venerdì, gennaio 30, 2009

ANM, DOCUMENTO PER INAUGURAZIONE ANNO GIUDIZIARIO.


(ASCA) - Roma, 29 gen - ''I cittadini italiani hanno diritto di ottenere sentenze in tempi ragionevoli: la riforma della giustizia e' possibile, con alcune riforme necessarie e urgenti dirette ad assicurare funzionalita' ed efficacia al sistema giudiziario, nell'interesse della collettivita'''.
Lo afferma l'Associazione nazionale magistrati (Anm) che ha diffuso un documento, in vista dell'inaugurazione dell'anno giudiziario, in programma domani in Cassazione e sabato nei distretti di Corte d'appello.

In particolare, le riforme indicate riguardano:
- la revisione delle circoscrizioni giudiziarie, con l'accorpamento degli uffici piu' piccoli, sulla base di dati e parametri oggettivi, e tenendo conto delle peculiarita' del territorio;
- la riforma del processo civile, strumento fondamentale di tutela dei diritti lesi dei cittadini, e punto chiave per lo sviluppo economico e gli investimenti, anche dall'estero. Il ddl in discussione al Senato accoglie alcune proposte dell'Anm, che tuttavia ritiene necessari interventi piu' coraggiosi e incisivi: sfoltimento e razionalizzazione dei riti, abrogazione del rito societario, tempestiva adozione dei decreti legislativi sulla mediazione e conciliazione in ambito civile e commerciale; - attuazione del processo civile telematico, con investimenti adeguati (dotazioni informatiche, costruzione dei software, adeguamenti normativi, formazione degli operatori coinvolti), inconciliabili con i tagli effettuati alle risorse della giustizia;
- riforma del processo penale, attraverso alcuni interventi prioritari: notificazione atti con posta elettronica certificata; depenalizzazione dei reati minori e archiviazione per irrilevanza del fatto; abolizione dell'avviso di conclusione delle indagini; revisione del processo in contumacia; riforma della prescrizione e della recidiva;
- adeguamento delle strutture, organici e risorse, recuperando le risorse tagliate dall'ultima legislazione finanziaria. E' in gioco la dignita' della funzione, intesa non come valore autoreferenziale dei magistrati ma come contrassegno della giurisdizione;
- abolizione del divieto, per i magistrati di prima nomina, di assumere le funzioni monocratiche e requirenti di primo grado, per evitare un 'disastro' imminente, ampiamente preannunciato dall'Anm: la 'desertificazione' di alcune sedi giudiziarie del meridione (e non solo), anche a seguito della messa a concorso di numerosi posti di Procura. Il decreto legge 143/2008 sugli incentivi per le sedi disagiate rappresenta un rimedio insufficiente''.
''Non sarebbero utili ne' al funzionamento della giustizia, ne' all'interesse dei cittadini ad ottenere decisioni rapide, riforme -conclude il documento- che alterino i principi di indipendenza e autonomia della magistratura, come delineati nell'attuale assetto costituzionale.
L'Associazione nazionale magistrati ribadisce, invece, l'allarme per le proposte di modifica della disciplina delle intercettazioni, che indebolirebbero uno strumento investigativo indispensabile per individuare i responsabili di gravi delitti, e rafforzerebbero forme di illegalita' sempre piu' diffuse nel paese. Ne' possono dirsi incoraggianti le proposte per sottrarre poteri investigativi all'ufficio del pubblico ministero, per affidarli all'iniziativa autonoma della polizia giudiziaria''.

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