giovedì, maggio 31, 2007
MASTELLA: D'ACCORDO CON DRAGHI SU GRAVITA' SITUAZIONE GIUSTIZIA CIVILE.
Lo ha affermato oggi il ministro della Giustizia Clemente Mastella, commentando il passaggio dedicato dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, appunto ai tempi lunghi dei procedimenti civili in Italia.
mercoledì, maggio 30, 2007
"Ecco come decongestionare i Tribunali" .
Salvatore Russo, Presidente della sezione civile del Tribunale di Nocera Inferiore , formula una proposta per l’accelerazione dei giudizi civili ordinari. Un problema comune a moltissimi distretti giuridici, ma che nelle sedi periferiche acquista dimensioni particolarmente gravi, a causa dell’indifferenza della politica nei confronti di realtà “minori”. “I giudici mediamente devono definire circa 150 cause civili all’anno. A Nocera la cifra raddoppia, a volte si triplica. Questo comporta gravi conseguenze in ordine alla capacità di ciascun giudice di espletare in tempi ragionevoli il giudizio , secondo il principio costituzionale del giusto processo , senza nulla togliere alla qualità di risposta della giustizia”.
Domanda. Presidente Russo, quali sono concretamente i problemi che un tribunale come il suo si trova costretto affrontare?
Risposta. Si tratta sostanzialmente di problemi di distribuzione del personale di magistratura e di quello amministrativo. I criteri cui il sistema affida questa distribuzione sono imprescrutabili, poco aderenti alla realtà fattuali. Affidati, cioè, a statistiche astratte che non tengono conto dei flussi reali. Questa situazione è da attribuire in primo luogo al fatto che non siamo un tribunale “visibile”. E questa scarsa visibilità produce disinteresse da parte del potere, anche se poi proprio su questi distretti ricade lo zoccolo duro della giurisdizione. Se queste clamorose disfunzioni venissero denunciate da tribunali più grandi la risposta sarebbe di sicuro diversa…
D. Lei ha elaborato una soluzione tecnica a questi disagi, contenuta in un pamphlet edito dalla Graus editore. In cosa consiste?
R. Innanzitutto c’è da dire che la causa preminente della irragionevole durata dei giudizi civili ordinari è costituita da rinvii per l’assunzione della prova, particolarmente di quella testimoniale, quando non sia possibile assumere i testi in un unico contesto per la mancata comparizione o quando difetti una prudente attività di riduzione delle liste testimoniali. A questo potrebbe ovviarsi mediante la preventiva istituzione di una o più udienze straordinarie, tenute anche da un giudice onorario (che mantiene tale status per periodi di tempo determinati, rinnovabili a domanda e previo apprezzamento positivo delle capacità).
D: Dunque si tratta di utilizzare in maniera più mirata questi giudici onorari?
R. Si. Queste figure concorrerebbero anche alla preparazione e alla redazione della sentenza , facendo salva la responsabilità della decisione incombente sul togato. Questo consentirebbe di incrementare il numero delle udienze tenute dall’ufficio senza gravare sui magistrati togati, e, di conseguenza, senza gravare sui ragionevoli tempi della giustizia. Oltre alla fase istruttoria, queste figure potrebbero essere anche incaricate di stilare la redazione di alcuni provvedimenti. Così si potrà immaginare una comunità organica di lavoro, denominata “ufficio del giudice”. Questa proposta, già a suo tempo illustrata all’amministrazione centrale, ha ora trovato consonanze anche con un disegno di legge approvato da pochi giorni dal Consiglio dei ministri, che, secondo criteri consimili, costituisce l’ “ufficio del processo”, portato avanti dal direttore dell’amministrazione giudiziaria Claudio Castelli.
D. In che modo pensa di selezionare i giudici onorari, visto i compiti impegnativi cui sarebbero chiamati?
R. Penso che tali soggetti debbano essere reclutati tra giovani laureati meritevoli, ricercatori universitari, dottori di ricerca ed altri, previa adeguata selezione riservata ai consigli giudiziari o direttamente al capo dell’ufficio giudiziario di appartenenza di concerto coi giudici togati interessati o attraverso agili ma qualificate prove attitudinali.
di Giovanna Ferrara
(Fonte Il Denaro.it)
La legge secondo Giolitti.
Per la prima volta in Italia una donna presidente di sezione della Cassazione.
Una decisione unanime che attende il parere del ministro della Giustizia Clemente Mastella, per poi passare al vaglio del plenum di Palazzo dei Marescialli, che dovrebbe essere scontato.
Altri 4 consiglieri attendono di diventare presidenti di sezione in Cassazione: Giangiulio Ambrosini, Luigi Francesco Di Nanni, Severo Chieffi e Giovanni De Roberto.
Proprio una settimana fa, il Csm aveva diffuso i dati sulla presenza delle donne ai vetrici della magistratura: su 8.940 toghe, le donne rappresentano il 41% ma appena il 4% di loro (22 contro 440 uomini) riescono ad arrivare in vetta e a ricoprire posti direttivi da presidenti di Tribunali o di Corti d'appello, procuratori o presidenti di sezione della Cassazione.
martedì, maggio 29, 2007
Le auto blu.
E' di questi giorni l'ennesima polemica sull'uso esagerato ed improprio delle auto di servizio, da parte dei burocrati e dei politici.
Ieri sera siamo stati testimoni di un simpatico "siparietto" che ci ha confermato, se mai ve ne fosse bisogno, l'esistenza di abusi anche da parte dei nostri "dirimpettai" (leggi: magistrati).
Verso le ore 21 - alla fine dell'orario di studio, stavamo rincasando - quando abbiamo incontrato un nostro amico (pure lui avvocato), che coltiva amicizie trai magistrati.
Ebbene il collega era frettoloso, perchè aveva appuntamento proprio con un suo amico magistrato.
Improvvisamente è scoppiato un diluvio di pioggia e noi, poveri mortali improvvidi, ci siamo bagnati: frattanto però avevamo raggiunto il luogo dove il nostro amico aveva appuntamento.
