CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE
PRESSO IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
COMUNICATO STAMPA
giovedì , 31 gennaio 2008
La riforma dell’ordinamento giudiziario e delle professioni intellettuali, la Direttiva qualifiche, le class action, la nuova normativa antiriciclaggio e del diritto fallimentare, impongono da parte del professionista forense una corretta e aggiornata conoscenza di tutte le implicazioni che le novità, a livello normativo e non, ruotano attorno all’Avvocatura.
“Proviamo ad affrontare in modo nuovo problemi antichi, spesso insoluti, a riflettere sui nodi critici e sui possibili rimedi” è stato il richiamo al mondo legale del Presidente della Corte di Cassazione, Vincenzo Carbone durante da cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2008.
Un maggior grado di consapevolezza non solo dei problemi ma anche delle rispettive responsabilità che, a partire dal mondo forense, possono ottenersi solo con un esercizio serio e corretto delle proprie funzioni.
Un suggerimento che trova il responso positivo degli avvocati italiani e del Consiglio Nazionale Forense che chiede con decisione cambiamenti forti e una mentalità politico-istituzionale diversa dal passato.
Ed è proprio alla luce di una maggiore collaborazione che ha avuto luogo oggi la prima riunione dell’ “Osservatorio Interdisciplinare sugli effetti economici della legislazione” istituito presso il Consiglio Nazionale Forense.
Una istituto composto sia da rappresentanti delle Autorità indipendenti (Banca d’Italia, Consob, Antitrust) e di associazioni di categoria (Abi, Confindustria, Assonomine), sia da esponenti del Foro e dell’Accademia.
Inizialmente, l’Osservatorio avrà il compito di promuovere iniziative scientifiche e di ampio respiro particolarmente volte all’approfondimento e alla discussione sull’impatto economico per la professione forense di vecchi e nuovi provvedimenti legislativi.
Nella stratificata e profonda condizione di inefficienza del sistema giudiziario (carenza di personale e di risorse finanziarie, lunghezza dei processi, ect ), il Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Guido Alpa, partecipando alla inaugurazione dell’anno giudiziario presso la Corte di Cassazione ha evidenziato quali dovrebbero essere i primi urgenti rimedi che, dal punto di vista degli avvocati, potrebbero dare un segnale concreto di rottura con il passato: l’unificazione dei riti, la telematizzazione del processo, un maggiore spazio alle procedure alternative (conciliazione e arbitrato) devono viaggiare parallelamente ad un serio programma di aggiornamento e di qualificazione degli avvocati.
Secondo Alpa bisogna discutere insieme proficuamente; puntare sulla semplificazione delle tariffe professionali; rivedere le regole per l’accesso alla professione e puntare sulla qualificazione.
I segnali positivi della sperimentazione di strumenti come il decreto ingiuntivo telematico o la riduzione dei tempi di redazione delle sentenze di appello attraverso la scannerizzazione delle sentenze di primo grado per il settore civile, o il recentissimo Protocollo sui giudizi di appello con regole condivise tra avvocati e magistrati per il penale, costituiscono un primo passo importante che però rischia di esaurirsi ben presto – secondo la posizione del Cnf – se non accompagnati da riforme serie e profonde.
L’eccessiva produzione di norme negli ultimi anni ha reso più difficile il rapporto tra cittadini e giustizia.
L’aumento della conflittualità nei tribunali, l’abnorme numero di avvocati iscritti agli Ordini, unite alla carenza di risorse strutturali e finanziarie, inevitabilmente hanno portato ad un allungamento dei tempi processuali. E, di conseguenza, alla mancata capacità di tutelare efficacemente i diritti dei cittadini in tempi ragionevoli.
L’"Osservatorio Interdisciplinare sugli effetti economici della legislazione", fortemente volto dal Consiglio Nazionale Forense, ha tra gli obiettivi dichiarati quello di fornire un importante strumento di dialogo nel mondo legale, nonché di analisi delle possibile ricadute che da e verso l’Avvocatura, la produzione normativa può avere nei suoi effetti concreti sulla professione.