venerdì, febbraio 29, 2008

Giustizia civile : lettera aperta ai candidati alle elezioni politiche.


Caro Candidato,

gli Avvocati civilisti costituiscono la gran parte dell'ormai pletorico numero di iscritti agli Albi ma essi, prima che Avvocati, sono Cittadini ed Elettori.

Per questo ci rivolgiamo a Lei, nella sua veste di possibile futuro legislatore, per proporLe un "voto di scambio", per formularle un appello che promana non solo da noi ma anche, e soprattutto, dai milioni di cittadini, che, nostro tramite, si affidano ogni giorno fiduciosi alla Giustizia.

Nei nostri studi rivivono quotidianamente le ambasce, le speranze, le storie di donne e di uomini che attendono di vedere risolte presto e bene le loro controversie, i tanti problemi di una società moderna.

Siano essi operai od imprenditori, impiegati o casalinghe, professionisti o pensionati, comunque riguardano alla Giustizia come al mezzo naturale ed onesto per avere ciò che spetta.

Da troppo tempo, tuttavia, non siano più in grado di indicare loro una strada almeno decorosa quanto ai tempi ad affidabile quanto all'esito.

I processi civili si dilungano per anni, per lustri, quasi sempre inutilmente, con rinvii, tra un'udienza e l'altra, inaccettabili; le procedure, anziché essere semplificate vengono ad ogni novella gravate di termini e riti utili solo a far maturare inique decadenze, come da ultimo è ben testimoniato dalla nuova formulazione del processo per cassazione.

L'arretrato, da sempre imponente, si accresce di anno in anno, alla faccia di misure clamorosamente fallite (per tutte: Sezioni Stralcio) o mai attuate (processo telematico). I magistrati addetti al settore civile, o sono troppo pochi ed a volte pigri (i togati) o sono impreparati (gli onorari), di talché giustizia è sempre e comunque denegata.

Come spiegare, poi, ai cittadini che c'è anche da pagare per promuovere una causa, per recuperare un credito? E quando poi l'esito della lite fosse favorevole che c'è da soddisfare la tassa di registro? Ed infine che per recuperare il credito i balzelli sono ancora maggiori senza garazia alcuna di recupero?

Quanti danni procura una Giustizia lenta ed approssimativa lo testimoniano anche i tanti tragici fatti di cronaca, maturati nella disperazione di chi non ha altro mezzo se non la violenza per ottenere ragione.

E ricorda, Signor Candidato, che la riforma della Giustizia fu inserita nel pacchetto dei rimedi individuati per tentare di far riconquistare competitività all'economia del Paese, oltre che per evitare ennesime figuracce e le incombenti sanzioni in sede Comunitaria?

Le chiediamo allora di inserire nel suo programma elettorale alcuni punti che, a nostro avviso possono contribuire quanto meno ad alleviare l'attuale tragica situazione della Giustizia civile in Italia. Si tratta, insomma, di garantire una difesa vera ai cittadini senza la quale non v'è giusto processo.

Per ottenere questo va anzitutto attuato il dettato costituzionale di cui all'art. 24, mediante una seria riforma dell'ordinamento professionale forense ed in particolare dell'accesso, riconoscendo all'Avvocatura l'esclusività della competenza anche nell'attività stragiudiziale, oggi, di fatto, lasciata ad una congerie di soggetti e figure che non offrono garanzia alcuna né di preparazione né di professionalità.

Troppi sono i riti che governano il procedimento civile, non sempre distinguibili tra di loro; troppi i giudici competenti per questa o quella materia; si finisce così con il complicare inutilmente le cause, alla ricerca della porta giusta cui bussare e con effetto moltiplicatore delle cause.

Vanno abbattuti i tanti e complessi balzelli che costellano il processo civile, particolarmente odiosi e pesanti quando riguardano la fase esecutiva del processo che raramente si conclude con l'integrale recupero del credito e con la piena soddisfazione delle ragioni pur riconosciute, dopo anni, dal giudice nella fase di merito.

Il giudice, chiunque esso sia (togato od onorario) deve garantire uno standard quantitativo e qualitativo della sua attività almeno sufficiente; di qui la necessità di prevedere adeguati controlli e valutazioni periodiche, con la presenza necessaria dell'Avvocatura e, più ancora, mediante un'adeguata preparazione professionale continua.

Ben venga la soppressione di quelle sedi giudiziarie che sono palesemente ridondanti, mentre nella assegnazione dei magistrati a questo o quel Tribunale od Ufficio si tenga conto non solo del numero di abitanti nella giurisdizione ma anche della quantità degli affari di competenza.

Come vede, Signor Candidato, non chiediamo la luna nel pozzo, ma semplicemente una riforma della Giustizia finalmente intelligente e mirata, allo scopo di renderla degna di confrontarsi con l'Europa e, soprattutto, perché la civiltà di un popolo si misura dalla capacità che manifesta di soddisfare quella primaria esigenza che si chiama, appunto, Giustizia.

Gli Avvocati civilisti che si riconoscono nell'U.N.C.C. intendono essere orgogliosi protagonisti della loro professione e del servizio giustizia. Chiedono che anche la futura dirigenza politica del Paese si faccia finalmente carico con forza e con una visione complessiva e strategica del problema, di attuare le necessarie riforme.

Noi saremo a fianco di chi vorrà accogliere questo nostro appello.

Avv. Salvatore Grimaudo

Presidente Unione Nazionale delle Camere Civili