La numero uno dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura Italiana ritiene che sia giunto il momento di fare chiarezza sulle cifre relative agli introiti del sistema giustizia.
“Si conosce il buco della sanità,si conoscono gli introiti del fisco, ma nessuno – aggiunge la Grillo – rileva quanto la giustizia incassi. Noi chiediamo da sempre di sapere quanto incassa la giustizia, quanto viene effettivamente introitato complessivamente, ma questo dato è un dato che non viene reso pubblico”.
La trasparenza dei “conti pubblici della giustizia” è per il presidente dell’Oua una necessità dettata dall’esigenza di rendere più efficiente il sistema, ed evitare sprechi che danneggino l’apparato della giustizia italiana.
“Vogliamo sapere quanto incassa la giustizia, perché non è possibile che tutti gli aumenti alla spesa della giustizia vengano assorbiti dall’aumento degli stipendi dei magistrati, il cui numero rimane invariato a fronte di un sistema inefficiente”.
Per la Grillo essere a conoscenza delle cifre che ruotano attorno al sistema giustizia è indispensabile soprattutto per capire quale sia la realtà del sistema in questione, vale a dire per poter capire “se il servizio giustizia riesce ad autofinanziarsi o se come la sanità è invece un buco nero”.
Infine, il presidente dell’Oua sottolinea come conoscere gli incassi della giustizia sia un dovere da compiere nei confronti degli assistiti: “c’e’ questa nomea per cui l’avvocato guadagna parecchio. Ma va detto che le spese per il procedimento sono vive ed elevate. Solo per fare un esempio, tra contributo unificato, costi di registrazione e i diritti di cancelleria per le copie autentiche, mediamente si arriva a spendere 600 euro per un recupero di credito di 2.000-2.500 euro. Per questo – conclude la Grillo - io credo che lo Stato incassi molto dalla giustizia, ma ad oggi solo la procura di Bolzano rende accessibili i dati al cittadino”.