Il magistrato, più fortunato di noi, aveva trovato riparo sotto un portone, però - sfornito d'ombrello anche lui - aveva subito risolto il "problema".
Mano al cellulare ed "voilà": dopo qualche minuto arriva in soccorso l'autista con l'Alfa Romeo di servizio, con tanto di lampeggiante acceso.
"Noblesse oblige", con buona pace di noi poveri contribuenti.
lunedì, maggio 28, 2007
Quelli "più uguali" degli altri.
Mentre la macchina giudiziaria arranca, soprattutto per l'esiguità dei mezzi economici, e nelle cancellerie mancano persino le biro e le cartelle, c’è chi - eletto dal popolo - se la passa davvero benone!
Pochi giorni fa il Parlamento italiano ha votato all’unanimità e senza astenuti, un aumento per i parlamentari di circa 1200 euro al mese, giungendo ad uno stipendio che, tenendo conto di rimborso spese d’affitto, indennità di carica e denaro per il portaborse sfiora i ventimila euro al mese. Stranamente la mozione è stata camuffata in modo tale da non risultare nei verbali ufficiali.
Inoltre i nostri rappresentanti godono della gratuità di: cinema, teatro, autobus, cellulare, francobolli, aerei nazionali, autostrade, piscine e palestre, treni, ricoveri in clinica, assicurazione infortuni e decesso. Pare che debbano pagare solo la frequentazione di prostitute o transessuali a secondo dei gusti.
Nel ristorante annesso al Parlamento, frequentato assiduamente anche da ex onorevoli, nel solo 1999, hanno mangiato e bevuto a nostre spese per un totale di un milione e mezzo di euro.
Se passiamo alla situazione previdenziale lo scandalo grida vendetta considerando che si riservano la pensione dopo 35 mesi, mentre obbligano i loro sudditi a sgobbare, per il momento, per 35 anni.
In aperta violazione della legge sul finanziamento ai partiti incassano oltre 100.000 euro con il rimborso delle spese elettorali.
Inconcepibili i privilegi a vita per le alte cariche, ad esempio si mormora che la signora Pivetti, nonostante oggi si occupi di ben altro, ha ancora ed avrà per tutta la vita, un ufficio, una segretaria, l’auto blu ed una scorta.
La classe politica, mentre predica risparmi, taglia spese e comprime stipendi, è costata al contribuente un miliardo e trecento milioni di euro, tenendo conto che la sola Camera ingoia 2215 euro al minuto, giorno e notte per 365 giorni all’anno.
Ogni commento è superfluo!
domenica, maggio 27, 2007
Rignano: Le motivazioni della scarcerazione disposta dal Tribunale del riesame di Roma.
“Il Tribunale nel prendere atto del contenuto delle dichiarazioni non può che richiedere, per l’integrazione della prova cautelare, il necessario concorrere di seri e certi elementi di riscontro e non soltanto per la qualità degli accusati, persone del tutto incensurate e pacificamente dedite al lavoro, ma anche e soprattutto per l’età dei bambini - quattro anni, giova ribadire - e per alcune perplessità che le denunce pongono, come ampliamente evidenziato da tutte le difese”.
E’ questo uno dei passaggi centrali dell’ordinanza con la quale i giudici della libertà di Roma, motivano la scarcerazione disposta il 10 maggio scorso di 5 delle sei persone indagate nell’inchiesta su una presunta organizzazione di pedofili a Rignano Flaminio, paese a pochi chilometri da Roma.
I giudici scrivono, al termine del provvedimento, di 39 pagine: “Il materiale indiziario emergente dagli atti, pur sussistente, appare insufficiente ed anche contraddittorio, sì da non integrare la soglia di gravità richiesta dall'articolo 273 del codice di procedura penale”.
E poi, ancora, il tribunale aggiunge: “In presenza di dichiarazioni accusatorie formulate da bambini di 4 anni il tribunale ha l’obbligo, al fine di escludere ogni possibilità di dubbio e di sospetto che esse siano conseguenti ad un processo di auto o di etero-suggestione oppure di esaltazioni o di fantasia, di sottoporre le accuse medesime a un’attenta verifica. In assenza di sicuri e certi elementi di riscontro la prospettazione accusatoria in questa sede non può essere asseverata”.
Il tribunale del riesame di Roma dedica un lungo passo della sua ordinanza di scarcerazione anche per criticare la condotta delle numerose famiglie che, con le loro denunce, frutto anche di interviste ‘casalinghe’ ai bimbi, hanno dato il via all’indagine della procura di Tivoli.
Nell’inchiesta, si dice, emerge “una forte e tenace pressione dei genitori sui minori, una forte opera di induzione e di suggerimento delle risposte da parte degli stessi, con conseguenti manifestazioni anche di stanchezza e di ostilità da parte dei piccoli alle insistenti pressioni genitoriali”.
“I genitori, in buona sostanza, hanno svolto un ruolo che non gli apparteneva, non spettando ai medesimi il compito di documentare le dichiarazioni dei loro figli, ciò a prescindere dagli indubbi riflessi che tale attività può avere spiegato sulla genuinità della prova”.
Giro di vite della Cassazione sull'uso abusivo della professione forense.
Applicato con rigore l'articolo 348 del codice penale: ´... chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da euro 103 a 516'.
L'avvocato si era difeso dalla condanna a tre mesi di reclusione inflitta dal tribunale di Napoli e confermata dalla Corte d'appello, puntando il dito proprio contro il concetto di esercizio abusivo della professione. Lui, aveva detto, era stato solo sospeso ed era comunque regolarmente iscritto all'albo. In particolare, nel ricorso si legge che ´la violazione dell'art. 348 c.p. consiste nel fatto che l'esercizio abusivo della professione può configurarsi solo nel caso di mancanza di titolo abilitante alla professione e non nel caso di sospensione temporanea dal suo esercizio'.
