mercoledì, ottobre 01, 2008
Giustizia: Avvocatura, filtro in Cassazione è un errore.
(AGI) - Roma, 30 set. - Le riforme del processo civile «non si fanno frettolosamente in un collegato alla Finanziaria» e il filtro per la Cassazione «è un errore per le modalità previste».
Sono questi i rilievi dell'Organismo unitario dell'Avvocatura sulle nuove norme in materia di processo civile, che «è un'urgenza assoluta per l'Italia».
Per il presidente dell'Oua Michelina Grillo, «devono essere evitati ulteriori interventi spot, figli di una inutile logica dell'emergenza e per loro natura incapaci a risolvere i problemi. Servirebbe invece un ampio dibattito e proposte condivise di riequilibrio dell'intera struttura processuale. Temiamo che ciò sarà impossibile, considerato che le norme sono state inserite in un collegato alla Finanziaria, che sarà presumibilmente approvato in tempi rapidi e in forma 'blindata».
La proposta del Governo, secondo l'Avvocatura, «oltre a scontare questo vizio d'origine e sebbene contenga anche previsioni corrette dal nostro punto di vista, presenta numerosi aspetti che convincono poco l'avvocatura. Le norme sulla conciliazione, infine, sono mosse da un obiettivo condivisibile. Possono essere migliorate, ma potranno essere realmente efficaci solo in presenza di una giurisdizione ordinaria efficace. Diversamente, ci sarà sempre una parte interessata a lucrare sull'inefficienza della macchina giudiziaria».
La Giunta dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura, in relazione all'intervento sulla procedura civile ha approvato un documento nel quale esprime tutta la propria contrarietà alle modalità con le quali la proposta è stata presentata e numerose perplessità sul merito della stessa.
«Per l'ennesima volta il legislatore, pur avendo il tempo necessario - sottolinea l'Oua - ritiene di affidarsi ad un intervento di stampo emergenziale. La riforma del processo civile meriterebbe invece autonoma trattazione e un particolare approfondimento».
Numerose perplessità, osserva l'Oua, suscita il cosiddetto filtro in Cassazione: «così come proposto, il sistema appare inaccettabile. Nella sua estrema genericità, rimette ad un collegio di tre giudici il potere di decidere preliminarmente se la Suprema Corte debba mutare o meno il proprio orientamento, ma non indica i criteri ai quali effettuare tale valutazione». (AGI)
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