Le notizie sul lavoro del comitato ristretto della Commissione Giustizia del Senato allarmano le toghe, che hanno messo nero su bianco la minaccia dello sciopero, da attuarsi entro il 20 luglio prossimo, in un documento approvato all'unanimità dal parlamentino dell'Associazione nazionale magistrati.
«L'impianto originario del ddl Mastella subisce quotidianamente - lamentano i magistrati facendo riferimento a indiscrezioni ed esternazioni - modifiche ed emendamenti in senso certamente non migliorativo, ma anzi destinati a snaturarne l'impronta originaria». L'Anm dichiara dunque «la propria contrarietà ad interventi peggiorativi del ddl Mastella» e «ribadisce la propria opposizione a riforme che siano contrarie all'assetto costituzionale e al bilanciamento tra i poteri dello Stato e che limitino le prerogative di indipendenza e autonomia» della magistratura.
Il sindacato delle toghe mette in chiaro i paletti oltre i quali non si può andare. E dice esplicitamente no a un concorso separato per l'accesso in Cassazione e alla partecipazione di avvocati alle deliberazioni dei Consigli giudiziari in tema di valutazioni di professionalità dei magistrati. Un rifiuto netto c'è anche per la norma che imporrebbe il trasferimento di distretto o addirittura di regione per i magistrati che intendono passare dalle funzioni di giudice a quelle di pm o viceversa.
«Irrinunciabili» per l'Anm sono anche la revisione della disciplina delle procure e del sistema di nomina del comitato di gestione della Scuola della Magistratura.
L'Anm ribadisce anche «allarme e preoccupazione per il grave stato della giustizia in Italia e per le condizioni di degrado in cui tutti gli operatori della giustizia sono costretti quotidianamente». Le proteste saranno fissate dalla giunta dell'Anm «sulla base dell'evoluzione dell'iter di approvazione del disegno di legge Mastella». Nel frattempo i magistrati resteranno in stato di agitazione.
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