martedì, dicembre 30, 2014

Giustizia: Aiga, Ordini avvocati devono rinviare elezioni.

(ANSA) – ROMA, 29 DIC – RINVIARE LE ELEZIONI DEI NUOVICONSIGLI DEGLI ORDINI DEGLI AVVOCATI, FISSATE PER METÀ GENNAIO,FINO A DOPO IL PRONUNCIAMENTO DEL TAR DEL LAZIO SULLALEGITTIMITÀ DEL NUOVO REGOLAMENTO, IMPUGNATO PER PROFILI DIILLEGITTIMITÀ CONCERNENTI LE MODALITÀ DI ESPRESSIONE DEL VOTO.
È QUESTA – RENDE NOTO L’ASSOCIAZIONE DEI GIOVANI AVVOCATI (AIGA) -LA POSIZIONE DEL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA, DIFFUSA NEI GIORNI SCORSI ATTRAVERSO UNA CIRCOLARE INDIRIZZATA AL CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE E A TUTTI I CONSIGLI CIRCONDARIALI DEGLIORDINI DEGLI AVVOCATI (COA).
 “IL MINISTERO HA RACCOLTO LE ISTANZE DI AIGA ED È INTERVENUTOSU QUELLA CHE SI PRESENTA UNA QUESTIONE COMPLESSA – SPIEGA LAPRESIDENTE GIOVANI AVVOCATI NICOLETTA GIORGI -. I CONSIGLI DEGLIORDINI SONO INFATTI CHIAMATI A RINNOVARSI CON REGOLE CHECONFIDIAMO VENGANO MODIFICATE DAL TAR LAZIO, DI FRONTE AL QUALESONO STATE IMPUGNATE”.
IL TAR HA FISSATO L’UDIENZA PER IL 14 GENNAIO E MOLTI ORDINI HANNO CONVOCATO LE ELEZIONI PROPRIO INQUELLA DATA O IN GIORNI VICINI. PER QUESTO, AIGA HA SOLLECITATO L’INTERVENTO DEL MINISTERO E ”IN RISPOSTA DALLA DIREZIONE GENERALE DEL MINISTERO È ARRIVATA LA RICHIESTA DI ADOPERARE LE CAUTELE NECESSARIE PER NON FRUSTRARE L’ESITO DELLE ELEZIONI”.
“ORA – CONTINUA GIORGI – IL TESTIMONE PASSA AI COA, CHEDOVRANNO MOSTRARE RESPONSABILITÀ NEI CONFRONTI DEI PROPRI ISCRITTI ED EVITARE CHE LE ELEZIONI INDETTE POSSANO ESSEREINFICIATE DAL SUCCESSIVO PROVVEDIMENTO DEL TAR. GLI ATTUALI CONSIGLI DEGLI ORDINI SONO GIÀ IN PROROGA DA UN ANNO A SEGUITODELL’ENTRATA IN VIGORE DELLA LEGGE 247/12: UN MESE IN PIÙ NON FARÀ DI CERTO UNA GRANDE DIFFERENZA. IN OGNI CASO, SARÀCONSENTITO ALL’AVVOCATURA DI VOTARE CON REGOLE CERTE E SPERIAMOMIGLIORI DI QUELLE ATTUALI. L’ATTUALE REGOLAMENTO INFATTIIMPEDISCE IL RICAMBIO GENERAZIONALE, LA DIALETTICA E CONDANNA ILGENERE FEMMINILE AD UNA MINORANZA COSTANTE”.
QUESTO ACCADEPERCHÈ “IL NUOVO REGOLAMENTO PER L’ELEZIONE DEI CONSIGLI DEGLIORDINI HA INTRODOTTO IL VOTO DI LISTA: UNA SCELTA CHE CONSENTE A POCHI NOMI ‘ECCELLENTI’, FORTI DI PICCOLE MA IMPORTANTI SACCHE DI CONSENSO, DI DECIDERE I NOMI DEI RAPPRESENTANTI CHIAMATI A SEDERE NEI CONSIGLI”. (ANSA).

mercoledì, dicembre 17, 2014

Esame Avvocato: Traccia n. 2 Penale.

