giovedì, giugno 19, 2008

CNF: Servono misure urgenti, per migliorare il funzionamento del processo di Cassazione.


Per restituire la Corte di cassazione alla sua funzione di giudice di legittimità e metterla al riparo da una situazione “ormai al collasso” servono “pronti interventi”.
Non un ripensamento del testo dell’articolo 111 della Costituzione, che stabilisce proprio il diritto a ricorrere alla Suprema Corte per violazione di legge contro i provvedimenti inerenti la libertà personale, ma della sua interpretazione, che è andata via via estendendo l’area della giurisdizione di ultimo grado.
Così il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa ha commentato le attuali difficoltà in cui si dibatte la Corte di cassazione, oberata da migliaia di ricorsi, soprattutto civili.
Alpa è intervenuto oggi al convegno per il 60° anniversario della Costituzione, intitolato Giurisdizioni e giudici e tenutosi in Corte di Cassazione alla presenza del Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, dei vertici di Senato e Camera e del ministro della giustizia Angelino Alfano.
Il presidente del Cnf ha suggerito alcune modifiche quali la riduzione dei gradi di giurisdizione per tipi di interesse e per valore della controversia, la previsione di forme alternative di risoluzione delle controversie per le questioni bagatellari salvo l’appello dinanzi a un giudice di primo grado, l’impiego della conciliazione anche nel corso del processo, la motivazione sintetica dei provvedimenti, la delibazione del giudice a quo sull’ammissibilità del ricorso, l’impiego più esteso del principio di abuso del processo.
Alpa ha garantito l’impegno dei legali nel favorire la ragionevole durata del processo, ricordando che il codice deontologico sanziona gli avvocati che patrocinano cause temerarie o moltiplicano inutilmente i processi.
Alpa ha ringraziato il primo presidente della Corte di Cassazione, Vincenzo Carbone, per la “sensibilità istituzionale dimostrata dal coinvolgimento dell’avvocatura nella riflessione sulla giurisdizione” e ha dato atto dell’impegno nomofilattico della Corte in tanti settori dell’ordinamento forense.
Alpa si è soffermato sull’ormai acquisito pluralismo della giurisdizione ed ha sottolineato come l’interpretazione costituzionale abbia esteso l’accesso alla Cassazione, mentre occorre pensare a filtri che, senza modificare la Costituzione, consentano di restituire alla Suprema corte il ruolo di giudice di legittimità.
Nella relazione scritta ha trattato il tema della giurisdizione speciale del Consiglio nazionale forense in veste di giudice disciplinare di secondo grado.
“Il riconoscimento dello status di giudice speciale ribadito dalla sentenza n. 26810 delle Sezioni unite delle Cassazione per il Consiglio nazionale forense rappresenta il culmine del processo d’integrazione nello Stato- apparato di una organizzazione complessa frutto dell’autorganizzazione del pluralismo sociale. Connesso a tale status l’onore e l’onere della titolarità di poter sollevare questione di legittimità costituzionale di norme e leggi. Considerata la vicenda dal basso, la prerogativa del Cnf può essere letta come l’occasione offerta ad un gruppo professionale organizzato di promuovere il vaglio di costituzionalità su decisioni legislative che si assumono lesive di norme costituzionali. Considerata dall’alto, la sollevazione di una questione di costituzionalità da parte di un Consiglio nazionale consente alla Corte di conoscere norme che difficilmente potrebbero accedere al sindacato medesimo”.

Nessun commento: