martedì, aprile 22, 2008

AL VIA PROGETTO OTTIMIZZAZIONE IN 35 UFFICI GIUDIZIARI.


Roma, 22 apr. (Apcom) - Riorganizzazione degli uffici, migliori e più intensi rapporti con i cittadini e contenimento dei costi.

Sono questi i tre criteri alla base del progetto di diffusione delle 'best practicies' negli uffici giudiziari italiani, presentato oggi dal ministro della Giustizia Luigi Scotti e dal capo del dipartimento dell'organizzazione giudiziaria Claudio Castelli ai capi di 35 uffici giudiziari che saranno coinvolti nell'iniziativa.

Le finalità del progetto riguardano la riorganizzazione degli uffici giudiziari, volta a ottimizzare i processi interni di gestione e il trattamento delle pratiche. Inoltre, scopo del progetto è il miglioramento del rapporto con l'utenza, creando uno sportello virtuale che consenta un dialogo continuo con il cittadino; un sito web, insomma, destinato, fra l'altro, alla richiesta e al rilascio automatico di certificazioni.

"Finora - ha detto il ministro - abbiamo ragionato sui giudici e gli avvocati, ora ragioniamo sul cittadino. Si tratta di una rivoluzione perchè, assieme ai parametri fissati per gli uffici giudiziari, una nuova organizzazione rimette in moto la macchina della giustizia. Con l'informatizzazione, poi, si eliminera' il lavoro routinario e burocratico".

L'iniziativa ha preso il via sulla base della 'buona pratica' già realizzata dalla procura di Bolzano in questi ultimi anni, e coinvolgerà 35 uffici sparsi in tutto il territorio, tra cui Corti d'appello, Procure e Tribunali.

Nel novero degli aderenti ci sono anche un ufficio del giudice di pace, un tribunale per i minorenni e un tribunale di sorveglianza.

I progetti che i vari uffici metteranno a punto saranno gestiti assieme alle Regioni, con le quali il ministero firmerà un protocollo di intesa il 30 aprile prossimo, e saranno realizzati con fondi europei.

"Si tratta di avvicinare alle esperienze migliori - ha sottolineato il Guardasigilli - anche gli uffici giudiziari che si trovano nelle aree più critiche". In questo modo, ha osservato Claudio Castelli, "la giustizia si può cambiare: ci sono enormi potenzialità da esprimere attraverso una nuova organizzazione, la chiarezza di obiettivi e il rapporto sinergico con le nuove tecnologie".