Mi dispiace per Bertolaso, ma che ci faceva in quella piazza, cosa mai poteva dire al comune di Ariano? Al suo posto ci sarebbe dovuto essere il governo. Pecoraro Scanio, ad esempio, o Giuliano Amato. Del resto, fu il ministro degli interni a dire che quella discarica doveva essere chiusa: il sindaco, allora, era dei ds ed il ministro anche, tal Giorgio Napolitano.
Se la politica se la fa sotto, se non ha argomenti per convincere i cittadini, se, anzi, con Bassolino porta la gran parte delle colpe, allora non creda di cavarsela mandando un funzionario. Così come non credano di sfangarla facendo approvare un tracciato Tav, già disegnato, ad un comitato presunto tecnico. La vigliaccheria e l’incapacità non faranno che moltiplicare le rivolte e renderle peggiori.
L’ho scritto mercoledì scorso: il governo ha dato, per decreto, il potere a Bertolaso di utilizzare discariche sequestrate dalla magistratura, ed è un errore, oltre che una mostruosità. In questo modo si dà l’impressione che la disperazione arrogante dei governanti faccia venire meno ogni garanzia di legge. E la piazza cresce.
L’intera politica italiana dei rifiuti ci porta ad essere condannati in sede europea, ma questo non sprona a ripensarla, piuttosto si manda un commissario a riaprire quel che si chiuse. La raccolta differenziata ed il riciclaggio (che sono le soluzioni) restano slogan per ecologisti di comodo, non si fa nulla e puntualmente scoppia l’emergenza.
A disastro avvenuto non si trova un ministro che faccia il lavoro della politica, creando consenso, convincendo, incentivando. No, mandano un commissario ad imporre, mentre si rimpiattano sotto al tavolo. E tale signore dovrebbe portare tonnellate di mondezza dove altre già ce ne sono, dove la magistratura ha sequestrato, senza alcun programma per il futuro e versando milioni di euro non alla comunità locale, ma ai proprietari del terreno.
Che una cosa simile capiti dimostra quanta antipolitica ci sia nelle stanze dove la politica dovrebbe essere padrona. E chiarisce di quale stoffa umana siano fatti quei tronfi esibizionisti che, al capolinea della seconda Repubblica, divennero ministri.
Davide Giacalone
www.davidegiacalone.it
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