Ad aprire i lavori le relazioni del presidente dell’OUA, Michelina Grillo e del vice presidente, Antonio Giorgino.
Michelina Grillo ha tracciato un panorama drammatico del sistema-giustizia in Italia:
Lentezza dei processi, inefficacia dell’esecuzione, ineffettività della pena. In breve una situazione di illegalità diffusa, di mancanza di tutele, di incertezza dei rapporti, che non nuoce solamente al livello di democrazia e di civiltà della nostra società.
Chiunque si sia occupato di giustizia sa che il problema, purtroppo, è ben più antico: tutti i governi che si sono succeduti in questi anni non hanno considerato prioritario intervenire in modo consistente ed organico per sanare, correggere, riformare e investire in un settore di così grande rilevanza strategica.
Vogliamo comprendere chi ha ucciso la giustizia, e certamente - ha continuato la Grillo - ciò emergerà dall’analisi dei dati che abbiamo reso pubblico stamattina e che giustamente sono stati definiti imbarazzanti e vergognosi.
Ma vogliamo ancor di più avviare un’opera di bonifica dell’ambiente Giustizia, rivitalizzando la cultura della legalità, del diritto e dei diritti.
Se questa è la situazione della giustizia in Italia, l’Oua ha da sempre proposto soluzioni concrete per lo snellimento e il miglior funzionamento del sistema giudiziario.
Vorremmo parlare delle risorse materiali e umane di cui dispone il sistema, entrambe perennemente insufficienti per fronteggiare una domanda in costante crescita.
Vogliamo affrontare la piaga delle sacche di privilegio, ed è giusto ricordare che i maggiori stanziamenti degli ultimi anni in favore del settore sono stati pressoché interamente assorbiti dagli oneri relativi agli stipendi dei magistrati.
Chiediamo che finalmente ci sia un sistema di rilevazione dei dati che consenta non soltanto di valutare l’esistente, ma anche di preventivare il reale impatto delle future riforme.
Che si proceda nell’informatizzazione degli uffici, che potrebbe consentire non solo l’acquisizione di dati in tempo reale, possibilmente omogenei e qualitativamente significativi, ma anche l’avvio di una ben più consistente e diffusa sperimentazione del processo telematico, che potrà imprimere una effettiva svolta positiva al sistema.
Auspichiamo che si affronti il tema del progressivo e consolidato ricorso alla magistratura onoraria e si blocchi la proliferazione dei riti processuali.
E’ urgente che si parli senza tabù, della rivisitazione degli assetti della geografia giudiziaria. Le circoscrizioni devono tener conto, anche alla luce delle tante esperienze estere positive, della necessità di assicurare una giustizia di prossimità, un presidio di legalità sul territorio. Valutando con attenzione la struttura socio-ambientale delle singole zone.
E’ indispensabile - continua il presidente Grillo - che si intervenga sulla formazione dei soggetti della giurisdizione, e più in generale di tutte le figure che gravitano nel mondo della Giustizia.
Da troppo tempo la preparazione di chi opera nella giustizia è un fattore dimenticato, tanto da lasciare che la formazione, pur essendo di rilevante interesse pubblico, sia scaricata tutta sugli organi istituzionali o sui singoli.
Parliamo della concreta realizzazione del giusto processo, anche qui senza tabù, e quindi anche della terzietà del giudice e dei sistemi con i quali garantirla.
Prima di essere sommersi ancora una volta da sterili polemiche sul prossimo indulto, si dia la giusta attenzione all’allarmante situazione del sistema carcerario, affrontando anche il tema dell’effettività della pena, della sua natura rieducativa, della sicurezza e dei timori che - in una società avviata verso la multietnicità - ciclicamente inducono a chiedere legislazioni emergenziali.
“Non è qualunquismo o antipolitica, né demagogia o populismo” ha concluso il presidente dell’Oua - ciò che vorremmo emergesse in queste tre giornate di dibattito, ma voglia di buona politica per la Giustizia, quella buona politica di cui oggi tutti i cittadini avvertono un impellente bisogno”.