Traccia n. 2
Il sig. Adamo, appena arrivato nel Paese, acquisito un regolare permesso di soggiorno ottiene il ricongiungimento familiare con la sua convivente more uxorio, sig.ra Eva.
Entrambi trovano lavoro con la mansione di custodi, presso l’oasi naturale floro-zoologica Eden Garden. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il fatto criminoso così si svolge.
La sig.ra Eva viene spinta, con artifizi e raggiri, dal sig. Serpente, noto pregiudicato del luogo, a rubare una particolare varietà di mela da un frutteto biologico riservato ed a marchio DOC (Denominazione Origine Celestiale) e DOP (Denominazione Origine Padreterno).
Divide la refurtiva con il convivente sig. Adamo, presente al momento del fatto, probabilmente col ruolo di palo, secondo la tesi investigativa .
Per non farsi scoprire, subito dopo, il sig. Adamo e la sig.ra Eva si allontanano dal luogo del delitto tentando di camuffarsi a mezzo di quanto hanno a disposizione (foglie di fico ed arbusti) e restano latitanti per un breve periodo.
Non sfuggono a lungo alla giustizia.
Al processo, Adamo dichiara di non aver materialmente realizzato l’apprensione del bene, ma solo di aver goduto dello stesso ignorandone però l’illecita provenienza, trovandosi casualmente sul luogo e, comunque, spinto dalla convivente alla commissione del reato.
Eva, a sua volta, accusa il sig. Serpente di averla ingannata od indotta in errore vantando non ben identificate proprietà benefiche del frutto, molto superiori alle bacche di goji (a titolo di esempio: rimedio contro cellulite, ritenzione idrica, borse ed occhiaie) e comunque di non avere avuto idea né essere stata avvisata che la mela costasse un’ira di Dio.
Il sig. Serpente non rilascia dichiarazioni, avvalendosi della facoltà di non rispondere.
Tutti e tre sono condannati, con l’aggravante dell’associazione a delinquere, seppur in modi differenti, alle seguenti pene:
Sig. Serpente, pena di morte, stante la recidiva, poi commutata in ergastolo con isolamento diurno. Sig.ra Eva, licenziamento immediato ed espulsione dallo Stato. Sig. Adamo, licenziamento immediato ed espulsione dallo Stato.
- Il candidato, assunte le vesti del legale dei tre, rediga l’atto più adeguato a tutelare i propri clienti, valutando le diverse posizioni giuridiche in ragione della possibile ineguale partecipazione personale al pactum sceleris.

n.b.: Autore della spiritosa simulazione di traccia penalistica è il Collega Domenico Errigo.

lunedì, dicembre 15, 2014

Avvocatura, tutti contro tutti!

Tempo di rinnovo dei vertici nell'avvocatura. E, come ogni periodo pre-elettorale che si rispetti, il clima si fa incandescente.
A poco più di un mese dalle elezioni è già l'ora del tutti contro tutti. Associazioni e ordini contro il Cnf per il regolamento sulle elezioni dei Consigli dell'ordine, impugnato al Tar; ordini e associazioni contro altri ordini territoriali che si fregiano del ruolo di rappresentanza dei 250 mila avvocati italiani; parte dei quali, tra l'altro, si è vista recapitata sotto l'Albero la richiesta di iscrizione di ufficio della Cassa forense.
D'altra parte, rende bene l'idea di quale sia il clima interno alla categoria la conferenza organizzata il 10 dicembre scorso dall'Ordine degli avvocati di Roma, per presentare a parlamentari ed esponenti del governo le «Proposte al Legislatore per il recupero della dignità della professione forense e per far ripartire l'Italia».
Dove hanno partecipato, tra gli altri, Francesco Greco, presidente dell'Ordine di Palermo, Francesco Caia, presidente dell'Ordine di Napoli, e Alessandro Vaccaro, presidente dell'Ordine di Genova. Riassumendo l'evento in questa frase, scritta in rosso all'interno della locandina: «Cosa chiedono e cosa offrono i 250 mila avvocati italiani ai rappresentanti del governo e del parlamento».
Al di là del disegno di legge (sui compensi professionali con l'ennesimo tentativo di ritorno al «pre-Bersani») che è stato presentato ai (pochi) politici presenti, volendo leggere tra le righe, in palio c'era ben di più: la necessità di legittimare il secondo mandato da presidenti dei rispettivi ordini da parte di Vaglio, Greco e Vaccaro.
Ma soprattutto, la dura scalata che si appresta a giocarsi Francesco Caia, dato in corsa per la prossima presidenza del Consiglio nazionale forense.
Insomma, tutti temi, questi, che sicuramente devono stare molto a cuore ai 250 mila avvocati italiani.

tratto dal quotidiano "Italia Oggi"

domenica, dicembre 14, 2014

LETTERA APERTA, DA PARIGI, AGLI AVVOCATI ITALIANI.

