sabato, luglio 14, 2007

Non è questo l'avviso che teme il prof.


SI CHIAMA «informazione di garanzia», e qualcosa vorrà pur significare il titolo del documento giudiziario. E qualcosa dovrà pur significare che tanto il diretto interessato, Romano Prodi, quanto il procuratore di Catanzaro, Mariano Lombardi, dicano di non sapere nulla della presunta iniziativa del pm Luigi De Magistris.

E tuttavia il sito web «Panorama.it» ne è certo: il premier è sotto indagine della Procura di Catanzaro per abuso d’ufficio nell’ambito dell’inchiesta «Why not» per corruzione, truffa e un’altra miriade di ipotesi di reato a carico di politici, militari, funzionari pubblici, agenti dei servizi. E poi: comitati d’affari, dubbi e transazioni internazionali, logge massoniche segrete.

Un po’ troppo per non avere qualche dubbio, ricordando anche mirabolanti inchieste analoghe esplose qua e là, a cominciare dalla Valle d’Aosta, negli anni passati e finite puntualmente nel nulla. Bettino Craxi, che coniò l’espressione ai tempi del «compagno» Teardo, l’avrebbe chiamata «giustizia a orologeria». Sospetto che la sinistra, specie quando si è trattato delle inchieste contro Berlusconi, ha sdegnosamente respinto. E allora?

Nel momento più basso di popolarità di Prodi e proprio nel giorno in cui il governo rischiava di affondare in Senato, peraltro sul tema della riforma del sistema giustizia, sarebbe arrivata la polpetta avvelenata. Un avvertimento? Occorre correttamente sospendere ogni giudizio. Intanto perché si conosce poco del procedimento e delle prove a sostegno. Tra l’altro, il tribunale del riesame, primo banco di prova dell’accusa, ha già deciso la restituzione di documenti sequestrati agli indagati con le perquisizioni del 18 giugno.

Qualche riflessione su personaggi che girano attorno al premier andrebbe fatta. Perché ad esempio, un signore riminese, dipendente della società Pragmata di San Marino (un istituto per lo sviluppo delle relazioni internazionali, strategicamente posizionato all’estero, creato da uomini provenienti dalla società Nomisma fondata da Prodi), debba svolgere anche ruoli di «consulente per le questioni africane» — ma a titolo gratuito — per il settore diplomatico della Presidenza del Consiglio. E con figlio al seguito, indicato come «collaboratore» del presidente. Con tanti diplomatici di carriera, funzionari statali e dipendenti di Palazzo Chigi a libro paga. Ma gli avvisi di garanzia a Prodi sono altri: quelli che gli arrivano dalla sua maggioranza e dal Senato. Quello di Catanzaro sarà l’ultimo dei problemi.

di Pierluigi Visci

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