L’Organismo Unitario dell’Avvocatura, che sarà ascoltato domani in audizione dalla Commissione Giustizia della Camera, ribadisce la necessità di rimettere mano senza ulteriori attese alla riforma della professione forense.
L’Avvocatura tutta si attendeva segnali precisi in tal senso, che in campagna elettorale e fino a questo momento non sono però venuti.
Le professioni e la professione forense – su cui si sono consumati vivaci scontri nella passata legislatura - sono state degradate al rango di Cenerentole, delle quali, dopo la mezzanotte, nessuno più pare volersi occupare.
La questione sarà ancora una volta al centro del prossimo Congresso nazionale forense, in programma a Bologna a novembre.
«Abbiamo pubblicamente apprezzato le prime mosse del ministro Alfano – sottolinea la presidente dell’Oua, Michelina Grillo – soprattutto perché ci sembra che evidenziassero con chiarezza la volontà di rottura con una perdente e bellicosa idea – che si è affermata ormai da troppi anni - della giustizia in Italia come terreno di scontro perenne ed aprioristico tra poteri dello Stato, ancor oggi cara purtroppo ad alcuni soggetti, come attestano posizioni recentemente assunte in tema di intercettazioni telefoniche e sicurezza. Speriamo che il ministro voglia cambiare risolutamente strada anche rispetto ad un altro vecchio vizio: inseguire tutte le emergenze, alcune fantomatiche, e trasformarle in priorità. La priorità vera, quella che interessa cittadini e mondo produttivo – conclude Grillo – è una sola: fare funzionare la Giustizia nel nostro Paese. Per questo è essenziale il ruolo degli avvocati, che devono essere messi nelle condizioni di lavorare in modo moderno, a partire da una non più rinviabile riforma della legge professionale. La aspettiamo da anni, ci è stata promessa più volte, da ogni schieramento : ci aspettiamo che almeno ora il governo non si tiri indietro».
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