E' l'allarme lanciato dai penalisti italiani nella delibera diffusa oggi, in cui si richiamano tutte le Camere penali alla partecipazione all'imminente congresso straordinario di Treviso (che si terrà dal 19 al 21 ottobre) e alla vigilanza su alcune questioni, prima fra tutte quella legata all'emergenza sicurezza e alle misure annunciate dal Governo.
"Una classe politica confusa - si legge nel documento della giunta dell'Ucpi - ha irresponsabilmente agitato un tema serio e certamente non secondario sotto la bandiera della necessità di adottare gli ennesimi, quanto inutili e pericolosi, provvedimenti emergenziali. Ancora una volta risuonano gli slogan della riduzione delle garanzie processuali, del doppio binario processuale, delle limitazioni al diritto di difesa nei processi di criminalità, della modifica o abolizione della 'legge Gozzini' (dimenticandone dolosamente la comprovata funzione di efficace strumento di recupero sociale), della esclusione del patrocinio dei non abbienti per taluni reati ed imputati".
Un atto d'accusa che non risparmia l'atteggiamento complice delle toghe: "Alcuni magistrati, se non una parte della magistratura, tornano a prospettare -come nel 1992/93- una concezione etica della giustizia cavalcando le proteste della piazza, non disdegnando di predicare dai 'salotti' televisivi e proponendo, come in anni passati, la figura del magistrato vendicatore, vittima del 'potere' e pronto a riscattare i mali della società. La miscela di questi fenomeni e dei proponimenti governativi - avvertono i penalisti - rischia di divenire esplosiva, determinando una deriva autoritaria degli assetti istituzionali e delle leggi con il risultato di far prevalere la concezione dello stato etico su quella dello stato di diritto, con quel che ne consegue in termini di aggressione ad elementari principi di civiltà giuridica".