso che ciascun Collega potrà inviare alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, avverso il DL Bersani, nel merito della questione tariffe.

Inutile dire che, in attesa della trattazione in aula del provvedimento Bersani, è di grande importanza il buon esito della concordata Manifestazione Nazionale del 21 luglio, alla quale sono certa che interverrete numerosi. L’invito è a far sì che possano prendervi parte il maggior numero di colleghi possibile, favorendone al massimo la partecipazione.

Riterrei opportuno che la Manifestazione del 21 fosse preceduta, nel pomeriggio del giorno 20 luglio, da un incontro tra Oua, Cnf, Cassa, Presidenti degli Ordini Distrettuali e Presidenti delle Associazioni Forensi, per fare il punto e per concordare quanto necessario alla migliore riuscita della manifestazione stessa, il giorno seguente. A tal fine, visto il numero dei partecipanti, mi riservo di richiedere al Presidente del Consiglio Nazionale Forense la disponibilità ad ospitare la riunione nei locali di Via del Governo Vecchio, ovvero al Presidente della Cassa, presso la sala Biblioteca dell’Ente.

Con l’occasione, non posso che rinnovare l’invito a proseguire nell’elaborazione delle proposte dell’avvocatura per la riforma della professione, al fine di accostare alla protesta anche la necessaria parte costruttiva, della quale dobbiamo responsabilmente e senza ulteriori ritardi farci carico, mostrando nei fatti che siamo noi per primi a volere un opportuno ammodernamento della professione, nell’interesse nostro, dei nostri giovani e del Paese, ma senza snaturare e compromettere la nostra identità e le funzioni a noi affidate.

L’Assemblea dell’Organismo Unitario, alla quale sono come di consueto invitati a partecipare il Presidente del Cnf, il Presidente della Cassa e i Presidenti delle Associazioni Forensi, è stata convocata in Grottaferrata domani 14 e sabato 15 luglio, ed ha al proprio ordine del giorno sia l’esame della situazione con riferimento al decreto sulla liberalizzazione e sviluppi della situazione politica, che il tema della riforma dell’Ordinamento Professionale, nella prospettiva della seconda sessione congressuale di settembre, in Roma, la cui preparazione è anch’essa all’ordine del giorno dei lavori.

Ancora oggi, e sino al Congresso, costanti aggiornamenti sono e saranno pubblicati sul sito www.oua.it ove prosegue anche l’appassionato Forum con le opinioni dei Colleghi sul Pacchetto Bersani. Vi sarò grata se vorrete proseguire nell’invio all’Oua dei documenti e deliberati che verranno approvati e assunti di qui in avanti, per la loro tempestiva pubblicazione e diffusione.

In attesa di incontrarVi in occasione della manifestazione fissata per il prossimo giorno 21 luglio, sarà mia premura farVi pervenire eventuali ulteriori comunicazioni, laddove gli sviluppi politici connessi all’iter parlamentare del DL Bersani lo rendessero utile e necessario.

Vi rinnovo i migliori e più affettuosi saluti.

Michelina Grillo

Roma, lì 13 luglio 2006

giovedì, luglio 13, 2006

21 LUGLIO 2006: MANIFESTAZIONE A ROMA


MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI PROTESTA DELL'AVVOCATURA.
CINEMA ADRIANO - ROMA (ORE 10).

INVIAMO UN FAX DI PROTESTA AL GOVERNO!


IL FAX ALLEGATO, PREDISPOSTO DALL'O.U.A., DOVRA' ESSERE INVIATO AL PIU' PRESTO AI SIGNORI PRODI, BERSANI E MASTELLA, APPLICANDO IL TIMBRO DI STUDIO ED APPONENDO LA SOTTOSCRIZIONE.

giovedì, luglio 06, 2006

MANIFESTO DI PROTESTA DELL'AVVOCATURA ITALIANA



Per il Governo gli Avvocati non esistono : non sono interlocutori affidabili e meritevoli di essere ascoltati è meglio operare blitz notturni che dare corso al dialogo.


GLI AVVOCATI DENUNCIANO UN’AGGRESSIONE LEGISLATIVA

TUTTE LE BUGIE DEL GOVERNO SULLE FINTE LIBERALIZZAZIONI

TUTTE LE BUGIE DELLA LOBBY DELLE ASSOCIAZIONI DEI CONSUMATORI

- NON E’ VERO che l’abolizione dei minimi tariffari porterà una riduzione dei costi della difesa : l’introduzione del patto di quota lite consentirà ai professionisti più disinvolti di offrire i propri servizi a condizioni vessatorie, lucrando su alte percentuali delle somme che spettano ai propri assistiti;

- NON E’ VERO che la pubblicità commerciale (creata e pagata dal singolo professionista) consentirà di conoscere meglio le differenze tra i singoli professionisti : la réclame incontrollata gioverà soltanto agli studi più ricchi ed il suo costo sarà scaricato sul consumatore;

- NON E’ VERO che si tratta di liberalizzazione del mercato : banche, assicurazioni ed industrie, che da anni tentano di mettere le mani sui servizi legali, saranno favorite nel sviluppare nuove forme di concentrazione. E’ a rischio l’esercizio del diritto di difesa libero da condizionamenti, già retrocesso al rango di “servizio legale”;

- NON E’ VERO che tutto ciò migliorerà la qualità delle prestazioni professionali : nessuna norma, né tantomeno fondi, è destinata alla formazione e all’aggiornamento professionale;

- NON E’ VERO che le misure adottate agevoleranno i cittadini : il rapporto tra avvocato e cliente sarà modificato in senso più cinico, per garantire allo studio privato il mantenimento di livelli accettabili di redditività ed è comunque a rischio la sopravvivenza dei piccoli studi legali, che forniscono un servizio non spersonalizzato ed a misura d’uomo. Essi finiranno per essere schiacciati dalla concentrazione dei grandi studi, con negative conseguenze sui loro dipendenti e sull’indotto;

- NON E’ VERO che il provvedimento favorisce i giovani professionisti: le nuove norme regalano al grande capitale ed alla lobby delle associazioni dei consumatori la concentrazione ed il controllo di grandi studi legali che assumeranno una posizione dominante condizionando l’intero settore giustizia e potranno giovarsi di bracciantato intellettuale a poco prezzo;

PER QUESTO GOVERNO GLI AVVOCATI NON SONO LAVORATORI E LA TUTELA DEI DIRITTI E’ MERCE DA BANCO

lunedì, luglio 03, 2006

IL GOVERNO PRODI VARA, CON DECRETO LEGGE, IL C.D. "PACCHETTO BERSANI"


RICHIESTA DI SEI CONSIGLIERI DI CONVOCAZIONE URGENTE DEL CONSIGLIO FORENSE, PER ADOTTARE - A LIVELLO LOCALE - LE OPPORTUNE INIZIATIVE DI PROTESTA.