venerdì, febbraio 22, 2008

DISCORSO SULLA TIRANNIA.


"Vi sono tre tipi di tiranni: alcuni ottengono il potere per elezione popolare, altri con la forza delle armi, gli ultimi infine per successione familiare.

Chi lo ha ottenuto con la forza delle armi si comporta in modo tale da rendere evidente che ritiene di essere, come si suol dire, in una terra di conquista.

Chi nasce da re non è di solito migliore, poiché essendo nato e cresciuto in seno alla tirannia, ha succhiato con il latte la natura dell'oppressione, e considera i popoli a lui sottomessi alla stregua di servi avuti in eredità. E a seconda della sua indole, sia egli avaro o prodigo, dispone del regno come di sua proprietà.

Colui che ha ricevuto il potere dal popolo mi sembra dovrebbe essere più sopportabile, e credo lo sarebbe se non fosse per il fatto che, appena si vede innalzato al di sopra degli altri, attratto da quel non so che chiamato grandezza, decide di non farne più a meno.

Di solito cerca di rendere trasmissibile ai propri figli il potere che il popolo gli ha conferito; e una volta fatta propria questa idea, è incredibile osservare come superi in ogni sorta di vizi e persino in crudeltà tutti gli altri tiranni.

Infatti non scorge mezzo migliore per assicurarsi la continuità del potere di quello di accrescere al massimo la servitù sradicando la libertà dall'animo dei sudditi tanto da cancellarla dalla loro memoria, per quanto recente ne sia il ricordo.

Quindi è vero che esiste qualche differenza tra i tre tipi di tirannide, ma nessuna mi sembra preferibile; pur se i mezzi per conquistare il potere sono diversi, il modo di governare è pressoché identico.

Coloro che sono stati eletti trattano il popolo come se fosse un toro da domare; i conquistatori lo considerano una preda; chi infine l'ha ereditato pensa di fare dei sudditi altrettanti schiavi che gli appartengono per diritto naturale".

Ètienne de la Boétie

(1530-1563)

[Liberilibri, Macerata, 2004, pp.13-14]