Giriamo in questo vortice da quando siamo nati e non sappiamo altro che il suo nome: a pronunziarlo, la morte non fa nemmeno paura, sembra l’inizio di una strana avventura, un gioco a chiudere gli occhi nel regno bianco della nebbia, dove non ci si orienta più, la destra è la sinistra, e non è nessuna delle due, la collina e la foce del fiume s’equivalgono, il grido e l’ammutito silenzio hanno lo stesso suono.
La morte è alle nostre spalle e noi non sappiamo girarci.
Coloro che spariscono sembra siano ancora vivi solo perché noi possiamo parlarne, ricordarne l’arguta grazia, la voce così carica di vita, lo sguardo seducente e distratto.
Si rifugiano nell’angolo stretto della nostra memoria e noi parliamo alla loro consumata immagine come se potessero rispondere.
Rino Mele
Nessun commento:
Posta un commento