Le “anime morte” - come è noto - è il titolo del celeberrimo romanzo, pubblicato nel 1842 dallo scrittore russo Gogol.
Ebbene, con questo termine si indicavano, nel sistema feudale russo, quei servi della gleba morti dall'ultimo censimento e per i quali i proprietari continuavano a pagare il testatico, fin quando non ne avrebbero fatto registrare l’avvenuta morte nel successivo censimento.
Čičikov, protagonista del romanzo (accaparrandosi spregiudicatamente un grosso numero di “anime morte”) punta a crearsi, con il minimo sforzo, una dote di servitori "fantasma", elevata al punto tale da potersi fare assegnare le terre che la legislazione del tempo prevedeva.
Ebbene, negli ordini professionali, specialmente in quello degli Avvocati, la vita democratica è spesso falsata proprio dalla presenza di nutriti gruppi di “anime morte”.
Gruppi addirittura invisibili, sia per la loro assenza dalla vita forense e sia perché gli albi (..non senza malizia) vengono aggiornati con grande ritardo.
Dunque le elezioni, sovente, le vince proprio chi conosce e gestisce il più grosso numero di “anime morte” (…si fa per dire).
Purtroppo queste anime inquiete e vaganti, si dimostrano assai vive quando si tratta di correre verso le urne per gratificare i loro potenti amici.
In sintesi si tratta, per dirla scherzosamente in versi, di un “pecoresco armento, che corre all’urna con la scheda in mano, pago d’esser suddito e di parer sovrano”!