Roma. Giustizia chiusa per ferie solo ad agosto: con una norma, inserita nel decreto legge della manovra economica, il ministro della Giustizia Angelino Alfano riduce a un solo mese lo stop per i processi.
Inciderà anche sulle ferie dei magistrati?
«No. È la macchina a rimettersi in moto 15 giorni prima. I diritti soggettivi, ovviamente, restano intatti».
Cinque milioni di cause pendenti nel settore civile. Come pensa di riuscire a far smaltire tutto questo arretrato?
«Sono due le direttrici di marcia: accelerare i processi e agevolare il più possibile forme di soluzione alternative della controversia, e per questo puntiamo molto su una accentuazione della mediazione. Saranno poste anche le basi del processo informatico e le notifiche per via telematica sono il primo passo. Non solo: ci sarà una norma per sanzionare il comportamento negligente delle parti, così chi si assenterà due volte dall’udienza vedrà estinguersi il suo processo. E poi ridurremo di un terzo, e questo già a partire dall’estate, la sospensione feriale dei termini processuali civili: le vacanze inizieranno, come sempre, il primo agosto ma finiranno il 31 del mese e non più il 15 settembre».
Nessuna ipotesi di congelare i processi anche nel civile?
«Non si confonda il penale con il civile, dove intendiamo procedere, in alcuni casi, con un disegno di legge e, in altri, con un provvedimento apposito che punta all’accelerazione dei processi. Il presupposto della sospensione di alcuni procedimenti penali è cosa ben diversa: garantire una corsia preferenziale per i reati di maggiore allarme sociale e di più recente commissione, sospendendo per un anno i processi semi-abbandonati e in odore di prescrizione».
Dopo l’Anm anche il Csm, che sta preparando un parere, non sembra entusiasta della soluzione.
«Leggerò il documento del CSM con grande attenzione. Ma non posso tacere che questa norma trae spunto dalla circolare Maddalena (l’ex procuratore capo di Torino, ndr.) e da altre analoghe iniziative che, laddove applicate, hanno dato buoni risultati. E non dimentichiamo che le circolari dei capi degli uffici giudiziari non potevano certo prevedere la sospensione dei termini di prescrizione, aspetto invece presente nel decreto».
Il rischio è che fra un anno si debba ricominciare daccapo, se non si potrà ricostituire il vecchio collegio giudicante. Perché non prevedere che si salvino tutti gli atti, anche se non c’è l’accordo delle parti processuali?
«Durante il percorso parlamentare del provvedimento si valuterà anche questa obiezione e tecnicamente si studierà come agire al meglio».
L’Anm ha citato casi di processi anche molto gravi che verranno bloccati mentre altri di minore impatto che andranno avanti. Non è anche questa una forma di ingiustizia?
«Il nostro obiettivo non è generare paradossi e crediamo, tra l’altro, che non se ne produrranno. Intendiamo consentire lo svolgimento, il più rapido possibile, di processi riferiti a reati recentemente commessi e di grave allarme sociale. E non si cerchi di far credere che i processi ”congelati” si potrebbero chiudere se non ci fosse questo anno di sospensione».
Se il problema era il processo Mills, dove il premier è imputato, perché non affrontare questa sola questione non coinvolgendo tutto il sistema giustizia?
«Una buona norma, e lo dimostrano le circolari dei procuratori che ho prima citato, non diventa automaticamente cattiva solo perché potrebbe riguardare il presidente del Consiglio in un suo procedimento penale».
Perché non ripristinare l’immunità parlamentare?
«Ma che c’entra la norma che dà priorità ai reati recenti e più gravi con l’immunità parlamentare?»
Quella norma prelude, però, a un nuovo Lodo Schifani.
«Non ci sarebbe nulla di strano nel procedere in quella direzione. Il lodo è una causa di non punibilità per le più alte cariche dello Stato ed esiste in molto altri Paesi».
Che accadrà fra un anno, quando ai processi ”congelati” si saranno aggiunte altre pendenze?
«Fra un anno saranno stati celebrati e conclusi tanti procedimenti per reati di recente commissione e di grave allarme sociale. Ecco perché è sbagliato dire che è una norma blocca-processi. Anzi, garantisce una corsia preferenziale per quelli più gravi e recenti».
Che fine fa la certezza della pena?
«Questa norma la tutela appieno».
Ma non nei casi che vengono sospesi.
«I procedimenti ”congelati” proseguiranno l’anno prossimo e nel frattempo si sarà smaltita una buona parte del carico di processi più gravi e che meritano di avere una giustizia rapida».
Ministro, lei continua a sostenere il dialogo ma l’interlocutore - l’Anm - rischia di diventare ogni giorno più diffidente.
«Non intendiamo interrompere il confronto e lo dimostrano le norme, largamente condivise, che vogliamo attuare nel settore civile. Ovviamente dialogo non significa che qualcun altro decida al posto del Parlamento e del governo. Ai magistrati spetta un compito diverso: applicare le leggi».
Dicono che il premier Silvio Berlusconi l’abbia scelta anche perché lei non ha preso nemmeno una multa.
«In realtà qualche multa l’ho presa, con la Vespa. Per il resto, sono contento che il presidente mi abbia scelto e mi sto impegnando a fare bene».
MARIA PAOLA MILANESIO
Tratto dal sito del quotidiano “Il Mattino”
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