giovedì, febbraio 05, 2009

Giustizia: riforma “a buon punto”, forse debutto al Cdm di venerdì.


Roma, 4 feb (Velino) - La riforma della giustizia potrebbe già essere varata dal Consiglio dei ministri di venerdì prossimo.
Il testo infatti sarebbe “a buon punto” secondo quanto riferito dai partecipanti alla riunione tecnica che si è svolta questa mattina a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il responsabile giustizia della Lega Matteo Brigandì, il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno e il parlamentare e consulente giuridico del premier Niccolò Ghedini.
In maggioranza si sarebbe quindi trovato un accordo “di massima” su tutta la linea e resterebbero solo da fare delle limature al testo.
Una messa a punto che non dovrebbe far sforare dalla tabella di marcia. Anche il ministro della Difesa Ignazio La Russa conferma la tempistica: “Non escludo affatto che la riforma possa essere votata dal governo già questo venerdì. È tutto pronto, è solo un problema di tempi per trascrivere alcuni principi che vogliamo vengano inseriti. Credo però che per venerdì si possa fare in tempo”.
La riforma Alfano che approderà in Consiglio dei ministri, a quanto si apprende, non prevede la separazione degli ordini, per la quale serve una legge costituzionale. Viene invece confermata la modifica del rapporto tra pubblico ministero e polizia giudiziaria, a favore di quest’ultima, e la digitalizzazione delle notifiche di reato.
Non dovrebbe essere inserita nel provvedimento, invece, tutta la parte relativa alla messa alla prova, che era già stata esaminata all’interno della maggioranza nei giorni scorsi.
Dalla riunione sarebbe invece emersa l’intenzione di inserire l’ipotesi di rendere elettivi i giudici di pace, come chiesto dalla Lega. Non però una elezione a suffragio universale: i pm presso i giudici di pace saranno eletti da magistrati, avvocati e professori di diritto del distretto in cui si troveranno a lavorare. Un primo “bel passo avanti” comunque, dice Brigandì, verso l’elezione diretta dei giudici da parte dei cittadini.
Dal vertice tecnico sarebbe uscita poi la volontà politica di raccogliere sulla riforma la più ampia condivisione possibile.
Domani nella commissione Giustizia della Camera inizierà la discussione sugli emendamenti. Il governo ha raggiunto un accordo nei giorni scorsi, presentando un pacchetto di otto emendamenti al ddl Alfano che recepisce anche alcune proposte dell’Udc (tra i partiti della maggioranza, però, restano divergenze, come dimostrano gli emendamenti di segno opposto presentati in extremis da Forza Italia e An).
Sulla novità dell’introduzione della formula più restrittiva di “gravi indizi di colpevolezza” – invece che “gravi indizi di reato” – necessaria perché possa essere concessa l’autorizzazione all’ascolto, il Pd ha alzato un muro, annunciando che - se non ci sarà una marcia in dietro del governo - voterà contro il provvedimento.
Il Pd - che oggi ha presentato una ventina di subemendamenti – vuole anche il ritorno al giudice competente per le autorizzazioni, eliminando l’organo collegiale e l’abolizione del termine complessivo di 60 giorni per la durate delle intercettazioni.

Nessun commento: