Si parla quindi, ad esempio, di monile apotropaico, rito apotropaico etc. Nel mondo letterario ha assunto il carattere di rito che allontana il male, dunque esorcizzante. Nondimeno si può intendere come suo sinonimo anche l'atto dello scongiurare (vedi riti apotropaici che venivano riservati ai generali dell'antica Roma in trionfo).
Per Simbolo Apotropaico in psichiatria si intende quel simbolo in grado di allontanare un'idea che il contesto (ed esempio del sogno) sembrerebbe al contrario suggerire.
Questo tipo di simboli ed oggetti si incontrano di sovente nelle fiabe e nei racconti mitologici, ove assumono spesso la medesima funzione che assumono all'interno di un sogno od un ricordo soggetto ad analisi.
Incontriamo oggetti apotropaici anche in ambito filosofico: Nietzsche sosteneva che, ad esempio, il senso del pudore esista ovunque vi sia un mistero e che in questo caso la "funzione apotropaica" del pudore sia appunto allontanare la paura dell'oggetto misterioso.
A ben riflettere in effetti l'aggettivo apotropaico deriva dal greco (apotrepein) "allontanare" e tutti i simboli e gli oggetti di questo tipo condividono nel loro profondo appunto questa comunanza nell'allontanamento da qualcosa, intesa spesso come "tenere a distanza".
Il significato psicologico di questo bisogno di prendere le distanze da qualcosa, in modo conscio o inconscio, si rifà, come spesso accade, a meccanismi di fuga dal pericolo supposto o di rimozione di eventi traumatici. Spesso gli oggetti delle fobie potrebbero essere ridotti ad oggetti e simboli apotropaici di una differente paura con cui l'oggetto (o simbolo) è associato a livello manifesto.
(tratto da Wikipedia)
PS: L'altra sera abbiamo partecipato ad un "rito apotropaico", senza rendercene del tutto conto, alla "Baia dei Delfini": per la verità ci sembrava solo una festa da ballo estiva. Potenza dei paroloni!