giovedì, novembre 19, 2009
Riforma Avvocatura, Alpa (Cnf): “Giudizio altamente positivo".
Roma. “Apprezziamo molto il lavoro della commissione giustizia del Senato sulla riforma dell’ordinamento professionale forense: il risultato è un testo bipartisan, che ha preso spunto dal lavoro unitario dell’avvocatura che con questa riforma ha voluto imprimere alla categoria forense una maggiore assunzione di responsabilità e maggior rigore”.
Così il presidente del Cnf Guido Alpa ha commentato oggi a caldo, conversando con i giornalisti, l’esito dei lavori parlamentari sul testo di riforma dell’ordinamento forense.
Nella mattinata, la commissione giustizia del Senato aveva terminato l’esame degli emendamenti, e ora è atteso il parere della commissione bilancio prima del voto definitivo sull’articolato.
“Ci auguriamo che il Parlamento possa approvare definitivamente la riforma entro l’anno. Ci risulta che il testo andrà in aula il prima possibile. Speriamo che lo spirito bipartisan sia conservato anche alla Camera”, ha riferito Alpa.
Il presidente del Cnf ha sottolineato come siano significative le novità della riforma che inseriscono “regole di maggior rigore nell’esercizio della professione, volute fortemente dalla stessa avvocatura nonostante impongano dei costi. Questo per smentire insinuazioni di un testo ispirato a criteri corporativi”.
Il riferimento specifico riguarda le norme che riscrivono l’accesso, rendendolo più severo anche con la previsione di prove informatiche per la iscrizione al registro dei praticanti; quelle che modificano radicalmente i procedimenti disciplinari per rendere il giudice domestico più terzo e imparziale; la previsione dell’obbligo della formazione permanente e di quello di una polizza assicurativa. Nonostante siano state espunte le norme che escludevano la iscrizione all’albo ai professionisti che avessero compiuto i cinquant’anni e per coloro che avessero superato l’esame di abilitazione nei cinque anni precedenti al domanda, rimane il principio della necessaria verifica delle continuità ed effettività dell’esercizio professionale per mantenere l’iscrizione all’albo, le cui modalità saranno disciplinate da un regolamento del ministero della giustizia.
“Non solo. La regola è che non ci si potrà iscrivere all’albo se non si supera un esame. Non saranno più previste iscrizioni ope legis, fatti salvi i diritti quesiti”, ha spiegato Alpa.
Sulle esclusive, riscritte dagli emendamenti votati in commissione (sono mantenute quelle relative all’assistenza negli arbitrati rituali ma non nelle conciliazioni e anche quella relativa alla consulenza legale pur ammettendo quella fornita dai giuristi di impresa a vantaggio degli enti dai quali sono dipendenti), Alpa ha voluto precisare che “l’esclusiva non compromette la consulenza legale offerta da società appartenenti allo stesso gruppo societario”. Bene anche la reintroduzione dei minimi tariffari vincolanti “che sono non certo una istanza corporativa ma sono giustificati dalla necessità di garantire prestazioni qualificate ai cittadini”, e a quella del divieto di patto di quota lite.
Qualche zona d’ombra, nel giudizio del presidente del Cnf, rimane per la decisione della commissione giustizia di espungere dal testo l’obbligo di compenso del praticante: “ Lo riteniamo utile e comunque tale obbligo è previsto nel codice deontologico”; e per la modifica delle norme sulla composizione dello stesso Consiglio nazionale forense
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