
"Una riforma burocratica e autoritaria contrastata dai penalisti italiani che - prosegue il documento - fin dalla sua approvazione erano stati facili profeti nel preannunziare come anche le minime modifiche in essa previste sarebbero state comunque contrastate da settori della magistratura, che sembrano proporsi per l'ennesima volta come ceto proprietario della giustizia".
"Se questo è l'approccio di una parte della magistratura alla 'sua' riforma - scrivono ancora i penalisti - occorre prepararsi, a breve, ad assistere a nuovi tentativi di settori della magistratura di evitare anche la pur mediocre distinzione delle funzioni inserita nella riforma dello scorso luglio. Di fronte al consueto atteggiamento conservativo che è oggi sotto gli occhi di tutti, l'UCPI ribadisce che l'unica strada percorribile è quella della ripresa della grande battaglia liberale e democratica per la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri e per la riforma costituzionale in tal senso già depositata in parlamento, l'unica riforma che può sottrarre l'assetto della magistratura italiana alle derive burocratiche ed autoritarie. Le prossime settimane e i prossimi mesi - conclude il documento - segneranno la ripresa delle iniziative in tal senso dei penalisti italiani.