Vi scrivo da Parigi, dove vivo e lavoro; generalmente mi occupo di filosofia ma, da anni, mi diletto anche nello studio dei sistemi giuridici.
E’ noto a tutti, e spero che sia da tutti condiviso, che il presupposto di ogni sistema giuridico democratico è che sia rigorosamente rispettato e garantito il principio della separazioni dei tre poteri fondamentali: il potere legislativo (che fa le leggi), il potere esecutivo (che le leggi le fa eseguire), il potere giudiziario (che le leggi le fa applicare, sanzionando chi le trasgredisce).
Condizione oggettiva ed ineludibile per l’esercizio delle libertà fondamentali dei cittadini è che questi tre poteri restino rigorosamente separati ed ho sempre guardato con sincera ammirazione alla vostra Costituzione per il modo, esemplare, con cui realizza la loro separazione.
Sono a conoscenza che alla fine del 2012 è stata approvata dal vostro Parlamento – con l’entusiastico sostegno del vostro Consiglio Nazionale Forense e della gran parte dei Consigli dell’Ordine – la legge di riforma della vostra professione.
Se non ho capito male è la legge che dovrebbe consentirvi di esercitare il vostro mestiere in maniera coerente con i principi fondanti della vostra democrazia, perché è a voi avvocati che la vostra Costituzione assegna il compito, esaltante, di assicurare il rispetto della legalità e l’attuazione concreta del diritto di difesa che è il presupposto dei principi di eguaglianza e di libertà.
Ho però dovuto constatare che al Consiglio Nazionale Forense la legge del 2012 assegna tutti e tre quei poteri: quello legislativo (con l’adozione del codice deontologico e dei tanti regolamenti attuativi della legge), quello esecutivo (per fare eseguire sia il codice deontologico che i regolamenti), quello giudiziario (essendo giudice speciale che pronunzia le sue sentenze “in nome del popolo italiano”). Mi auguro che da parte di voi avvocati italiani vi sia una reazione forte ed orgogliosa e che vogliate unanimemente richiedere al vostro Parlamento di modificare questo incredibile sistema.
Se, invece, continuerete a subirlo silenziosamente, mettereste a rischio la vostra stessa sopravvivenza perché ne sarebbe travolta la vostra credibilità sociale non essendo davvero comprensibile per la società civile che proprio la legge fondamentale degli avvocati sia così grossolanamente lesiva del principio della separazione dei poteri e, dunque (chiedo scusa se mi ripeto) delle regole fondanti della democrazia.
Se potessi mi impegnerei personalmente al vostro fianco; mi dispiace però di non poterlo fare, per tre motivi: non sono avvocato (faccio il filosofo), non sono italiano (sono francese) e, purtroppo…. sono morto da oltre due secoli.
Con i più cordiali saluti, Vostro devoto
Charles Luis de Secondat, barone de La Brede
(per gli amici, più semplicemente, Montesqieu)

domenica, dicembre 07, 2014

LA VIGNETTA DELLA DOMENICA.

......STIAMO ASPETTANDO!!!!!!!!!!!!!!!

ANF: PRESENTATO RICORSO AL TAR SU REGOLAMENTO ELETTORALE FORENSE.

