mercoledì, febbraio 08, 2012
LIBERALIZZAZIONI: OUA, ABROGAZIONE TARIFFE È INCOSTITUZIONALE.
(AGENPARL) - Roma, Il presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura (Oua), la rappresentanza politica degli avvocati italiani, Maurizio de Tilla, partecipando oggi al Convegno sul tema “Riforma delle professioni e liberalizzazioni”, organizzato dall’Unione di Centro per il Terzo Polo presso la Sala delle Colonne della Camera dei Deputati, a Roma, ed introdotto dall’on. Pierluigi Mantini con le relazioni, tra gli altri, dei parlamentari Serra, Cavallaro e Costa, ha spiegato nel suo intervento la ragioni di forte opposizione alle liberalizzazioni selvagge, ribadendo i motivi della proclamazione dello sciopero del 23 e 24 febbraio, con manifestazione nazionale a Roma al Cinema Adriano (il 23) e della convocazione del Congresso Straordinario del 23 e 24 marzo a Milano. Per il presidente dell’Oua, «il Governo Monti ha avviato politiche che di fatto snaturano la funzione delle professioni disattendendo integralmente una norma concertata con le rappresentanze di categoria, ( l’art. 3 comma 5 della manovra economica bis), che risolveva in parte i problemi di ammodernamento e che era una plausibile soluzione in tema di tariffe professionali. Tale norma concertata è stata inopinatamente abrogata con l’art. 9 del decreto legge ”Cresci Italia” in fase di conversione legislativa. La nostra perentoria richiesta è quella di eliminare tale disposizione di legge, ripristinando così le regole precedenti già concordate».
Prendendo spunto dal convegno promosso dall’on. Mantini, il presidente de Tilla ha fatto anche il punto sullo stato di crisi permanente del sistema-giustizia: «L’esperimento fallimentare e incostituzionale della media-conciliazione obbligatoria varato dal precedente Esecutivo (attendiamo fiduciosi la pronuncia della Corte probabilmente entro il prossimo marzo) e poi l’introduzione dei soci di capitale nelle società tra professionisti (che vanno eliminati), la delegificazione degli ordinamenti professionali, l’aumento del contributo unificato (quadruplicato) per i cittadini e gli ostacoli per accedere alla macchina giudiziaria, l’accorpamento degli uffici dei giudici di pace e la prossima soppressione di moltissimi piccoli tribunali, sono tutti provvedimenti che portano non alla riduzione degli sprechi e all’efficienza ma alla rottamazione del sistema. E alla configurazione di una giustizia a due velocità: una rapida per le imprese e l’altra inefficace per i cittadini comuni».
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