Carenza di fondi e di organico, ma anche cattiva distribuzione del personale.
Il ministro della Giustizia Luigi Scotti individua alcune concause del “disservizio giudiziario”.
“Nell’organico complessivo abbiamo circa 1200 magistrati in meno”, lamenta il ministro, “ecco perché uno dei miei primi provvedimenti è stato quello di bandire ben due concorsi: ci vorrà del tempo, senza dubbio, ma se non si inizia, mai se ne vedrà la realizzazione”.
Lo stesso vale per i funzionari, “indispensabili nella preparazione dei processi e nell’esecuzione di quanto il magistrato ha deciso: sono 5 anni che non si fanno concorsi”.
Scotti ascrive parte delle responsabilità alla “stretta finanziaria”, ma sollecita anche “una rivisitazione nella distribuzione” del personale attuale: in ogni caso, “tra le tante polemiche che si fanno, e che io spero siano poi finalmente accantonate sullo statuto del giudice, bisognerebbe pensare dal punto di vista del cittadino ai ritardi della giustizia. È a questo che dobbiamo dare risposta, la più immediata. Sono stato magistrato per anni, e da anni sento parlare di “grande piano per la giustizia” ma nessuno di questi piani è stato poi realizzato per tanti motivi”.