“A difesa del pluralismo e della rappresentanza all’interno dell’Avvocatura, l’Associazione Nazionale Forense ha impugnato di fronte al Tar del Lazio il regolamento sulle modalità di elezione dei componenti dei consigli degli ordini circondariali forensi. E’ una decisione che si è resa inevitabile in quanto il regolamento è una sorta di ‘Italicum’ in salsa forense, di cui ripropone le storture, con candidature calate dall’alto e meccanismi che favoriscono le maggioranze bloccate. E’ grave e preoccupante che il Ministero della Giustizia non abbia inteso ascoltare i pareri delle associazioni forensi e addirittura quelli delle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera, fissando delle regole che contrastano in modo palese con la legge di riforma forense oltrechè con i princìpi costituzionali della rappresentanza".
Lo dichiara Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense.
“La riforma – continua Perifano - prevede che ciascun elettore possa esprimere un numero di voti non superiore ai due terzi dei consiglieri da eleggere e richiamando l’art.51 della Costituzione dispone che almeno un terzo dei consiglieri eletti appartenga al genere meno rappresentato. Consente che la disciplina del voto di preferenza debba prevedere la possibilità di esprimere un numero maggiore di preferenze se destinate ai due generi. L’errore di fondo del regolamento ministeriale, e per questo illegittimo , è ritenere che il limite indicato sia un limite minimo, mentre è del tutto evidente che si tratta di un limite massimo. Questo regolamento elettorale capestro, inoltre, favorisce un voto di lista, che consente di votare in blocco con un ‘click’ la totalità dei candidati. Viene azzerata la tutela del voto limitato e stroncate le candidature singole, che rifiutando gli accordi ‘di corrente’ potevano essere portatrici di posizioni libere e autonome”.
“Il voto di lista – aggiunge Perifano - addirittura lede uno dei principi basilari di ogni votazione che si possa definire democratica, cioè la segretezza del voto, e viene meno il rispetto della parità di genere con l'arrotondamento al ribasso delle quote. Tra le conseguenze del sistema lo svilimento delle specificità femminili, costrette, per essere elette, ad accodarsi al candidato di spicco”.
“Confidiamo che giunga in tempi rapidi una sospensiva da parte del giudice amministrativo, in modo da limitare i danni potenziali di un regolamento da controriforma, ritagliato sulle esigenze di chi vuole una avvocatura cristallizzata e autoreferenziale” – conclude Perifano.

(Associazione Nazionale Forense, comunicato stampa 4 dicembre 2014)

venerdì, dicembre 05, 2014

Comunicato stampa congiunto dell'OUA e dell'ANM.

COMUNICATO STAMPA

GIUSTIZIA, OGGI INCONTRO MAGISTRATURA-AVVOCATURA PER UN’EFFICACE RIFORMA DELLA MACCHINA GIUDIZIARIA.
OUA E ANM CONVERGONO IN UNA RICHIESTA AL GOVERNO RENZI E AL MINISTRO ORLANDO: PRIORITARIO INVESTIRE SUL PERSONALE E LE STRUTTURE.
OCCORRE RIEMPIRE I VUOTI D'ORGANICO DEI MAGISTRATI E ASSUMERE NUOVI CANCELLIERI. SI SBLOCCHI IL TURN OVER, PIANO SPECIALE PER L’EDILIZIA E L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA.
SUL FRONTE DELLE RISORSE: TUTTO CIÒ CHE SI GENERA CON IL CONTRIBUTO UNIFICATO DEV'ESSERE INVESTITO PER LA MODERNIZZAZIONE DELLA GIUSTIZIA. Oggi si sono incontrati a Roma la Giunta dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura e l’Associazione Nazionale Magistrati.
Alla fine della riunione, Oua e Anm hanno espresso una valutazione positiva sul confronto intrapreso. Un dialogo che deve proseguire per avviare un percorso di riforme condivise nell’interesse dei cittadini.
Fissati alcuni punti di convergenza per modernizzare in modo efficace la giurisdizione: servono investimenti per personale e strutture, necessario rivedere la finalità e l’uso delle risorse che derivano dal contributo unificato e dal FUG.
Ecco alcune priorità per il Governo Renzi e per il ministro Orlando: si sblocchi il turn-over, si coprano i vuoti di organico della magistratura e si provveda ad assumere nuovi cancellieri, si avvii un piano straordinario per edilizia e l’innovazione telematica e tecnologica.
Quanto alle risorse, sia destinato al settore giustizia quanto si ricava dall’attività giudiziaria. Altrimenti, tutte le riforme che metteremo in campo a livello procedurale rischiano di essere inutili, di rimanere “lettera morta”.
Roma, 4 dicembre 2014

E' quasi Natale, anche nei Tribunali..........

giovedì, dicembre 04, 2014

Delibera assunta dal COA di Firenze, nella tornata del 03 dic. 2014.

