martedì, settembre 11, 2007

NIENTE TRUCCHI SULLE PENSIONI DEGLI AVVOCATI!


L’AUTONOMIA DELLA CASSA FORENSE VA GARANTITA.

Michelina Grillo, presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura: «La tentazione di scippare agli avvocati le loro pensioni non passa mai di moda. A volte a viso aperto, a volte, come in questo caso, con il trucchetto di nuove norme tecniche per i bilanci, l’obiettivo è sempre lo stesso. Ma sulle nostre pensioni non faremo passi indietro: grazie alle scelte coraggiose compiute per tempo dagli avvocati l’equilibrio finanziario della Cassa forense è assicurato per i prossimi decenni e l’autonomia della Cassa è garanzia per tutta la professione. Finire nel calderone dell’Inps è un destino che non ci meritiamo e contrasteremo con fermezza».

«All’esito dell’incontro di ieri tra le Casse e il Ministero – ha aggiunto la presidente Oua - auspichiamo che tutte le osservazioni motivate degli Enti siano tenute nel dovuto conto, assicurando periodi previsionali equi e uniformi e la fissazione di criteri per la redazione del bilancio tecnico che tengano conto in maniera più incisiva della specificità di ogni singola gestione e non scarichino impropriamente sulla gestione stessa l’onere di provare la propria specificità rispetto al dato nazionale. Con prudenza ci riserviamo di verificare la bozza di testo rivisitata dal Ministero e i successivi sviluppi».

Sarà comunque in ogni modo contrastato ogni tentativo di “saccheggiare” le casse di previdenza e assistenza dei professionisti con l’obiettivo di ricondurre tutto sotto l’ombrello del pubblico. Dietro un apparentemente innocuo nuovo schema per la redazione dei bilanci degli enti previdenziali privati non può celarsi il tentativo di mettere in crisi questa modalità di organizzazione del welfare dei professionisti (previdenza e assistenza) che ha dato ottimi risultati finora, a differenza di quanto accade con il sistema pubblico.

Si tratta di una decisione sbagliata, che mina non solo l’autonomia delle strutture create in questi anni dei professionisti, e in particolare dagli avvocati con la Cassa forense, ma soprattutto mette a repentaglio i loro risparmi accumulati e gestititi con oculatezza in questi anni.

Se è vero che ci sono tanti tesoretti in giro da spendere non si capisce perché si voglia sottrarre agli avvocati un patrimonio che non pesa minimamente sullo Stato, fornisce ampie garanzie di sostenibilità per i prossimi decenni e garantisce pensioni certe e buoni livelli di assistenza.

Roma, 11 settembre 2007