Le censure prospettate non hanno passato l'esame della sesta sezione penale, che ha bocciato il ricorso in pieno e affermato il principio secondo cui ´si ha esercizio abusivo della professione anche quando la persona, benché originariamente abilitata all'esercizio e iscritta all'albo, si trovi attualmente sospesa dall'esercizio della professione'.
Non solo: ‘Commette il delitto di cui all'art. 348 c.p.', continua il Collegio, ´non solo chi non sia in possesso dell'abilitazione dello stato ma anche chi sia iscritto nel relativo albo o, dopo esservi stato iscritto, sia stato radiato o sospeso dall'esercizio professionale, atteso che l'attualità dell'abilitazione all'esercizio (lo dice l'articolo 1 della legge professionale forense) è presupposto dei requisiti di probità e competenza tecnica ritenuti necessari dalla legge'.
sabato, maggio 26, 2007
Mastella: «Giustizia in difficoltà? L'ho ereditata in questo stato»
Clemente Mastella,ieri a Busto Arsizio in visita,
Altra idea cara a Mastella - e accarezzata un po' da tutti - è lo snellimento dei tempi processuali: «Ho presentato due progetti di legge, uno sul civile e uno sul penale, per limitare al più a cinque anni la durata dei procedimenti, pronunciamento della Cassazione incluso».
Mastella si scrolla di dosso ogni responsabilità per lo stato attuale della giustizia: «Ho trovato il mio stesso dicastero in queste condizioni. Pensate che ancora oggi ha un terzo di risorse in meno rispetto a tre o quattro anni fa...» Ammettendo di aver una competenza limitata in materia («ho studiato filosofia, non pensavo di diventare ministro della giustizia»), Mastella punta il dito contro quei «luminari del diritto» he hanno contribuito a creare la situazione attuale, subita da lui e da chi nella giustizia lavora.
Come a dire: non c'ero, e se c'ero dormivo.
Strategie difensive.
venerdì, maggio 25, 2007
Antico proverbio indù (..meditate gente, meditate!).
Assolto il "disturbatore TV" Paolini: il terzo potere (giudici) bacchetta il quinto potere (televisione).
Il giudice di Roma dott. Gennaro Francione, già noto come autore della sentenza anticopyright [assolse 4 venditori extracomunitari di cd contraffatti per stato di necessità(fame) prendendo a spunto la diffusione libera dell'arte e cultura in Internet con Napster], ha emesso in data 13 aprile 2007 sentenza di assoluzione di Gabriele Paolini, noto inquinatore televisivo, incriminato per aver disturbato 4 collegamenti esterni in diretta del TG RAI.
Il magistrato, accogliendo le tesi del P. M. Gianluca Mazzei, ha affermato che Paolini è scriminato perché i fatti sono stati commessi in presenza di una causa di giustificazione ai sensi dell'art. 51 c. p., per aver legittimamente esercitato il suo diritto di libera espressione del proprio pensiero (articoli 2, 3 e 21 della Costituzione).
Paolini avrebbe operato, dunque, come giornalista libero e disancorato, manifestando un sacrosanto diritto di critica verso un noto giornalista televisivo e verso i parlamentari, ma soprattutto agendo in nome dell'invocato diritto che ogni cittadino ha di parlare e manifestarsi usando il media televisivo.
Il giudice sottolinea che il giornalista televisivo operante in strada deve accettare le intrusioni alla Paolini “perché sono esse stesse cronaca in diretta di quanto avviene tra la gente, che spesso anzi utilizza quelle dirette per dire la propria nel bene (esultanze in occasione di gare sportive ad es.) e nel male (con striscioni, grida, slogan per contestare un avvenimento direttamente o indirettamente connesso a quanto nel resoconto del cronista vien detto)".
La sentenza, assai raffinata e dotta (con richiami quanto alle incursioni di Paolini ai giullari medievali, ai futuristi, ai situazionisti, a Andy Warhol, a Guy Debord), ricorda anche i moniti ai media televisivi rivolti dalla Commissione di vigilanza servizi radiotelevisivi la quale, nel "Documento di indirizzo sul pluralismo (1997), evidenzia la necessità di garantire ai cittadini un'informazione non solo passiva a 360°, ma anche attiva contribuendo direttamente alla creazione dei palinsesti televisivi. Ciò è tanto più vero per la RAI che è televisione del popolo il quale paga un canone e ha un "diritto reale di accesso che si esprime soprattutto come diritto a non essere esclusi dall'informazione attiva".
La nuova sentenza è stata già ribattezzata, in linea con quella anticopyright, “sentenza della tv-sferica”, sottolineando che la RAI ha ancora struttura burocratico-piramidale e non sferica come richiesto dalla Commissione di vigilanza, il che crea monopolio e accentramento di poteri in mano a pochi media men, con esclusione delle masse dalla gran torta televisiva.
Agenzia del Territorio: consultazione gratuita on line dei dati catastali.
Il decreto 4 maggio 2007 ''Accesso al sistema telematico dell'Agenzia del Territorio per la consultazione delle banche dati ipotecaria e catastale'' (G.U. n. 107 del 10 maggio 2007) rende noto che dal 10 maggio è consultabile gratuitamente via Internet, anche per i singoli cittadini, la banca dati catastale e, con il pagamento delle relative imposte, quella ipotecaria.
Il provvedimento, per quanto riguarda i dati catastali, tiene conto dell'innovazione introdotta con la legge n. 286/2006, che ha reso completamente gratuite le visure catastali.
Con il decreto si è, inoltre, provveduto a rivedere, con decorrenza dal prossimo 1° gennaio, la disciplina dell’accesso alle banche dati, su base convenzionale, da parte degli utenti abituali (notai, geometri, professionisti in genere ed Enti), con l’abolizione del canone e la previsione, a titolo di rimborso spese, di € 200 da corrispondere una tantum e di € 30 annuali per ogni password utilizzata.
giovedì, maggio 24, 2007
In arrivo un aumento del "contributo unificato"?
