sabato, luglio 14, 2007

I punti chiave del ddl di Mastella.


Ecco gli elementi essenziali del disegno di legge del ministro della Giustizia Clemente Mastella, approvato ieri dal Senato.

Chi può accedere ai concorsi.

Per potere partecipare al concorso sarà necessario essere laureati in possesso di una specializzazione post universitaria. Potranno accedere al concorso anche magistrati di altre giurisdizioni, avvocati, funzionari e dirigenti con un minimo di anni di attività alle spalle. Nelle commissioni d'esame ci saranno giudici, docenti universitari e avvocati.

Frequenza e prove.

I concorsi per le nuove assunzioni saranno più celeri e si svolgeranno una volta l'anno. Sono state riviste le prove d'esame e le procedure: non ci saranno più i test psico-attitudinali. I candidati dovranno sostenere una prova per dimostrare la conoscenza di una lingua straniera.

La carriera e le prove di valutazione.

I magistrati al termine del tirocinio non potranno essere destinati a svolgere funzioni di pubblico ministero o di giudice penale o dell'udienza preliminare prima di aver conseguito la prima valutazione di professionalità che avviene dopo almeno quattro anni di servizio. Ciascun magistrato deve essere sottoposto a una valutazione professionale lungo tutto l'arco della carriera. Nei primi 28 anni di servizio, il magistrato si sottoporrà alla prova ogni quattro anni. Dopo tale soglia le valutazioni avverranno con una cadenza di sei anni. Nel caso dei magistrati di Cassazione, la valutazione professionale prevede anche un'analisi della capacità scientifica e di analisi delle norme. In questo caso il Csm è assistito da una Commissione di magistrati, professori universitari e avvocati cassazionisti.

Cessazione del contratto.

In caso di valutazione negativa reiterata, il magistrato può essere anche licenziato.

La formazione.

I magistrati dovranno seguire obbligatoriamente dei percorsi formativi. Anche su questo verranno valutati.

Gli incarichi direttivi.

Il magistrato, salvo casi molto specifici, non può svolgere le medesime funzioni per più di dieci anni all'interno dello stesso ufficio. Gli incarichi direttivi e semidirettivi hanno una durata quadriennale e, previa valutazione favorevole del Csm, sono rinnovabili una sola volta. I magistrati che hanno superato i 71 anni non possono accedere a nuovi incarichi direttivi.

Il passaggio di funzioni.

Un magistrato per passare da funzioni di pubblico ministero a giudice e viceversa deve avere esercitato per almeno cinque anni. Inoltre il magistrato deve trasferirsi in una sede situata in una regione diversa. La sede inoltre non si deve trovare nel capoluogo dove si trova l'ufficio giudiziario competente per la trattazione dei procedimenti nei confronti dei magistrati in servizio nel distretto dove svolgeva l'attività il magistrato che ha chiesto il trasferimento. Nel caso si tratti di un passaggio tra la funzione inquirente a giudice civile (o del lavoro), e viceversa, è sufficiente cambiare provincia. I traferimenti da giudicante a requirente non possono essere più di quattro.

La scuola superiore.

Sono state ridefinite le competenze ed è stata semplificata l'organizzazione interna. E' stato rafforzato il comitato direttivo e sono stati attribuiti compiti gestionali ai componenti specifici compiti gestionali. Sono stati soppressi i comitati di gestione. Introdotta la figura del segretario generale che assicura l'unitarietà dell'azione amministrativa tra le tre sedi della scuola. Il comitato direttivo sarà composto da dodici componenti (magistrati, professori universitari ed avvocati) di cui sette nominati dal Csm e cinque dal ministro della Giustizia. Il presidente della scuola sarà eletto dai componenti del comitato.

I consigli giudiziari.

Le competenze dei Consigli giudiziari sono state ridefinite. E' cambiata anche la composizione del Consiglio direttivo della Cassazione che terrà conto della diversità organizzativa dei distretti. Una nuova sezione sarà dedicata alla gestione delle attività relative agli uffici del giudice di pace. Il sistema elettorale garantirà rappresentatitivtà a tutti gli operatori ed è stata confermata la partecipazione della avvocatura alle attività dei Consigli giudiziari per tutte quelle questioni che concernono la organizzazione degli uffici e la programmazione del lavoro.

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