(ASCA) - Roma, 13 giu - Il disegno di legge approvato oggi dal governo sull'uso delle intercettazioni telefoniche rappresenta l'intervento contro ''un sistema degenerato'' che ha visto ''la privacy violata troppe volte''.
Un diritto, quello alla privacy e alla riservatezza, che ''abbiamo ritenuto andasse protetto. Per questo abbiamo approvato un testo equilibrato'' e ''coerente con le cose dette da Silvio Berlusconi in campagna elettorale e le cose scritte nel programma elettorale del Pdl''.
Non nasconde la sua soddisfazione il ministro della Giustizia Angelino Alfano, nel corso della conferenza stampa in cui ha illustrato - a Palazzo Chigi, al termine del Consiglio dei Ministri - il provvedimento approvato dal governo.
Il provvedimento prevede, fra l'altro: la durata massima di tre mesi per l'intercettazione; la soglia di 10 anni di pena oltre la quale e' prevista la intercettabilita'; rispetto al punto precedente, e' prevista una deroga per i reati contro la Pubblica Amministrazione la cui pena non sia inferiore nel massimo a 5 anni; sanzioni con previsione di pena per chi divulga le intercettazioni in modo illecito e una sanzione amministrativa per coloro che le pubblicano; pena da 1 a 3 anni per il giornalista che pubblica illecitamente le intercettazioni; introduzione di un organo di valutazione collegiale per l'autorizzazione all'intercettazione (tribunale e non singolo magistrato).
Detto questo Alfano chiarisce che le intercettazioni ''sono sempre possibili'' per reati di mafia, di terrorismo e per tutti quelli di forte allarme sociale.
Il ministro della Giustizia aggiunge che le nuove norme, una volta terminato l'iter parlamentare, varranno solo ed esclusivamente per il futuro e non per i procedimenti gia' avviati.
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