E' quanto denuncia in una nota l'Organismo unitario dell'Avvocatura, sulla base di alcune indiscrezioni, in attesa di poter esaminare approfonditamente il testo definitivo del ddl.
"Cambiano i ministri - ha dichiarato Michelina Grillo, presidente Oua - ma e' praticamente impossibile avere i dati sull'entrate derivanti dal contributo unificato. I cittadini da anni pagano, ma non si capisce dove finiscono i loro soldi, visto che la macchina giudiziaria e' in perenne crisi".
I cittadini, ha sottolineato Grillo, "subirebbero cosi' anche da questo governo un ulteriore innalzamento di una tassa sul proprio diritto ad accedere al 'servizio giustizia'.
Cambiano le maggioranze - ha concluso - ma quando si parla di giustizia le ricette sono sempre le stesse".
Condannato anche in appello il giudice “anti-crocifisso”.
Com'era accaduto nell'inverno di due anni fa, anche i giudici di secondo grado hanno condannato il magistrato del tribunale di Camerino a sette mesi di reclusione e un anno di interdizione dai pubblici uffici.
La pena gli è stata sospesa ma la condanna per il suo atteggiamento anti-crocifisso resta inalterata: "La presenza o meno del crocifisso in un'aula di giustizia è irrilevante ai fini dello svolgimento del processo e non crea una condizione di illegittimità".
Il magistrato dott. Tosti si considera "vittima della discriminazione religiosa" e continua a rifiutarsi di tenere udienze in aule di tribunale dove è esposto il simbolo della cristianità.
In alternativa alla rimozione del crocifisso, chiede di potergli giustapporre la menorah ebraica, simbolo della sua religione.
Tosti annuncia un ricorso in Cassazione e uno alla Corte di giustizia dell'Ue: "Voglio che sia rispettata l'eguaglianza religiosa e la libertà religiosa".
mercoledì, maggio 23, 2007
Gli avvocati “telefonisti”.
Però, è noto, l’evolversi dei tempi impone spesso figure professionali nuove, perciò l’elenco va aggiornato.
La figura che, di diritto, entra in questa speciale galleria è l’avvocato “telefonista”.
I cellulari ci tormentano continuamente, però sono l’ancora di salvezza per gli avvocati “dimezzati” che, nelle difficoltà dell’udienza, fanno continuamente il numero del “dominus” per chiedergli soccorso.
Talvolta si esagera, giungendo a situazioni paradossali.
Qualche giorno fa una collega, sicuramente avvocato e nemmeno tanto giovane, è stata da me “messa in crisi” con un’istanza processuale sicuramente insidiosa: richiesta di ritiro del fascicolo di parte, per affoliare con comodo un atto.
La collega “telefonista” non si è persa d’animo, pur in evidente difficoltà per cosa verbalizzare: è bastato uno squillo al “dominus”, che le ha dato la direttiva opportuna, risolvendo brillantemente la complessa situazione
Poi si dice che il “processo telematico” non è partito!
IL SAPPE (POLIZIA PENITENZIARIA) CHIEDE A MASTELLA DI DIMETTERSI.
Polemica e significativa presa di posizione della Segreteria Generale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria SAPPE, l’Organizzazione più rappresentativa della Categoria con oltre 12mila iscritti.
“Chiediamo al Ministro della Giustizia Clemente Mastella, al Sottosegretario delegato alla trattazione degli affari di competenza della Giustizia minorile Daniela Melchiorre e al Capo del Dipartimento della Giustizia Minorile Carmela Cavallo se non pensano sia il caso di dimettersi, considerato che c’è chi ha dato prova certa di capacità di analisi dei problemi che affliggono il sistema penitenziario italiano, tale da metterlo nella condizione di assumere contemporaneamente i tre incarichi.”
L’ironica e provocatoria presa di posizione del SAPPE, formalizzata con una nota diretta alle Autorità interessate, è la conseguenza della lettura di un articolo apparso sulla rivista Minori Giustizia n. 1/2007 fortemente denigratorio verso le donne e gli uomini del Corpo in servizio nei penitenziari per minorenni.
lunedì, maggio 21, 2007
Rinnovamento completo!
Il COA di Salerno avrebbe dovuto, per il suo sito internet, operare un rinnovamento completo.
Infatti, oltre al Direttore, avrebbe dovuto cambiare anche il nome.
Visti i rinnovati interessi (davvero a 360 gradi), il sito invece che chiamarsi "www.ordavvsa .it" sarebbe meglio adesso si chiamasse "www.ordavvEB.it.
Verificate gli attuali contenuti informativi: ci darete ragione.
Santoro fa causa a Mastella per “danni all'immagine”.
In quell'occasione il Guardasigilli rivelò il compenso del giornalista per la trasmissione.
domenica, maggio 20, 2007
La Corte di Cassazione ha dovere di fedeltà ai propri precedenti.
Lo ha sancito la stessa Suprema Corte (Sezione Lavoro n. 10201 del 3 maggio 2007), motivando la sentenza con l'obbligo di rispettare la reale parità di trattamento fra i cittadini.
Il dovere di mantenere coerenza con i propri precedenti deriva soprattutto "dall'assolvimento della funzione, di rilevanza costituzionale, di assicurare l'esatta osservanza e l'uniforme interpretazione della legge".
L'effettiva "parità di trattamento - afferma la Cassazione - si fonda infatti sulla stabilità degli orientamenti giurisprudenziali, specialmente sollecitata quando siano simili i percorsi logici seguiti nelle decisioni progressivamente portate dall'esame dei giudici di legittimità e i contesti difensivi nei quali tali decisioni risultino calate".
LA GABBIA DEI LEONI.
Se venisse aperta la gabbia dei leoni e vostra madre, moglie, figlio, marito fosse sbranato di chi sarebbe la colpa? Del leone o di chi lo ha lasciato libero?
Franco Hadzovic ha ucciso una signora, Piera Calanna, a Giugliano mentre cercava di evitare il furto della macchina. L’ha trascinata in retromarcia per venti metri.
