Maurizio De Tilla, Oua: “Alla VI Conferenza Nazionale dell’Avvocatura, a Roma a novembre, 2 mila avvocati chiederanno atti concreti a Governo e Parlamento per una riforma forense condivisa”
L’OUA AI CONSIGLI DELL’ORDINE DI TUTTA ITALIA
AL CNF E ALLE ASSOCIAZIONI:
LA RIFORMA FORENSE IN SETTE PUNTI IRRINUNCIABILI:
AL CNF E ALLE ASSOCIAZIONI:
LA RIFORMA FORENSE IN SETTE PUNTI IRRINUNCIABILI:
* Introdurre il numero chiuso all’università e un accesso programmato di 4mila avvocati l’anno alle scuole di formazione forense.
* Maggiore rigore all’accesso. Entrata in vigore delle nuove regole. Limite di 50 anni d’età e la validità del certificato di abilitazione di cinque anni.
* Continuità ed effettività nell’esercizio dell’attività e l’applicazione dei criteri stabiliti dalla Cassa forense
* Inderogabilità dei minimi tariffari.
* Ripristinare il divieto di patto quota-lite.
* Prevedere l’esclusività della consulenza legale.
* No alle società di capitale e con soci di solo capitale.
L’assemblea dei delegati dell’Oua, riunitasi a Bologna il 16 ottobre, ha approvato i “Sette punti irrinunciabili” per la riforma dell’ordinamento forense.
Questa posizione è stata esposta dai vice presidenti Oua, Antonio Giorgino e Luca Saldarelli, alla riunione tenutasi sabato 17 ottobre, presso il Cnf, con i consigli degli ordini degli avvocati di tutta Italia e con le associazioni forensi.
Sull’incontro si è espresso il presidente Oua, Maurizio de Tilla: «Il documento comune finale dell’assemblea di sabato ha recepito le linee essenziali dei “Sette punti irrinunciabili per riforma forense”, lanciati dall’Oua nei giorni scorsi. Bisogna ristabilire l’inderogabilità dei minimi tariffari, ripristinare il divieto di patto quota-lite, prevedere l’esclusività della consulenza legale e non ammettere le società di capitale e con soci di solo capitale».
Il presidente dell’Oua ha, però, sottolineato che «è necessario ribadire con più chiarezza criteri di maggiore rigore all’accesso: chiediamo l’entrata in vigore immediata delle nuove regole. Per l’iscrizione all’albo si deve fissare il limite massimo di 50 anni d’età e si deve possedere il certificato di abilitazione valido entro i cinque anni. Serve, inoltre, che ci sia continuità ed effettività nell’esercizio dell’attività e l’applicazione dei criteri stabiliti dalla Cassa forense». «Abbiamo oltre 200mila avvocati, altro che casta – ha aggiunto - è imprescindibile l’inserimento del numero chiuso all’università e un accesso programmato di 4mila avvocati l’anno alle scuole di formazione forense».
«La riforma – ha concluso de Tilla - deve raccogliere le proposte condivise di tutta l’avvocatura, senza colpi di mano e cedimenti, una riforma incompleta è un pericolo da scongiurare. Il testo unificato in discussione al Senato, deve respingere le ingerenze esterne, come quelle dell’antitrust, e varare una legge su quei “Sette punti” che per oltre 200mila avvocati sono irrinunciabili. La prossima conferenza nazionale dell’avvocatura, a novembre a Roma (20-21), è il luogo deputato per dare uno sbocco positivo a questo lungo e tortuoso iter».
Roma, 19 ottobre 2009
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