giovedì, novembre 12, 2009

OUA: S'APPROVI SUBITO LA RIFORMA PROFESSIONALE, NON POSSONO CONDIVIDERSI LE CRITICHE DEL “CARTELLO DELLE IMPRESE”.


“Un ingiustificato attacco ad una categoria che conosce, senza sgravi fiscali e aiuti di stato, le leggi del mercato, che si confronta con la competitività, pur con una legge professionale vecchia di più di 80 anni. L’avvocatura ha raggiunto le 230 mila unità e ha già dovuto subire, soprattutto i più giovani, le conseguenze nefaste della legge Bersani. Eppure alla vigilia di una riforma forense finalmente condivisa e di una importante e, forse, decisiva Conferenza Nazionale dell’Avvocatura (a Roma il 20 e 21 novembre), si lancia un’ incauta iniziativa in grande scala per contrastare il percorso parlamentare del ddl all’esame del Senato”.
Così Maurizio de Tilla, presidente Oua, commenta la lettera inviata dalle associazioni di categoria della grande media e piccola impresa, delle assicurazioni, delle banche, delle cooperative, del commercio, inviata a tutti i quotidiani e a Governo e Parlamento.
“ Non è vero che l’Europa esclude la consulenza legale esclusiva. Anzi, dalla direttiva Bolkestein emerge espressamente il contrario. La sinergia, per non dire simbiosi, tra grandi imprese e Antitrust non è certamente corretta sul piano dei rapporti istituzionali.D’altra parte l’esclusività della consulenza dei legali non esclude che all’interno delle imprese si possa svolgere la medesima attività”.
“L’avvocatura è in fase di svolta finale – ha aggiunto - si è presentata una piattaforma di proposte (un decalogo) per una nuova legge dell’ordinamento forense che si articola su principi ben precisi: ristabilire l’inderogabilità dei minimi tariffari, ripristinare il divieto di patto quota-lite, prevedere l’esclusività della consulenza legale e non ammettere le società di capitale e con soci di solo capitale. È, inoltre, importante stabilire l’introduzione del numero chiuso all’università e l’accesso programmato alle scuole di formazione forense, ma anche definire con rigore i criteri della formazione continua e dell’aggiornamento permanente. È necessaria la previsione di titoli di specializzazione come elemento di ulteriore qualificazione e sicurezza del servizio dell’avvocato. Per l’iscrizione all’albo, inoltre, si deve fissare il limite massimo di 50 anni d’età e si deve possedere il certificato di abilitazione valido entro i cinque anni, con alcune possibili deroghe. Serve, inoltre, che ci sia continuità ed effettività nell’esercizio dell’attività e l’applicazione dei criteri stabiliti dalla Cassa forense”.
“Non si facciano illusioni – ha concluso de Tilla – l’avvocatura rilancia: la riforma è urgente e il ddl all’esame del Parlamento non ammette significative mutilazioni. L’obiettivo è ridare concrete prospettive professionali agli avvocati italiani e così dare un rinnovato sostegno ad un importante settore produttivo del Paese”.
Roma, 12 novembre 2009

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