mercoledì, gennaio 21, 2009
Sul taglia-leggi rinvio di sei mesi per far valere le ragioni delle professioni.
«Non Sono sole alcune leggi riguardanti le professioni che probabilmente è bene salvare dalla cancellazione Ne abbiamo censite circa 150 Su quasi 29mila in predicato di essere abrogate. È per questo che la commissione Affari Costituzionali della Camera ha previsto un ulteriore salvagente, oltre a quello già attivato nel decreto legge 200/08».
Donato Bruno, relatore del provvedimento fa il bilancio del lavoro svolto in Commissione e annuncia che il legislatore ha scelto di proseguire sulla strada della semplificazione del corpus normativo ma con prudenza. «Abbiamo concesso 180 giorni di tempo dall’entrata in vigore della legge di conversione prima che le norme contenute nell’allegato siano abrogate. In questo modo, i ministeri e i Servizi studi di Camera e Senato avranno il tempo per verificare gli effetti dell’abrogazione delle leggi che risalgono a prima della Costituzione. E le parti interessate potranno collaborare nell’individuare le norme che vanno mantenute in vigore».
Dunque, le ragioni delle professioni potranno essere fatte valere durante questo “semestre” di riflessione, visto che le norme elencate nel Dl non saranno abrogate dal 20 febbraio. intanto, i lavori alla Camera procedono a passo spedito: si attendono i pareri delle Commissioni consultive e lunedì si aprirà il dibattito in Aula. Il decreto 200 deve essere convertito entro il 20 febbraio.
Che l’opera di semplificazione del ministro Roberto Calderoli debba superare numerose difficoltà è stato messo in luce dal Servizio studi della Camera, che ha avvertito come in molte leggi apparentemente anacronistiche trovino fondamento legislativo istituti ancora attuali. il caso delle leggi relative al settore professionale è significativo .
Per esempio, nell’elenco delle leggi da abrogare c’è la 1815/1939. Si dirà che il divieto di costituire società è stato abolito dalla legge 266/97(la prima Bersani) e poi anche la legge 248/06 è ritornata per spianare la strada all’esercizio collettivo dell’attività professionale.
Tuttavia, la legge del 1939 continua, per esempio, a disciplinare le associazioni professionali. Anche il Dll 382/44, che disciplina la tenuta degli Albi da parte degli Ordini e la struttura istituzionale degli avvocati, è indicato tra le norme obsolete.
«Occorre capire se l’elenco è stato compilato seguendo un disegno di liberalizzazione - commenta Armando Zingales presidente del Consiglio nazionale dei chimici, componente del direttivo Cup (il Comitato che riunisce gli Ordini) — Se così fosse, non è questo il modo di fare la riforma. Anche se va detto che il Governo ha sempre negato che il riordino delle professioni sia una priorità».
L’attesa è dunque per un confronto che consenta la valutazione d’impatto sulla cancellazione delle singole norme.
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