Franco è la prova provata dell’impazzimento del sistema, del buonismo con il culo degli altri. Franco è un nomade, ma vive in Italia da ben 13 anni. Franco è stato arrestato sei volte. Sempre rilasciato. Franco ha ricevuto numerosi provvedimenti di espulsione. Sempre ignorati.
Di chi è la responsabilità della morte della signora Piera di fronte a casa sua? Voi cosa rispondereste?
Se avete risposto Franco avete confuso la causa con l’effetto. Franco è l’effetto della mancanza della giustizia.
La causa sono i nostri cari partiti al governo e all’opposizione. Quelli che hanno occupato il Parlamento e le istituzioni. Distrutto la macchina della giustizia. Persone che ignorano la realtà. La vivono come un fastidio
Nel 2007 sono in arrivo almeno altri 60.000 rom romeni. Due milioni e mezzo potrebbero partire in futuro.
L’Italia è il posto ideale. Un nomade delinque e diventa stanziale. In Italia ci sono 100 campi nomadi regolari e 500 abusivi.
Franco finirà in galera, come il rom che ha ucciso ubriaco e contromano quattro ragazzi, come la ragazza romena che ha inserito un ombrello nel bulbo oculare di una passeggera della metropolitana, come tanti altri.
Ma i nostri parlamentari sono sempre in libertà. Dibattono, discutono, legiferano sulla pelle del Paese e in galera per omicidio colposo non ci vanno mai.La famiglia di Giugliano dovrebbe costituirsi parte civile contro Mastella, il ministro della Giustizia. Da qualcuno bisogna pure iniziare.
Beppe Grillo
Tratto dal sito: www.beppegrillo.it
I raccomandati.
La proposta è questa: adottiamo un "format" televisivo, precisamente quello de "I raccomandati".
In questa nota trasmissione, un big sponsorizza un debuttante.
Ebbene, mutatis mutandis, si potrebbe far qualcosa di simile, dando luogo ad una consolante forma di democrazia diretta.
Anzitutto parrebbe opportuno che, prima di rieleggere il segretario, sia dia luogo in ogni caso alla elezione del consigliere mancante, dopo la designazione del rappresentante al CNF.
L'elezione del quindicesimo consigliere potrebbe anche essere l'occasione per una sorta di "elezione primaria" del segretario.
In breve i consiglieri aspiranti alla responsabilità di segretario potrebbero "sponsorizzare" un candidato al seggio di consigliere, facendo propria e "scommettendo" sulla sua candidatura (accompagnandola ovviamente con un programma operativo comune).
Di guisa che la base potrebbe votare contemporaneamente il consigliere ed il segretario, con una sorta di referendum sugli uomini e sui programmi.
Ovviamente poi il Consiglio dovrebbe fare proprie e votare le indicazioni della base.
Sarebbe l'uovo di colombo.
Attenti alla bufala.
Nei giorni scorsi siamo stati vittima di uno dei più deplorevoli infortuni, che possono occorrere a chi - nel piccolo o nel grande - cerca di fare informazione: "la bufala".
La bufala c'è la siamo visti rifilare da una "fonte" che ritenevamo non inquinata, per il solo fatto che era posta molto in alto.
Invece è stato vero il contrario: la "fonte" era addirittura avvelenata!
Ce ne scusiamo con gli amici e colleghi che ci seguono, segnalando che la notizia fasulla è stata immediatamente ritirata.
Solo, in conclusione, vorremmo far capire - a chi fa orecchie da mercante - che il tono scherzoso e satirico, che spesso adottiamo, è solo dettato dalla volontà di svelenire un clima sovente pesante.
Le cose che diciamo, però, sono sempre molto serie nei contenuti ed il tentativo di ridurci a "giullare di corte" è destinato a cadere nel vuoto.
sabato, maggio 19, 2007
Un sonetto sulla "loggia".
LA LOGGIA
E ora ci direte che avremmo dovuto vedere!
È vero!
Avremmo dovuto vedere.
Che mentre s'impegnavano a difendere i belli ideali
li stavano calpestando in nome dei propri interessi.
Che stringendo quei legami di fratellanza
si procuravano i complici e gli agenti
per i loro delitti!
Che servizi e disservizi segreti se stavano a fonde ì na
spessa coltre de fumo anticostituzzionale.
Che quella complessa simbologia de squadrette e de
compassi serviva a far quadrare il circolo de i loro
sporchi giochi de potere!
Che tutti sapevano, che tutti tacevano.
Chi per tornaconto, chi per omertà.
Che dietro quella rete di amicizie si tesseva
'na tela de complotti e de ricatti.
Che cò il loro abbraccio fraterno stritolavano
leggi e istituzioni
in nome degli affari e della politica.
Avremmo dovuto vedere che, nelle parole del
Venerabile Maestro, si nascondevano gli insulti e le più
gravi diffamazioni contro la società!
Avremmo dovuto vedere che, dopo essersi fatti 'na
bbeffa delle istituzioni se ne sarebbero serviti per
scappare all'estero...
Sì è vero!
Avremmo dovuto vedere...
Ma provateci voi cò sto cappuccio in testa!
Il PM Woodcock chiede ai Prefetti gli elenchi dei massoni.
Dalle minigonne delle vallette ai grembiulini massonici. L’inchiesta di Potenza vira a compasso: il pm Henry John Woodcock sposta la sua attenzione dal gossip e dai presunti fotoricatti alle logge segrete, alle confraternite «coperte».
Nei giorni scorsi il magistrato lucano ha richiesto a tutte le prefetture d’Italia gli elenchi aggiornati delle logge e degli iscritti. L’ipotesi a cui il pm dei vip starebbe lavorando è che esista una rete massonica segreta attiva tra la Basilicata e la Calabria, ma probabilmente estesa in tutta Italia, dedita sostanzialmente a gestire diversi business, in una sorta di maxicomitato d’affari, naturalmente illeciti.
