venerdì, ottobre 10, 2008

La bozza di riforma dell'ordinamento professionale divide i COA.


Non a tutti piace la super procura che dovrebbe amministrare la giustizia interna tra gli avvocati prevista dalla bozza di riforma dell’ordinamento forense che l’assemblea dell’avvocatura presso il Cnf con lo stesso Cnf, l’Oua, gli ordini e le associazioni, dovrebbe varare domani.
L’ordine di Milano, gli ordini degli avvocati del Lazio, quelli della Puglia e il coordinamento degli ordini minori, sono scesi in campo contestando quanto scritto nel testo i cui contenuti, a lungo tenuti segreti, sono finiti nei giorni scorsi sulla stampa.
Ignazio De Mauro, presidente dell’Unione degli ordini Siciliani, nel corso del suo intervento nel corso della cerimonia di apertura del XX congresso dell’Aiga, a Messina, ha gettato acqua sul fuoco della contestazione derubricando la protesta sulla nuova configurazione del procedimento disciplinare a un semplice mormorio di dissenso.
Ma l’onda lunga delle protesta non si ferma.
E sull’esempio degli ordini sul piede di guerra altri ordini si starebbero attivando per contestare il lavoro del Cnf accusato di aver operato a livello dei vertici senza consultare la base.
I contestatori, in pratica, obiettano che il nuovo organismo rappresenta una novità da limitare alla fase istruttoria, rivendicando la permanenza della decisione in capo ai vari consigli dell’ordine.
“L’idea di togliere agli ordini il disciplinare – dice a MP un avvocato – non è sbagliata. Toglierebbe agli ordini la legittima suspicione di una combine tra avvocato accusato e organo giudicante. Contaminato anche da logiche elettorali. È certo una cosa ridicola che in tutt’Italia ci siano solo una quarantina di procedimenti disciplinari. Tuttavia quando si crea un nuovo organismo non si sa mai dove si va a finire. E poi ritengo che ci si trovi di fronte a una giurisdizione speciale contro le cui decisioni ci si può facilmente appellare davanti al giudice ordinario”.
I dissidenti, dal canto loro, subordinano l’eventuale consenso sulla forte gerarchizzazione che emerge dal testo – che tratteggia un modello verticistico a scapito dell’autonomia degli ordini territoriali – alla approvazione di due contrappesi essenziali: in primo luogo la previsione di un Congresso Nazionale quale luogo democratico di formazione della volontà dell’avvocatura, con il compito di dettare le linee cui attenersi.
In secondo luogo si chiede la modifica del sistema elettorale del Cnf (oggi non sfiorato dal testo ), prevedendone una elezione diretta da parte degli iscritti agli ordini con criteri di proporzionalità che garantiscano una effettiva rappresentabilità dell’organo.

di Luigi Berliri
tratto da: http://mondoprofessionisti.comingonweb.it

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