A deciderlo è stata la Giunta dell'Unione delle Camere Penali Italiane, in stato di agitazione da una settimana, con una delibera urgente in cui sono stati ribaditi motivi di insoddisfazione verso il Governo, e in particolare nei confronti del ministro Clemente Mastella, rispetto a un modo di agire che denota, secondo i penalisti italiani, un «totale appiattimento sulle posizioni della magistratura associata».
Nella delibera si legge: «Sia il testo originario depositato in commissione Giustizia, sia le ipotesi di modifica ventilate, si muovono all'interno di logiche dirette a sacrificare ogni seria prospettiva di una riforma democratica e liberale della giustizia. Una trattativa che continua a svilupparsi secondo un modello sindacale, ed è deplorevole che temi quali quelli dei valori costituzionali in gioco siano confinati a mediocri discussioni corporative».
Quanto al guardasigilli Mastella, la delibera rileva che «il ministro della Giustizia ha giocato e sta giocando un ruolo del tutto appiattito sulle posizioni della magistratura associata, quasi ne dovesse essere il portavoce».
Per discutere eventuali ulteriori azioni di protesta e di mobilitazione, l'Ucpi ha convocato, contestualmente all'astensione dalle udienze, l'Assemblea Nazionale dei penalisti italiani, prevista per il 3 luglio a Roma.
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