Una «loggia trasversale» che secondo indiscrezioni raccolte a palazzo di giustizia potrebbe contare su diversi nomi eccellenti della politica, dell’imprenditoria, della sanità, della magistratura, delle forze dell’ordine, del giornalismo, del Vaticano e, addirittura, di esponenti vicini alla criminalità organizzata.
Il magistrato anglo-partenopeo si è ritrovato a indagare tra gli adepti della massoneria seguendo due filoni, anzi tre.
Il primo, che prende le mosse dal Savoiagate, fa riferimento a un nome. Quello di «Polifemo», al secolo Massimo Pizza, personaggio discusso al centro di tanti misteri d’Italia e testimone chiave dell’infelice inchiesta «Sistemi criminali» della procura di Palermo. Un uomo capace di trovare agganci anche importanti in ambienti politici, militari e religiosi. E di offrire un aiuto a Vittorio Emanuele, tramite un «amico comune», per staccare la spina a un sito web che infastidisce il principe. Pizza lo racconterà a Woodcock insieme alla storia di quell’«alto prelato», amico di casa Savoia, con il quale avrebbe organizzato il «blitz» in Vaticano di Vittorio Emanuele, moglie e figlio a dicembre del 2002, quando erano ancora in esilio. Ed è sempre lui che dà lo spunto al pm potentino per indagare in tutta Italia, rivelando l’esistenza di «un centro di potere che viene finanziato in Basilicata e che a sua volta finanzia mezza Italia, si finanzia con i soldi in nero che vengono dallo sfruttamento in nero del petrolio», e all’ecomafia.
Quanto agli altri due filoni, uno si rifà alle dichiarazioni del «pentito» di Vallettopoli Luciano Regolo, direttore di Novella 2000, che interrogato da Woodcock sulle presunte «coperture istituzionali» di Lele Mora, fa i nomi di importanti giornalisti, secondo lui massoni, che avrebbero scientificamente lavorato alla riabilitazione dell’immagine del Savoia.
Infine c’è il prepotente ritorno alla ribalta della morte misteriosa dei «fidanzatini di Policoro», due ragazzi di 21 anni trovati senza vita nell’88 in una vasca da bagno. Caso archiviato come decesso accidentale, salvo scoprire, otto anni e una riesumazione dopo, che la coppia era stata probabilmente ammazzata. Movente? Forse i festini a luci rosse con notabili lucani a cui la ragazza aveva confessato al fidanzato di aver partecipato, rischiando così di rendere pubblico qualcosa che doveva restare segreto.
venerdì, maggio 18, 2007
Italia: «Giustizia e carceri da Paese arretrato».
Verranno liquidate le parcelle degli avvocati nei risarcimenti diretti ?
Le assicurazioni potranno limitare gli importi dei risarcimenti, che però comprenderanno anche le spese per assistenza legale professionale.
Nella forma il provvedimento si presenta come un emendamento al testo del disegno di legge 2272-bis approvato in commissione attività produttive della Camera il 17/04/2007, riscrivendo l'articolo 150, comma 1, del decreto legislativo 209/2005.
Ecco il testo:
ART. 8.
Dopo l'articolo 8, è inserito il seguente:
Art. 8-bis. (Clausole anticoncorrenziali in tema di responsabilità civile auto).
1. All'articolo 150, comma 1, del decreto legislativo 2 settembre 2005, n. 209, sono apportate le seguenti modificazioni: a) alla lettera d), in fine, sono aggiunte le seguenti parole: «, ivi comprese le spese sostenute dal danneggiato per assistenza legale o consulenza professionale»; b) dopo la lettera e) è aggiunta la seguente: «e-bis) la definizione dei rapporti con le imprese di autoriparazione abilitate ai sensi di legge secondo parità di condizioni di concorrenza, precludendo ogni forma di determinazione, anche indiretta, di tariffe massime o di sconti e ferma restando la libertà di scelta, da parte del danneggiato, di imprese di autoriparazione abilitate di propria fiducia.». 8. 0. 1.D'Agrò, Formisano. 8. 0. 2.Fava, Allasia. 8. 0. 55.Vico.
Colpa professionale dell'Avvocato? Incombe sul danneggiato la prova del nesso causale.
La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione (Sent. n. 9238/2007) ha stabilito che ai fini dell'accertamento della responsabilità professionale dell'Avvocato "incombe al cliente, il quale assume di avere subito un danno, l'onere di provare la difettosa od inadeguata prestazione professionale, l'esistenza del danno ed il rapporto di causalità tra la difettosa od inadeguata prestazione professionale ed il danno".
I Giudici di Piazza Cavour hanno quindi precisato che "per quanto riguarda la difettosità o inadeguatezza della prestazione professionale, il cliente ha l'onere di fornire la prova di idonei dati obiettivi in base ai quali il giudice valuterà se, in relazione alla natura del caso concreto, l'attività svolta dal professionista possa essere giudicata sufficiente" e che "l'affermazione di responsabilità di un legale implica l'indagine sul sicuro fondamento dell'azione che avrebbe dovuto essere proposta o diligentemente coltivata e perciò la 'certezza morale' che gli effetti di una diversa attività del professionista sarebbero stati vantaggiosi per il cliente".
Precisano poi i Giudici che "al criterio della certezza degli effetti della condotta si può pertanto sostituire quello della probabilità di tali effetti e della idoneità della condotta a produrli".
mercoledì, maggio 16, 2007
Il 5 maggio (..riveduto e corretto).
I magistrati voleranno in business class.
E così ecco in arrivo la norma che sana questa incresciosa disparità, incastonata tra quelle che ridisegnano il futuro ordinamento della magistratura, che permette ai magistrati dai nove-dieci anni di anzianità in poi di viaggiare all'estero in business class (comma 52 dell'articolo 7 del ddl Mastella).
Tutto in barba all'originaria previsione di morigeratezza contenuta nella Finanziaria 2006 che aveva stabilito, ai fini del contenimento della spesa pubblica, il rimborso al personale appartenente alle amministrazioni delle spese di viaggio in aereo nel limite delle spese per la classe economica.
