La Costituzione non prevede il "diritto di morire": il cardinale Angelo Bagnasco, presidente dei vescovi italiani, ha aperto oggi il Consiglio permanente della Cei,ed è tornato torna su un argomento caro ai vescovi, l'eutanasia.
"Tema cruciale" quello di "una legge sul fine vita", lo definisce il porporato.
E parlando del caso di Eluana Englaro, ritiene "necessaria" una legge sul fine vita, "a seguito di alcune decisioni della giurisprudenza".
"Anche qui - osserva il numero uno della Cei - l'enfasi posta sull'adeguarsi al trend altrui è un argomento che pare avere larga presa sui media, quasi che l'Italia abbia il complesso di esser in ritardo su un'altrui discutibile modernità. Con questa tecnica si sta cercando di far passare nella mentalità comune una pretesa nuova necessità, il diritto di morire, e si vorrebbe dare ad esso addirittura la copertura dell'art. 32 della Costituzione. Il vero diritto di ogni persona umana, che è necessario riaffermare e garantire - ribatte il cardinale Bagnasco - è invece il diritto alla vita che infatti è indisponibile. Viene dunque da domandarsi perché, in una situazione sociale e sanitaria globalmente evoluta come la nostra, con progressi continui, si dovrebbe preferire 'ora per allora' di optare per la morte, quando peraltro è ben noto che persone in condizioni decisamente compromesse riescono tuttavia a sorridere e a godere di esserci, senza che in genere evochino precedenti risoluzioni di morire".
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