domenica, maggio 27, 2007

Rignano: Le motivazioni della scarcerazione disposta dal Tribunale del riesame di Roma.


“Il Tribunale nel prendere atto del contenuto delle dichiarazioni non può che richiedere, per l’integrazione della prova cautelare, il necessario concorrere di seri e certi elementi di riscontro e non soltanto per la qualità degli accusati, persone del tutto incensurate e pacificamente dedite al lavoro, ma anche e soprattutto per l’età dei bambini - quattro anni, giova ribadire - e per alcune perplessità che le denunce pongono, come ampliamente evidenziato da tutte le difese”.

E’ questo uno dei passaggi centrali dell’ordinanza con la quale i giudici della libertà di Roma, motivano la scarcerazione disposta il 10 maggio scorso di 5 delle sei persone indagate nell’inchiesta su una presunta organizzazione di pedofili a Rignano Flaminio, paese a pochi chilometri da Roma.

I giudici scrivono, al termine del provvedimento, di 39 pagine: “Il materiale indiziario emergente dagli atti, pur sussistente, appare insufficiente ed anche contraddittorio, sì da non integrare la soglia di gravità richiesta dall'articolo 273 del codice di procedura penale”.

E poi, ancora, il tribunale aggiunge: “In presenza di dichiarazioni accusatorie formulate da bambini di 4 anni il tribunale ha l’obbligo, al fine di escludere ogni possibilità di dubbio e di sospetto che esse siano conseguenti ad un processo di auto o di etero-suggestione oppure di esaltazioni o di fantasia, di sottoporre le accuse medesime a un’attenta verifica. In assenza di sicuri e certi elementi di riscontro la prospettazione accusatoria in questa sede non può essere asseverata”.

Il tribunale del riesame di Roma dedica un lungo passo della sua ordinanza di scarcerazione anche per criticare la condotta delle numerose famiglie che, con le loro denunce, frutto anche di interviste ‘casalinghe’ ai bimbi, hanno dato il via all’indagine della procura di Tivoli.

Nell’inchiesta, si dice, emerge “una forte e tenace pressione dei genitori sui minori, una forte opera di induzione e di suggerimento delle risposte da parte degli stessi, con conseguenti manifestazioni anche di stanchezza e di ostilità da parte dei piccoli alle insistenti pressioni genitoriali”.

“I genitori, in buona sostanza, hanno svolto un ruolo che non gli apparteneva, non spettando ai medesimi il compito di documentare le dichiarazioni dei loro figli, ciò a prescindere dagli indubbi riflessi che tale attività può avere spiegato sulla genuinità della prova”.

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