Norma che, come si vede, piano piano sta erodendo il suo ambito di applicazione. Insomma, se passa la Mastella, in missione all'estero (magari per una rogatoria o per una riunione a Bruxelles) si andrà belli comodi.
Peccato che il servizio bilancio del senato abbia storto il naso, chiedendo che il governo chiarisse l'onere che deriva da questa misura ´considerato che al richiamato dispositivo previsto dall'articolo 1, comma 468 della legge finanziaria 2007, risultavano correlati precisi risparmi attesi sui saldi di finanza pubblica'.
E l'effetto correttivo, peraltro, non era neanche di poco conto visto che era stato stimato in 1 milione di euro nel triennio 2007/2009.
Ma chi paga?
Miseria e nobiltà.
Questa scenetta che raccontiamo (....è vera, lo giuriamo) ne è un classico esempio.
Stamattina, alla prima Sezione Civile del Tribunale, abbiamo assistito ad un esempio di quelle “trovate” processuali, che hanno reso celebri i “paglietta” napoletani.
Il Magistrato ha invitato il difensore ad uscire nel corridoio, per effettuare la chiamata dei testimoni da escutere.
Il giovane (…ma scaltro!) collega è uscito dall’aula ed ha chiamato ad alta voce, senza ottenere risposta, poi è rientrato in aula ed ha chiesto ed ottenuto il rinvio della causa, per assenza dei testi.
Però il Giudice non ha potuto vedere che il “sullodato” avvocato, mentre chiamava ad alta voce, si è parato innanzi ai tre testi – che appunto stavano nel corridoio, in attesa di essere chiamati – ed ha avvicinato il dito indice al proprio naso (..come dire “zitti”!), poi con la stessa mano ha fatto il segno “andate via”, cosa che prontamente i testimoni hanno realizzato.
Morale della favola: mai dare nulla per scontato e mai fidarsi delle apparenze.
E la deontologia? …Bè quella è solo una noiosa materia orale dell’esame per avvocato.
martedì, maggio 15, 2007
Festa di Sant'Ivo di Bretagna (Patrono degli Avvocati).
Tra poco (secondo alcuni il 17 maggio, secondo altri il 19 maggio) si festeggerà il nostro Patrono e Protettore: sant'Ivo.
Ivo (Yves in francese) Helory de Kermartin (Patrono degli Avvocati), nacque nel castello di Le Minihy presso Tréguier il 17 ottobre 1235.
Era figlio di un modesto gentiluomo, fu allevato piamente da sua madre, fino ai 14 anni, quando partì per Parigi dove studio' a Parigi alla Sorbona e fu discepolo di San Buonaventura, poi si spostò ad Orleans per studiare diritto.
A 27 anni passò al servizio dell’arcidiacono di Rennes, come ufficiale di giustizia ecclesiastica, ma dopo un po’ il suo vescovo lo chiamò presso di sé per la stessa carica, consacrandolo sacerdote malgrado Yves si sentisse indegno.
Nel tribunale divenne il rifugio, l’avvocato di tutte le cause dei poveri ed infelici, istituendo per primo il patrocinio gratuito; il suo castello divenne un ospizio per i mendicanti ed i poveri della regione.
Lasciò la sua bella veste di ufficiale giudiziario e indossò il camice di stoppa e la tunica dei contadini, diede ai poveri la sua unica sottana, dormì sulla paglia e sulla nuda terra.
Sempre oberato di incarichi, riusciva a predicare in diverse parrocchie, che raggiungeva a piedi.
Scrisse molto sulle leggi, e il suo "Decretum" ebbe una notevole influenza sul diritto canonico.
Dalle sue parti ancora aleggia il detto "Sanctus Yvi erat Brito / Advocatus et non latro / Res miranda populo" (Sant'Ivo era Bretone / avvocato e non ladro / una meraviglia agli occhi del popolo), frase che la dice lunga su quanto si pensava (….allora, ma anche oggi!) della professione forense.
Stanco e piegato dalle mortificazioni corporali, malato, Ivo rinunciò al sacerdozio e si dedicò totalmente ai poveri, compiendo per loro molti miracoli.
Nel 1298 si ritirò nel suo castello di Kermartin dove, nel più grande squallore, morì il 19 maggio 1303, pianto da tutti i suoi beneficati.
La sua fama di santità era così grande, che la folla si spartì i pezzi delle sue misere vesti, per farne delle reliquie e già da quel giorno il popolo, il clero, le autorità, i duchi Giovanni III e Carlo di Montfort, il re di Francia Filippo di Valois, reclamavano la sua canonizzazione.
La procedura fu rapida a testimonianza dell’ammirazione di tutti per la sua vita e venne dichiarato santo il 19 maggio 1347 da papa Clemente VI.
Dalla sua morte, non vi fu in Bretagna un santo più popolare di lui, ebbe sin da allora un culto straordinario, diffuso specialmente dai marinai brettoni, in tutti i luoghi ove sbarcavano, perfino in Canada: s. Yves dei brettoni era il loro santo nazionale.
Woodcock, Rignano e Contrada.
Si è innocenti sino a sentenza definitiva: il messaggio non è mai davvero passato. Si è colpevoli dopo sentenza definitiva: non è passato neanche questo. La custodia cautelare dev'essere l'extrema ratio: è passato meno ancora. Il cuore del rito accusatorio è solo il processo, dove si forma la prova: qui addirittura si parla turco. Custodia cautelare e tribunale del riesame non sanciscono colpevolezze né estraneità oggettive, ma solo opinioni soggettive. Arabo.
Abbiamo un popolo che è stato giustizialista dal 1992 al 1995 e poi garantista dal 1996 al 2000, salvo infine stancarsi, riadagiarsi nell'inedia civile di chi giudica perché ha visto la tv: e intanto un giornalismo basculante ha trasformato il garantista e il forcaiolo in due professioni.
Sicché, ora, non c'è un'Italia che ha condannato le maestre di Rignano Flaminio e un'Italia che le ha assolte: è sempre lo stesso Paese, è lo stesso pendolo che oscilla incurante e fa più parti in commedia.
