"Nessuno vuole comprimere le indagini, o togliere ai magistrati il potere di indagare". Lo ha detto il ministro della Giustizia Angelino Alfano, intervistato dal Tg4 sulla prossima, annunciata, riforma delle intercettazioni.
"Vogliamo razionalizzare il sistema e contenere le spese", ha affermato il Guardasigilli, ricordando anche che "vi e' una invasivita' nella vita dei cittadini, a causa delle intercettazioni, giunta a livelli intollerabili". Tra il 2003 e il 2006, ha sottolineato Alfano, "abbiamo assistito a una crescita di oltre il 50% dei 'bersagli', ossia dei soggetti intercettati" e i costi delle intercettazioni "pesano sul bilancio delle spese di giustizia per oltre un terzo".
Dunque, "vi e' una necessita' di razionalizzare il sistema - ha aggiunto il ministro - per evitare che si spendano risorse e che siano coinvolte persone estranee all'inchiesta, mentre oggi il coinvolgimento di soggetti terzi e' enorme. E non mi pare che la casistica giudiziaria sia piena di condanne per fughe di notizie e mi sembra che ci siano molti casi di persone sbattute in prima pagina e poi assolte".
Anche l'Anm, ha osservato Alfano, "riconosce che il problema esiste e che va affrontato: il sistema di sanzioni che c'e' ora fa acqua da tutte le parti".
Sui tempi di presentazione del ddl, inoltre, "il presidente Berlusconi - ha concluso il Guardasigilli - ha annunciato che il prossimo Consiglio dei Ministri avviera' la riflessione sul tema. Abbiamo gia' iniziato a lavorare sulla base del disegno di legge messo a punto dal Governo Berlusconi nel 2005 e del ddl presentato nella scorsa legislatura".(AGI) - Roma, 8 giu. -
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