Il taglio dei capelli, la squadra del cuore, i rapporti con l’altro sesso, ci manca soltanto che riveli il nome del suo orsacchiotto preferito, poi siamo alle esternazioni da velina.
E seppur premesso che Sollecito deve ancora essere giudicato (dunque per ora è innocente) le sue dichiarazioni sono roba da far rimpiangere un vecchio assassino d’altri tempi come Olindo: televisivamente improponibile, goffo e sempre inadeguato.
Un mostro, certo; uno che con la sua signora, a Erba, ha compiuto una strage; ma che se fosse stato innocente non sarebbe mai finito all’Isola dei Famosi.
Con Sollecito, invece, siamo alla giustizia-spettacolo nel vero senso della parola.
E’ uno che dà l’idea di essere pronto a togliere il mandato al suo legale per prendersi un manager che gli curi il look.
Uno che presenta la lista dei “testimonial a difesa” e per il quale ”Regina Coeli” è una stilista emergente portoghese.
Del resto i precedenti sono illustri.
Lo zingaro Ahmetovich (che ad Appignano uccise 4 giovani guidando ubriaco) doveva diventare sponsor dei RomJeans; e Azouz Marzouk era stato ingaggiato per andare al funerale dei suoi cari con la maglietta griffata Corona’s.
Perchè la giustizia è uno spettacolo, e lo spettacolo deve continuare.
di Vittorio Savini
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