Il Consiglio, su relazione del Presidente, Avv. Sergio Paparo,
- vista la comunicazione del Presidente del COA di Roma del 29.11.2014 (prot. 16205 - all. 1);
- rilevato che l’iniziativa pubblica in oggetto ha dichiarato contenuto di politica forense;
- considerato che:
a) il recente Congresso Nazionale Forense ha, allo stato, confermato l’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana quale organo di rappresentanza politica che dovrà agire, nell’interlocuzione esterna, di concerto con il Consiglio Nazionale Forense e la Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense;
b) il Coordinamento Nazionale degli Ordini e delle Unioni era stato costituito, dopo il Congresso Nazionale Forense di Bari del 2012, quale momento di confronto fra i Consigli degli Ordini e le Unioni Distrettuali esclusivamente sulle tematiche istituzionali, con specifico riguardo all’attuazione della nuova legge professionale forense ed al fine di favorire una più efficace interlocuzione con il Consiglio Nazionale Forense nella fase della predisposizione dei regolamenti attuativi della legge 247/2012 e dei pareri da rilasciare al Ministro della Giustizia ai sensi dell’art. 1, comma 3 della legge stessa; conseguentemente è improprio ed indebito, oltre che lesivo delle determinazioni congressuali, il ruolo di interlocutore politico che il Coordinamento pretende di svolgere, arrivando addirittura ad evocare una rappresentanza generale dei 250.000 avvocati italiani (come si evince dalla stessa locandina di presentazione dell’iniziativa del 10 dicembre p.v.) che mai gli è stata conferita; 
c) la compartecipazione alla Conferenza della Cassa Nazionale di Assistenza e Previdenza Forense è assolutamente inopportuna e non risulta che la stessa sia stata oggetto di discussione, e neppure di preventiva informativa, nel Comitato dei Delegati;
d) risulta che la partecipazione del Presidente dell’OUA nella fase degli interventi programmati è stata indicata nella locandina di presentazione della Conferenza senza che lo stesso Presidente dell’OUA ne sia stato neppure informato e, dunque, senza alcuna sua autorizzazione;
DELIBERA 
di non partecipare alla Conferenza del 10 dicembre 2014 in Roma e di dare diffusione della presente determinazione al Consiglio Nazionale Forense, alla Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense, all’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, alle Associazioni Forensi maggiormente rappresentative ed a tutti i COA d’Italia.
Se ne dispone la pubblicazione sul sito internet dell’Ordine.
Il Presidente
La presente delibera è stata adottata, all’unanimità dei presenti alle ore 17,25.

Comunicato del 2.12.2014 del Delegato OUA avv. Serena Botta.


Il 27 e 28 novembre u.s. si è tenuta a Roma la seconda assemblea dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, la prima dall’insediamento del nuovo Presidente Avv. Mirella Casiello e della nuova Giunta.
Durante i lavori assembleari, articolati in due giornate, si è ampiamente dibattuto sulle recenti riforme che hanno interessato l’Avvocatura e sulle prossime incombenti.
In particolare l’assemblea ha discusso in merito alla proposta di rincarare ulteriormente il contributo unificato con la legge di stabilità, evidenziandone le ben note ragioni di opposizione; ha espresso la propria contrarietà alle ipotesi di deregulation prospettate nelle anticipazioni sul Ddl concorrenza, auspicando un dialogo costruttivo con il mondo politico.
Infine, è stato ampiamente affrontato il tema del nuovo regolamento elettorale per il rinnovo dei COA, ribadendo la necessità di garantire democrazia e pluralismo, nonché tutela delle minoranze.
Al termine dei lavori è stato adottato un deliberato, che, su invito del Presidente dell’Oua, porto alla Vostra attenzione sotto forma di sintetico estratto:  L'assemblea dell'Oua, riunita a Roma, il 27 e 28 novembre, con il suo deliberato ha criticato la proposta di rincarare il contributo unificato con la legge di stabilità, ribadendo l'assoluta contrarietà a qualsiasi ostacolo frapposto all’accesso alla giurisdizione ed a un ulteriore aumento delle spese di giustizia per i cittadini. Esprime forte opposizione alle ipotesi di deregulation prospettate nelle anticipazioni della stampa sul Ddl concorrenza, e chiede al Ministro Orlando di continuare sulla strada del dialogo tenendo in massima considerazione il ruolo costituzionale dell'avvocatura, che non può essere integralmente sottoposta a mere regole di mercato. 
Infine, il deliberato dell'Oua interviene sul nuovo regolamento elettorale per il rinnovo dei consigli degli ordini forensi, sottolineando che la migliore regola dell'elezione è quella che garantisce la democrazia ed il pluralismo; nel documento, quindi, rileva che detto regolamento, a fronte del dettato normativo, presenta criticità rispetto alla tutela delle minoranze.
Ritengo doveroso, inoltre, informare i colleghi di quanto è emerso durante i lavori assembleari, che, seppur non riportato in un atto ufficiale, è altamente indicativo di quello che sarà il modus operandi dell’OUA nel prossimo futuro.
L'Organismo Unitario dell'Avvocatura, nel prossimo biennio, profonderà il massimo impegno per coinvolgere tutti i colleghi, cercando di organizzare le assemblee OUA nel maggior numero di distretti possibile.
Al contempo ai delegati viene richiesto di fare tutto il possibile per coinvolgere l'avvocatura nel formulare proposte, riflessioni ed interventi; è intenzione dell’OUA inoltre, coinvolgere i colleghi nelle commissioni di studio, già istituite, invitando anche tutte le Associazioni territoriali e circondariali a partecipare, fornire il loro prezioso contributo.
Inoltre l’OUA ha ribadito la ferma intenzione di dare piena attuazione a tutte le mozioni approvate all’ultimo Congresso Nazionale tenutosi a Venezia.
 Durante i lavori assembleari ho potuto constatare la presenza di numerosi colleghi delegati capaci e motivati, ben consapevoli delle problematiche dell'avvocatura, ed, a detta di molti delegati già al secondo mandato, ma anche secondo il mio personale parere, si è percepito un impulso di rinnovamento ed anche di entusiasmo, volto soprattutto a favorire la partecipazione del maggior numero possibile di colleghi.
L’OUA ritiene oggi che l’unica via di sopravvivenza alla decimazione della categoria, causata dal mercato interno e dalla crisi, passi attraverso la partecipazione e la consapevolezza delle delicate questioni che involgono l’Avvocatura e che sia giunto il momento di capire che ognuno deve dare il proprio contributo e che non ci si potrà aspettare solo dagli altri la risoluzione dei nostri problemi.
In quest’ottica rinnovo il mio personale invito a tutti i colleghi a ritenermi a loro disposizione per ogni iniziativa, proposta, o anche semplice osservazione o ben accetto consiglio, al fine di realizzare la massima partecipazione ed espletare in modo concreto, e mi auguro utile, le mie funzioni di delegato nel preminente interesse del nostro Ordine.

