Il Tribunale di Genova ha accolto il ricorso di una prostituta romena di 21 anni contro un decreto di espulsione firmato dal prefetto perché la donna "non pone in essere un'attività di per sè pericolosa e tantomeno lede o compromette la dignità umana".
La donna era stata fermata durante una retata e il prefetto aveva emesso il decreto perché creava "allarme sociale tra i residenti" nella zona in cui esercitava.
Angela S., come riporta il quotidiano 'La Repubblica', era stata fermata dalla polizia in una retata e aveva ricevuto la notifica della espulsione firmata dal prefetto, in base al recente pacchetto-sicurezza varato dal governo, "per avere pervicacemente continuato a svolgere l'attività di meretricio nelle vie cittadine, creando - si legge nel documento - grave pregiudizio alla pubblica sicurezza e conseguente allarme sociale tra i residenti".
Il giudice di pace non aveva convalidato il provvedimento, spiegando tra l'altro che erano state violate norme fondamentali come quella della libertà personale e del diritto alla libera circolazione nella Ue.
Nei giorni scorsi il Tribunale ha confermato la decisione e dichiarato illegittimo il decreto di espulsione, ritenendo che: "Ai fini che qui interessano, l'allarme sociale è privo di rilevanza giuridica".
Condannata invece la Questura al pagamento delle spese di giudizio: ottocento euro in tutto.