venerdì, maggio 18, 2007

Italia: «Giustizia e carceri da Paese arretrato».

Declassata per scarso rendimento in campo etico e di responsabilità sociale, ravvisabile soprattutto (ma non solo) nello stato in cui versano il sistema giudiziario e il sistema carcerario, definiti come «paragonabili a quelli di un Paese in via di sviluppo». E' questo, in estrema sintesi, il senso del "warning" (avvertimento) con cui l'Italia è stata retrocessa dall'Aei, l'Agenzia europea di investimenti standard ethics che emette il rating annuale dei Paesi aderenti all'Ocse e a diversi altri Paesi sugli standard di etica e responsabilità sociale.

Il nostro outlook per il 2007 è passato da "stabile" a "negativo". Il rating è confermato a "EE", che rappresenta la media delle otto classi previste (tripla E la migliore, singola E sotto la media). Ci tengono compagnia, con lo stesso rating, Usa, Giappone, Messico, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacca, Ungheria e Usa. Nella categoria tripla "E", invece, sono presenti solo i Paesi scandinavi. Ultimi della classe, con la peggior valutazione possibile, la "E-", Cina, Egitto e India.

Commentando il declassamento italiano, l'Aei afferma che è dovuto in primo luogo «al mancato avvio di politiche di governo per una più adeguata e condivisa riforma del sistema giurisdizionale e alla mancanza di un sostanziale rifinanziamento della giustizia italiana e del sistema carcerario». Entrambe le istituzioni, secondo l'Aei, si trovano ormai «in una situazione paragonabile a quella di un Paese in via di sviluppo, sia per efficienza che per qualità».

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