avv. Serena Botta
(Foro di Trani)

lunedì, dicembre 01, 2014

Legge Stabilità: nuovo balzello sulle cause fino a €. 1.033.

Le notifiche si pagheranno anche per le controversie fino a 1.033 euro di competenza del giudice di pace.
Lo prevede un emendamento del governo al disegno di legge di stabilità per il 2015 (atto camera 2769-bis), approvato in commissione bilancio della camera, che ha licenziato il testo per l’aula.
Si tratta di una modifica all’articolo 10 del ddl stabilità, dedicato alle misure per l’efficienza del sistema giudiziario.
Il testo originario si limitava a istituire presso il ministero della giustizia un fondo, con una dotazione di 50 milioni di euro per l’anno 2015, di 90 milioni di euro per l’anno 2016 e di 120 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2017, per il recupero di efficienza del sistema giudiziario e il potenziamento dei relativi servizi, e anche per il completamento del processo telematico. L’emendamento tocca le tasche dei cittadini, che si rivolgono al magistrato onorario.
Nella versione attuale le cause e le attività conciliative in sede non contenziosa il cui valore non eccede la somma di 1.033,00 euro e gli atti e i provvedimenti a esse relativi sono soggetti soltanto al pagamento del contributo unificato. In sostanza ci si limita a pagare 46 euro di contributo unificato, come previsto dal Testo unico delle spese di giustizia.
Con la modifica a questo balzello si aggiunge l’obbligo delle parti di sostenere i costi di notificazione richiesti agli ufficiali giudiziari (spese di spedizione e indennità di trasferta) anche nelle cause e attività conciliative in sede non contenziosa davanti al giudice di pace, di valore inferiore a 1.033 euro.
Diventa più caro impugnare una multa o iniziare una causa di valore molto basso, in quanto si deve sostenere il costo delle notificazioni.
Si noti che con la soppressione delle sedi distaccate dei tribunali e quindi degli ufficiali giudiziari presso le sedi distaccate stesse, una notifica a mani del destinatario potrebbe risultare molto cara in termini proporzionali.
Secondo l’emendamento, infatti, viene aggiunto un comma all’articolo 46 della legge 374/1991, nel quale si prescrive che per le notificazioni richieste agli ufficiali giudiziari, i diritti e le indennità di trasferta o le spese di spedizione sono dovute dal notificante.
 Con un subemendamento del relatore al ddl, si precisa che le somme che saranno incassate, grazie al nuovo balzello, saranno utilizzate dal ministero della giustizia per garantire la funzionalità degli Uffici Uepe (uffici di esecuzione penale esterna).

Fonte: Antonio Ciccia, Italia Oggi