Siamo un popolo di forcaioli, di garantisti, di pressappochisti e di giornalisti.
(Fonte Il Giornale)
Attenzione al falso "Banco Posta" online!
Milioni di persone sono esposte giornalmente al pericolo di subire un furto di denaro dal proprio conto corrente.
Se si clicca sul link indicato, in basso a sinistra apparirà il vero indirizzo, sul quale è stata creata la pagina fasulla di “Banco Posta”.
Trattando di reato di truffa, perseguibile solo in seguito a querela della parte lesa, quindi invitiamo chiunque abbia subito un danno a rivolgersi quanto prima alla polizia postale denunciando l'accaduto senza imbarazzo o esitazioni.
lunedì, maggio 14, 2007
Il mito di Laocoonte: l'eterna lotta della verità contro l'inganno!
Di Laocoonte ci parla Virgilio nel libro secondo dell’Eneide: Enea, nel suo viaggio verso l’Italia approda alla corte di Didone.
Silenti ed attenti gli ascoltatori (contictuere omnes intentique ora tenebant), racconta alla regina l’indicibile fine di Troia (Infandum regina iubes renovare dolorem).
Nello stupore e nella curiosità generale, unico fu Laocoonte, veggente e sacerdote di Nettuno, a dubitarne (Equo ne credite, Teucri. Quidquid id est, timeo Danaos et dona ferentes).
E per rafforzare il proprio scetticismo lanciò verso il ventre del cavallo una lancia che vi si conficcò con cupo rimbombo. (Stetit illa tremens, uteroque recusso insonuere cavae gemitumque dedere cavernae).
Ma in quel momento irrompe nella scena, portato in vincoli da alcuni guerrieri troiani, il greco Sinone. Egli racconta di essersi inimicato Ulisse e perciò di essere stato condannato a morte, riuscendo poi a fuggire. Svela, poi, ai troiani il significato del cavallo.
Trattasi di offerta votiva a Minerva: se il cavallo fosse stato introdotto in città l’avrebbe resa inespugnabile.
I Troiani credono alle parole di Sinone, anche perché due terrificanti serpenti dagli occhi sanguigni, suscitati da Poseidone, escono dal mare spumeggiante in ampie spire e avvinghiano e divorano i due figli di Laocoonte.
Inutile è il soccorso che loro porta il sacerdote; rimane anch’egli preso e stritolato dalla morsa dei serpenti nonostante il tentativo di svincolarsi (Ille simul manibus tendit divellere nodos).
I serpenti si rifugiano sotto lo scudo della statua di Atena; questo episodio convince definitivamente i troiani delle parole di Sinone; trasportano, così, il cavallo dentro la città, abbattendo le porte per farlo entrare. In tal modo decretando la fine di Troia.
Convalida licenza finita locazione? Il locatore non ha diritto al rimborso delle spese processuali.
La Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione (Sent. n. 3969/2007) ha recentemente stabilito, che nel procedimento di convalida per finita locazione, il giudice non può disporre la condanna alle spese del procedimento a carico del conduttore/intimato e a favore del locatore.
I Giudici del Palazzaccio hanno infatti ritenuto che nella fattispecie non trova applicazione, oltre al principio della soccombenza, nemmeno quello di causalità, poiché il provvedimento di convalida non può considerarsi pronunciato in dipendenza di un fatto del convenuto, che renda necessario il ricorso alla tutela giurisdizionale, bensì di un interesse esclusivo dell'attore - intimante alla costituzione in via preventiva di un titolo esecutivo, da far valere successivamente alla scadenza del contratto.
Pertanto, proprio in base al dichiarato difetto di causalità, va negato che il locatore abbia diritto al rimborso delle spese processuali anticipate per chiedere la convalida della licenza per finita locazione.
venerdì, maggio 11, 2007
giovedì, maggio 10, 2007
Errore medico: la prescrizione per risarcimento decorre da percezione danno.
Lo ha affermato la Corte di Cassazione-III sezione civile, con sentenza n.9524 del 20 aprile 2007.
Secondo la decisione della Corte, il diritto nei confronti del medico a richiedere il risarcimento del danno per omissione di corretta diagnosi ed congruo iter terapeutico ha prescrizione decennale.
E quest'ultima decorre dal momento in cui il paziente ha la concreta e materiale consapevolezza del nocumento subito, sia in termini di esistenza che di gravità dello stesso, ovvero dall'istante in cui avrebbe potuto percepirlo usando la normale diligenza.
Il discorso vale, precisa la Suprema Corte, anche per l'addebitabilità del danno al sanitario.
Gli sports forensi.
mercoledì, maggio 09, 2007
Arrivano già i “correttivi” alla riforma del fallimento.
- Resta confermato il parametro dei ricavi, mentre l’attivo patrimoniale si sostituisce agli investimenti; viene poi aggiunto un ulteriore requisito centrato sul livello di indebitamento
- L’onere della prova sulla qualifica di piccolo imprenditore farà poi capo al debitore, mentre il tribunale potrà sempre acquisire la documentazione necessaria per le proprie valutazioni
- Al giudice delegato viene sottratto il potere di approvazione dell’accordo di liquidazione a monte, ma gli viene affidato un potere di autorizzazione dei singoli atti di vendita per verificarne l’aderenza al contenuto del programma
- Viene stabilita la possibilità di un pagamento solo parziale dei creditori privilegiati, eliminando una differenza con il concordato fallimentare
- Sono state eliminate Le disposizioni sulla dichiarazione d’ufficio del fallimento in tutti i casi di esito negativo del concordato
- L’istituto del “crom down” è poi stato subordinato all’eccezione del creditore dissenziente, eliminando il potere del tribunale di procedere d’ufficio
- Quando le procedure fallimentari risultano chiuse alla data di entrata in vigore del decreto legislativo, la domanda di esdebitaziorie può essere presentata nel termine di un anno dalla medesima data