«Il governo Monti ha incluso la soppressione delle sedi degli giudici di pace non circondariali nel progetto di 'Spending review': a nostro avviso si tratta di un errore molto grave. La decisione è stata presa senza neppure consultarci e non è rispettosa dei criteri previsti dalla legge 148/11. Il provvedimento è inoltre stato criticato aspramente anche dall'avvocatura (Oua), che ha proclamato uno sciopero bianco dal 15 maggio al 16 giugno».
È quanto ha dichiarato il presidente dell'Associazione Nazionale Giudici di Pace, Vincenzo Crasto.
«Il taglio indiscriminato dell'80% delle sedi - continua Crasto - rischia di paralizzare l'intera giustizia italiana e per risparmiare 28 milioni di euro (cifra tanto infima quanto sovrastimata) si rischia di far avverare la previsione del ministero dell'Economia secondo cui l'Italia potrebbe arrivare a spendere 500 milioni di euro per l'eccessiva lunghezza dei procedimenti ai sensi della cosiddetta legge Pinto. Siamo stati i primi a proporre la razionalizzazione degli uffici, ma non è consentito annientare un'istituzione costituzionalmente prevista, che fornisce prova di efficienza, con tempi di definizione medi dei giudizi inferiori ad un anno ed appelli inferiori al 5%».
«Chiediamo di avviare un serio confronto per modificare l'annunciata revisione della geografia giudiziaria, che coinvolga anche l'avvocatura», conclude Crasto.
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