mercoledì, gennaio 21, 2009
Avvocati: Esami in Spagna? Bene Ordini contro furbetti. De Tilla (Oua): No all'espediente dell'abilitazione spagnola.
Roma, 20 gen. (Apcom) - Guerra ai "furbetti della toga" che scelgono la Spagna per ottenere l'abilitazione all'esercizio della professione di avvocato.
L'Organismo unitario dell'avvocatura (Oua) scende in campo al fianco degli Ordini professionali che in questi casi scelgono la linea dura negando l'iscrizione all'Albo o ricorrendo al Tar.
"Il raggiro dell'abilitazione in Spagna per esercitare la professione di avvocato in Italia va contrastata con ogni mezzo", afferma Maurizio de Tilla, presidente dell'Oua, a proposito di una notizia riportata oggi dal quotidiano 'La Stampa'.
L'articolo documenta come esista un vero e proprio mercato per consentire ai giovani aspiranti avvocati italiani di ottenere in Spagna il titolo all'abilitazione, che consente di esercitare la professione anche nel nostro paese, senza sostenere alcun esame ma solo grazie al pagamento di una tassa (oltre che di un lauto compenso all'agenzia organizzatrice).
"L'Oua - continua de Tilla - è già intervenuta presso il Consejo general de la Abogacia Espanola per segnalare la gravità della questione e sollecitare maggiore rigore nei controlli. Fortunatamente nel 2011 tutto ciò non sarà più possibile, fino a quella data i fanno bene i Consigli dell'Ordine a resistere, negando le iscrizioni all'Albo o promuovendo ricorsi al Tar. L'Oua darà tutto il sostegno necessario in sede politica affinché gli Ordini non siano lasciati soli nel contrasto al raggiro delle abilitazioni spagnole".
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